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Autore: AliceInWonderbook    02/11/2015    5 recensioni
Alice continua a sognare di tornare nel Paese delle Meraviglie, ma due buffe fatine vanno a prenderla per portarla all'Isola Che Non C'è
Genere: Fantasy, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alice Liddell, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Alice All'Isola Che Non C'è
Alice In Wonderbook


Alice era seduta ai piedi dell’albero su cui era solita arrampicarsi, intenta a leggere un grosso libro.
Dopo qualche pagina, poggiò il volume a terra, guardandosi intorno nella speranza di rivedere il Bianconiglio che l’aveva portata per la prima volta nel Paese delle Meraviglie. Erano anni che sperava di rivedere quel buffo coniglio con gli occhiali e l’enorme orologio da taschino, voleva disperatamente tornare in quel mondo magico, per sfuggire alla monotonia di tutti i giorni. Voleva vedere come se la passavano le strane creature che aveva incontrato lì.
Era così immersa nei ricordi di quel posto, che quasi non si accorse della piccola fata che le svolazzava davanti, scambiandola per una farfalla.
Quando si rese conto che quel minuscolo esserino aveva sembianze umane e le stava parlando, sgranò gli occhi e si inginocchiò per osservarla più da vicino.
Aveva i capelli biondi raccolti in uno chignon e un vestitino verde che sembrava ricavato da una foglia. Ai piedi portava delle scarpette verdi con un pompon fatto di petali di soffione e stretta in vita aveva una cintura carica di piccoli attrezzi, che stonava nettamente con le sembianze aggraziate da ballerina della fata.
Alice si accorse che accanto alla prima fatina ne levitava una seconda, con un vestito azzurro che le scivolava addosso, coprendole anche i piedi, formando pieghe sinuose che ricordavano un flusso d’acqua. Anche lei aveva i capelli biondi, portati lunghissimi e sciolti sulla schiena, tenuti fermi da un cerchietto imperlato di gocce d’acqua.
“C-ciao” balbettò Alice, stropicciandosi gli occhi per assicurarsi di essere sveglia e di non avere le visioni.
“Tu sei Alice?” chiese la prima fata, toccandole una guancia con il dito.
Lei annuì, ancora incredula.
“Vieni con noi” disse la seconda, con voce cristallina, che ricordò ad Alice il rumore dei torrenti in montagna.
Troppo incuriosita per chiedersi se fosse una buona idea, la ragazza si fece condurre dalle fatine in una radura nel bosco poco lontano da casa sua.
“Ora dobbiamo aspettare che venga il buio” sentenziò la fata vestita di verde, agitando il martello, in quello che doveva essere un gesto minaccioso.
“Metti giù quel coso, Trilli” la rimbrottò l’amica.
“Non ci penso proprio, devo essere preparata, nel caso questa ragazzina qui decida di scappare”.
La fata vestita di azzurro sospirò e si rivolse ad Alice.
“Devi scusarla, non è cattiva, ha solo difficoltà nel fidarsi delle persone”.
“Ti sento, Rani” disse Trilli, guardandola male.
“Cosa siete voi?” domandò Alice, prima che Rani potesse rispondere a Trilli.
“Te lo spiego dopo, ora dobbiamo andare” esclamò Trilli, librandosi in aria dal fungo su cui si era posata.
Alice si alzò in piedi e osservò Rani prendere per i piedi l’amica, iniziando a scuoterla vicino a lei, ricoprendola di una sottilissima polverina dorata.
“Santo cielo, Rani! Avevo portato un intero sacchetto, non c’era bisogno che mi scuotessi così” si inviperì Trilli, brandendo il suo martello in una mano e il sacchetto di cui parlava nell’altra.
“Ops” ridacchiò l’altra, coprendosi la bocca con una mano.
Nel frattempo, Alice aveva cominciato a sollevarsi da terra, quel tanto che bastava per iniziare a preoccuparsi.
“Ehm… Perché sto volando via?”
Le due fatine smisero di litigare e si girarono a guardarla, per poi avvicinarsi a lei e spiegarle come direzionare il volo ed evitare le nuvole.
Quando furono sicure che lei avesse capito tutto, iniziarono a volare verso… Beh, ad Alice sembrava che volassero verso il nulla.
“Dove stiamo andando?” urlò per sovrastare il suono del vento.
“All’Isola Che Non C’è! Seconda stella a destra e poi via, fino al mattino” le spiegò Rani, probabilmente ritenendola una spiegazione esauriente.
Dopo un’intera notte di volo, al sorgere del sole, Alice si ritrovò davanti ad uno spettacolo meraviglioso.
Un’isola coperta di verde si stagliava all’orizzonte e man a mano che si avvicinavano, riusciva a scorgere sempre più particolari, che la lasciarono senza fiato.
C’era una baia in cui erano ormeggiata una nave che somigliava in maniera incredibile a quelle che aveva visto nelle illustrazioni dei libri di avventura, intorno alla quale nuotava tranquillamente un coccodrillo, che emetteva uno strano ticchettio. In lontananza si innalzavano delle montagne semi nascoste dalle nuvole, un accampamento di tepee e un’isola calcarea a forma di teschio.
In una laguna, delle sirene giocavano a nascondino e si specchiavano, lisciandosi e intrecciandosi i capelli a vicenda.
“Benvenuta all’Isola Che Non C’è!” esclamò un ragazzino con i capelli rossi e il naso all’insù. Doveva avere circa la sua età, ma sorrideva come un neonato al suono della ninna nanna della madre. Indossava un completo verde e un buffo cappello in tinta.
“Grazie, anche se non sono sicura di sapere cosa significhi” sorrise Alice, passandosi una mano tra i capelli, con aria impacciata.
“Vedrai che capirai” disse il ragazzo, mentre un ombra gli oscurava lo sguardo per qualche secondo.
Durò così poco che Alice pensò di esserselo immaginato.
“Comunque, io sono Peter” si presentò lui.
“Piacere, Peter. Io sono Alice” rispose lei.
Peter sospirò, pensando alla faccia che avrebbe fatto Alice quando fosse arrivato il momento di spiegarle che non sarebbe mai tornata da dov’era venuta e che sarebbe dovuta restare a vivere nella radura dei Bimbi Sperduti, che si stava popolando ogni giorno di più, accogliendo anche ragazze come lei.
“Ci divertiremo, vedrai” le assicurò il ragazzo con un altro sorriso, stavolta un po’ meno brillante di quello precedente.

NdA
ho inserito Rani, oltre che Trilli, perché è una delle mie fate preferite, ma essendo una delle vecchie Disney Fairies (quelle precedenti il film), è molto poco conosciuta e volevo darle spazio. Il finale è allusivo alla vera storia dei bimbi sperduti, che se non conosci, vivi meglio. So che i bimbi sperduti sono solo maschi, ma ho voluto aggiungere Alice e delle ipotetiche altre ragazze.
Baci e biscotti della fortuna,
Alice In Wonderbook
  
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