Film > James Bond 007
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Autore: thebrightstarofthewest    06/11/2015    2 recensioni
Franz Oberhauser odia. Odia suo padre, che lo ha sostituito con un moccioso dagli occhi dolci; odia James Bond, che dovrebbe considerare come un fratello; odia la propria stessa esistenza. Ma dalle ceneri dell'odio e della vendetta, la vita può nascere di nuovo: Franz dovrà uccidere, per ritrovare se stesso, e per andare avanti. Ma lo farà con immenso piacere.
La mia è una piccola one shot senza pretese, che cerca di inquadrare il personaggio interpretato da Christoph Waltz in Spectre durante la fanciullezza, sottolineando la sua follia, il suo cieco desiderio di vendetta.
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, James Bond
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Jealous God
"Perfect with our flaws."

 

Il vento gelido soffiava contro il lato della montagna, in un fischio acuto di rabbia e disperazione; Franz lo ascoltava, mentre i suoi piedi si muovevano lentamente sulla neve intonsa e il suo cuore batteva forte, e percepiva, in quel lontano fischio, lo specchio dei suoi sentimenti. L'odio, l'ira, il desiderio di vendetta. Erano tutti riuniti in quel richiamo selvaggio della natura, così come nel suo cuore.
Pochi passi più avanti suo padre procedeva spedito sulla parete scoscesa, ansimando appena; il suo respiro si condensava in minuscole nuvole bianche, leggere e fugaci. Ognuna di quelle nuvole era un insulto, un crimine, per Franz: un padre non merita di esistere se non ama il figlio. La sua era un'insulsa vita rubata. Digrignò i denti, scoprendo le gengive rosse, le tempie che gli pulsavano selvaggiamente: odio, ira, desiderio di vendetta.
"Forza Franz, tieni il passo", esclamò l'uomo, accompagnando le parole con un ampio gesto della mano. Oh sì, Franz, tieni il passo. Sei lento, Franz, così lento. Guarda i tuoi piedi, i tuoi piccoli piedi, come arrancano a vuoto nella neve. Non sei come James, Franz, non lo sei mai stato e non lo sarai mai, Franz, mai. James è un ragazzino sveglio, figlio mio, sveglio ed atletico: non lo vedi? Non vedi la scintilla dell'intelligenza nei suoi grandi occhi azzurri, Franz?
James Bond. L'orfano dal cuore gentile adottato da suo padre non aveva impiegato che un istante per rubare a Franz quell'amore che suo padre non gli aveva mai dato. E avrebbe dovuto considerarlo come un fratello... un fratello!
Si fermò di scatto e si nascose il volto tra le mani. Non voleva vedere, non voleva vedere; ma quegli occhi blu regnavano sovrani nell'oscurità dietro le sue palpebre. E con essi l'odio, l'ira, il desiderio di vendetta.
"Franz, tutto bene?", domandò il padre, porgendogli il braccio per rialzarsi.
Un inquietante e grottesco sogghigno si dipinse sul viso del ragazzo, deformandogli i lineamenti: gli occhi marroni si infossarono, divenendo neri come il cielo plumbeo sopra le loro teste, e mille rughe d'espressione apparvero, profonde e terribili.
Si aggrappò al braccio del genitore, ma non fu per rimettersi in piedi: lo afferrò per il colletto del pesante giubbotto da montagna e gli si fece vicino. Da lì riusciva a percepire il suo respiro sul viso. Quel respiro rubato, quel crimine nei suoi confronti. La mascella gli tremò per il furore. "Conosci la leggenda delle vipere, padre?", sibilò, "È una stupida superstizione italiana, eppure contiene una brillante allegoria della bassezza del genere umano... Si dice che le vipere, al momento di mettere al mondo i propri piccoli, si rechino sulle fronde degli alberi, espellendo la prole in basso, nel sottobosco. E sai perché?".
"Figliolo, cosa stai...".
"Sai perché?", continuò, stringendo ancora di più le dita intorno all'indumento, "Perché altrimenti i suoi figli, quei piccoli demoni, divorerebbero quella madre che con tanta fatica li ha messi al mondo". Rise forte, il suono cristallino della risata riecheggiò tra le montagne. Le sue mani scivolarono intorno al collo del padre. Era così ruvida la sua pelle, e anche calda, piena di vita.
Strinse, strinse ancora, le unghie che entravano nella carne.
 Lo fissò, ma tutto ciò che vedeva erano gli occhi azzurri. Quei maledetti occhi azzurri. James, maledetto James.
Quando parlò di nuovo, la sua voce apparve roca e distorta: "Io sono il tuo piccolo demonio. Io sono la tua piccola vipera. Sono il figlio che non hai mai voluto. Solo il figlio legittimo divenuto bastardo. Non mi hai voluto abbandonare, ma mi hai sostituito… ed allora, sarò io a punirti".
Con un grido, il genitore lo spinse via, portandosi una mano sul collo ferito. Franz, però, fu più svelto: in una nuvola eterea di neve, innalzata dal vento, impugnò il suo coltello.
Fu un istante.
Con tutta la forza che aveva, lo caricò e, con la lama, lo trapassò da parte a parte
Una volta.
E ancora, ancora, ancora.
Il sangue gli insozzava i vestiti, il lontano rimbombare dei tuoni lo accompagnava, mentre le tempie gli pulsavano.
Non si accorse nemmeno di averlo ucciso. Accadde e basta. Dopo decine di spinte, convulsioni e grida, il corpo si fece rigido ed immobile. Che buffo, che era, con quegli occhi sbarrati, che osservavano ottusamente la volta celeste.
Franz rise, rise di lui, poi lo afferrò e gridò. "Mi vedi, ora, padre?", urlò, a pieni polmoni, "Mi vedi?".
E poi, d’un tratto, fu pace. L’ira si dissipò, ma non l’odio. Oh no, e neppure il desiderio di vendetta.
Perché non solo quell'uomo degenere… quel “padre” era oggetto della sua ira. Non solo lui andava punito.
 Si mise a sedere sulla neve un tempo intonsa, adesso ricolma di ampie macchie di sangue, scure e dense, e guardò giù, verso la valle, alla ricerca di qualcosa e, al tempo stesso, alla ricerca del nulla. Presto si sarebbe sbarazzato del cadavere: lo avrebbe fatto scivolare giù dalla montagna, sperando di provocare una valanga. Ma ora, aveva altro da pianificare.
Franz Oberhauser era morto.
Ernst Stavro Blofeld stava per nascere, con una sola idea per la testa: distruggere James Bond.
Rise, rise forte, e sentì che, con la morte, una nuova vita si stava ergendo, oscura ed immensa, come un dio geloso, pronto a proferire dolore e sventure.
La risata si perse nel silenzio delle cime imbiancate.

Angolo dell'autrice:
Salve a tutti,
Premetto che sono una grande appassionata di James Bond, così come anche di Christoph Waltz, e nonostante Spectre non mi abbia fatto impazzire, ho trovato Obenhauser un personaggio dal potenziale illimitato. E quindi eccomi qui, ad immaginare come abbia potuto uccidere il padre. Spero di aver fatto un lavoro decente, perché ho fatto molta fatica a buttarla giù. Il titolo è ispirato alla canzone "Jealous Gods" dei Poets of the Fall.
Thanks for reading,
thebrightstarofthewest

 
  
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