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Autore: Severia85    22/10/2015    1 recensioni
Daphne è una ragazza che vive nel buio, perchè a nessuno importa di lei. Cosa accadrebbe se Draco si interessasse a lei? Il ragazzo sarà sincero? Quali conseguenze ci saranno?
Questa storia si è classificata al primo posto al contest “Tra pensieri torbidi e occhi a cuoricino” di S.Elric
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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IN THE DARKNESS
 
È tardi: tutte le sue compagne dormono profondamente, protette dalle pesanti tende verdi dei letti a baldacchino.
Daphne si alza e, in punta di piedi, si dirige verso il bagno. Davanti allo specchio, lascia che la camicia da notte le scivoli addosso, lasciandola con le sole mutandine. Si guarda: non è bella. Ha le gambe corte e robuste, i fianchi larghi. Il seno è abbondante, ma il suo viso è anonimo, con occhi marroni, banali. I capelli, per quanto li curi, sono sempre spenti. Non come quelli di sua sorella. Asteria: lei sì che è bella, con le gambe lunghe e la pancia piatta, il sorriso che le illumina tutto il viso. Quanto vorrebbe essere come lei e non solo nell’aspetto: vorrebbe essere capace di chiacchierare allegramente con le amiche, di sorridere a un bel ragazzo, vorrebbe possedere quello sguardo fiero e altezzoso che emana sicurezza. Ma Daphne non è così: è timida e goffa, riservata e invisibile.
Vorrebbe che la notte durasse per sempre: domani mattina, si unirà agli altri studenti senza che nessuno la noti, più impalpabile del Barone Sanguinario. Qualcuno la urterà, ma non si volterà a chiederle scusa. Persino i professori non le faranno domande, nonostante i suoi voti siano abbastanza buoni. Spicca in Trasfigurazione e Incantesimi.
Non ama la luce del giorno, preferisce il buio, le tenebre della notte, quando tutti dormono e non la fanno sentire così insignificante.
Daphne si riveste e, a malincuore, ritorna nel suo letto. Domani sarà un altro giorno, uguale a tutti gli altri. Dovrà solo resistere, accettare ancora una volta il suo destino: in un mondo di luci sentirsi nessuno. Per questo ama il buio delle tenebre. Per questo la notte si alza e si guarda allo specchio: per ricordarsi chi è.
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Questa mattina, Draco si è alzato di buon umore. Ha indossato la divisa poi, guardandosi allo specchio, vi ha applicato la spilla da Prefetto e quella della Squadra d’Inquisizione: una piccola “I” d’argento scintillante. Sente che oggi sarà una buona giornata e che potrebbe finalmente smascherare quel branco di traditori. È certo che a capeggiarli sia Potter, ma non lo ha ancora colto sul fatto. Forse, oggi ci riuscirà.
In Sala Comune, fa sfoggio del suo potere da Prefetto, riprendendo due studenti del primo anno che ridacchiano in un angolo e che rischiano di fare tardi a lezione. I due, terrorizzati dal suo sguardo di ghiaccio, si precipitano verso l’uscita. Nel farlo, urtano una ragazza e le fanno cadere i libri e le pergamene, ma sono troppo spaventati dal rimprovero di Malfoy per fermarsi a scusarsi e ad aiutarla. Non sanno nemmeno chi sia.
Draco osserva la scena, con un misto di orgoglio e divertimento: è molto fiero del fatto che gli altri studenti lo temano. Ora andrà a fare colazione e poi avrà lezione di Pozioni, la sua materia preferita: è certo che prenderà almeno venti punti dal professor Piton.
“Buongiorno, Draco.”
Blaise Zabini gli si avvicina da dietro, dandogli una pacca sulla spalla.
“Buongiorno, Blaise.”
“Dimmi una cosa: secondo te, che cosa ci fa la maggiore delle Greengrass a Serpeverde?”
Entrambi osservano la ragazza rotondetta che, carponi sul pavimento, cerca di raccogliere ciò che i due ragazzi di prima le hanno fatto cadere.
“Sarà per via della sua famiglia.” Risponde Draco, liquidando la questione.
“Ma siamo proprio sicuri che abbia sangue puro? Cioè, guardarla!”
“Dici che la madre l’ha avuta da un fottuto Babbano?”
“Niente di più facile! Hai presente sua sorella? Beh, lei sì che ha sangue puro!”
Entrambi i maghi rievocano nelle loro menti l’immagine di Asteria Greengrass e i loro pensieri non sono propriamente casti.
“Non credi che dovremmo farle capire in qualche modo che così non può andare avanti?”
Draco osserva il sorrisetto dell’amico e si domanda che cosa abbia in mente: a lui non importa molto di Daphne, i suoi pensieri sono più spesso concentrati su Asteria, ma se si tratta di una sfida non si tirerà indietro.
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Daphne trattiene le lacrime a stento: quei due bambini l’hanno spinta e non si sono nemmeno voltati indietro. Neanche i più piccoli hanno rispetto per lei. Si guarda intorno: il corridoio è pieno di maghi e streghe, eppure lei si sente sola. Nessuno le rivolge un saluto, nessuno la ferma per fare due chiacchiere. Tra poco, prenderà posto nel suo solito banco, in ultima fila, cercherà di ignorare il vortice nero che le si agita dentro e prenderà appunti. Conoscerà la risposta alla domanda della professoressa McGranitt, ma non oserà alzare la mano e non prenderà i dieci punti che si aggiudica la Granger. Aspetterà pazientemente che venga sera, e le nere coperte della notte la avvolgano.
In corridoio, un ragazzo di Tassororsso alza la mano per un saluto: per un momento Daphne crede che sia rivolto a lei. Sta per rispondere, ma viene preceduta da una bella strega di Corvonero, con lunghi capelli neri lucenti. Lei è luce, Daphne è buio. Chi può vedere il buio?
Ora è iniziata la lezione. Dalla finestra dell’aula osserva il cielo grigio e vede un uccello volare con eleganza. Vorrebbe essere un gufo per volteggiare nella notte, silenziosa e invisibile. Crede che, se mai un giorno sarà in grado di evocare un Patronus, avrà sicuramente la forma di un gufo.
Può accarezzare la felicità solo in sogno, solo nelle vite degli altri.
 
Il pomeriggio sta volgendo al termine e Daphne sente il peso che le opprime il cuore farsi un po’ più leggero, all’avvicinarsi della notte. È in biblioteca a fare i compiti: si siede sempre in un tavolino, in fondo ad uno dei corridoi laterali. Di solito, non ci va nessuno.
“Posso sedermi qui con te?”
Daphne sobbalza, presa alla sprovvista. Quando alza lo sguardo sul ragazzo che le ha posto la domanda, strabuzza gli occhi, la gola le si fa secca e non riesce a rispondere.
Draco non sembra aver fatto caso alla sua reazione e si siede di fronte a lei, aprendo il libro di Pozioni.
Il cuore di Daphne martella incontrollato nel cuore della ragazza, tanto che lei ha paura che qualcuno lo possa sentire. Perché Draco si è seduto lì? Probabilmente, non dovevano esserci altri posti liberi. Tra poco, Malfoy si alzerà per andare a cena e non si ricorderà nemmeno la strega che era seduta allo stesso tavolo. Saluterà i suoi amici e si farà due risate con loro. Lei resterà sola come sempre, non deve farsi illusioni.
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Draco non è entusiasta dell’idea del suo migliore amico, non perché non sia geniale, ma perché prevede che lui faccia qualcosa che non gli va di fare. Ha proposto di invertire le parti, ma, visto che l’idea è di Blaise, a lui spetta decidere.
Hanno studiato il piano e Draco entrerà in azione nel pomeriggio: avvicinerà Daphne in biblioteca, con una scusa qualunque e, da lì, inizierà a frequentarla. Deve stare attento, però, perché non vuole che nessuno dei suoi compagni lo veda in compagnia di quella strega bruttina e maldestra, soprattutto Asteria. Dovrà essere un corteggiamento discreto e, se mai qualcuno gli chiederà spiegazioni, risponderà che lo fa solo perché quella povera ragazza gli fa pena. Nessuno deve credere, nemmeno per un momento, che lui, Draco Malfoy, sia interessato a una strega come Daphne. Lui mira molto più in alto.
 
È arrivato il momento e Draco va a sedersi allo stesso tavolo di Daphne. Deve sforzarsi di non ridere di fronte all’espressione allo stesso tempo sorpresa e spaventata della strega. Mantiene il suo autocontrollo e si siede, ben ritto con la schiena, fingendo di concentrarsi sulla preparazione della Pozione della Pace, una di quelle che viene spesso richiesta ai G.U.F.O.
La osserva di sottecchi: è concentrata sulla stesura del metro e mezzo di pergamena che ha assegnato la McGranitt. Lui non l’ha ancora svolta. Forse, potrebbe sfruttare l’occasione.
“Daphne?” sussurra.
Di nuovo lo sguardo da animale braccato.
“È il compito di Trasfigurazione quello?”
Un cenno di sì con la testa è tutto quello che ottiene.
“Non mi ci faresti dare un’occhiata? Devo ancora farlo e non ho molto tempo. Inoltre, sono sicuro che l’avrai svolto benissimo.”
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Daphne crede di aver sognato: non può essere possibile che Draco Malfoy le abbia, non solo rivolto la parola, ma abbia anche copiato tutto il suo compito di Trasfigurazione. Deve per forza esserselo immaginato. Eppure quella strana sensazione che sente a livello dello stomaco non la vuole abbandonare. Che cosa può essere? Forse, una briciola di felicità, un raggio di sole che penetra le nuvole. Per circa un’ora, non è più stata invisibile: qualcuno l’ha guardata e vista. Ha allontanato per un momento le ombre che la circondano e le ha dato modo di mostrarsi.
Ma Daphne non si fa illusioni: sa che quanto è accaduto non si ripeterà più, che deve essere stato solo un caso, una strana congiunzione di Venere con Giove. Da domani, tornerà ad essere la solita insignificante ragazzina. La sorella brutta di Asteria. La Serpeverde cicciona.
Domani andrà cosi, eppure oggi ha visto per un attimo la luce ed è stato bellissimo, anche se era troppo stupita e spaventata per rendersene conto completamente.
Stanotte andrà a dormire più serena e domani avrà la forza di iniziare un altro giorno, di affrontare di nuovo i compagni.
 
“Buongiorno, Daphne.”
La mattina è arrivata velocemente e Daphne è pronta ad una nuova giornata grigia, quando viene salutata dal sorriso luminoso di Draco. Non era mai successo prima ed è certa che non accadrà mai più in futuro.
“Buongiorno, Draco.” Sussurra timidamente. Qualcosa le si muove nel petto e non si tratta solo del cuore che batte all’impazzata.
Osserva il giovane uscire dalla Sala Comune con gli amici e non lo perde di vista nemmeno a colazione: lui non le si siede accanto, ma non importa. Le ha già regalato un sorriso e questo è più di quanto osasse sognare. Per un istante, immagina di passare le proprie dita tra i suoi capelli, tuttavia scaccia l’immagine come si fa con una mosca fastidiosa: non deve dimenticarsi che lei appartiene alle tenebre e che un debole raggio di sole non può sconfiggerle.
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Sono passati alcuni giorni e Draco comincia ad essere stanco di quel gioco. È certo di essere un ottimo seduttore, ma preferirebbe sfruttare le proprie doti su una qualche ragazza più appetibile. Deve ammettere, comunque, che il piano dell’amico sta funzionando magnificamente. La ragazza lo guarda con una tale ammirazione che lo mette quasi in imbarazzo. Quando ieri le ha regalato un fiore, facendolo comparire dal nulla, la strega ha trattenuto a stento lacrime di gioia. Se solo sapesse.
Draco si domanda quanto tempo ci vorrà ancora per sedurla completamente, per fare sì che lei ubbidisca ad ogni suo ordine e, anzi, sia desiderosa di compiacerlo. Teme di doverla baciare: non è sicuro di riuscirvi, senza lasciarsi scappare una smorfia di disgusto. Non è così brutta, in fondo – se non si fa troppo caso ai chili di troppo, non ha un brutto viso – tuttavia non vorrebbe arrivare a tanto.
Inoltre, vorrebbe potersi concentrare sulla sua vera missione: smascherare Potter e compagni, coglierli in flagrante e consegnarli alla professoressa Umbridge.
Deve accelerare i tempi e portare a termine il piano. Non gli rimorde la coscienza al pensiero di ciò che farà, perché lui è un Malfoy è ha diritto di divertirsi un po’ con chi ritiene inferiore a lui.
 
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Daphne vive un sogno ad occhi aperti. Quando ieri Draco le ha regalato una margherita, ha creduto di svenire e le si sono inumiditi gli occhi. Lo ha ringraziato, arrossendo. Aveva persino sperato che lui la baciasse: non è successo, tuttavia ormai si è convinta che sarà solo questione di tempo. Quello che il mago prova per lei è innegabile e la rende felice e fiera, come non è mai stata in vita sua. È circondata da una luce speciale e non desidera più l’arrivo della notte. Anzi, di giorno può vedere il suo amato, anche se può stargli accanto solo quando sono soli, quando non c’è nessun altro con loro – cosa difficile in una scuola piena di studenti – che possa vederli. Dev’essere timido, Draco, ma a lei non importa.
 
È trascorsa una settimana e Daphne è contenta, ma nervosa. Ha ricevuto un messaggio, lo ha letto e ora lo stringe al cuore con forza. L’appuntamento che Draco le ha dato, per stare un po’ da soli, l’ha resa felice, eppure sa che potrebbe chiederle qualche cosa in più. Non ci ha mai pensato: chi avrebbe potuto volerla? Non sa se è pronta per questo passo così importante, tuttavia è innamorata e non può desiderare un pretendente migliore. Stare con Draco sarebbe un onore e non deve sprecare l’opportunità. Lui potrebbe pensare che lei non lo ami, potrebbe risentirsene e non rivolgerle più la parola e lei tornerebbe nel buio da dove è emersa così faticosamente. Ha deciso: farà tutto ciò che lui le chiede. Stare con lui sarà splendido e non importa se le farà un po’ male. Vuole che lui sia felice tanto quanto lo è lei.
 
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Draco la prende per mano, camminandole davanti. I corridoi sono bui e silenziosi e il pericolo di incappare nel custode Gazza è grande. Draco però non ha paura di quell’odioso Magonò: è un disonore per tutto il mondo magico.
Porta Daphne fino davanti alla porta di un’aula.
Alohomora.” Sussurra, puntando la bacchetta.
La porta si apre, con un cigolio inquietante. I due entrano e, con pochi incantesimi, il ragazzo sposta i banchi e crea uno spazio nel mezzo, in cui compare una coperta. Si siedono, uno vicino all’altro. Draco non può non notare il sorriso beato della strega. È orgoglioso di quanto è riuscito a fare: il piano sta procedendo al meglio. Parlano un po’ delle lezioni di quel giorno: due chiacchiere per mettersi a proprio agio.
“Daphne, faresti una cosa per me?” domanda, piantando il suo sguardo negli occhi di lei che subito li abbassa.
Un sorriso timido e un piccolo cenno del capo.
“Ti toglieresti la divisa? Vorrei... vorrei vederti.”
“Non sono bella, Draco.”
“Per me, lo sei.”
Il mago osserva la battaglia interiore che si combatte tra il cuore e la mente della ragazza: è timida e si vergogna, ma vuole soddisfare a sua richiesta. Draco sa che non avrà bisogno di aggiungere altro, non servirà chiederglielo una seconda volta: lei farà ciò che lui le ha domandato.
Daphne si alza e si sfila la lunga tunica nera. Draco sorride: ha vinto. La osserva con curiosità, mentre lei cerca di tenere in dentro la pancia.
“Togliti tutto.”
La strega si gira, dandogli la schiena. Slaccia il reggiseno e se lo sfila. Poi tocca alle mutandine scivolare verso il pavimento. Aspetta qualche istante, prima di girarsi, tenendosi le mani a coprire il seno. Le gambe sono strette e leggermente accavallate.
“Lasciati guardare.”
Le mani si abbandonano lungo i fianchi, lasciandola completamente nuda e indifesa. Draco la guarda, senza desiderio: sa che potrebbe averla, ma non la vuole.
“Avvicinati.”
 
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Draco la porta in un’aula: non ha mai trasgredito le regole, non è mai uscita di notte per gironzolare nei corridoi. Ha paura, ma si affida a Draco incondizionatamente. In fondo, ne vale la pena.
E bello chiacchierare con lui, soprattutto sentirsi ascoltata.
Quando le chiede di spogliarsi, esita, nonostante i buoni propositi. Teme che, una volta nuda, lui possa non apprezzarla. Non vuole mostrargli i rotoli di grasso che si sono accumulati sui fianchi. Draco aspetta e lei non vuole deluderlo.
Non sa decifrare il suo sguardo, una volta che è completamente nuda davanti a lui, ma almeno non le ha detto di rivestirsi.
“Avvicinati.”
Fa qualche piccolo passo: non sa come deve comportarsi ora con lui. Deve spogliarlo? Farsi toccare? La bacerà? Lei non ha mai baciato nessuno, anche se ha immaginato quel momento tante volte. Spera di non fare brutte figure.
Mentre il suo sguardo rimane fisso sull’amato, scorge un movimento ai margini del suo campo visivo. Una figura compare dal nulla, brandendo uno strano oggetto che emana una luce abbagliante. Daphne rimane accecata e si porta le mani al viso, raggomitolandosi per proteggere la propria nudità.
Risate sguaiate. Sbircia tra le dita e vede Draco che si rotola sul pavimento, tenendosi la pancia.
“Speriamo ci sia venuta tutta nella foto, grossa com’è!”
Capisce a chi appartiene la voce e fugge in fondo all’aula, recuperando la divisa. Se la infila, senza biancheria e scappa, la vista offuscata dalle lacrime.
La risata di Blaise l’accompagna fino alla sua stanza, fin sotto le coperte.
 
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Draco e Blaise ridono come pazzi e continuano anche quando Daphne scappa, piangendo. Si fermano solo quando un rumore di passi li fa temere di essere scoperti. Scivolano nel corridoio buio, silenziosi e furtivi, fino a quando non rientrano nel loro dormitorio, finalmente al sicuro.
Non sono pentiti di ciò che hanno fatto. Sono stati furbi e domani, quando tutta la casa di Salazar si alzerà, potrà ammirare la foto di Daphne nuda che spalanca gli occhi per la sorpresa e tenta di coprirsi. Si faranno una bella risata tutti insieme e la giornata comincerà in modo positivo.
Draco è particolarmente soddisfatto: non solo il piano è riuscito alla perfezione, ma non dovrà nemmeno più corteggiare quella strega. Non che sia antipatica, anzi: a volte, parlando con lei ha notato che sa essere brillante e divertente, eppure non basta. Forse guardando la propria foto capirà che è ora di mettersi a dieta e di lavarsi meglio i capelli. È certo che la lezione le servirà. In fondo, le hanno fatto un piacere. Draco va a dormire sereno.
 
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Daphne rimane a letto, nonostante senta le compagne prepararsi.
“Non sto bene.” Mugola, quando qualcuno le chiede perché non si alza.
Le tende che proteggono il letto creano un’oscurità piacevole in cui lei può smarrirsi. Non si alzerà più, ha deciso. Resterà lì fino a quando non si saranno tutti dimenticati di lei. È ritornata nel buio e lì rimarrà.
Poi la sente: una risata prima soffocata, poi sempre più forte e distinguibile. Che cosa succede in Sala Comune? Non vorrebbe preoccuparsene – ha ben altri problemi a cui pensare – eppure sente una strana sensazione allo stomaco: quella risata ha a che fare con lei. La paura l’afferra, ma non osa muoversi. Resta immobile, nel letto e aspetta.
Dopo un quarto d’ora, regna di nuovo il silenzio: sono tutti a lezione. Solo perché è certa di essere sola, Daphne decide di andare a controllare quale sia stata la causa dell’ilarità generale. Scende, in camicia da notte, in Sala Comune. È spettinata e ha gli occhi rossi per la notte di veglia trascorsa a piangere. Il cuore è in pezzi, ma quello non si vede. Batte ancora, purtroppo e le fa sentire il dolore in ogni fibra dell’anima.
La vede appesa sopra al camino: nella foto, è nuda, ha gli occhi spalancati per la sorpresa e la paura e tenta inutilmente di coprire la sua nudità. Quanto è stata sciocca a fidarsi di Draco: un mago come lui non poteva interessarsi davvero a lei. Lui è come l’oro, lei come carbone.
L’hanno vista tutti, quella foto maledetta. Le hanno buttato addosso un fango che non può più lavare via. È distrutta: la vergogna la sovrasta come un’onda nel mare in burrasca. La sofferenza è aumentata e le toglie il respiro. Come farà a vivere ora? Nemmeno le coperte del suo letto la proteggeranno e la manterranno nel buio. Inizia a piangere, accovacciandosi sul pavimento.
Piange a lungo, fino a non avere più lacrime e forza. Eppure, nonostante sia distrutta, un’idea arriva a solleticarle la mente. È un’idea folle, per quello vincente. È la soluzione a tutti i suoi problemi: niente più vergogna, niente più dolore, solo buio e tenebra.
Prende una decisione, in un istante. Ora, è più lucida che mai: sa quello che deve fare.
Non perde tempo a vestirsi, ma esce in corridoio e risale velocemente verso il portone d’ingresso della scuola. Ignora i commenti di alcuni personaggi dei quadri che notano il suo stato: ha una meta e nessuno potrà distoglierla dal raggiungerla. Non è mai stata così bene, non si è mai sentita più leggera.
Attraversa il parco, ignorando il freddo pungente e il fango che le sporca i piedi e l’orlo della camicia da notte. Lo vede in lontananza e lo desidera, come fosse il suo sposo. È il luogo perfetto: le acque nere del lago, fredde e profonde, eppure lei non ha paura. Vi si immerge con calma, un passo alla volta. La camicia da notte si inzuppa e diventa pesante, trascinandola verso il basso. Il suo corpo è reso insensibile dal freddo, ma la sua anima anela alla libertà. Il buio l’avvolge completamente e Daphne si lascia andare.
 
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N.d.A.
 
Questa storia si è classificata al primo posto al contest “Tra pensieri torbidi e occhi a cuoricino” di S.Elric
I prompt da utilizzare erano: la frase in un mondo di luci sentirsi nessuno, il buio e l’incantesimo Alohomora.
Per quanto riguarda il finale lascio a voi la scelta se far salvare Daphne dalle sirene o dalla piovra gigante oppure lasciarla sprofondare nell’abisso.
  
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