Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Elenie87    31/10/2015    28 recensioni
A seguito della scomparsa della Sfera dei Quattro Spiriti, Kagome non è più riuscita a riattraversare il pozzo. Inuyasha e la ragazza vivranno le loro vite separate e moriranno nelle rispettive epoche. E se il destino avesse ancora un'ultima carta da giocare? Se il loro amore fosse soppravvisuto al tempo? Le loro anime si reincarneranno nel futuro, e con loro ci saranno anche Sango e Miroku. Riusciranno Inuyasha e Kagome ad incontrarsi? Riusciranno a ricordarsi del loro passato? Tutto dipenderà da un unico elemento: l'amore. Ed un pizzico di mistero.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cosa dire. L'ultimo capitolo e la fine di questa fanfiction. La mia creatura, la mia bambina. Ammetto di essermi commossa mentre scrivevo le ultime righe.
Questo è il finale che ho sempre voluto dare.Spero che quando lo leggere ne coglierete il senso.
Quanto a voi che dirvi... GRAZIE... grazie di cuore ad ognuno di voi che ha commentato, a chi mi ha scritto, a chi mi ha supportato, a chi ha aggiunto la storia tra le preferite e le seguite... grazie di cuore.
Non sarei arrivata alla fine senza il vostro affetto.
Spero di non deludere le vostre aspettative con questo finale.
Spero di leggere taaaaaanti vostri commenti, sopratutto da chi non l'ha mai fatto. Fatemi sapere cosa ne pensato ora che questa storia giunge alla sua conclusione.
Ancora grazie a tutti! Se volete aggiungermi su Facebook per fare due chiacchiere o qualsiasi altra cosa, ovviamente sono disponibile! Mandatemi un messaggio :)
Vi abbraccio tutti di cuore. Manu!




EPILOGO



Epoca Sengoku
 
Sesshomaru guardò la tomba di Inuyasha senza lasciar trapelare la minima emozione.
Erano passati cento anni dalla sua morte. Aveva visto spegnersi tutti i compagni di viaggio del fratello ed ora vi erano i loro figli a proteggere il villaggio. Il luogo in cui riposava Inuyasha era diventato un posto di preghiera e sacro, in memoria del mezzo demone che aveva per anni protetto la gente del posto dai demoni.
Anche Rin se ne era andata. L'aveva osservata crescere ed unirsi ad un compagno. Ricordava i sentimenti discordanti che l'avevano attraversato in quel periodo. All'inizio il desiderio di affondare gli artigli nella carne dell'umano era stato quasi un istinto irrefrenabile.  Non aveva compreso quale fosse l' impulso che gli aveva invaso l'animo, assomigliava molto a quella che gli essere umani chiamano "gelosia". Poi, però, aveva visto il sorriso sul volto della ragazza ed aveva sfogato il suo istinto su qualche sciocco demone che aveva incrociato sulla sua strada.
In quei giorni aveva avuto modo di riflettere e si era sentito terribilmente vulnerabile. Ma lui era Sesshomaru, il principe dei demoni, e non era plausibile che si sentisse tale. Aveva perciò cacciato via quei pensieri con rabbia.
-Sesshomaru-sama, va tutto bene?-
La voce di Jaken, il suo servitore, lo distolse dai suoi pensieri.
Non rispose continuando a fissare la tomba di Inuyasha.
"Simili"
Non aveva mai creduto di poter utilizzare quella parola per paragonarsi a quello sciocco mezzo demone ed a suo padre. Eppure... inutile negarlo. Aveva odiato Inuyasha per la sua fragilità ed il suo sangue impuro, aveva ripudiato suo padre per essersi legato ad una donna umana. Ma lui stesso si era legato ad una bambina... L' aveva amata come un padre, protetta con ogni suo mezzo, e non senza fatica aveva dovuto dar ragione ad Inuyasha, alle parole che gli disse quel giorno, mentre stava morendo.
Lui voleva bene a Rin.
-Tsk-
Un ghigno di scherno apparve sul suo volto, mentre la sua mano stringeva  convulsamente la presa su Tessaiga.
Aveva usato la spada si e no tre volte in cento anni. Ed ogni volta che la sfoderava si sentiva opprimente l'ombra di suo fratello.
"Sensi di colpa?", si chiese.
No, lui non provava questo genere di sentimenti. Forse era l'aver capito in una minima parte quanto Inuyasha aveva provato per Kagome a farlo sentire così. L'aveva deriso, disprezzato per l'amore che aveva legato suo fratello alla ragazza. Invece, oggi, si trovava ad aver compreso parte di quel sentimento ed il dolore della perdita dopo la scomparsa di Rin.
-Sono pronto, padrone- disse Jaken.
-Procedi- rispose gelidamente.
Dopo un breve rituale, un enorme squarcio nel cielo si aprì innanzi a loro. Con agile balzo Sesshomaru entrò nel portale spalancato assieme a Jaken. Volarono per qualche minuto nel cielo azzurro, per poi atterrare delicatamente tra le ossa che riempivano quel mondo.
Quelle ossa le conosceva bene. La tomba di suo padre.
Entrò con l'eleganza che lo rappresentava tra le fauci dello scheletro.
"Padre"
Arrivò di fronte la roccia in cui era stata estratta precedentemente Tessaiga e la osservò.
Ci aveva messo parecchio a trovare qualcuno in grado di riaprire momentaneamente il portale per condurlo al regno dei morti, ma ce l'aveva fatta.
Quei maledetti sentimenti che erano nati nel suo animo l'avevano spinto a fare questo gesto, per quanto al di fuori della sua consuetudine e della sua gelida padronanza delle emozioni.
Estrasse Tessaiga e la riposizionò nella sua culla originaria.
-Sesshomaru-sama, non capisco perchè volete liberarvi di Tessaiga ora che finalmente è nelle vostre mani- brontolò Jaken.
-Sta zitto, Jaken, o ti lascio marcire in questo luogo- rispose secco.
Il servitore si irrigidì e piagnucolò delle scuse.
"Con questo Inuyasha, siamo pari"
Si voltò ed uscì dalla tomba, per poi iniziare a volare, mentre Jaken si aggrappava saldamente alla sua coda, raggiungendo nuovamente il portale che l'avrebbe ricondotto nel regno mortale.
Prima di oltrepassare per l'ultima volta la porta tra i due mondi si voltò per un istante. I suoi occhi che esprimevano una malinconia mai raccontata.
"Padre... ora io ti comprendo"
 
Anno 2082.
 
Kagome affacciata al balcone della sua nuova casa osservava il cielo azzurro di quella calda giornata estiva.
Molte cose erano cambiate da quando aveva incontrato Inuyasha. Dopo aver riacquistato i loro ricordi avevano iniziato a frequentarsi, a raccontarsi le loro vite, ad uscire come una comune coppia.
La felicità aveva invaso il suo cuore. Il ragazzo si era dimostrato premuroso ed in molte occasioni dolce al di fuori delle aspettative, seppur preservasse il suo carattere spesso scontroso ed irascibile.
Con sommo stupore e sollievo, in questa vita i tormenti di Inuyasha legati alla suo passato di mezzo demone non si erano ripresentati. Compresi quelli di Kikyo.
Poi un giorno di due anni prima, dopo aver fatto l'amore l'aveva stretta tra le braccia e nel suo solito stile le aveva chiesto di sposarlo. Non ci aveva pensato due volte nel buttargli le braccia al collo e riempirgli il viso di baci dalla gioia, mormorando un "sì" tra le lacrime.
Sorrise teneramente.
Mentre era presa in queste riflessioni, sentì due forti braccia avvolgerla in un dolce abbraccio ed un bacio posarsi sulla sua guancia.
-Non farà un po' troppo caldo per stare qui fuori?- chiese Inuyasha.
Lei scosse la testa.
-Sto benissimo. Smettila di preoccuparti per nulla- rispose voltandosi nel suo abbraccio e guardando negli occhi il ragazzo.
-Anche l'altro giorno non dovevo preoccuparmi per il tuo bagno relax, ma poi qualcuno mi ha chiamato perchè non riusciva ad uscire dalla vasca... sai mi ricordavi molto una balenottera arenata- disse lui con un sorriso di scherno.
Kagome lo colpì al petto con un pugno.
-Antipatico! Non è colpa mia se questa pancia è cresciuta sino a questo punto! Mi sento un pallone- piagnucolò lei sfiorandosi il ventre gonfio con delicatezza.
Inuyasha rise teneramente e si chinò accarezzandole la pancia.
-Il nostro bambino cresce sano e forte, non è vero piccolo? E poi se assomiglierà al papà sarà sicuramente bellissimo-
Kagome roteò gli occhi.
-Narcisista- commentò ridacchiando.
Inuyasha la strinse tra le sue braccia.
-Credi che manchi molto?-
-Il termine è passato da una settimana. Sta a lui decidere quando venire al mondo-rispose lei.
Il ragazzo sorrise per poi posare le labbra sulle sue.
-Ti amo- sussurrò Kagome.
Inuyasha posò la fronte sulle sua e sospirò di felicità.
-Anche io-
 
Il giorno dopo.
-Kagome spingi!- esortò Inuyasha.
Le doglie erano iniziate da diverse ore ed ormai era giunto il momento culminante del parto.
-Zitto, idiota! A cuccia, a cuccia, a cuccia, a cuccia, a cuccia!- urlò la ragazza stringendo i lembi della coperta con forza.
Il ragazzo la guardò tra lo sbigottito ed il disperato.
"Per quale diamine di motivo se la deve prendere con me?!"
-E' tutta colpa tua! Idiota, cretino, stupido!-  continuò lei imprecando contro di lui.
-Ka-Kagome cerca di calmarti. Pensa a far nascere il bambino- provò lui ad esortarla, guadagnandosi l'ennesima occhiata fulminante della moglie.
Un medico lo guardò con comprensione, per poi tornare a concentrarsi su Kagome.
-Coraggio, spinga. Perfetto! Ormai ci siamo, si vede la testa!- esultò l'ostetrica.
La ragazza fece quanto detto e dopo pochi secondi finalmente il piantò del neonato irruppe nella stanza.
 
-Oh, Kagome, è uno splendore- mormorò Sango asciugandosi le lacrime.
-Davvero? Ci ha fatto penare questo piccoletto, non voleva saperne di nascere- disse Kagome guardando l'amica.
-Sei stata bravissima- si complimentò Miroku -Allora, Inuyasha, come ti senti ad essere padre?-
Il ragazzo arrossì.
-B-beh... felice direi- biascicò osservando il bambino.
-Che nome avete scelto infine?- chiese Sango sedendosi accanto all'amica sul letto.
Kagome guardò il piccolo che tentava di aprire gli occhietti.
Un moto di tenerezza le riempì l'anima, mentre gli occhi si inumidirono per l'emozione.
Il bambino alzò leggermente le palpebre e la ragazza sussultò.
"Co-cosa?"
Una luce bianca l'avvolse e si trovò sola nella stanza, con in braccio il figlio.
-Che succede?!-
Il cuore prese a batterle furiosamente nel petto.
-Calmati Kagome, va tutto bene-
"Questa voce...", pensò stupita.
-Sa..Sakimitama?- chiese incerta.
Da una leggera nebbia lo Spirito avanzò verso di lei, nuovamente sotto le vesti della veggente.
-Ci rivediamo Kagome- disse con un sorriso.
-Cosa... perchè sono qui?-
Sakimitama si avvicinò a lei.
-Dovevamo completare il tuo desiderio, non credi?- disse enigmatico.
Kagome lo guardò confusa.
-Non capisco-
Lo spirito sorrise sghembo.
-Ripensa a ciò che hai chiesto quel giorno. Non manca qualcuno, nel tuo presente?-
-Io... ricordo di aver chiesto di rivedere i miei amici ed Inuyasha...- mormorò la ragazza.
-E ci sono tutti?- incalzò ancora Sakimitama.
Kagome guardò il bambino, che ora aveva gli occhi aperti.
"Occhi verdi..."
Sussultò sobbalzando come una molla, la bocca si aprì per lo stupore e fissò lo spirito.
-Non... non è possibile!-
Lui rise.
-Invece lo è. Anche lui era degno di essere ricompensato. Bada però... i Kami hanno deciso di non restituirgli i suoi ricordi, avendo avuto una minor incisione nella vicenda. Ma hanno comunque voluto premiare il suo coraggio ed il suo amore nei vostri confronti-
Kagome non riusciva a parlare.
"Kami -sama....mio figlio..."
-Come ti senti, Kagome?- chiese lui, notando lo shock sul suo volto.
-Io... sono stupita.... ma... felice- concluse mentre un sorriso illuminò il suo volto.
Carezzò il volto del figlio e poi guardò Sakimitama.
-Grazie-
Lo spirito la guardò dolcemente e poi iniziò ad allontanarsi.
-Te ne vai?- domandò lei.
-Questa volta è un addio, Kagome- sentenziò mentre la luce bianca iniziò di nuovo ad illuminarla.
-A-aspetta!- urlò allungando un braccio verso di lui.
 
-Kagome! Kagome! Svegliati-
La voce di Inuyasha la fece sobbalzare. Aprì gli occhi di scatto con un sussulto.
-Dio! Tu mi farai morire di crepacuore prima o poi!- ringhiò abbracciandola di slancio.
-Tesoro che è successo?- chiese Sango preoccupata. -All'improvviso hai chiuso gli occhi e ti sei addormentata. Stavamo per chiamare i dottori-
-Quanto.. quanto tempo ho dormito?- mormorò intontita.
-Circa trenta secondi- rispose Miroku, anche lui osservandola con sguardo preoccupato.
Rimase in silenzio qualche attimo, sentendo il battito frenetico del suo cuore.
Deglutì. Ancora non riusciva a crederci.
-Io... ho visto Sakimitama- disse.
-Che cosa?!- urlarono tutti contemporaneamente.
-Ma perchè? Cosa ti ha detto?- domandò con ansia Inuyasha.
Kagome arrossì, iniziando a balbettare.
"Kami, non ho idea di come la prenderà Inuyasha...", pensò immaginandosi una sua possibile sfuriata.
-E-ecco..credo che più che.. spie-spiegartelo potrò fartelo ve-vedere-
Voltò leggermente il bambino verso il marito, che lo osservò sbattendo le palpebre.
-E cosa dovrei vedere?- chiese Inuyasha.
Kagome lo fulminò.
-Concentrati, stupido! Guarda i suoi occhi!- disse secca.
Inuyasha osservò suo figlio per qualche secondo, notando dei luminosi occhi verdi spiccare sul volto del neonato.
"Dove li ho già visti?", riflettè.
L'immagine di un cucciolo di demone volte si palesò nella sua memoria e fece un salto indietro capendo l'ovvietà.
-Co-cosa?.....Shippo?- chiese guardando Kagome perplesso.
E lei annuì.
Miroku e Sango si guardarono ad occhi sgranati, mentre Inuyasha era rimasto di sale.
-Lo spirito ha detto che anche lui meritava una ricompensa, ma che non riacquisirà i suoi ricordi- spiegò Kagome.
Il marito si avvicinò al piccolo e gli fece una leggera carezza sulla testa. Ricordò il dolore di Shippo sulla sua tomba e l'immagine di lui addormentato su di essa gli riempì il cuore di tristezza... e amore.
-Razza di rompi scatole- mormorò.
La ragazza non percepì alcun astio in quelle parole, ma solo un infinita dolcezza. Gli occhi di Inuyasha brillavano quando si posarono su di lei.
-Così ora ci siamo proprio tutti- disse Inuyasha.
Kagome annuì, mentre l'uomo che amava la stringeva teneramente a sè ed i loro amici li osservavano commossi.
Guardò suo figlio che si era addormentato tra le braccia ed una lacrima scese sul suo viso.
-Sì, ora siamo di nuovo tutti insieme-
 
Anno 2132
Inuyasha guardava le stelle dalla sua terrazza. Accanto a lui Kagome, avvolta nella coperta, stava col naso all'insù con un leggero sorriso sul volto.
Le rughe ormai segnavano i loro volti.
La loro vita era scorsa felice e serena ed era stata più che generosa. Dopo Shippo, avevano avuto un secondo figlio, una femmina: Maya. I loro bambini erano cresciuti sani e di nobili principi che lui e Kagome gli avevano insegnato, per poi diventare a loro volta adulti e genitori, facendo loro il dono di tre nipotini.
Sospirò, avvolgendo in un abbraccio la moglie stanca.
Purtroppo, la malattia che aveva afflitto il cuore di Kagome nella sua precedente vita l'aveva ricolpita, ma per fortuna molto più tardi.
Kagome gli aveva ripetuto nell'ultimo anno decine di volte che se ne sarebbe andata felice e senza alcun rimpianto.
-Lo sai Inuyasha? Dicono che quando un' anima pura muore, essa raggiunge il cielo. Ed in quel momento nasce una nuova stella- disse la voce flebile della moglie
Lui la guardò teneramente.
-Sei ancora la solita romantica- sussurrò lui.
Lei ridacchiò.
-E' un lato di me che non cambierà mai. Lo sai? Ti ho amato tanto Inuyasha, e credo che questo amore me lo porterò con me, ovunque io andrò-
Il cuore gli si strinse, sentendo quelle parole.
-Kagome.... Ovunque tu andrai, io sarò con te- gli disse deciso. Ed era vero. Nulla avrebbe vinto sul loro amore, ne era sicuro. Neanche la morte.
Lei sorrise e tornò a guardare il cielo.
-Ne sono certa- bisbigliò, mentre chiudeva gli occhi. -Guarda... una nuova... stella-
Inuyasha osservò la sua vita scivolare via, come previsto dai medici.
Un singulto gli salì in gola mentre la stringeva a sè, ed una lacrima bagnò il suo volto.
Si apprestò a guardare il cielo e vide una nuova luce brillare.
-E quella, Kagome, è la stella più bella- mormorò posandole un bacio tra i capelli.
Il cuore iniziò a battergli velocemente nel petto ed iniziò a mancargli l'aria.
Una risata di costernazione irruppe tra le lacrime. Si voltò verso la moglie e gli depositò un bacio sulle labbra.
-Arrivo subito, amore mio- sussurrò.
Se avesse detto a Kagome che anche il suo cuore si era ammalato lei l'avrebbe costretto con ogni mezzo ad operarsi e mettere quel maledetto by-pass. Ma dopo aver saputo che sua moglie l'avrebbe presto lasciato aveva tenuto quel segreto chiuso dentro di sè.
Le parole del cardiologo erano state chiare: un'emozione troppo forte può stroncarti.
Ed ora, il dolore che l'aveva invaso, stava vincendo la battaglia contro il suo cuore stanco.
La tachicardia aumentò, mentre una fitta al petto lo fece contorcere.
Si strinse maggiormente alla donna che per lui era tutto, e nell'ultimo istante della sua vita, all'ultimo battito della sua esistenza, sorrise.
Non aveva alcun rimorso o rimpianto.
Se avesse potuto scegliere avrebbe rifatto e rivissuto tutto.
Ogni cosa pur di incontrare ancora lei.
E se avesse potuto esprimere un desiderio l'avrebbe chiesto di nuovo.
Di poterla amare. Di poterla amare ancora. Ancora una volta.
 
 
E l'amore guardò il tempo e rise, perché sapeva di non averne bisogno.
Finse di morire per un giorno, e di rifiorire alla sera, senza leggi da rispettare.
Si addormentò in un angolo di cuore per un tempo che non esisteva.
Fuggì senza allontanarsi, ritornò senza essere partito, il tempo moriva e lui restava.
 
 
FINE
 
 
 
  
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