Fumetti/Cartoni europei > Dylan Dog
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Autore: Old Rick    03/11/2015    2 recensioni
Un uomo malato, triste e debole. Il racconto getta luce sugli ultimi istanti di vita di un essere umano attraverso una lettera; un piccolo foglietto di carta stropicciato indirizzato al suo vecchio compagno d’avventura…
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dylan Dog, Groucho, Marina Kimball
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non respiro. Soffoco. Bel modo di cominciare una lettera non trovi? Amico mio? Le labbra secche, i capelli sporchi e deboli; potrei raccontarti che ieri ho visto una ciocca bella grande sul mio cuscino. Sto morendo? Forse. Ma non ho paura della morte, io non la temo. Provo invece sofferenza per te. Non puoi saperlo, ma ti ho pensato a lungo in questi giorni, ai nostri vecchi ricordi, alle tue battute, al tuo modo di fare. Non riesco a trovare parole per descrivere questo lamentoso calvario; davvero, mi sento inutile. Devo dipendere da tutti e tutto; non posso nemmeno pisciare da solo. Ci deve essere per forza un’infermiera a occuparsi di me.  Il dottore dice che mi mancano solo pochi giorni, eh…che strano.  Mi sono sempre sentito immortale, come un supereroe. La storia della mia vita, tu, lei, il buon vecchio, il mio galeone, il clarinetto; cosa resterà di me? Cenere, ci ho pensato molto in questi giorni. Ti prego, amico mio, devi fare un’ultima cosa per me, brucia il mio cadavere e metti le ceneri in un vassoio pieno di terra fertile. Forse un giorno tornerò sotto forma di un fiore, spero proprio il mio preferito, il crisantemo. Ironico vero? Come siamo deboli noi esseri umani dinanzi al nulla, come siamo tristi e minuscoli pensando all’immenso e infinito universo. Ti dirò, amico mio, rallegrati se ti dico che ho avuto molto tempo per pensare in questo letto. Ho toccato con le dita l’acciaio da cui è composto, e ho annusato intensamente l’odore di cui è avvolto; non prendermi per pazzo, ma la fine della propria vita è il giungere a concepire una nuova dimensione di esso. Non ho mai creduto in Dio, mio vecchio amico. Se non sbaglio anche tu sei ateo, giusto? O era il tuo alter ego? Non importa. Sai cosa mi mancherà di questo mondo? Te, amico mio. Ci sei sempre stato, con tanto di sorriso. C’è stato un tempo della mia vita che è andato via, e ora l’altro me se ne sta andando. Lei era il mio amore, tu sei il mio coraggio. Quante volte mi hai salvato? Ho perso il conto.  Quante volte mi hai risollevato da terra quando ero ubriaco? Ho paura, amico mio. Ho paura di non sentirti più; ho paura di ritrovarmi a vivere la morte, piuttosto che allontanarla. Soffro perché ho paura di morire da solo. Soffoco. Soffoco…piango. Mi tremano le mani…soffoco. Ho paura…ti prego…ti…mi mancherete…ora posso osservare il suo dolce e candido viso, te la ricordi? I suoi capelli biondi? Nel dolore ci penso; una vita con lei…dei figli con lei. Quando vorrei tornare indietro e fermarla, bloccare ogni stante e sussurrare al suo orecchio “Vieni via con me”. Ormai è troppo tardi. Ora mi rimani solo tu. Sto finendo l’inchiostro e sento l’anima scivolare via dal corpo. Vuole scappare, vuole abbandonare questa carne. Che dolore amico mio…che dolore perdere le persone che più si amano….


 
   
 
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