-Woah- esclamò la ragazzina stringendo la mano del bambino al suo fianco mentre sul suo volto pallido si disegnavano le ombra degli alti alberi di quella foresta sconfinata nella quale viveva da tutta la vita.
-Davvero non sei mai uscita di casa?- Mary abbassò lo sguardo:- Solo una volta..- disse cambiando espressione, facendo comparire un sorriso malinconico.
-S-s-scusa, non dovevo farti una domanda così- si scusò Seto muovendo freneticamente le braccia per l’agitazione e l’imbarazzo del momento. Mary soffocò una risata, poi scosse la testa
-No, è che non è un bel ricordo. Ma te lo posso raccontare-.
Si sedettero a terra, poggiando la schiena contro il tronco vecchio di un grosso pino. La bambina gesticolando raccontò all’amico la vicenda della morte della madre, Seto rimase a bocca aperta mentre la sentiva parlare
-Che gente orribile- commentò quando Mary finì di parlare. La capiva bene. Sentì montare dentro di sé un senso di rabbia, guardò la ragazzina, sorrideva guardando gli uccellini che volavano nel cielo azzurro di quel pomeriggio primaverile.
-Adesso non devi più preoccuparti- disse alzandosi e scuotendosi l’erba dai pantaloncini marroni, le rivolse il sorriso più convincente del suo repertorio:- Perché ci sono io con te!- le porse una mano, lei l’afferrò ridendo:-Grazie-.
 
Quando il sole cominciò a tramontare tinteggiando il cielo di un tenue colore rossastro, Seto capì che era ora di tornare a casa. Aveva passato il miglior compleanno di tutta la sua vita, finalmente aveva una nuova amica che non lo giudicava o prendeva in giro, ma che come lui si sentiva sola e amava sorridere, solo che non aveva nessuno con cui farlo. La riaccompagnò a casa
-La felpa- la bambina se la sfilò dalle spalle porgendogliela, ma lui non la prese
-Adesso è tua, fanne quello che vuoi- Mary se la portò al petto stringendola a sé, dopodiché se la infilò e avvolse il ragazzino nel suo abbraccio stampandogli un leggero bacio sulla guancia. Seto rimase immobile mentre le guance gli si accaldarono
-Ho anch’io un regalo per te- gli sussurrò lei all’orecchio, si staccò dall’abbraccio ed entrò in casa. Il ragazzino non sapeva se seguirla o meno, ma non fece in tempo a fare un passo che era già tornata. Aveva le braccia incrociate dietro la schiena ed un buffo sorriso stampato sulle labbra. Seto alzò un sopracciglio
-Cos’è?-.
-Una molletta-.
-Una molletta?- la biondina annuì portandogli una mano sotto al mento ed aprendola, lui abbassò gli occhi. Sul palmo c’era una piccola molletta gialla, l’afferrò un po’ titubante. Insomma, le mollette erano per le femmine. Spostò nuovamente lo sguardo sulla bambina che continuava a sorridergli, ogni dubbio gli scomparve dalla mente e ricambiando il sorriso si infilò quel piccolo regalo tra i capelli.
-La terrai?- chiese lei.
-Come se fosse la cosa più preziosa di questo mondo- il bambino si infilò le mani nelle larghe tasche del pantaloncino e facendole un segno con la testa si allontanò, continuando a sorridere. Aveva davvero vissuto il più bel compleanno della sua vita.