Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: StarFighter    27/10/2015    4 recensioni
Lilllehammer, un piccolo villaggio nel centro della Norvegia, è braccato da un lupo feroce, che durante le notti di luna piena fa mattanza di bestiame e semina il panico tra gli abitanti. La caccia al lupo è aperta e Anna non vede l’ora di partecipare, per vedere con i propri occhi il mostro che insidia ogni favola. Quello che si nasconde nel folto del bosco però è un segreto più grande di lei, qualcosa che cambierà per sempre la sua vita.
Storia scritta a quattro mani con Adriana, alias Amberly_1.
Genere: Angst, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Granpapà, Hans, Kristoff
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Norvegia Centrale, Lillehammer, notte di Natale 1855

 

Il bambino si stiracchiò impercettibilmente contro il suo petto, stretto com’era nelle coperte di lana colorata non aveva molta libertà di movimento. La donna correva come non aveva mai corso in vita sua, attraverso il sottobosco innevato, sotto un cielo senza stelle. Solo un’innaturale luna piena regnava su quel cielo invernale, brillante come il riverbero del sole sulla neve, filtrando attraverso i rami rinsecchiti degli alberi.

Doveva raggiungere il piccolo villaggio al confine della foresta prima dell’alba, prima di essere vista da qualcuno. Doveva portare a termine il compito che le era stato assegnato dalla madre del bambino sul letto di morte. Povera donna, così giovane eppure con un così nefasto destino sulle spalle: si era spenta pochi minuti dopo aver dato alla luce quel piccolo fagotto che ora le premeva sul cuore.

Salvalo, le aveva detto tra i singhiozzi, con un filo di voce, mentre la luce abbandonava i suoi occhi e la sua anima tornava ad essere un tutt’uno con la Madre Terra. Non aveva avuto nemmeno il tempo di stringere la piccola creaturina tra le braccia.

In lontananza sentì delle voci e si fermò di botto, con una mano su un tronco e l’altra stretta sulla schiena dell’infante. Doveva essere vicina. Una cantilena incomprensibile si alzava dal confine della foresta, dove una forte luce rischiarava l’oscurità. S’incamminò piano in quella direzione e fece attenzione a non farsi notare. Gli abitanti del villaggio, uomini e donne, erano riuniti in cerchio attorno ad un grande albero adornato con ghirlande, frutti colorati e piccoli oggetti, che luccicavano alle luci delle candele che brillavano nelle mani di tutti gli astanti: doveva essere incappata in una delle festività della nuova religione. Rimase nascosta per più di un’ora, seduta nella neve, dietro una siepe abbastanza alta di arbusti bruciati dal freddo glaciale degli ultimi mesi, aspettando con pazienza che la piazza del paesino si svuotasse, per raggiungere la sua meta.

Deboli vagiti si alzarono dal piccolo fardello che teneva tra le braccia: lo cullò appena e subito tornò ad addormentarsi.

Quando finalmente tutta la gente si allontanò dall’albero, e un fiume di candele ardenti si sparpagliò per le stradine di terra battuta che si allargavano a ventaglio in tutte le direzioni, osò muovere un passo nel cono di luce proiettato dal grande fuoco che bruciava poco distante dal grande albero. Si mosse veloce, come se da un momento all’altro qualcuno avesse potuto sorprenderla e, arrivando davanti alle enormi porte dell’unico edificio in pietra del villaggio, si fermò indecisa sul da farsi: bussare e aspettare che qualcuno le aprisse o lasciare il neonato sugli scalini gelidi e sperare che qualcuno lo raccogliesse prima che morisse di ipotermia?

Scelse una via di mezzo: posò il fagotto sull’ultimo gradino, proprio davanti alla porta, gli rivolse un ultimo sguardo e con un peso sul cuore bussò forte. Una. Due. Tre volte. Poi si voltò e corse via, nella stessa direzione da dove era arrivata, sparendo nella notte.

Mentre correva, con il fiato corto e la neve che le arrivava alle caviglie, ostacolando ogni suo passo, augurò al bambino un destino meno infelice di quello che era toccato alla sua povera madre.

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Tre tocchi. Tre colpi di battente contro il portale di quercia della chiesa, lo svegliarono dal suo sonno leggero. Sentì la sua perpetua alzarsi dal letto nella stanza accanto, e la raggiunse nel corridoio freddo, portando con sé una candela per illuminare la via, trascinando le sue povere ossa stanche prima nella piccola sagrestia e poi lungo l’unica navata, fino al portale d’ingresso. La donna lo seguiva a pochi passi di distanza, stringendosi nel suo scialle di lana, con i capelli scuri striati d’argento raccolti in una morbida treccia che le ricadeva lungo la schiena.

Quando aprì la porta e non trovò altro che la fredda aria invernale ad attenderlo, pensò che qualche ragazzino doveva aver trovato divertente svegliare il vecchio parroco e la sua aiutante, la notte di Natale.

Ma quando fece per richiudere, la donna alle sue spalle esclamò incredula: “Oh mio Dio ”.

Seguì lo sguardo della donna e il cuore gli si strinse a quella vista: un piccolo neonato dormiva placido sul sagrato della chiesa, incurante dell’aria gelida e sferzante di quella notte. “Bulda”- chiamò la donna-“Vorresti prenderlo tu?”- le chiese portandosi una mano alla schiena scricchiolante. La donna raccolse il bambino con mani tremanti, ne osservò il visino arrossato dal freddo e il piccolo naso a bottoncino, e poi se lo strinse al petto, avvolgendolo ulteriormente nello scialle. 

Il vecchio prete la osservò cullare il piccolo con le lacrime agli occhi, mentre gli carezzava le guance paffute con un dito.

-“Sembra che quest’anno il Signore ti abbia inviato il regalo che hai sempre desiderato.”- le disse, chiudendo il portale. La donna lo osservò con tanto d’occhi e poi gli sorrise tra le lacrime. “Buon Natale, Bulda.”


Angolo delle Autrici:

Salve! Benvenuti in questa nuova avventura  :D questa storia è nata qualche mese fa, quando io e Amberly_1 cercavamo su fanfiction.net una crossover che avevamo letto tempo addietro, tra Frozen e Cappuccetto Rosso. Purtroppo non l'abbiamo trovata e abbiamo deciso di scriverne una tutta nostra, dando libero sfogo alle nostre fantasie più nascoste di fangirl represse XD Ovviamente, nemmeno a dirlo, è una Kristanna, con lievi accenni Hanna, e forse, ma non è ancora deciso, un pizzico di Helsa. Speriamo tanto che possa piacervi e tranquilli siccome non la scrivo da sola, gli aggiornamenti saranno abbastanza costanti anche perché molti capitoli sono già scritti :)
Grazie per essere arrivati fino in fondo! Speriamo di sentirvi numerose/i  :D
   
 
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