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Autore: ZouisTatoo    28/10/2015    5 recensioni
MagicWorld!AU
Ziam || due capitoli di circa 15k ||
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Greenland e Grayland fino a vent'anni prima erano due regni che vivevano in sintonia l'uno con l'altro. Un incendio, una notte, distrugge l'armonia di entrambi i popoli e toglie la possibilità ad un ragazzo di conoscere colui che dovrebbe accompagnarlo e proteggerlo durante tutta la sua vita.
Quell'incendio è stata la fine dei sorrisi tra le creature magiche nel parlare degli umani e l'inizio delle risate derisorie quando tra gli umani si parla di magia.
Genere: Angst, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Cadono i fiori di ciliegio sugli specchi d’acqua della risaia:
stelle, al chiarore di una notte senza luna
-Y. Buson
 
 
 
 
Il pensiero di farlo per il bene di Harry ricaccia in un angolino della mente di Liam il senso di colpa che prova per essere scappato da casa di nascosto. È dispiaciuto per non aver detto nulla a Louis, Niall e Zayn ma non gli avrebbero mai permesso di fare quello che ha deciso di fare.
‘Perché è una missione suicida’, sente la voce irritata di Louis nella testa che lo rimprovera da quando è uscito di casa ma non ci pensa, e la ricaccia indietro respirando profondamente e concentrandosi su quello che lo circonda.
Era appena l’alba, è uscito da casa facendo il meno rumore possibile e si è allontanato dal villaggio senza guardarsi indietro nemmeno una volta, o ci avrebbe ripensato e non doveva, doveva farlo per Harry. Il suo migliore amico aveva bisogno di lui e Liam non lo avrebbe abbandonato per nulla al mondo. Lo aveva già fatto una volta, spera solo che Harry lo possa perdonare prima o poi.
Entra nel bosco-confine che lo ha portato lì più di un mese prima con un sorriso al pensiero del suo migliore amico salvo, fuori da quel castello e dal controllo del re. Liam ribolle di rabbia se pensa che l’unico sopravvissuto della sua famiglia sia quell’uomo deplorevole.
Scuote la testa e osserva gli alberi intorno a lui che sembrano tutti uguali. Tende le orecchie per cercare di capire se è seguito ma niente lo insospettisce, comunque aumenta il passo, sicuro che Louis si sia accorto della sua assenza. Si chiede quanto ci metterà a trovarlo, e se lo sta già cercando. Continua a camminare per tutto il giorno e mangia solo tre bacche che riconosce come commestibili tra quelle che gli aveva mostrato Lucky durante una delle loro passeggiate.
Non si ferma nemmeno quando scende la notte, una notte senza né luna né stelle; come se anche la notte sia in disaccordo con le sue azioni e non voglia aiutarlo in nessun modo, spingendolo a doversi fermare.
Liam non si permette di pensare a Zayn nemmeno per una frazione di secondo.
La stanchezza inizia a essere quasi insopportabile ma Liam continua a muoversi in quel labirinto di cespugli, alberi e rami senza essere sicuro di andare nella direzione giusta. Non sa nemmeno se ci sia una direzione giusta, per quello che ne sa potrebbe girare intorno senza accorgersene.
Continua a camminare anche nel buio più completo, con le lacrime agli occhi e lo stomaco che si stringe per la fame e la paura. I suoi sensi iniziano a giocargli brutti scherzi, sente dietro di lui dei passi attutiti dall’erba fresca, gli sembra di vedere occhi luminosi che lo scrutano dalla periferia del suo campo visivo. Liam non sa se è la stanchezza, se quelle cose stanno succedendo davvero o se è un effetto di qualche strana pianta magica come quei fiori che, la prima volta che ha attraversato la foresta, gli hanno spruzzato addosso della polvere rosa.
Decide di fermarsi quando incontra con le mani tese in avanti nel buio completo la corteccia ruvida e umida di un albero.
Si accascia con la schiena contro di essa e chiude gli occhi ascoltando i suoni della natura intorno a lui. Non sa come, ma pur essendo in tensione a causa della paura, il suo corpo e la sua mente cedono sotto il peso della stanchezza e Liam si addormenta seduto in quella posizione scomoda con le braccia accanto al corpo e le gambe stese in avanti.
Sogna Zayn. E se potesse si schiaffeggerebbe da solo perché se lo è appena lasciato alle spalle. Liam sa che una volta tornato al castello non è sicuro di saper e poter tornare indietro.
Sogna di parlare con la fata tranquillamente seduti al tavolo della cucina, si parlano con un pizzico di timidezza e paura di dire troppo ma con sempre il sorriso sulle labbra e il cuore che batte un po’ più forte del normale. Liam non dimenticherà mai il giorno che ha iniziato a parlare con Zayn normalmente, era rimasto solo a casa e Zayn nel primo pomeriggio era arrivato con una leggera scala di legno che gli permetteva di uscire a suo piacimento dall’albero. Per lui è stato come essere accettato ufficialmente in famiglia, perché è questo che Louis, Zayn e Niall sono: una famiglia.
Uno sbuffo di vento investe Liam che si muove un po’ rabbrividendo senza però svegliarsi. Sogna di essersi perso nella foresta, di non sapere più dove andare o cosa fare ma di essere trovato da uno Zayn preoccupato e bellissimo proprio nel punto in cui sta dormendo adesso.
Liam si sveglia di soprassalto quando crede di sentire dei passi che spezzano i rami secchi caduti a terra non troppo lontano alla sua sinistra.
Il sole ha già spazzato via il buio della notte ma Liam non ha idea di che ore siano o quanto abbia dormito, le fronde degli alberi fermano a diversi metri d’altezza la maggior parte della luce solare.
Si alza di scatto e senza vedere nulla inizia a correre in una direzione a caso sperando che sia quella che lo fa allontanare da qualunque cosa produca quel rumore spaventoso. Non sa per quanto tempo corre, rischia di inciampare in radici sporgenti parecchie volte ma riesce a cavarsela con solo qualche graffio su braccia e mani e i polmoni doloranti per lo sforzo.
Arriva in una radura che è sicuro di non avere mai visto, costellata di rocce più o meno grandi incastrate nel terreno erboso, quando il sole è già alto nel cielo e, senza allontanarsi troppo dalla foresta, si lascia cadere a terra appoggiandosi a una pietra levigata e ricoperta di soffice muschio verde. Intorno a lui tutto è silenzioso così chiude gli occhi per far calmare i battiti del suo cuore e regolarizzare il respiro.
Lo riscuote uno sbuffo che assomiglia quasi a un ringhio che avverte davanti a lui. Il corpo di Liam s’irrigidisce e la sua mente sull’attenti non riesce a capire cosa potrebbe essere la fonte dei rumori che si stanno avvicinando troppo velocemente.
È non appena avverte uno spostamento d’aria troppo vicino che il suo corpo, come se si muovesse non per sua volontà ma per puro istinto di sopravvivenza, scatta in piedi. Liam con un agile salto scavalca la roccia su cui era appoggiato e scruta tutto intorno a lui per cercare una via di fuga.
Perde il secondo perfetto per iniziare a correre verso la foresta perché rimane pietrificato più del dovuto nel veder venire nella sua direzione una creatura mostruosa e, senza dubbio, per nulla amichevole.
Quella cosa aveva le sembianze di un uomo, un uomo altro quattro metri, grosso quanto un elefante e con la pelle grigiastra ricoperta di muschio e quella che sembra una pelliccia ruvida e sporca.
In due passi il gigante si avvicina al nascondiglio di Liam e, alzando la roccia dietro cui si era rannicchiato come fosse di polistirolo, la scaglia lontano per poi ringhiare nella sua direzione abbassando pericolosamente una gigantesca mano da quattro dita verso di lui.
L’istinto umano lo induce a scattare di lato, rotolando su un fianco per evitare il pugno che si schianta al suolo dove un secondo prima c’erano le sue gambe, prova a scappare rimanendo basso dietro rocce e muovendosi velocemente ma deve arrendersi quando un frammento grande quanto una sedia di una delle pietre lanciate dal gigante lo colpisce alla spalla mandandolo a sbattere contro un’altra roccia.
Liam sente le ossa del braccio destro e le costole della parte sinistra del torace spezzarsi a causa dell’urto. Respirare è una tortura e fanno male anche le vibrazioni dei battiti accelerati del suo cuore. La mente non è abbastanza lucida a causa del dolore e davanti agli occhi ha macchie di luce e buio. Vede come attraverso dell’acqua torbida la creatura avvicinarsi e abbassa lentamente le palpebre preparandosi alla sua fine.
A occhi chiusi, con dolori insopportabili al torace e alla schiena, Liam vede, o si immagina, i suoi genitori al castello, sua madre che allaccia una camicia candida a un lui di forse due anni con i capelli ricci e biondi. La canzone che ascoltava sempre suo padre mentre aiutava la moglie a mettere la rete per la gonna dei vestiti da cerimonia gli risuona nella testa mentre sorride nel pensare che suo padre non avesse mai permesso a nessuno oltre a lui di ammirare il corpo splendido di sua madre senza tutti gli artifici dei vestiti da corte. Ricorda sua madre indossare una corona bellissima, fatta di cristalli e zaffiri. Rivede scene che non ricordava nemmeno di aver vissuto.
Rivive anche i giorni più felici passati con Harry quando erano appena adolescenti, le lezioni di equitazione fatte di nascosto, il preparare dolci di notte nelle vecchie cucine del palazzo per non farsi scoprire.
Rivive anche alcuni momenti passati a Greenland, le risate con Louis, la luce negli occhi di Zayn, il potere calmante di Niall e le loro cene tutti insieme come se fossero una famiglia.
Un dolore lancinante si espande dal petto fino al fianco senza che ancora niente lo colpisca di nuovo e Liam si lascia scappare una lacrima senza singhiozzi prima di svenire a causa del dolore.
Liam sta affrontando la sua fine a ventidue anni e si pente solamente di due cose: non aver ottenuto il perdono di Harry per l’abbandono rivedendo il suo sorriso rivolto a lui un’ultima volta, e non aver avuto occasione di sfiorare le ali di Zayn e fargli sapere come lo faceva sentire stare accanto a lui.
 
 
 
 
 
L’alba, pigra, ancora non si era mostrata del tutto quando Zayn entra in fretta nella casa che condivide con Louis precipitandosi nella camera del suo migliore amico per svegliarlo in modo brusco. Il folletto scatta seduto non appena si accorge della fata e, in un paio di secondi, si sta già vestendo dopo aver sentito Zayn pronunciare velocemente “so dov’è”.
Louis annuisce solo, dirigendosi verso l’uscita mentre ancora deve infilarsi il suo maglione rosso, sanno entrambi a chi Zayn si riferisce.
“Vado ad avvisare Niall, tra meno di due minuti al confine più vicino a Rockworth” dice Zayn prima di sparire nel buio che si sta dissipando più lentamente del solito.
Il folletto a quelle parole rabbrividisce mentre orribili immagini dell’umano a Rockworth si marchiano a fuoco nella sua mente. Ha notato le occhiaie del moro, la poca luminosità delle sue ali e la sua voce prossima a spezzarsi e un po’ gli si stringe il cuore al pensiero di quanto può stare male il suo migliore amico. A Louis non è servito Niall a capire che per Zayn Liam è diventato una delle cose più importanti, anche se il moro non fa di tutto per non darlo a vedere.
Louis e Zayn arrivano nel punto concordato quasi contemporaneamente, la fata con allacciato al suo corpo un Niall dagli occhi rossi e luminosi. Dopo uno sguardo d’intesa, senza una parola, Niall viene posato a terra vicino a Louis ed entrambi iniziano a correre a velocità sovrannaturale verso Rockworth, con Zayn che li precede di qualche metro in volo.
Louis lancia un’occhiata a Niall mentre corrono veloci come cerbiatti tra gli alberi della foresta senza provare un minimo di incertezza nello schivare qualsiasi ostacolo. L’elfo socchiude gli occhi per un secondo e si passa una mano tra i capelli totalmente scompigliati, “io sto bene, ma sentire tutte le emozioni di Zayn senza nemmeno concentrarmi mi appesantisce il cuore” risponde alla silenziosa domanda di Louis in un sussurro lanciando, in contemporanea con il folletto, uno sguardo alle ali nerissime e spalancate sopra la loro testa.
È quando, pochi secondi dopo, sentono il verso di un troll che, anche se il sangue gela nelle vene di entrambi, scattano in avanti ancora più velocemente cercando di raggiungere l’entrata di Rockworth e sperando non stia succedendo quello che stanno pensando.
Zayn precipita al suolo proprio davanti ai loro occhi come se le sue ali non lo reggessero più in volo e, quando Louis e Niall lo raggiungono, sta boccheggiando stringendosi al petto un braccio che però non ha nessuna ferita.
“S-sto be-bene” boccheggia Zayn cercando di rimettersi in piedi “andiamo” ordina incamminandosi in modo malfermo verso gli schianti e i ringhi che stanno squarciando l’aria. È chiaro anche a Louis che non può sentire le emozioni altrui che Zayn non sta bene per niente e che, anche se non ne capisce il motivo, prova dolore fisico pur senza essere ferito.
Quando escono dagli alberi e iniziano a guardarsi intorno, per poco Zayn non cade di nuovo al suolo accasciandosi contro un albero, ma sono pochi secondi perché subito dopo, come se fosse rinato, si alza in volo e, come una furia, si lancia in direzione del troll poco lontano che da le spalle alla foresta, troppo concentrato a osservare qualcosa ai suoi piedi per accorgersi delle creature appena arrivate.
Anche Louis e Niall corrono in direzione della creatura e, quando arrivano a pochi passi dalla sua schiena, si bloccano iniziando a concentrarsi.
Louis chiude gli occhi, si siede a gambe incrociate e inizia a sussurrare litanie sconosciute con i palmi delle mani premuti sul terreno. Appena la terra inizia a tremare il troll alza il capo e si gira su se stesso, cosa che permette a Niall e Zayn di arrivare a Liam che è riverso su un fianco con gli occhi chiusi e senza sensi.
L’elfo, quando sfiora la fata con la punta delle dita per infondergli un minimo di calma, viene investito dal dolore che prova Zayn e si ritrova boccheggiante per l’intensità e la forza di quella sensazione. Si concentra e stringe i denti fino a che non riesce a sbloccare Zayn dallo stato catatonico in cui è caduto per farlo avvicinare al corpo di Liam che continua a non dare segni di vita. Nel frattempo gli incantesimi di Louis hanno fatto nascere dal terreno grosse piante rampicanti che intrappolano il troll costringendolo ad arretrare e cadere sulla schiena con un colpo assordante che fa cadere piccole pietre dalla parete rocciosa poco distante.
La fata, senza distogliere gli occhi dal corpo del suo umano, prende un respiro profondo e poggia una mano sulla fronte e una sul cuore di Liam.
Niall spalanca gli occhi e si allontana di un passo quando, dopo aver scacciato la sua mano, Zayn inizia a pronunciare parole nell’antica lingua di Feridia* e dalle sue mani, che rimangono a contatto con la pelle di Liam, esce un’intensa luce blu che tutte le creature magiche riconoscerebbero come pura energia magica e le sue ali iniziano a emanare una scoppiettante luce argentata lasciando che il colore della notte prenda il posto del nero opaco e spento.
Quando Louis si accorge di quello che sta succedendo smette di pronunciare incantesimi e il troll riesce a liberarsi e scappare, senza ricevere attenzioni, dalla trappola delle piante che si ritirano nel terreno pigramente. Il folletto, non credendo ai suoi occhi e alle sue orecchie, lancia un’occhiata a Niall che sta guardando la scena sbalordito quanto lui.
Né l’elfo, né il folletto hanno mai visto un incantesimo del genere. E si spaventano a morte quando, dopo aver detto le ultime parole in un sussurro, Zayn alza le mani e si accascia di fianco a Liam perdendo i sensi.
Subito sia Niall sia Louis scattano verso i corpi dei due ragazzi, si tranquillizzano leggermente quando sentono i due cuori che battono ancora, ma nessuno dei due sospira di sollievo perché il respiro di entrambi è molto debole e non danno segni di ripresa.
Le ferite sul corpo di Liam si sono rimarginate ma il volto è ancora pallido e il braccio piegato in modo scomposto poggiato sull’addome, Zayn accasciato poco lontano ha occhiaie marcate e ali blu ma senza luce.
“Portiamoli via di qui” sussurra Niall prendendo il braccio il corpo muscoloso dell’umano con uno sbuffo, Louis annuisce e, dopo aver fatto la stessa cosa con la fata, inizia a camminare verso la foresta per tornare a casa.
Metà del viaggio passa nel silenzio più assoluto, poi Louis, con un filo di voce, chiede “hai mai sentito quell’incantesimo?”. L’elfo scuote la testa “deve essere qualcosa di grosso, era nell’antica lingua delle fate. Sono pochi gli incantesimi ancora usati in quella lingua”, il folletto osserva il viso pallido del suo migliore amico e lo stringe un po’ più forte al suo petto “che hai fatto?” gli sussurra. Le ali di Zayn stanno perdendo colore ogni minuto che passa e, preoccupati, gli altri due iniziano a correre verso casa.
Arrivati all’albero, portano Zayn e Liam nella camera che è diventata di quest’ultimo e li stendono uno accanto all’altro sul letto ancora sfatto. Li coprono con una coperta leggera e li osservano per qualche secondo ancora sperando invano in un risveglio.
Rimangono immobili e in silenzio fino a che Niall non dice “vado al castello, setaccio la biblioteca reale e chiedo a chiunque possa sapere qualcosa”. Louis annuisce ed escono entrambi dalla camera lasciando però la porta aperta per avvertire il minimo rumore, “io preparo qualche lozione curativa, anche se non ho idea di che tipo possa servire”.
 
 

 
 
 
Niall entra nella biblioteca del castello senza la minima idea di che cosa cercare. Va nella sezione dedicata alle fate e inizia a scorrere tutti i titoli sperando che uno in particolare lo colpisca. Si pente in questo momento di non aver insistito con Zayn riguardo la visita al vecchio saggio, forse adesso sarebbe in grado di aiutare il suo migliore amico, o almeno saprebbe cosa cercare. Sospira ancora una volta, l’ennesima, e chiude anche il libro di incantesimi antichi di cui non ha capito molto.
Sconsolato e silenzioso si dirige verso l’uscita per tornare da Louis quando, passando davanti alle cucine, si ricorda di una delle cuoche più anziane, fata del sole.
Entra come un uragano dalla porta principale e tutti quelli che si trovano all’interno smettono di fare quello che stavano facendo e si voltano nella direzione dell’elfo; dopo un paio di secondi tutti fanno un leggero inchino e tornano alle loro mansioni senza dire nulla.
“Salve” esordisce il principe con un sorriso speranzoso “cerco la signora Alvina**” continua fermandosi al centro delle cucine e guardandosi attorno.
Quando una donna molto bella con i capelli rossi raccolti in una crocchia ordinata e un paio di luminose ali gialle sulla schiena si avvicina a Niall, il sorriso dell’elfo si allarga ancora di più sentendo il rispetto e l’onore che prova quella donna per lui.
“Mio principe” sussurra la fata una volta arrivata al cospetto del biondo inchinandosi di nuovo, Niall annuisce e le fa cenno di uscire con un movimento della mano.
Si spostano in una piccola sala non molto distante dalle cucine, si siedono uno davanti all’altra su grandi sedie di millenario abete argenteo e la fata attende paziente di sapere il motivo della convocazione improvvisa.
Niall, dopo qualche secondo di assoluto silenzio in cui ha pensato a cosa dire effettivamente, si passa una mano tra i biondissimi capelli e Alvina nota le occhiaie e il viso stanco del ragazzo.
“Tutto bene, signore? Cosa la turba tanto da spegnere la brillantezza dei suoi occhi azzurri?” chiede in un sussurro dolce la donna e Niall sospira ancora decidendo di iniziare a raccontare la storia dall’inizio e descrivere quello che ha visto e le parole dell’incantesimo che ricorda.
“Cara Alvina, io sto bene ma due miei cari amici purtroppo no e non so come aiutarli, è questo che mi rende pensieroso e triste” spiega Niall poi, al cenno di continuare da parte della fata sospira e socchiudendo gli occhi inizia. “Credo ti ricorderai, Alvina, la terribile notte della morte delle famiglie Payne e Malik, anni fa”, la donna annuisce spalancando un po’ di più le palpebre. “Il figlio dei Payne, Liam, è qui a Greenland” dice Niall per poi osservare per qualche secondo la reazione della fata che si irrigidisce ma non dice nulla, “ha passato l’ultimo mese e mezzo a casa dei miei amici, il folletto Louis e il figlio di Trisha, Zayn”.
Niall sospira “Liam e Zayn all’inizio non hanno avuto nessun tipo di rapporto ma c’è sempre stato un forte legame che avvertivo anch’io. Ne ho parlato con Zayn e lui ha deciso di andare a parlare con il vecchio saggio del salice dorato per sapere qualcosa di più”. La fata non ha proprio deciso di andare dal vecchio saggio ma Louis e Niall sono riusciti a trascinarcelo quindi va bene.
“Se avete parlato con il vecchio saggio non capisco il motivo del parlare con me” ammette la donna abbassando il capo in segno di rispetto, Niall le sorride.
“Devi sapere che Zayn è una fata molto testarda, uscito dalla grotta del salice dorato non ha parlato con nessuno delle parole che gli ha detto il vecchio saggio” ammette l’elfo “avrei dovuto insistere per farmelo dire ma sembrava così sconvolto che ho pensato di aspettare e..”.
Scuote la testa e sospira ancora, poi riprende a parlare guardando Alvina negli occhi.
“Questa mattina Liam è stato attaccato da un troll mentre era solo e, grazie a Zayn lo abbiamo trovato prima che fosse schiacciato ma era senza sensi, ed io ho sentito Zayn provare il più grande dolore che abbia mai avvertito” spiega velocemente e trema leggermente al pensiero di quel momento, “si è avvicinato al ragazzo e, dopo aver appoggiato entrambe le mani sulla sua pelle, ha iniziato a recitare un incantesimo nella lingua di Feridia”.
Alvina sgrana gli occhi e Niall avverte stupore misto a preoccupazione, non si aspetta nulla di buono.
“Caro ragazzo” inizia la fata con un sorriso “gli incantesimi nell’antica lingua delle fate sono molto rari, certo, ma sono comunque moltissimi. Se non mi dici qualcosa in più io non ho proprio idea di come poter aiutare te e i tuoi amici”. Niall annuisce e si concentra un attimo ripensando alle ultime parole del suo migliore amico prima di svenire, una volta risolta questa storia convincerà Zayn a insegnargli la lingua delle fate.
“Ricordo qualche parola, ma non è molto” ammette l’elfo e la donna gli sorride incoraggiante annuendo in silenzio.
“Sono certo iniziasse con: e altre parole presenti erano: , e ***. Spero possa bastare, altrimenti posso chiedere a Louis se ricorda altro e-”.
Alvina scuote la testa alzando una mano per fermare le parole del biondo, “mio caro principe, le posso dire, senza alcun dubbio, che i suoi amici stanno bene e si riprenderanno presto senza bisogno di alcun rimedio, solo molto riposo”, a quelle parole Niall sorride e i suoi occhi riprendono a brillare.
“Zayn, fata della notte, ha trovato il suo ‘zlatj’. Cioè il suo compagno, il suo protetto” spiega la donna e Niall la fissa con la bocca socchiusa, Alvina annuisce “ha capito bene, Zayn Malik è la fata madrina di Liam Payne. Ne sono certa perché solo chi possiede questo titolo può riuscire nell’incantesimo; deve sapere che serve molto coraggio e molto amore per recitare questo incantesimo” dice la donna e Niall, curioso, la prega di spiegargli le sue parole. “Lo scopo dell’incantesimo è salvare lo zlatj. La fata, sentendo il dolore del compagno, riconosce la gravità della situazione e decide di compiere il gesto più coraggioso che possa fare”.
“Zayn, signor Horan, ha diviso la sua energia magica e ne ha donata una parte al suo protetto per salvargli la vita” dice la fata con un sorriso dolce sulle labbra e Niall è sempre più esterrefatto. Il suo migliore amico è una fata madrina e ha salvato la vita al ragazzo, per il quale ha sempre nascosto apprensione, dividendo la sua stessa energia magica.
“Quindi staranno bene?” chiede l’elfo e Alvina annuisce, “per qualche giorno dovranno però riposare e rimanere insieme. L’energia di una fata non è fatta per essere divisa e rimanere separata, se non saranno a contatto fino a che non si stabilizza dentro all’umano, proveranno dolore. Adesso sono legati indissolubilmente, anche se non è completa la magia, una parte della fata è nell’umano. E, se mi permette, posso affermare che, in modo figurato, visto che si è spinto a tanto, una parte di quell’umano è già dentro il suo amico Zayn” conclude toccandosi leggermente il petto all’altezza del cuore.
Niall sorride, lui ha sempre saputo che Zayn non era per nulla indifferente a Liam ma, soprattutto i primi tempi, erano emozioni contrastanti quelle che si agitavano nella fata.
“Un’ultima domanda” riprende Niall “cosa intendeva quando ha detto che la magia non è completa?”. Alvina sospira e “se il legame rimane com’è in questo momento la fata proverà dolore ogni qual volta lo proverà l’umano. La magia sarà del tutto completa quando anche il protetto donerà spontaneamente una parte di lui alla fata”.
L’elfo esce dal castello pochi minuti dopo, molto più sollevato di quando è entrato ma con ancora diverse domande in testa, anche se non le solite del suo arrivo.
Corre verso l’albero-casa ed entrando non trova Louis in cucina a mescolare erbe curative come si aspettava ma lo sente parlare nella stanza in cui hanno lasciato Zayn e Liam.
Quando Niall si affaccia alla porta, il folletto è accanto al letto e sta dicendo “non state fingendo, okay, ma come lo spiegate questo?”. Louis alza gli occhi su di lui un secondo dopo, “è inutile che mi guardi in quel modo” dice secco per poi mettere la coperta di nuovo sui due addormentati sul letto.
“Perché sei turbato, Lou?” chiede Niall e il folletto rotea gli occhi al cielo. “Ho preparato sette diversi unguenti curativi, nessuno ha funzionato” ammette frustrato “poi esco meno di un minuto e quando torno sono uno avvinghiato all’altro, ma niente dimostra che si sono svegliati” conclude e stringe i pugni scuotendo la testa per scacciare le lacrime che premono per uscire.
Niall preme una mano sulla sua spalla e gli sorride rassicurandolo “non abbatterti Lou, stanno bene” dice e il folletto molto più tranquillo, lanciando un ultimo sguardo ai due ancora a occhi chiusi, esce dalla stanza seguito dall’elfo, curioso di sapere cosa ha scoperto Niall.
 
 
 
 
 
“La natura non ha fretta, eppure tutto si realizza.”
-L. Tzu
 
 
 
 
 
Quando Liam apre gli occhi, la prima cosa che vede è il soffitto di legno della sua camera nell’albero casa, si rilassa capendo di non essere morto. Poi sente dolore ovunque e respira pesantemente tentando di capire da quale parte del corpo proviene precisamente, la sua pelle pizzica e brucia come se volesse strapparsi per far uscire da dentro di lui una cosa troppo grande per essere contenuta. Muove leggermente un braccio ed è felice che il suo corpo risponda ancora ai comandi del suo cervello confuso, anche se capisce che il dolore che prova è su tutto il suo corpo.
Ricorda di essere fuggito, di essersi addormentato e di essere stato attaccato da quello che crede sia un gigante, in fondo Louis –il suo primo giorno lì– lo aveva avvertito del fatto che non fossero simpatici.
Crede di avere sicuramente un braccio e qualche costola rotta perché nelle orecchie risuonano ancora gli scricchiolii delle sue ossa che si rompono, ma il dolore che sente è diverso, non assomiglia a quello di un osso spezzato.
Gira lentamente la testa e nota, sdraiato accanto a lui, Zayn con gli occhi chiusi e la bocca serrata in una linea dura. La fata è voltata su un fianco e le ali sono abbandonate sul materasso e sul comodino di legno chiaro dietro di lui.
Liam stringe e denti e si tocca lentamente il petto, nessun braccio rotto e nessun dolore interno nel torace, solo il fastidiosissimo bruciore freddo ovunque. L’umano si rende conto che quello che sta provando non è assolutamente una cosa normale, sente la pelle pizzicare come se dovesse prendere fuoco da un momento all’altro ma sente anche freddo. È pervaso da una voglia irrefrenabile di toccare Zayn e stingersi a lui, come se il suo cervello gli stesse suggerendo un modo per far cessare quella tortura.
La fata accanto a lui si muove appena, fa una smorfia e allunga un braccio verso di lui mantenendo però gli occhi chiusi. Liam è stanco, dolorante e terribilmente confuso e spaventato da quello che è successo e che gli sta succedendo in quel momento, il corpo di Zayn che nel sonno si muove come se volesse toccarlo è la goccia che lo spinge a cedere alla sensazione e stringersi tra le sue braccia. Si sposta un po’ più verso il centro del letto e avvicina una mano a quella della fata, quando la sfiora sente il dolore diminuire leggermente, o forse pensa solo di immaginarlo. Non ci pensa più, Liam, e avvolge con le braccia la vita della fata facendo scontrare i loro petti, dopo aver poggiato il mento sulla testa di Zayn, ora nascosta nell’incavo del suo collo, sente il dolore quasi sparire e chiude gli occhi addormentandosi di nuovo.
Zayn viene svegliato da alcuni rumori provenienti dalla cucina, sicuramente Niall e Louis che discutono sull’accaduto. Zayn ricorda benissimo quello che ha fatto e non se ne pente minimamente, lo rifarebbe altre mille volte senza pensarci un secondo. Ha ancora gli occhi chiusi e si sente un po’ debole, e prende atto solo in quel momento di essere avvolto nelle coperte leggere del letto insieme a qualcun altro, sente infatti un altro corpo caldo stretto al suo. Apre lentamente gli occhi e davanti a se vede la pelle liscia e chiara della clavicola di Liam, il suo respiro pesante che gli solletica la fronte. Si irrigidisce appena per la vicinanza e tira un sospiro di sollievo nel vederlo salvo, ce l’ha fatta. Il profumo della pelle dell’umano è tutto intorno a lui e le sue braccia che lo stringono gli donano un calore che non ha mai provato in vita sua. Le ali riprendono forza e brillantezza diventando blu, la fata cerca di muoversi e allontanarsi da quel ragazzo che però emette uno sbuffo sommesso e muove, ancora incosciente, le braccia fino a che le sue mani non toccano la porzione di pelle che diventa ali all’altezza delle clavicole. Appena sente le dita di Liam sfiorargli la base delle ali, Zayn viene percorso da un brivido di piacere e vola via dal letto prima di emettere alcun suono imbarazzante.
Liam si sveglia di soprassalto per la scomparsa del calore attorno a lui e il colpo provocato dalla schiena dell’altro contro l’armadio. Entrambi rabbrividiscono e stringono i denti nel sentire un dolore sordo invaderli, l’umano boccheggia e si mette seduto reggendosi instabile con le braccia muscolose piantate sul materasso. Zayn deglutisce quasi rumorosamente e prova a distogliere lo sguardo da quel ragazzo, cosa che gli è sempre troppo difficile. Quando Niall e Louis entrano di corsa nella stanza, attirati dai rumori, Liam è seduto sul letto con la schiena rigida e i pugni stretti che guarda con occhi spalancati la fata con la schiena schiacciata contro l’armadio e le ali spiegate come se dovesse fuggire da un momento all’altro.
“Che stai facendo, idiota?” sbotta Louis con voce acuta che fa pensare all’umano di coprirsi le orecchie, gli occhi celesti del folletto sono sulla fata, il viso è serio ma sollevato. Zayn dal canto suo, all’avvicinarsi dell’amico si schiaccia ancora di più sul legno alle sue spalle come se volesse sparirci dentro. Louis sorride e Niall si concentra per calmare Zayn senza toccarlo, la fata fa una smorfia ma non si ritira quando il suo migliore amico lo afferra delicatamente per un braccio e lo avvicina di nuovo a letto.
“Ti serve riposo” sta dicendo Louis con voce dolce, “va tutto bene” continua ma viene interrotto da Liam che, con le nocche bianche per lo sforzo e le unghie corte piantate nei palmi, chiede con un sussurro sofferente “che mi sta succedendo?” a tutti e a nessuno in particolare. Subito tutti gli occhi sono su di lui, ma l’umano incontra solo quelli ambrati della fata che sono a metà tra il sorpreso e il preoccupato.
“Lo senti anche tu?” chiede a denti stretti Zayn, l’umano annuisce e gli altri due si guardano in silenzio cercando di capire. “Che succede?” chiede preoccupato Niall, la fata in un secondo è di nuovo sul materasso accanto a Liam e gli stringe una mano tra le sue senza guardarlo negli occhi, “scusa” sussurra muovendo in modo lento il pollice sul palmo dell’altro “non pensavo che lo sentissi”. L’umano arrossisce e guarda le loro mani intrecciate, il dolore ancora presente anche se un po’ più sopportabile.
Louis e Niall sorridono, poi il folletto sparisce per qualche secondo tornando con due tazze fumanti, “bevete queste e poi riposatevi ancora un po’, avete dormito solo qualche ora”.
I due sul letto sorridono e ringraziano dividendo le mani per prendere le tazze. Liam non si aspetta un dolore così forte nello staccarsi dal moro e, strizzando gli occhi, con un sibilo che gli sfugge tra i denti, si lascia scappare dalle mani la tazza bollente che cade sulle sue gambe coperte solo da un leggero lenzuolo ustionandolo. Si alza di scatto e si accascia contro la parete poco lontano cercando di tenersi in piedi, è molto più debole di come si aspettava e il dolore di certo non aiuta. Anche Zayn si alza di scatto evitando di bruciarsi e si avvicina a Liam che ha le lacrime agli occhi, non sa quale bruciore è più insopportabile. La fata gli passa una mano tra i capelli e gli prende entrambe le spalle con le mani per farlo respirare un po’ meglio, “scusa” gli sussurra e il ragazzo scuote la testa “non è colpa tua” dice poi sorridendo a Zayn che combatte contro la sensazione di stringerlo a se e abbracciarlo veramente.
Gli altri due occupanti della stanza, rimasti in silenzio fino a quel momento, si avvicinano e si accertano delle condizioni dell’umano, “devi toglierti i pantaloni” dice Niall a Liam per poi lanciare un’occhiata a Louis che annuisce sparendo poi di nuovo in cucina.
Le mani della fata sono ancora sulle spalle di Liam quando questo lo guarda negli occhi, Zayn annuisce e fa per allontanarsi ma viene prontamente fermato dall’umano, “fa già abbastanza male così, non allontanarti, per favore”. Senza interrompere il contatto con Liam, Zayn si sposta alle sue spalle circondandolo con le braccia, la fata spera che l’umano non sia in grado di sentire il battito del suo cuore sulla sua schiena. Quando Liam si slaccia i pantaloni, quasi si pente di aver detto a Zayn di non allontanarsi. La presenza calda e solida della fata alle sue spalle lo fa sentire bene ma lo agita come gli è successo davvero poche volte nella sua vita. Chiude gli occhi e trattiene il respiro mentre lascia cadere a terra i pantaloni e rimane con solo un paio di boxer grigi coperti per metà dalla maglia bianca leggermente stretta che Louis gli ha portato qualche giorno dopo il suo arrivo.
Le sue cosce sono rosse e bruciano da impazzire, si sposta sul letto seguito da Zayn che non lo molla nemmeno per un secondo. Liam arrossisce ancora prima di sedersi, si chiede se non dovrebbe sopportare il dolore e basta, sdraiandosi da solo e aspettando di venir colto da un sonno profondo; poi pensa al fatto che anche Zayn dovrebbe provare quell’insopportabile dolore e, no grazie, un po’ d’imbarazzo non ha mai ucciso nessuno.
“Cosa vuoi che faccia?” soffia Zayn all’orecchio dell’umano facendolo rabbrividire e suona disperato. Per Zayn, tutto quel calore piacevole che prova nello stomaco e all’altezza del cuore, tutta quella voglia di sorridere come un idiota senza alcun motivo e il voler stringersi a quel corpo ancora di più per assicurarsi che sta bene sono cose nuove, ed è spaventato, non sa cosa fare o dire.
Strano a dirlo –perché di solito è il contrario– a far cessare quel momento imbarazzante per entrambi, al quale Niall partecipava come spettatore, è Louis che rientra con in mano una ciotola piena di un liquido troppo blu per essere semplice acqua e delle bende. “Che fate ancora lì impalati voi due?” dice poggiando l’occorrente sul comodino accanto a loro per poi spingerli a sdraiarsi entrambi sul letto. Zayn ringrazia la sua pelle mulatta per mascherare gran parte del suo rossore ma, lanciando un’occhiata veloce a Niall, capisce che non è abbastanza. Si siede sul letto poggiando la schiena alla testiera e Liam, che voleva sedersi accanto a lui con le spalle e le braccia a contatto, viene spinto da Louis sul suo petto.
L’umano rabbrividisce, Zayn sente contro il suo petto ogni più piccola contrazione dei muscoli della schiena di Liam. Niall, come se fossero dei manichini, sistema le gambe del moro intorno a quelle di Liam e, quando questo sospira per la diminuzione considerevole del dolore, la fata gli circonda il busto con le braccia facendogli appoggiare la testa sulla sua gola. Louis e Niall si guardano ridacchiando, vengono ignorati da Liam che ha gli occhi chiusi e si sta rilassando sotto la freschezza delle bende imbevute del liquido sulle sue bruciature, e vengono fulminati con un’occhiataccia da Zayn.
Dopo aver sistemato l’ultima benda sulle cosce di Liam, Louis e Niall si avvicinano al moro che continua a guardarli male ma non molla la presa sul corpo rilassato tra le sue braccia.
“Riposate adesso, piccioncini” ridacchia Louis “per qualsiasi cosa tu o il tuo zlatj abbiate bisogno noi siamo di là” conclude Niall unendosi alla risata cristallina del folletto. Se possibile, Zayn arrossisce ancora di più e abbassa gli occhi per osservare il viso di Liam. Le risatine degli altri due continuano e, prima che Niall si avvicini e faccia notare ad alta voce il suo imbarazzo ma anche la sua immensa serenità e pace, con un movimento leggero e casuale della mano, Zayn fa in modo che i biondissimi capelli dell’elfo diventino dello stesso colore di un cielo stellato, blu con qualche piccola ciocca argentata.
Adesso è la fata a ridacchiare e Louis esce dalla porta ancora prima che Niall schiuda la bocca per la sorpresa.
Quando Zayn e Liam rimangono di nuovo soli nella stanza, la fata si rilassa e muove leggermente le ali generando aria fresca sulle gambe dell’umano. Poi chiude gli occhi e senza pensare a nulla si rilassa stringendo a se Liam che con un mugugno soddisfatto copre le mani del moro, poggiate sul suo addome, con le sue.
“Zayn” lo richiama poco dopo in un sussurro mantenendo gli occhi chiusi e facendo rabbrividire la fata, “che cos’è uno zlatj?” chiede mozzando il respiro al moro che lo stringe di più a se per un minuto prima di iniziare a raccontare.
 
 
 
 
 
Quando Louis entra in camera con una tazza di tisana di bacche arancio in mano, sono passati quattro giorni dall’incantesimo. Zayn e Liam sono sdraiati nel letto, uno tra le braccia dell'altro che non fanno che chiacchierare, ridere e sonnecchiare dividendosi solo per andare in bagno. Non hanno più nessuna ferita, solo dolore acuto quando si allontanano l’uno dall’altro.
Il folletto si ferma per qualche secondo sulla porta e osserva attentamente il suo migliore
amico, Zayn ha un sorriso enorme sulle labbra, gli occhi socchiusi e le guance rosse per le troppe risate. Liam è poggiato su un fianco accanto a lui e, mentre muove velocemente le mani sulla pancia e i fianchi dell’altro, strofina il naso sulla pelle mulatta del collo della fata. Il folletto pensa di aver visto davvero troppe poche volte durante la sua vita il moro con l’espressione beata e rilassata che ha in quel momento, con l’umano tra le braccia.
“Tutto bene, ragazzi?” chiede Louis ed entrambi smettono quello che stavano facendo per arrossire imbarazzati e abbassare lo sguardo sui loro corpi a contatto, Liam annuisce e sorride, poi con una smorfia si allontana dal corpo della fata. “Che fai?” chiede Zayn con voce acuta allungando un braccio verso l’umano che adesso è in piedi vicino al letto, “vado in bagno” annuncia Liam a voce bassa per poi allontanarsi dalla camera. La fata, ancora sul letto stringe i denti. “Allora Zayn” inizia Louis, con un sorriso e un tono che è sicuro l’umano non percepirà, facendo sbuffare pesantemente la fata che si copre gli occhi con una mano. “Quando pensavi di dirci che sei innamorato di lui?” chiede ancora con un sorrisino il folletto ignorando la reazione scioccata del moro che “io non son-” prova a ribattere con voce strozzata ma viene interrotto dall’amico che sospira in modo teatrale e “senti, io lo vedo sai? Non mi servono nemmeno Niall e i suoi poteri. Ti ho perdonato per non avermi detto quel piccolissimo particolare che è essere la sua fata madrina ma, per tutte le rose arcobaleno Zay, almeno che il tuo ztalj non è come un fratello ma che sei innamorato di lui!” sbotta il folletto per poi finire la sua tisana in un paio di sorsi. “È zlatj, Lou” borbotta Zayn con gli occhi bassi e Louis lo guarda con un sopracciglio alzato prima di togliersi il cappello e lanciarlo in faccia al suo migliore amico.
Zayn prende al volo l’indumento ma subito dopo rilascia un sospiro sofferente e chiude gli occhi, “che c’è?” chiede subito Louis allarmato avvicinandosi, la fata scuote la testa “tutto okay, stiamo migliorando” risponde ma la voce è un sussurro. Louis sta per aprire di nuovo la bocca quando Liam rientra nella stanza e senza aspettare nemmeno un secondo si lancia sul letto e addosso a Zayn stringendoselo al petto mormorando uno “scusa” che se Louis fosse stato umano non avrebbe sentito, la fata passa una mano tra i capelli dell’umano e avvolge entrambi con le ali, “adesso passa” sussurra solo all’orecchio di Liam che si rilassa visibilmente.
Louis li guarda per qualche secondo in silenzio, Zayn alza lo sguardo su di lui e spiega “in questi giorni abbiamo fatto delle prove” ammette “riusciamo a stare in due stanze separate per due minuti e diciotto secondi senza che il dolore diventi insopportabile”. Liam annuisce e stringe Zayn al petto, il folletto scuote la testa ridacchiando al sospiro che rilascia il suo migliore amico con la guancia pressata sul cuore dell’umano. “Vi lascio riposare” dice per poi uscire dalla stanza lasciando la porta semiaperta e sorride sentendo un “grazie” sussurrato da Zayn.
Louis e Niall in quei giorni hanno passato molto tempo nella biblioteca reale e altrettanto in giro per il villaggio a parlare con gli abitanti più anziani per sapere più cose possibili sulle fate madrine e le conseguenze dell’incantesimo fatto da Zayn. Niall vorrebbe anche sapere come terminare la magia, evitando di far provare dolore a entrambi quando solo uno di loro dovrebbe, ma ancora non sa che cosa significano precisamente le parole che gli ha detto Alvina, “la magia sarà del tutto completa quando anche il protetto donerà spontaneamente una parte di lui alla fata”.
L’elfo è sdraiato sull’erba fresca vicino al ruscello delle gemme, sorride al cielo azzurro e allarga le braccia; Louis seduto accanto a lui fa crescere diversi fiori colorati in pochi secondi e li intreccia per formarne una coroncina. “Hai scoperto qualcosa di nuovo?” chiede l’elfo girandosi appena verso l’amico che scrolla le spalle e “non molto” ammette “stanno facendo delle prove per testare quanto possono allontanarsi l’uno dall’altro e per quanto tempo e Zayn dice che stanno migliorando”. “È una bella cosa, forse l’energia inizia a stabilizzarsi” dice l’elfo, il folletto annuisce e “qualcosa mi dice che rimarranno appiccicati anche dopo che tutto questo casino finirà” ridacchia seguito da Niall che annuisce e “lo auguro a entrambi” dice.
Passa un’altra settimana e la vita nell’albero casa è tornata alla normalità. Zayn, approfittando che gli umani dormono molto più di lui, veglia su Liam la maggior parte della notte per poi dormire qualche ora all’alba accoccolato al suo petto. Sia la fata che Liam sorridono molto più spesso e spesso gli altri due si accorgono del legame sempre più forte e profondo che li lega, legame che spesso e volentieri non ha nulla a che fare con quello magico. Niall si è praticamente trasferito con loro, tornando al castello solo per dormire quando viene praticamente obbligato da suo padre che “non so più nemmeno se ho un figlio” gli dice.
La situazione calma e piena di armonia cambia quando un giorno, in casa da solo con Zayn, Liam annuncia serio “devo salvare Harry, il mio migliore amico. Devo tornare al castello”.
La fata allontana la schiena dell’umano dal suo petto per guardarlo negli occhi con espressione cupa, “l’ultima volta che ci hai provato sei quasi morto”. L’umano sbuffa e si appoggia di nuovo al corpo della fata, inizia a giocare con le sue stesse mani ignorando la stretta calda di quelle dell’altro sul suo stomaco, “è per questo che ne sto parlando con te, voglio che tu lo sappia” ammette a bassa voce. La fata lo stringe ancora di più e chiude gli occhi per qualche secondo poggiando il mento sulla testa dell’altro, “per te è importante?” gli chiede piano annuendo alla risposta di Liam che dice “molto importante, Harry è l’unica vera famiglia che abbia mai avuto, o almeno che ricordo” ‘a parte voi nell’ultimo periodo’ pensa l’umano ma non lo dice. La fata sente il cuore stringersi un po’ a quelle parole e le ali perdono lucentezza in modo impercettibile a occhio umano. “Allora vengo con te” annuncia pochi minuti di assoluto silenzio dopo Zayn, Liam si volta di scatto verso di lui con gli occhi nocciola spalancati. “Non ti ho chiesto questo” sussurra l’umano abbassando lo sguardo ma ringraziando silenziosamente la fata, non lo avrebbe mai chiesto ma ci ha davvero sperato; “ed io non ti ho fatto nessuna proposta, se vai tu io vengo con te, dato di fatto” annuncia serio Zayn scrollando le spalle. Le ali fremono quando Liam abbraccia di slancio Zayn e gli sussurra un “grazie” sulla pelle della clavicola.
Quando Niall e Louis rientrano in casa, è ora di pranzo e sorridono nel vedere l’umano darsi da fare per insegnare a usare i fornelli a Zayn –cosa che loro non sono mai riusciti a fare–, il loro sorriso si spegne leggermente nel notare le ali del moro leggermente meno luminose di quella mattina e dei giorni precedenti. Zayn scambia un’occhiata con Niall che piega leggermente la testa da un lato in una muta domanda, Louis lo guarda attentamente ma non nota nulla di strano, Liam sta bene e di conseguenza anche Zayn, almeno fisicamente.
 
 
 
 
Il giorno seguente, già appena dopo l’alba, sono tutti e quattro nella foresta incantata. Tutti e quattro perché quando Zayn e Liam, durante il pranzo, hanno annunciato che la mattina seguente sarebbero partiti per il castello di Grayland, con lo scopo di portarne fuori Harry, né Louis né Niall hanno accettato di rimanere a casa.
Stanno camminando da quelle che sembrano ore ma Liam ancora non si è lamentato quindi nessuno accenna a fermarsi per una pausa.
Louis apre la fila e Liam è accanto a lui a chiedere informazioni su tutti i tipi di rose che esistono nel regno incantato, il folletto non risparmia nemmeno un dettaglio e parla velocemente con il sorriso sulle labbra, qualcuno che lo ascolta parlare della sua passione, finalmente.
Louis, anche se ad ammetterlo ad alta voce non ci pensa nemmeno, si è davvero affezionato a quell’umano e gli dispiacerebbe davvero tantissimo non averlo più a casa dopo questa spedizione improvvisa e, Louis non lo ha detto ad alta voce, di riuscita piuttosto incerta.
Qualche passo più indietro ci sono Niall e Zayn, l’elfo sfiora il braccio della fata e lo guarda serio per spingerlo a parlare, cosa che Zayn fa dopo aver sbuffato e puntato lo sguardo sulla schiena di Liam. A Niall non è sfuggito il cambiamento del moro dopo la chiacchierata del giorno precedente con Liam, vorrebbe solo sapere cosa ha rabbuiato la fata, beh oltre al fatto che andare solamente loro quattro nel castello reale di Grayland è una missione che può essere considerata suicida.
“Mi accontenterò di essere considerato un fratello, o un amico” dice scrollando leggermente le spalle Zayn dopo qualche secondo, “lui non vuole che tu sia un fratello, Zayn” risponde serio Niall, sente distintamente le emozioni dell’umano quando è con Zayn.
“E per te sarà difficile accontentarti, per quanto seriamente puoi provarci”. La fata lo guarda in silenzio per diversi secondi “non sei d’aiuto” dice poi facendo sbuffare l’elfo. “Dico solamente” inizia Niall “che non devi sforzarti di accettare nulla perché nemmeno Liam vuole che tra voi ci sia il rapporto di fratello o amico”, la fata abbassa lo sguardo puntandolo poi di nuovo sull’umano quando questo si gira per fargli un leggero sorriso e arrossire leggermente, Zayn sorride di rimando e il suo cuore perde un battito.
Niall sa che Liam voleva solamente controllare che Zayn ci fosse perché non riesce a sentirli parlare e sono decine di minuti che non si toccano.
“E se ti sbagliassi?” chiede Zayn “posso –devo– superare questa cosa e accettare di essere qualsiasi cosa lui vuole che io sia” afferma serio e Niall si lascia quasi scappare un verso scioccato. “Quando mai ho sbagliato, scusa?” chiede retorico all’amico, poi torna serio e continua “so che tu sarai sempre chiunque lui voglia che tu sia ma Zayn, dentro di lui c’è una parte di te. Sa e ha accettato di essere il tuo zlatj senza nemmeno fare domande”.
“Non è che abbia avuto scelta” borbotta Zayn controllando di nuovo che Liam sia davanti a loro e al sicuro, Niall se fosse un’altra persona si irriterebbe a parlare con chi non lo guarda negli occhi. “Sarebbe potuto scappare, avere una crisi isterica o-”.
“Zayn”, Niall si blocca al sussurro di Liam e allo scatto della testa di Zayn che quasi si stacca dal collo nell’alzare gli occhi dal terreno a quelli di Liam. “Tutto bene?” chiede con voce più alta, rispetto a quella usata durante la chiacchierata, per farsi sentire da Liam, l’umano abbassa lo sguardo per poi puntarlo sulla fata con le guance rosse e il labbro inferiore tra i denti.
L’elfo nota un leggero tremore nella mano che Liam allunga leggermente verso di loro.
Un secondo dopo Zayn, come se stesse rispondendo a una richiesta ben precisa, ha un braccio sulle spalle di Liam e la mano intrecciata alla sua. Niall riesce a sentire il cuore di entrambi battere all’impazzata da dove si trova quando le labbra di Liam si appoggiano leggere sulla guancia rossa della fata in segno di ringraziamento. Louis si volta indietro per controllare che fine ha fatto il suo interlocutore e sorride intenerito roteando gli occhi al cielo quando lo vede con le guance rosse che sorride al suo migliore amico, viene subito dopo raggiunto da Niall che gli sorride e gli circonda la vita con un braccio facendogli l’occhiolino. Il folletto rotea di nuovo gli occhi al cielo e colpisce le costole di Niall con una gomitata giocosa, “lasciamo un po’ di spazio ai piccioncini” sussurra poi l’elfo nell’orecchio di Louis che ridacchia sbirciando i due dietro di loro.
Si fermano solo quando il tramonto è ormai vicino.
“Sei sicuro di sapere la strada Louis?” chiede l’umano per la terza volta da quella mattina, il folletto lo fulmina con lo sguardo e ignora la domanda. “Se ci siamo persi puoi dirlo, nessuno te ne farà una colpa. Questo posto è uguale a quello di stamattina nonostante abbiamo camminato per ore” continua Liam facendo fermare Louis. “Senti” inizia il folletto “innanzitutto questo posto non è per nulla uguale a quello di stamattina. Secondo ti porterò al castello, sono un folletto della natura, è la foresta a indicarmi la strada” sbotta continuando a guardarlo serio, Liam annuisce e abbassa lo sguardo.
Non voleva offendere Louis o essere un peso, è solo preoccupato; per Harry, non solo per quello che sta passando ma anche per quello che sicuramente in quel momento sta pensando di lui. Sono circa due mesi che è scappato dal castello abbandonandolo, spera solo che prima o poi possa essere perdonato dal suo migliore amico.
Louis, dopo essersi beccato un’occhiataccia da parte del moro per come aveva trattato Liam, annuncia che sarebbe andato a cercare qualcosa per cena nei dintorni.
Zayn, Liam e Niall sono in una piccola grotta. Il soffitto basso tanto che Liam deve rimanere chinato, le pareti lisce e poca luce che filtra dai rovi che nascondono l’entrata.
Niall forma con dei sassi e dei rametti secchi un piccolo mucchietto al centro dello spazio disponibile e poco dopo Zayn, con la magia, fa in modo che una fiammella destinata a crescere scaturisca spontaneamente dall’improvvisato falò.
Liam è seduto a terra con le gambe strette al petto e il mento sulle ginocchia mentre osserva pensieroso il fuoco.
Deve pensare a cosa dire a Harry quando lo rivedrà, come convincerlo a parlargli, a farsi seguire anche se è in compagnia di un ragazzo con le ali –Harry non ha mai creduto, nemmeno da bambino, alle storie sulla magia che gli raccontava sua madre– e magari deve anche prepararsi un discorso per spiegare tutta la situazione assurda in cui è immerso. Convincerlo riguardo all’esistenza della magia e la bontà della maggior parte degli esseri a essa legati non è però quello che preoccupa di più Liam, la sua paura più grande è quella di non poter avere nemmeno l’occasione di provare a convincerlo; se Harry non volesse più parlargli?, se non accettasse più nemmeno di ascoltare le sue scuse e le sue spiegazioni? Liam non sa se riuscirà ad accettare questa prospettiva –deve ammettere– purtroppo possibile.
Harry è il suo migliore amico da sempre, Liam non ricorda un periodo della sua vita al castello senza Harry accanto. Quel ragazzino di due anni più piccolo è il figlio della sua allevatrice e Liam lo ha sempre considerato un fratello.
C’era durante le cerimonie in ricordo dei suoi genitori quando il dolore e la mancanza erano più forti e il petto di Liam era schiacciato da un peso quasi insostenibile, c’era quando Liam scappava la notte per imparare ad andare a cavallo o quando si nascondeva dalla guardarobiera per provare i vestiti da principe, Harry è sempre stato l’unico a esserci durante le discussioni con il re e dopo le sue punizioni.
Niall lo osserva in silenzio da diversi minuti, seduto con la schiena contro la parete opposta e le gambe allungate davanti a lui, Liam se si concentrasse capirebbe che l’elfo sta cercando di consolarlo con i suoi poteri, ma lo sta facendo lentamente per non farsi notare.
Zayn, che rientra nella grotta in quel momento con un paio di borracce piene d’acqua, lascia un’occhiata indecifrabile a entrambi, quando poi va a sedersi accanto all’umano e poggia la spalla contro la sua senza ricevere nessun tipo di reazione si preoccupa. Guarda Niall irrigidendosi ma l’elfo continua a osservare concentrato Liam che sembra perso in pensieri non troppo felici. Zayn corruga la fronte quando sente il potere di Niall fare pressione sul corpo di Liam con troppa poca convinzione rispetto a tutte le altre volte.
La fata accarezza il braccio di Liam con la punta delle dita e il cuore che trema un po’, l’umano sembra tornare alla realtà e si volta verso di lui dedicandogli un sorriso piccolo ma sincero che fa sospirare internamente di sollievo il moro. Zayn sta per dire qualcosa quando Louis entra nella grotta con le mani piene di bacche e strane foglie viola. “È tutto quello che sono riuscito a trovare senza allontanarmi troppo” spiega iniziando a sistemare davanti ad ognuno di loro una delle foglie viola, Liam nota che rimangono rigide e a forma di coppa, deduce saranno i piatti per la cena. “Grazie” sussurra Liam quando il folletto mette nella sua foglia un bel mucchietto di bacche, un po’ arancio e un po’ frizzette –Liam le adora, sanno di caramelle al lampone. Il folletto gli sorride e si accomoda vicino a lui, dall’altro lato rispetto al moro che non ha lasciato il suo fianco nemmeno un secondo, dopo aver distribuito a tutti la cena. Quando l’umano nota di essere quello con il numero maggiore di bacche frizzette si volta verso Louis con un sorriso enorme e uno sguardo di ringraziamento a cui il folletto risponde con un occhiolino.
Liam, come ogni volta, mangia senza guardare troppo il piatto di Niall, pieno di disgustosa poltiglia con un odore e un colore discutibili; ha scoperto pochi giorni dopo il suo arrivo che, al contrario di fate, folletti e gnomi, gli elfi e le altre creature magiche non mangiano cibo commestibile anche per gli umani.
La cena è passata tranquillamente, tra chiacchiere e risate come se fossero seduti intorno al tavolo dell’albero casa e non in una grotta, anche piuttosto fredda, in chissà quale punto del bosco-confine.
È appena scesa la notte, sono ancora tutti e quattro attorno al fuoco a parlare del più e del meno quando l’umano si lascia scappare uno sbadiglio e si strofina gli occhi con le mani. “È ora di dormire” annuncia Zayn dopo poco quando la testa di Liam cede per la stanchezza e sfiora la sua spalla. L’umano annuisce a occhi chiusi rimanendo con la guancia premuta sulla spalla di Zayn facendo ridacchiare Louis. La fata giura di sentire un “che mammina premurosa” da parte di Louis ma decide di ignorare e iniziare ad accarezzare la cute di Liam per farlo rilassare.
Niall spegne il fuoco e, dopo essersi raggomitolato su se stesso, nel punto in cui si trovava “buonanotte ragazzi” dice, circa un minuto dopo si sente un respiro pesante e Liam si stupisce del fatto che provenga proprio dall’elfo; l’umano non può fare altro se non invidiare la velocità con cui Niall si è addormentato.
Louis ridacchia e alza gli occhi al cielo, preme il palmo sul terreno poco distante da lui e pronuncia delle parole che Liam non riesce a capire, pochi secondi dopo dal terreno escono delle larghe e lisce foglie verde smeraldo. Il folletto poi si volta verso l’umano e, avvicinandosi al suo viso con un sorriso furbo sulle labbra, gli schiocca un bacio rumoroso sulla guancia facendogli sgranare gli occhi.
L’umano arrossisce all’inverosimile, ignora la risatina del folletto e guarda Zayn che è serio e ha lo sguardo sul suo migliore amico. “Buonanotte Lee” dice Louis continuando a ridacchiare, sta per avvicinarsi di nuovo all’umano quando Zayn lo fa cadere addormentato con un movimento delle mani e una luce viola che dalle sue dita va al corpo di Louis.
Liam si volta di scatto verso la fata che ha un ghigno compiaciuto sul volto “perché lo hai fatto?” chiede in un sussurro e Zayn, come risvegliato, lo guarda e scuote le spalle, “ti, anzi ci avrebbe messo in imbarazzo, di nuovo” dice e Liam decide di lasciar cadere il discorso.
L’umano sbadiglia di nuovo e Zayn lo spinge a sdraiarsi sul terreno duro “devi riposare, domani sarà una lunga giornata” gli sussurra dolce. Liam si muove e fa una smorfia con la bocca quando la sua schiena protesta per la scomodità della pietra, “mi dispiace non averti portato nulla di morbido per-” sussurra la fata gesticolando. L’umano scuote le spalle e guarda Zayn negli occhi dal basso verso l’alto “non preoccuparti, avete già fatto e state facendo tuttora moltissimo per me” dice arrossendo leggermente ma non interrompendo il contatto visivo, “anzi” continua “nemmeno vi ho ringraziato come si deve e-”, “non devi farlo” lo interrompe il moro “io farei qualunque cosa pur di saperti al sicuro, ormai penso tu lo abbia capito” ammette abbassando lo sguardo.
Liam continua a guardarlo con gli occhi lucidi e le guance imporporate, la fata si sdraia sulle sue stesse ali accanto a lui e gli stringe una mano. “E loro” continua, alludendo a Louis e Niall, “hanno semplicemente deciso di aiutarti, hanno visto del buono in te e se ne sono presi cura”. Liam sorride a occhi chiusi stringendo un po’ di più la mano della fata, vorrebbe accoccolarsi al suo petto e continuare a farlo parlare con la sua voce bassa e suadente fino a che non si addormenta. “Buonanotte” annuncia la fata allentando la presa sulla sua mano, l’umano sospira e “buonanotte Zayn” sussurra prima di alzarsi sul gomito e lasciare un impercettibile bacio sulla guancia ruvida del moro, “e grazie” continua con tono ancora più basso voltandogli le spalle e usando le mani come cuscino. La fata ha ancora gli occhi sbarrati e il cuore che batte all’impazzata, Liam gli ha baciato la guancia, di nuovo. Osserva quel corpo caldo che si alza e si abbassa in modo regolare ancora per un po’, poi decide di uscire a prendere una boccata d’aria fresca. Gli lascia una carezza tra i capelli ed esce dalla grotta senza fare rumore.
La notte è fresca, un manto blu trapuntato di stelle, tranquilla e illuminata dalla luna quasi piena, Zayn vola fino alla cima di un albero poco lontano dalla grotta e si rilassa nel giaciglio caldo delle sue ali osservando il cielo. Sorride tra se e si concentra per far sognare a Louis qualcosa di veramente imbarazzante per vendicarsi di tutte le volte che l’ha messo in imbarazzo davanti a Liam e ha provato a renderlo geloso avvicinandosi all’umano, il fatto che poi ci sia riuscito benissimo non conta.
È ancora concentrato a far sognare a Louis un Niall versione sirena con la coda verde e luccicante che ammicca spudoratamente nei suoi confronti, quando sente muoversi le foglie dell’entrata della grotta. Scatta a sedere e non sa se sospirare di sollievo o preoccuparsi quando vede Liam uscire e sedersi contro un tronco lì vicino dopo essersi guardato intorno.
Rimane fermo sull’albero senza farsi notare, indeciso se avvicinarsi all’umano e farsi spiegare cosa lo turba o lasciarlo solo e non pressarlo. Si da dello stupido, Zayn, perché non ha controllato i sogni di Liam troppo preso a infastidire Louis, sicuramente l’umano con la pressione e i pensieri di questi giorni avrà fatto un incubo e chissà cosa ha pensato quando i suoi sogni non sono stati controllati e resi sopportabili. La fata si passa una mano tra i capelli e sbuffa, è pronto a prendere il volo e andare da Liam chiedendogli di perdonarlo e facendolo sfogare ma viene bloccato dall’uscita di Niall dalla grotta.
L’elfo alza appena la testa verso la sua direzione ma non dice nulla e si dirige verso Liam, “ehi” sussurra fermandosi davanti all’altro che gli rivolge solo un sorriso tirato. “Ti ho svegliato?” chiede Liam e Niall scuote la testa “perché tu sei sveglio?” gli chiede l’elfo facendolo stringere nelle spalle. “A parte il fatto che dormivo su roccia pura?” chiede Liam retorico “ho fatto un incubo” ammette dopo pochi secondi. Niall alza di nuovo impercettibilmente la testa verso la fata senza insospettire Liam che ha la testa tra le mani, “perché non chiami Zayn?” gli propone e Liam sgrana gli occhi arrossendo velocemente.
“Perché dovrei?” dice con voce acuta per poi schiarirla con un colpo di tosse, l’elfo scuote leggermente la testa e sospira “non ti sei chiesto perché non è nella grotta?”. Liam annuisce e si tortura le mani senza guardare Niall “sì, quando è nei paraggi non faccio mai incubi perché lui me li trasforma in bei sogni” sussurra “non gli ho mai detto che lo so, lo avevo capito ma volevo una conferma così ho parlato con Louis che mi ha spiegato cosa è in grado di fare”. Niall annuisce e nasconde un sorriso avvertendo la sorpresa e l’amore che Zayn prova per quel ragazzo, “non voglio costringerlo a rimanere con me, è una fata della notte e la notte esce perché è.. il suo elemento” borbotta ancora l’umano gesticolando “non ho il diritto di chiedergli di rinunciare a qualsiasi cosa faccia la notte per rimanere accanto a me”.
Niall sorride e inclina la testa da un lato, aggrotta leggermente le sopracciglia e “sei il suo zlatj, hai il dovere di informarlo sulle cose che ti fanno male. Zayn ancora non sa come comportarsi con te, nessuno di noi tre lo sa a dire la verità” dice Niall ridacchiando “ma lui sarà per te tutto ciò di cui tu avrai bisogno, sempre” continua serio usando le parole della conversazione con Zayn di quel pomeriggio.
Sentimenti confusi e contrastanti si agitano sia in Liam sia nella fata che è ancora appollaiata sul ramo dell’albero a osservarli con occhi spalancati.
Liam arrossisce e rimane in silenzio.
“Dormire con la persona di cui si è innamorati diminuisce la possibilità di fare incubi” dice Niall con tono di voce tranquillo facendo scattare gli occhi castani dell’umano nei suoi azzurri “e visto che per te questa persona è Zayn sei ancora più avvantaggiato” continua ridacchiando.
Liam guarda il biondo con la bocca aperta per la sorpresa, l’altro con un sorriso furbo scuote le spalle e rientra dopo avergli fatto l’occhiolino. Niall è spesso divertito e intenerito per le reazioni di Liam quando scopre che lui sa tutto quello che prova, non lo biasima perché è sicuro che per gli umani abituarsi a lui e i suoi poteri debba essere davvero strano.
Zayn è ancora nella stessa posizione, il fiato mozzato e gli occhi puntati su Liam che sta guardando il punto in cui Niall è sparito. Non sa cosa fare, la fata che è in lui avverte il desiderio di Liam di averlo accanto ma lui non è sicuro che sia la cosa giusta da fare.
“Zayn” dice Liam a voce bassa e la fata pensa di volerlo così tanto da esserselo immaginato ma “Zayn, se mi senti puoi venire da me per favore?” sente chiedere e cede alla sua essenza magica.
Liam ha deciso di dare ascolto a Niall, vuole Zayn vicino, sa che senza la fata non riuscirà a dormire e il giorno seguente sarà uno dei più duri della sua vita.
Zayn si alza in volo e arriva in pochi secondi al fianco del ragazzo che sobbalza leggermente nel vederlo, non si aspettava un arrivo così repentino; che abbia ascoltato la sua conversazione con Niall?
Zayn rimane in silenzio, lo osserva con la testa leggermente piegata da un lato e gli occhi più luminosi che mai. L’umano rimane qualche secondo di troppo incantato a fissarlo e una delle mani di Zayn sfiora la sua per farsi stringere. “Vorrei dormire con te” dice Liam in un sussurro, le sue mani tremano leggermente come la sua voce, non sa dove ha trovato il coraggio di dire una cosa del genere. Non pensa a Niall che è a qualche metro da loro, all’interno della grotta, concentrato a infondere sicurezza a entrambi. La fata annuisce e, dopo aver stretto la mano di Liam intrecciando le loro dita, lo porta di nuovo dentro la grotta dove gli altri due sono supini con gli occhi chiusi, Zayn sa che Niall non sta dormendo davvero ma non dice nulla.
La fata si sdraia sulla schiena e allunga un braccio verso Liam che è inginocchiato al suo fianco indeciso su cosa fare, Zayn gli sorride e allunga una delle ali sul terreno “stenditi sopra” sussurra con le guance rosse “la roccia non è di certo comoda” aggiunge sentendo una bassissima esclamazione di Niall che assomiglia a un “aw”. Lo ignora, Liam non ha naturalmente sentito nulla e rimane rigido sulle ginocchia passando lo sguardo dai suoi occhi all’ala sul terreno.
L’umano è combattuto tra il desiderio di toccare finalmente quelle ali meravigliose e dormire di nuovo stretto al corpo del moro e la paura di fargli del male con il suo peso su quelle piume che sembrano delicatissime. Quando la fata gli afferra un polso con una mano per tirarlo sul terreno accanto a lui, Liam sospira e più delicatamente che può si stende su quelle morbidissime piume che con un movimento fluido lo avvicinano al corpo della fata troppo velocemente facendo sgranare gli occhi a entrambi per la sensazione rigenerante dei loro corpi a contatto. Liam di certo non si aspettava una tale forza nelle ali di Zayn.
Quando la mattina dopo Louis e Niall si svegliano e trovano Liam addormentato con la testa sul petto del moro e circondato dalle sue ali come in un bozzolo caldo prendono la saggia decisione di non dire nulla ad alta voce. Zayn, con respiro regolare e occhi semichiusi accarezza lentamente la schiena dell’umano e fulmina gli altri due prima che facciano troppo rumore, il folletto e l’elfo escono a recuperare provviste con un ghigno canzonatorio sul viso e un occhiolino malizioso per la fata che scuote la testa e stringe un po’ di più le ali intorno al corpo di Liam.
 
 
 
 
“Il re si è ritirato nelle sue stanze, possiamo fare una pausa” annuncia un cameriere dai corti capelli corvini e gli occhi a mandorla entrando nelle cucine a passo svelto con un sorriso sulle labbra, si toglie velocemente il grembiule bianco abbandonandolo su uno dei tavoli da lavoro ed esce dalla porta sul retro con un saluto generale sulle labbra e l’immagine della figlia del giardiniere negli occhi.
Harry sospira di sollievo e si alza in piedi gettando il vecchio straccio rovinato con il quale strusciava il pavimento sul bordo del secchio rosso scolorito, stiracchia i muscoli della schiena e il suo corpo emette scricchiolii poco rassicuranti ma che vengono ignorati, la sera non ha il tempo di sentire dolore agli arti, cade addormentato ancora prima di poggiare la faccia sul cuscino.
“Harry” lo chiama Luke, uno dei figli di una delle domestiche personali del re che è una specie di fac-totum, “esci con me per una passeggiata al limitare della foresta?” chiede gentile passandosi una mano tra i capelli biondi. “Grazie Luke, ma sarà per un’altra volta. Diciamo quando le mie gambe torneranno a reggere il mio peso” risponde Harry ridacchiando e scuotendo leggermente entrambi gli arti citati per tornare a far scorrere il sangue normalmente dopo ore inginocchiato sul pavimento. Il ragazzo annuisce e lo saluta con un sorriso splendente che include anche gli occhi azzurri.
Quando anche le cuoche e i camerieri più anziani iniziano a lasciare le cucine per respirare un paio d’ore prima di tornare preparare la cena e soddisfare ogni stupida e assurda richiesta del re, Harry si scioglie i capelli castani con un movimento fluido e ci passa la mano in mezzo più volte per farli cadere in morbidi ricci sulle spalle. Odia tenere i capelli legati ma se l’alternativa è tagliarli.. per Harry non ci sono alternative.
Lascia anche lui quella parte del castello che profuma sempre di detersivo al limone e pietanze troppo elaborate e costose che nessuno finisce mai di mangiare e inizia a salire le scale che lo portano alla sua camera con una smorfia sul viso per la fatica. Arrivato sulla soglia della sua stanza, non riesce a non fissare per qualche secondo l’altra porta presente in quella sperduta e polverosa parte del castello.
La camera di Liam è rimasta sempre chiusa da quando se n’è andato.
Due mesi che tutte le volte che arriva in quel punto fissa quella porta di legno scuro che si chiude solo dall’esterno per minuti interi senza avere il coraggio di oltrepassarla e cercare di capire il motivo per cui il suo migliore amico è sparito nel nulla da un giorno all’altro senza dire niente nemmeno a lui.
Certo, Harry sapeva quello che Liam doveva passare ogni giorno e di certo non lo biasima per essere scappato, aver resistito per più di dieci anni è già da pazzi, ma ancora non riesce a capire il motivo scatenante; e soprattutto il perché lo ha fatto senza far capire nulla nemmeno a lui.
Harry sa delle punizioni di Liam, sa in che cosa consistono –consistevano– e lui non avrebbe sopportato un quarto di quello che ha sopportato il suo migliore amico, ma il fatto è che ci è rimasto male. Sa di essere egoista, sa che per Liam rimanere con lui avrebbe voluto dire eseguire ordini assurdi, essere trattato peggio di uno schiavo ed essere frustato ma.
No, non ha scuse. Dovunque sia Liam adesso sicuramente vive più serenamente, sicuramente vive; non vuole pensare nemmeno un secondo al fatto che potrebbe essersi perso nel bosco e aver fatto una fine orribile.
Harry scuote la testa ed entra nella sua camera chiudendosi la porta alle spalle. La verità è che Liam gli manca da morire, è terrorizzato dal fatto che potrebbe essere morto e da quando è rimasto solo al castello per lui è diventato difficile anche respirare.
Steso di schiena sul letto, chiude gli occhi verdi e lucidi mentre un peso gli schiaccia il petto comprimendo dolorosamente i polmoni.
Si alza a sedere di scatto quando gli sembra di sentire uno strano fruscio proveniente dall’apertura nel muro che fa da finestra, si volta e scuote le spalle pensando a qualche uccello passato troppo vicino alla struttura; non che a quell’altezza possa essere molto altro.
È di nuovo sdraiato da qualche secondo quando gli sembra di vedere un’ombra scura davanti alla solita finestra ma quando si volta vede di nuovo solo il cielo azzurro e limpido di quel primo pomeriggio assolato. Scrolla le spalle e si volta su un fianco dando la colpa alla stanchezza, sono settimane che non dorme bene e con la vita che fa si dovrebbe stupire di aver resistito tanto senza effetti collaterali.
Il dubbio di non stare né sognando, caduto addormentato chissà dove senza nemmeno rendersene conto, né avendo un’allucinazione per la troppa stanchezza, s’insinua nella mente di Harry quando dopo un altro fruscio avverte un’altra presenza nella sua stanza, alle sue spalle.
A occhi spalancati si irrigidisce sul materasso, trattiene il respiro e pensa a cosa poter usare come arma per colpire l’intruso, non pensa che per chiunque entrare da una finestra a decine di metri da terra sia impossibile.
Sta pensando di allungare lentamente, senza farsi notare, una mano sotto il letto sperando di trovarci uno dei suoi zoccoli di legno quando una sensazione di calma lo invade dall’interno. Harry sbatte ripetutamente le palpebre e ritira la mano già fuori dal bordo del letto, solo quando si sente sfiorare una spalla scatta in piedi con il cuore in gola.
Davanti a lui c’è un ragazzo biondo con gli occhi azzurri e un sorriso rassicurante sul volto diafano, Harry lo guarda quasi ammaliato da tale purezza. Si riscuote dallo stato di trance pochi secondi dopo senza però essere preso dal panico più nero come invece dovrebbe fare visto che quel ragazzo vestito come Robin Hood è apparso –nel vero senso della parola– nella sua stanza, Harry continua a rifiutarsi di credere che sia entrato dalla finestra, non che il fatto che sia apparso dal nulla sia più rassicurante.
La sua mente è stanca, ha decisamente bisogno di dormire.
“Ciao” dice il biondo, senza smettere di scrutarlo con quegli occhi chiarissimi, “tu devi essere Harry” continua e la sua voce è quanto di più cristallino Harry abbia mai sentito nella sua vita. Annuisce senza davvero aver comandato al suo corpo di farlo, lo strano tipo gli sorride e fa un passo verso di lui.
Harry razionalmente pensa che anche se quel sorriso è dolce e quello sguardo rassicurante, questo è il momento adatto per scappare e magari chiamare delle guardie perché, dannazione, chi è lo strano tipo nella sua camera che conosce il suo nome?
Ma nel corpo di Harry non c’è nemmeno una briciola di panico quindi rimane fermo a fissare il ragazzo davanti a lui che nota dovrebbe avere la sua età, anche se è più basso e meno muscoloso.
“Come sei entrato?” è l’unica cosa che riesce a far uscire dalla sua gola chiusa dopo secondi di stupefatto silenzio, “dalla finestra” è la risposta che riceve e gli fa inarcare scettico le sopracciglia. “E come? Questa è una delle torri più alte di tutto il castello” afferma sicuro Harry, perché sta discutendo di questa cosa con uno strano tipo entrato nella sua camera dalla finestra se lo chiederà un’altra volta. Il biondo scuote le spalle e distende pieghe invisibili sul maglione verde smeraldo che indossa “mi ha dato un passaggio un amico” dice come se fosse la cosa più naturale del mondo.
“Un pass- che cosa?” chiede il riccio con la voce più alta di un paio di ottave, “sono, o meglio siamo, venuti a salvarti” spiega l’altro e Harry chiede di nuovo “che cosa?”. Quando il ragazzo davanti a lui sta per aprire di nuovo la bocca Harry alza una mano a mezz’aria per bloccarlo, scuote la testa e boccheggia per qualche secondo in cerca di qualcosa d’intelligente e razionale da dire, l’unica cosa che esce però dalle sue labbra è un altro “che cosa” sussurrato che non suona nemmeno come una domanda.
“C’è una persona che vuole vederti” dice solamente il biondo prima di aggiungere qualcos’altro che però Harry non riesce a sentire, passano pochi secondi in silenzio poi la finestra viene di nuovo oscurata un paio di secondi, il tempo di far entrare due figure di cui una piuttosto familiare.
Il cuore di Harry perde diversi battiti e i suoi occhi si riempiono di lacrime in pochi secondi, quello davanti a lui è davvero Liam? Sta bene, è salvo ed è tornato per lui?
Quante notti ha sognato di vederlo di nuovo accanto a lui? Salvo e felice?
A Harry, Liam sembra felice. Forse un po’ preoccupato, il suo sguardo è basso e le sue mani s’intrecciano tra loro, ma comunque felice.
Il corpo di Harry è come congelato, non riesce a muoversi e nemmeno a parlare. Nella sua mente solo una cantilena di ‘Liam’ e ‘è salvo’. Le lacrime stanno spingendo per abbandonare i suoi occhi smeraldini e le sue labbra rosse tremano come le sue spalle.
Non si cura del fatto che il ragazzo entrato con il suo migliore amico abbia un enorme paio di ali nere sulla schiena perché non riesce a togliere lo sguardo dalla figura di Liam. Un Liam che sta bene, che ha gli occhi lucidi e le mani tremanti come lui ma che è salvo e davanti a lui dopo due mesi di paura e mancanza.
 
 
 
 
 
“Chi comincia ad amare deve essere pronto a soffrire”
-A. Gombaud
 
 
 
 
 
Cercano di fare meno rumore possibile mentre, in fila indiana, scendono le strette scale della torre. Harry sente ogni traccia di stanchezza provata fino a pochi minuti prima sparire dal suo corpo come dopo dieci ore di sonno. Adrenalina, si dice.
Liam è davanti a lui e non fa altro che girarsi per guardarlo ogni secondo, “scusa, non abbiamo tempo” le uniche parole che gli ha detto prima di farsi seguire fuori dalla porta della sua stanza con solo una borsa con i primi vestiti trovati nel cassettone di legno vecchio. Il suo migliore amico non ha nemmeno guardato la porta della sua vecchia stanza, Harry lo capisce perché sicuramente i ricordi legati a quel posto sono più brutti che belli.
Pochi secondi dopo, Liam si gira verso il tipo biondo alle sue spalle e gli fa un leggero sorriso di ringraziamento, il riccio non ne capisce il motivo ma rimane in silenzio.
Le scale sembrano infinite e i loro passi, o almeno quelli di Liam e Harry, sembrano rimbombare come non hanno mai fatto tra le alte e umide mura di pietra.
Harry si è rifiutato categoricamente di farsi portare fuori dal castello nel modo in cui gli altri sono entrati, non riesce a credere all’esistenza di colui che lo avrebbe trasportato e di affidargli la vita proprio non ne ha intenzione.
La sua mente razionale non riesce in nessun modo a spiegarsi come sia possibile che quelle ali –bellissime, Harry deve ammetterlo– siano vere. Sa che Liam gli spiegherà tutto una volta usciti dal castello ma non può fare a meno di pensarci.
Chi è quel ragazzo? Che cos’è? Da dove viene?
È così preso dalle sue teorie assurde che quando arrivano alla fine delle scale e il ragazzo alato si ferma di colpo, sbatte contro la schiena di Liam davanti a lui. Il suo migliore amico gli evita la caduta spostando un braccio all’indietro per sorreggerlo e lo guarda per un secondo con un sorriso piccolo sul volto. A Harry quel sorriso e quel tocco sono mancati come l’aria e trema alla consapevolezza che Liam è di nuovo con lui e che non lo abbandonerà di nuovo.
Harry legge negli occhi del suo migliore amico tutto il senso di colpa che prova per essersene andato e la paura che lui non possa perdonarlo, come se potesse non farlo dopo tutto quello che sta facendo per lui, dopo che è tornato in quel posto per lui.
Il fatto che poi Harry lo abbia perdonato da mesi Liam non lo ha ancora capito.
Mentre sono fermi dietro al muro Harry si rende conto che le guardie non lo faranno mai uscire dal castello, e tanto meno se in compagnia di Liam e un essere alato. Il suo migliore amico sussurra qualcosa con tono tanto basso che Harry, pur essendo a pochi centimetri, non capisce mentre il biondo, sempre stato alle sue spalle, sussurra un “ci penso io” facendo alcuni passi avanti.
Harry guarda tutti e tre con gli occhi sgranati, “che volete far-” inizia ma viene bloccato da Liam che gli stringe un braccio e “non preoccuparti, Niall sa quello che fa” gli dice guardandolo negli occhi.
Harry vorrebbe chiedere chi è Niall ma deduce sia il ragazzo vestito di verde e quindi rimane in silenzio.
Il riccio annuisce ma si preoccupa ugualmente quando vede Niall appoggiarsi con le spalle al muro e chiudere gli occhi, sta per chiedere di nuovo che cosa sta succedendo quando sente le voci delle guardie, che fino ad ora non aveva notato, cessare di colpo.
Guarda prima Niall, ancora nella stessa posizione, e poi Liam che sta osservando le mani del tipo alato dalle quali esce una strana luce blu che, Harry non ci crede anche se sta succedendo davanti ai suoi occhi, gira l’angolo delle scale e va verso il salone principale dove sicuramente ci sono le guardie.
Dalle labbra del riccio esce un verso scioccato ma le mani di Liam gli chiudono la bocca ancora prima che qualsiasi parola si formi nella sua mente. È completamente scioccato, non ha mai creduto al mondo della magia nemmeno da bambino quando sua madre raccontava a lui e Liam un sacco di storie su questi esseri speciali. E ora, con ogni probabilità, ne ha uno davanti –o meglio, due– e non sa se, a vent’anni, sarà in grado di iniziare a credere alle favole che non lo convincevano nemmeno a tre.
“È tutto ok” sussurra Liam “stanno solamente dormendo” dice e Harry non sa se essere sollevato che in fondo stiano bene o no.
“Andiamo” mormora il ragazzo con le ali dopo pochi secondi, Harry rimane incantato dalla voce bassa e melodiosa del moro, e nota lo sguardo che rivolge al suo migliore amico. Sguardo che quasi gli toglie il respiro per tutte le cose che dice, Harry riesce a leggere amore incondizionato e totale dedizione negli occhi ambra del ragazzo.
A Harry si mozza il respiro solo a pensarlo ma è certo che quella creatura misteriosa darebbe, senza nessuna esitazione, la vita per Liam. Rimane in silenzio imbambolato solo per pochi secondi e nessuno sembra essersene accorto, nessuno a parte Niall che lo guarda come a confermare i pensieri che hanno appena attraversato la sua mente come se li avesse letti e li condividesse; Harry spera per un secondo che sia stata solo una sua sensazione e che il biondo dallo sguardo penetrante non sia davvero in grado di leggere nella sua mente.
Torna alla realtà quando Liam gli afferra un polso e inizia a trascinarlo verso il salone seguendo la fata. Harry ha il respiro accelerato e il cuore che batte furioso nel petto, cerca di fare il meno rumore possibile e non inciampare nei suoi piedi mentre tiene sempre d’occhio le guardie reali che si sono accasciate a terra nel punto in cui si trovavano e dormono beate.
Sono quasi arrivati all’uscita quando sente Niall che lo spinge di lato facendolo quasi cadere a terra, si volta appena in tempo per vederlo lanciarsi verso una guardia appena scesa dalle scale che portano alla torre opposta a quella da cui sono scesi loro. L’uomo ha già la spada sguainata e si lancia rabbiosamente verso di loro colpendo con la lama lucente il fianco del ragazzo con le ali che cade a terra.
Liam lascia la sua mano e corre verso il ragazzo a terra con le lacrime agli occhi. La strana luce chiara che usciva dalle dita del moro cessa e si disperde nell’aria, è riverso sul pavimento e intorno a lui si sta formando una chiazza di sangue scuro che fa venire i brividi a Harry.
La guardia osserva con occhi sgranati per un attimo le ali di colui che ha colpito, poi alza la spada e un ghigno compare sul suo viso seminascosto dall’elmo. A quel punto Harry scatta verso l’uomo, Niall a poca distanza ha le mani protese verso l’uomo, la mascella serrata e le guance bagnate di lacrime. La guardia esita per un secondo, come stordito, e il riccio ne approfitta per colpirlo sul polso con il quale tiene la spada facendo cadere a terra l’arma con un rumore che sembra assordante. L’uomo lo osserva con occhi sgranati e non si accorge di Niall che lo tocca appena sulla schiena, Harry nota un lampo di puro terrore negli occhi sgranati dietro il ferro lavorato dell’elmo.
Il riccio sgrana gli occhi quando vede la guardia aprire la bocca come se volesse urlare e poi voltarsi e scappare senza dire nulla.
Harry sa che è merito di Niall, se ha fatto scappare una guardia del castello con un tocco ha quasi paura a scoprire cos’altro è in grado di fare.
È ancora in piedi immobile a fissare il punto in cui è scomparso l’uomo quando sente Niall chiamare il nome di Liam, abbassa lo sguardo e vede il suo migliore amico che sta piangendo come non lo vedeva fare da anni.
Una delle sue mani, quella che non sta cercando di fermare la fuoriuscita di sangue dal fianco del ragazzo alato, è posata sul suo fianco e Harry non capisce quando può essersi ferito.
Viene risvegliato dal suo stato di panico da Niall che lo sfiora e lo fa saltare all’indietro, il biondo lo guarda serio e “non voglio farti del male, dobbiamo portarli fuori” dice sbrigativo cercando di far alzare Liam da terra.
Harry annuisce ma le sue mani tremano quando si posano sulle braccia di Liam come se dovesse reggerlo in piedi. Niall prende il moro tra le braccia senza nessuno sforzo apparente e si dirige verso la porta principale senza controllare di essere seguito dagli altri due.
Harry cammina come un automa, Liam ha suo fianco ha le guance bagnate di lacrime e le mani premute sul suo fianco come se così potesse fermare il sangue che fuoriesce dalla ferita del ragazzo che si lamenta debolmente tra le braccia di Niall.
Si ritrovano pochi minuti dopo nella foresta dietro al castello. Ad aspettarli c’è un ragazzo castano vestito di rosso che, non appena li nota, si catapulta sulla fata con occhi sgranati e bocca aperta da cui non esce nessun suono.
Niall poggia il ragazzo con le ali a terra e Liam, staccandosi dal fianco di Harry, cade in ginocchio e si china sul corpo insanguinato dell’altro.
“Fa così male anche a te?” chiede il ragazzo ferito al suo migliore amico tossendo sangue subito dopo. A Harry tremano le ginocchia e il cuore batte talmente forte che fa quasi male. Vede solamente Liam che annuisce singhiozzando e accarezza il viso del ragazzo moro che sembra perdere colore a ogni secondo che passa.
Anche i suoi occhi si riempiono di lacrime, Niall ha una mano sul cuore e la testa chinata in avanti, i suoi occhi sono chiusi ma lacrime salate scorrono sulle sue guance formando ogni volta percorsi nuovi. Il ragazzo in rosso torna da non si sa dove –Harry nemmeno si era accorto che si era allontanato– con delle strane foglie in mano; le poggia sul fianco di Zayn allontanando gentilmente le mani di Liam e Harry si ritrova alle spalle del suo migliore amico. Si china sulle ginocchia e stringe le braccia attorno alle spalle di Liam che continua a piangere e a respirare affannosamente senza lasciare andare una mano insanguinata del ragazzo moro che ha chiuso gli occhi.
Le labbra della fata si muovono leggermente come se tentasse di parlare, in quello stesso momento sia Niall sia Louis sopprimono un singhiozzo cadendo sulle ginocchia come se avessero tolto loro ogni forza.
Harry nota Liam irrigidirsi tra le sue braccia e spalancare gli occhi boccheggiando come se gli avessero appena dato un pugno in pieno stomaco. I suoi occhi cadono sulla ferita della fata che non è più coperta dalle sue mani, cadute inermi ai lati del suo corpo.
Harry trema, stringe più forte le braccia intorno a Liam come se lo aiutassero a non cadere in pezzi ma si sente senza forze.
Le ali, dal blu brillante che avevano all’arrivo del ragazzo al castello, sono diventate di un nero sbiadito, Harry sulle punte nota quasi delle sfumature di grigio e si ritrova a pregare per la vita di quella creatura sperando che non sia troppo tardi.
Liam ha smesso di piangere e respirare, trema e non smette di guardare il volto rilassato e pallido del ragazzo sdraiato davanti a lui.
Harry vorrebbe fermarlo quando lo vede protendersi in avanti, prendere tra le braccia il corpo esamine del moro e stringerlo al petto sporcandosi ancora di più di quel sangue che non riuscirà più a togliere dalla sua mente.
“Non sento più nulla” sussurra senza fiato a nessuno in particolare ma senza togliere gli occhi dal viso dell’altro che rimango chiusi.
Harry è seduto sull’erba fredda e macchiata di sangue, con il cuore che batte per inerzia e gli occhi gonfi di lacrime; le gambe stese davanti a lui e le braccia poggiate ai fianchi per reggersi. Osserva Niall e l’altro ragazzo accasciati al suolo come se fossero un ammasso di pelle e carne senza ossa, come se fossero anche loro mor...
Il respiro esce con fatica, non riesce nemmeno più a pensare; nota solo il suo migliore amico chinarsi sul viso del ragazzo tra le sue braccia e chiudere gli occhi per un paio di secondi con le labbra su quelle fredde della fata, sospira prima di abbassare la testa e lasciarsi sfuggire anche lui alcune lacrime bollenti.
 










 
*lingua delle fate.
**il nome Alvina, per una fata, ha il significato di ‘amica degli elfi’.
***Traduzione parole: ‘La mia energia della notte’, ‘corpo’, ‘vita’ e ‘compagno’.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 













 
 
 



 
“Ti giuro, impedirò che ti venga fatto del male finché io avrò vita.
E non un giorno passerà senza che mi manchi il tuo sorriso”
 
 
 
 
 
 
 
 
Gli occhi di Niall scattano su Liam e Zayn una frazione di secondo prima rispetto a quelli di Louis e Harry. Il rumore che li ha risvegliati dal nulla che avevano dentro al petto è quello di un respiro, il respiro di una persona che riprende aria dopo un’apnea prolungata.
Liam spalanca gli occhi, l’unica cosa che vede è la bocca del moro aperta e il suo petto che si alza e si abbassa impercettibilmente. Liam si chiede se non sia un’illusione, se con Zayn non sia morto anche lui e come quel giorno del troll non stia vivendo un sogno, l’ultimo.
Capisce che è tutto reale quando Niall si alza in piedi, si avvicina a lui e mettendo una mano sulla fronte di Zayn sussurra un “ma cos..?”. I suoi occhi azzurri sono spalancati e ancora lucidi a causa delle lacrime versate fino a poco prima, le guance arrossate spiccano sul volto candido.
Possa un secondo prima che Louis scatti in piedi a velocità non umana si avvicini a Zayn con sopracciglia corrucciate, nella foga il cappello è caduto a terra con uno scampanellio acuto. Harry è ancora immobile, seduto sull’erba con gli occhi puntati sui quattro ragazzi a un paio di metri da lui. Quel respiro sofferto gli suona ancora nelle orecchie e ringrazia chiunque abbia pregato quando vede il petto del moro muoversi leggermente e sente il ragazzo carino in rosso che dice “il suo cuore batte”.
Liam guarda Louis con occhi sgranati per una frazione di secondo prima di tornare al moro che respira e si muove leggermente tra le sue braccia.
Harry, quando il suo migliore amico scoppia di nuovo a piangere, si chiede come è possibile che non abbia finito le lacrime o che abbia ancora la forza di singhiozzare. Niall continua a tenere la mano sulla fronte della fata, l’espressione concentrata sul suo viso sfocia dopo pochi secondi in un sorriso di puro sollievo. “Harry” dice Louis alzando gli occhi celesti dal fianco ancora ferito del moro per immergerli in quelli smeraldini leggermente arrossati, il riccio lo guarda per un secondo disorientato poi si alza in piedi e annuisce al “poco dopo l’albero con le foglie a forma di stella c’è un cerbiatto che ti darà delle piante, portamele per favore”. Si alza da terra lentamente, non è certo che il suo corpo possa reggere ancora per molto; si avvia però a passo sostenuto verso il bosco quando il respiro della fata si fa più pesante.
Si rende conto che deve farsi dare delle piante da un cerbiatto solo quando è ormai all’albero indicatogli da Louis, scuote la testa e aumenta il passo senza farsi troppe domande.
Quello che vede non appena sorpassa l’albero lo stupisce quasi quanto la vista delle ali del ragazzo a cui deve contribuire a salvare la vita quindi è meglio che si sbrighi e che continui a non farsi domande lecite. Davanti a lui c’è un piccolo spiazzo libero da alberi e pieno di meravigliosi fiori che Harry non ha mai visto nemmeno nei libri e davanti a lui, quasi nascosto da alcuni cespugli di un bellissimo verde brillante, c’è un cerbiatto che lo osserva.
Harry lo guarda di rimando per qualche secondo in silenzio, muove qualche passo verso di lui indeciso su cosa fare e inizia a guardarsi intorno per trovare le piante di cui gli ha parlato il castano dagli occhi celesti.
“Liam e Zayn stanno bene?” al sentire la domanda Harry salta all’indietro e guarda spaventato l’animale davanti a lui. Gli occhi neri del cerbiatto lo scrutano come se fossero in attesa di una risposta e Harry si guarda intorno spaesato prima di schiarirsi la gola e “emh.. io credo… insomma… non- sì, forse… non.. lo so” balbetta passandosi nervosamente una mano tra i capelli. Lucky lo guarda per un paio di secondi come se fosse un alieno che parla una lingua sconosciuta, a Harry viene da ridere perché è lui che dovrebbe guardarlo male –andiamo, un cerbiatto che parla?
Non deve farsi domande, deve prendere le piante e sperare che facciano stare meglio il ragazzo alato.
“Tieni” continua l’animale prendendo poi in bocca delle foglie uguali a quelle che Louis aveva messo poco prima sulla ferita di Zayn. Il riccio annuisce, si avvicina e prende la medicazione con mani tremanti. “Perché non vieni anche tu?” si ritrova a chiedere quando è quasi al limitare degli alberi, si volta appena per notare che l’animale sta scuotendo il muso “non posso, il regno magico finisce qui e non posso attraversare il confine” alle orecchie dell’umano il suo tono ha un non so che di accusatorio ma, niente domande.
Harry annuisce e si allontana senza più voltarsi indietro.
Quando il riccio torna nel punto in cui si trovano gli altri, ha la mente vuota e lo stomaco che gli fa male, salta da un lato quando si ritrova il folletto troppo vicino che gli strappa le foglie curative di mano e si allontana sbuffando un “avevo dimenticato quanto gli umani sono dannatamente lenti”. Harry aggrotta le sopracciglia e raggiunge il suo migliore amico ancora a terra con la fata tra le braccia, il volto di Liam è ancora pallido e bagnato di lacrime ma i suoi occhi hanno ripreso vita e scrutano con minuziosa attenzione ogni particolare del volto del moro che sembra aver ripreso un po’ di colore.
Nell’avvicinarsi Harry nota che anche le ali hanno perso quell’inquietante e dolorosa sfumatura di grigio e sono di nuovo di un nero tanto intenso da sembrare vive e più forti e letali che mai.
Dopo che le foglie sul fianco ferito del moro sono state cambiate da Louis, e Niall si sia lasciato cadere a terra poco lontano dal moro con un sorriso emozionato che gli illumina il volto, Harry rimane per un attimo senza fiato nel vedere la fata aprire gli occhi e alzare lentamente una mano verso il viso di Liam. Liam scoppia di nuovo a piangere, si lascia accarezzare dalla mano sporca di sangue di Zayn e sorride con un amore tale da far tremare il riccio.
“Me’è corom veh”. Tre parole che, uscendo dalla bocca di Zayn, lasciano tutti senza fiato per l’intensità con la quale sono state pronunciate anche se nessuno sembra aver davvero capito che cosa significano. Nessuno tranne Liam che, stupendo anche se stesso, risponde con un sorriso e “djgi li m’j coria”.
Una lacrima lascia gli occhi dorati della fata e viene prontamente catturata da Liam che si china su di lui per toccare di nuovo quelle labbra meravigliose con le sue; labbra che questa volta sono calde e rispondono al bacio schiudendosi leggermente.
Zayn trema quando il suo sguardo incontra quello castano di Liam a pochi centimetri dal suo volto, sorride e si lascia sfuggire un’altra lacrima per la sensazione di pienezza che prova nonostante il dolore al fianco.
Harry, ancora confuso ma grato che stiano tutti bene, pensa che adesso potrebbe essere un buon momento per iniziare a farsi delle domande ma quando prova a parlare un conato di vomito per lo stress dell’ultima ora lo scuote e lo fa piegare in avanti con un gemito soffocato. Tutti si girano verso di lui e scoppiano a ridere quando Louis alza gli occhi al cielo e “quanto siamo romantici” dice sarcastico facendo nascere dal terreno alcune foglie fresche da porgergli per farlo stare meglio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


**Angolo autrice**
È finita. Non mi sembra vero ma dopo MESI sono riuscita a finire questa storia.
Spero che sia piaciuta e di non aver deluso le aspettative di nessuno, io ne sono abbastanza orgogliosa. Volevo ringraziare chi è arrivato a leggere fino a qui perché, wow, quasi 32k parole sono tante. E volevo dire grazie anche a Federica per il banner e a L. che mi ha sostenuto e aiutato nei momenti di blocco.
Grazie a chi ha letto e a chi lascerà un commento.
Un abbraccio, a presto.
Gaia
  
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