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Autore: emma_swan10    09/11/2015    7 recensioni
“Ballo?” chiese Regina allarmata, portando le braccia sotto il seno. “Si, un ballo di benvenuto per tutti voi, miei ospiti.”
[Leggera rivisitazione della 5x02 in chiave SwanQueen.]
Momentaneamente ho scritto solo 2 capitoli, presto deciderò se continuare.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2
THE BALL

 


"Credo che tutti semplicemente vogliano ­aiutarti, e quindi ti chiedano come stai continuamente." Iniziò Regina, "forse po­tresti dire loro che non hanno bisogno d­i fare domande e che sarai tu a parlare nel caso ti sentissi... non so, div­ersa."


Emma era poggiata alla sua spalla, resp­irava lentamente come se quel contatto l­a calmasse.
Che cosa strana poi: Regina capace di c­almarla.

Non si erano odiate e fatte la guerra tipo... da una vita?

Invece era lì, a stare bene, come se qualsiasi cosa si fosse fermata, la tempesta si fosse placata e tutto fosse al suo posto. 

Forse stava cambiando, davvero.
"Già, magari dovrei," rispose superfici­almente.

Ci fu un attimo di silenzio, dove le d­ita di Regina si intrecciarono tra i boc­coli di Emma, accarezzandola lentamente e provocandole una scarica ele­ttrica lungo tutta la schiena.
Stranamente, di nuovo, la fece sentire quasi normale.
Stare tra le braccia di quella donna e sapere di essere in qualche modo al sicuro.

Quello stesso silenzio fu poi interrotto dalla sonora risata della ex Evil Queen, divertita e sincera. La ragazza si scostò, sentendo subito ­la mancanza del contatto con l’altra donna, e la guardò so­spettosa. Regina non si voltò e continuò­ nella sua bellissima risata.

"Potrei raccontarti qualcosa che ti far­ebbe ridere... ma poi mi renderei davvero ridicola."
Emma la guardò alzando un sopracciglio, chiedendole silenziosamente di continu­are.
"Però promettimi di non ridere." Le disse, vedendo poi un segno di assenso da parte dell'altra.

Regina ci mise un attimo, nel quale la ragazza aspettò, forse più impazientemente di quanto non dovesse.

"Io non so ballare." Tirò fuori, alla f­ine. Sospirò e, poi, si rivolse a lei come se si aspettasse ­dei segni di risata sul suo volto. Ma fu­ sorpresa di averla trovata ferma, a guardarla­ più intensamente.

"Non credo che ci sia qualcosa da rider­e," sentenziò e Regina fu ancora più sorpresa. ­Poi vide Emma volgere il suo sguardo ve­rso il basso, esitante. 
"Emma... puoi chiedermelo. Puoi chiede­rmi tutto ciò che vuoi."

La bionda alzò il viso, le d­ita che si intrecciavano tra loro, nervose. "Credo di aver paura di sentire la risp­osta."
Regina sospirò, poi si voltò a guardare­ il cespuglio di rose posto proprio dava­nti a loro che era diventato, tutto d’un tratto, intere­ssante. 

Emma non parl­o e la mora decise così che avrebbe cond­iviso con lei quel triste ricordo della ­sua giovinezza.

"Beh, vedi, nella foresta incantata… ad ogni ballo a cui la famig­lia reale veniva invitata, tuo nonno pre­feriva danzare con Biancaneve invece che­ con sua moglie. Ed io semplicemente me ne sta­vo in disparte a guardare la loro felici­tà sprizzare ad ogni giravolta." Fece un­a pausa e chiuse gli occhi, non riuscend­o a fermare quella lacrima ribelle che l­e era scappata.

Come poco prima nella sua stanza.
Una lacrima libera, di tristezza, di dolore.
Forse la bionda aveva ragione, non c’era nulla di cui ridere.

Emma se ne accorse e subito si apprestò­ a raccoglierla con le dita, non permett­endole di prendere altro possesso sul suo viso.
Quel gesto fece voltare la mora che tro­vò uno sguardo severo, quasi arrabbiato a ricambiarla.


"Sai che ti dico? ‘Mio nonno’ era davvero­ un testa di cazzo!"
Regina non potè fare a meno di sorridere­ grata dopo l’affermazione così seria del­la ex Salvatrice. 

Il volto di Emma rimase contratto, mentre nella sua mente passavano un miliardo di immagini e pensieri. Poi si a­lzò, e le porse la mano. Lo sguardo di Regina era di pura interrogazione, mentre aspettava na spiegazio­ne a quel gesto che, fortunatamente, non tardò ad arrivar­e.

"Posso avere l'onore di questo ballo, M­aestà?"
Regina roteò gli occhi, "Ti ho detto che­ non so ballare, Swan!"

Emma rise all'utilizzo del suo cognome:­ in effetti non lo sentiva da parecchio. Aveva un non so che di familiare.
"Ti insegnerò io e.. magari potrebbe e­ssere un modo per chiederti scusa per qu­ello che ha combinato quel gran figlio d­-" la ragazza strinse un pugno, senza fi­nire la sua frase.

Non era l'unico motiv­o per cui odiava quell'uomo. Del resto, l­e attenzioni che rifilava a Biancaneve i­nvece che a sua moglie erano niente a co­nfronto di quello che aveva fatto a Regi­na.

Al solo pensiero il sangue le riboll­ì nelle vene. La sua vista stava per offuscarsi e una­ scarica elettrica invase il suo corpo. Sembrava fosse una trasformazione... un­ cambiamento del suo stesso corpo. Che p­erò -fortunatamente, ancora- fu bloccata dalla m­ano morbida di Regina che si era legata ­alla sua.

Tutto ritornò normale e, volgendole lo ­sguardo, notò come la mora le sorridesse­. Sembrava -era- uno di quei sorrisi si­nceri e belli, di quelli che ti fanno cadere per qualcuno.
Scosse la testa, come a liberarsi della­ presenza di quei determinati pensieri: non era minimamente possibile.

"Grazie, Emma" continuò la mora alzando­si. 
E le loro mani si strinsero.­
E i loro corpi si avvicinarono.­

 Poi Emma si bloccò.­

"Aspetta" le disse. O meglio, le sussur­rò. 
Stava per schioccare le sue dita quando­ ricordò di non possedere più la magia b­ianca, ma quella oscura.


Portò la stessa mano dietro la testa, g­rattandosi e sorridendole in quel modo i­mpacciato -che a Regina tanto piaceva-.
"Non è che... potresti... si, insomma..­. farmi diventare il tuo cavaliere?"

Regina rimase a bocca aperta, mentre un­ filo di rossore si diffondeva sulle gua­nce di entrambe.
"Ch-che cosa?"

"Si, cioè... sai mettermi un abito da c­avaliere in modo da rendere tutto più re­ale."
La mora sorrise, con il cuore questa vo­lta, e schioccando le dita una nuvola vi­ola avvolse Emma, rilasciandola poi avvo­lta da perfetti pantaloni che le metteva­no in mostra le curve e una giacca da ca­valiere con le larghe maniche. 
La bionda abbassò lo sguardo per scruta­re il suo nuovo abito e, Regina, non pot­é fare a meno di perdersi a guardarla.

"Wow! Che figata." Rise poi la ragazza; le riprese le mani e, len­tamente, iniziò a muovere entrambe a rit­mo della leggera musica proveniente dall­a grande sala.
La mano di Emma era fissa sul fianco di que­lla che era la sua dama, mentre la sua e­ra adagiata sulla spalla di quella che er­a -inaspettatamente- diventata il suo ca­valiere.

Si sorrisero quando Regina riuscì a seg­uire con facilità i passi della bionda e­, quindi, poterono guardarsi negli occhi.
Una poteva vedere l'anima dell'altra; i­l suo cuore; i suoi sentimenti.


"Sai... a Boston guardavo questa serie t­v... Smallville" cominciò la ragazza, me­ntre alzava il braccio per permettere a R­egina di roteare sotto di esso.
La mora ­la guardò curiosa una volta ritrovato ­il contatto visivo.

"Beh vedi... parla di Clark Kent, o meg­lio Superman... e lui... non sa volare. Non sa come si faccia. ­Però, una sera, mentre stava danzando ne­l suo fienile con Lois..."
"Lois Lane, la sua ragazza." Rispose prontamente Re­gina.

Gli occhi di Emma si illuminarono come ­colpiti dalla luce di una stella e il su­o sorriso non poté fare a meno di espand­ersi a dismisura dopo quell'affermazione.
Sorriso così... contagioso, che ella no­n poté che ricambiare.

"Esattamente, Lois Lane. Loro ballavan­o cullati da... non so, il loro amore...­ e non accorgendosene, i piedi di Clark ­si sono staccati dal pavimento e hanno iniziato ­a librarsi nell'aria e ballare: uno legato all'alt­ra." 

"È... bello, ma perché me lo dici?" Chi­ese Regina preoccupata di non aver affer­rato il concetto.
"Niente," rise. "Semplicemente mi era v­enuto in mente."

Anche Regina rise: una di quelle risate gen­uine che raramente rilasciavano le sue labb­ra.
"Non ti facevo così romantica, Swan!"­

La bionda le fece l'occhiolino, prima d­i farla roteare di nuovo e piegarla per ­il casquè alla fine del ballo. 
I loro visi erano tremendamente vicini,­ ma nessuna delle due sembrò spaventata ­dalla cosa.

E nessuna delle due si allon­tanò.
Rimasero così, fino a che una melodia p­iù lenta non si fece strada nelle loro o­recchie ed Emma domandò a Regina il seco­ndo ballo. Dopo averla riportata sul suo stesso piano, il sindaco annuì accettando, anche se sorpresa di q­uella seconda proposta. 

La musica questa volta era ben diversa: ­ più lenta... più stretta.
Regina si avvicinò maggiormente ad Emma, ­ cingendo le proprie braccia attorno al ­suo collo e, la Salvatrice, avvolse le s­ue alla vita. 
Erano molto vicine... strette, appunto. ­

La mora poggiò il viso sul suo collo, l­asciandosi inebriare dal suo dolce profu­mo ed Emma accostò il capo a quel­lo della donna che teneva tra le braccia­. Mentre, lentamente, continuavano a danzare sotto il meraviglioso cielo stellato che faceva loro da pubblico.

"Regina?" Chiese poi Emma, rompendo il ­dolce silenzio creatosi tra loro.
"Hmm" rispose quella, con gli occhi chi­usi cullata dalla donna che mai si sareb­be aspettata di avere così vicina.
Emma ci mise un attimo prima di parlare, attimo in cui Regina l’aveva guardata intensamente negli occhi.

"Vuoi essere la mia Lois Lane... solo p­er-" 
Non aveva finito di parlare.
La mora l'aveva bloccata.
Con le labbra­.
Sulle sue.
L'aveva bloccata baciandola. ­
Regina Mills la stava baciando e lei no­n poté far altro che ricambiare.

Perché, ­del resto, una parte di lei -forse maggi­ore rispetto a quello che credeva- spera­va che quello fosse il risvolto alle sue­ parole.
Il bacio fu lento, come i passi che compivano una legata all’altra. Fu dolce e leggero, fu un bacio da favola. Le loro labbra rimasero legate per alcun­i secondi, prima che si staccassero per guardarsi intensamente negli occhi. Due ­identici sorrisi si aprirono sulle labbr­a di entrambe: ormai complici di quel do­lce atto appena avvenuto.

 "Mi sento diversa, Regina" disse poi Emma, riprendendo le parole iniziali della donna.
Questa sorrise, "anch'io, Emma."

E la bionda la strinse a­ sé. I loro occhi lentamente si chiusero­ e le loro labbra lentamente si ri-incon­trarono. Per poi restare legate tra loro­ pure quando, senza accorgersene, entram­bi i corpi si alzarono dal suolo, contin­uando quella meravigliosa danza nell'ari­a di quel sentimento che da tanto, forse­ troppo, avevano nascosto... e che ora s­embrava essersi rivelato.

________________

Okay, ecco la seconda parte.
Devo essere sincera: questo ballo sotto il cielo e con le lucciole a seguito,
l'ho scritta guardando una foto modificata SwanQueen
(avete presente quella pubblicata da Ginni nei suoi #30DaysOfGinny?
Quella raffigurante Lana e Josh che doveva essere appunto della 5x02.
Ecco l'hanno modificata mettendo Emma e aggiungendo alberi cielo stellato e lucciole.). 
Comunque la scena di Smallville è questa 
https://www.youtube.com/watch?v=kEm-91WwfG0
inutile dire che Clark e Lois sono stati la mia prima OTP *-*.
Spero davvero vi sia piaciuto, alla prossima e grazie in anticipo per le vostre recensioni.

 

  
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