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Autore: MaCk_a    09/11/2015    5 recensioni
Inghilterra, 1869.
Frederick è un giovane medico; disinteressato alle ricchezze e alla mondanità, sogna solo di poter sposare Lisa, amica di sempre. Tuttavia, quel sogno che gli era sempre apparso realizzabile, appare irraggiungibile in seguito alla comparsa di un conte italiano.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lorenzo Ranieri in Inghilterra non c’era mai stato e non conosceva una parola d’inglese; appena sbarcato, aveva spedito uno dei tre valletti che s’era portato dietro a cercare qualcuno che li conducesse da Elizabeth Logan, di cui aveva annotato l’indirizzo su un biglietto. Il volontario, che fu subito trovato e lautamente ricompensato, accompagnò il conte italiano in quella isolata e tranquilla campagna che, al tramonto, sembrava completamente deserta. Il verde regnava sovrano e l’unica traccia della presenza umana era data da due ville, costruite ai lati del viale principale.

Poiché non sapeva con sicurezza quale fosse la dimora di Lisa – pensava si trattasse di quella a sinistra, più elegante e curata, ma non era detto – Lorenzo chiese di fermare la carrozza davanti ai cancelli posizionati, uno di rimpetto all’altro, esattamente alla stessa altezza. Quello della dimora sulla destra era aperto. A raccogliere i bagagli furono ovviamente i valletti; Lorenzo, quando ebbe rimesso piede sulla terra, pensò solo a guardarsi attorno. Per lui non era una novità il verde, né tantomeno la solitudine; il castello della sua famiglia si ergeva su una montagna, in un paesello che il mondo avrebbe dimenticato se non ci fossero stati i Ranieri. Lui, Lorenzo, non aveva viaggiato molto proprio perché gli dispiaceva incredibilmente abbandonare quel luogo di pace e armonia che era Valle. Per compensare i pochi viaggi, pensò divertito, doveva essergli venuta voglia di sposare una straniera.

Mentre il conte rifletteva – ed era la cosa che sapeva fare meglio – i suoi domestici avevano intanto fatto così rumore da attrarre l’attenzione dell’abitante della casa dal cancello aperto. Uscendo sulla strada, Frederick Martin si trovò innanzi un giovane dalla carnagione scura – non così scura, in effetti, ma rispetto a Frederick poteva sembrare Otello – e alto quanto lui. Il ragazzo – aveva ventinove anni, si sarebbe poi scoperto – aveva capelli scuri e folti ma non lunghi, sopracciglia ben marcate e occhi castani che, alla luce del tramonto, assumevano una tonalità morbida.

In entrambi, nell’istante in cui si guardarono, accadde qualcosa. Lorenzo non aveva mai sperimentato nulla del genere, non essendo persona che si affidasse all’intuito; Frederick, invece, già conosceva quella sensazione. Era come se, in uno sguardo, si potesse predire in qualche modo il futuro. Guardando Lisa, Fred aveva un giorno avuto la certezza che sarebbe stato legato a lei per sempre. Non era una speranza, non aveva a che fare con l’amore o l’affetto: si era trattata di una premonizione. Ora, Lorenzo e Frederick, ancor prima di conoscersi, seppero che sarebbero stati legati. Come, non avrebbero potuto dirlo. Forse il legame non sarebbe stato neanche piacevole, come del tutto piacevole non era quella sensazione. Lorenzo, però, ebbe subito l’impressione di potersi fidare e pronunciò un educato “buona sera”, rendendosi conto in un secondo momento di quanto fosse inutile, dato che non aveva parlato in inglese; enorme fu il suo stupore quando il ragazzo gli rispose. Frederick che, come Lisa, aveva madre toscana, spiegò a Lorenzo chi fosse e come avesse sentito parlare del conte italiano che sarebbe presto giunto a far visita alla sua amica Lisa.

In breve, col cuore in gola, Fred si propose di accompagnare il nemico dalla donna che entrambi desideravano.

 Elizabeth Logan, dopo aver udito la voce dell’amico urlare di aprire il cancello, aveva fatto ricorso a tutto il suo autocontrollo per restare ferma accanto alle rose, senza correre incontro a Fred. L’aveva fatta arrabbiare con la sua indifferenza negli ultimi tempi, ma ora doveva esser venuto per far pace, finalmente. Oh, quanto fu lo stupore della ragazza quando vide avanzare due sagome della stessa altezza, e che strano colpo al cuore le diede la vista di Fred, il suo caro Fred, che conosceva e amava da una vita, assieme a Lorenzo, il conte italiano che la zia Margherita le aveva con tanta insistenza fatto conoscere.

 

 

 

Il signor Logan non parlava italiano. Lorenzo poteva discorrere tranquillamente con la signora, con Elizabeth o con quella che anche lui aveva preso a chiamare la “zia Margherita”, sebbene fosse quasi sua coetanea; col padrone di casa, però, non si poteva parlare se non tramite intermediari e Joseph Logan non voleva che ogni suo incontro col giovane conte vedesse presenti anche le donne di casa o i servi che Lorenzo si era portato dietro.

Lorenzo, d’altro canto, avrebbe certamente preferito valletti o donne a Fred.

«Sono spiacente che si rivolga sempre a te» ammise una sera. Il signor Logan, che aveva desiderato passeggiare con lui e aveva chiesto a Fred – come sempre – di accompagnarli per fare da interprete, era già rientrato. Il giovane medico disse, mentendo, che la cosa non gli pesava affatto.

Lorenzo lo guardò.

«Sai, Frederick» iniziò, perché lui non lo chiamava mai – e mai l’avrebbe chiamato - Fred, «è strano. Ero venuto in Inghilterra per approfondire la conoscenza di Lisa… e, invece, la persona che ho conosciuto meglio sei tu».  L’altro rise, sostenendo giustamente che gli sembrava un’affermazione assurda; dalla sera in cui si erano incontrati per la prima volta si erano visti, sì, ogni giorno, ma solo dopo il tramonto, quando Fred, assieme al padre, si recava dai Logan per “fare da interprete in discorsi da uomini”, come affermava Joseph. E, per la verità, Lorenzo e Fred non si erano mai detti nulla direttamente. Ogni frase era stata detta per conto di altri o per esser detta ad altri.

«Eppure ti dico che ti conosco come le mie tasche. Lisa non fa che parlare di te. In ogni suo discorso, nomina te. In ogni suo ricordo, ci sei tu.»

«Non c’è da stupirsene, è perché siamo cresciuti insieme…»

«No, non è per questo.»

Lorenzo s’incamminò per il vialetto che scendeva verso il cancello, deciso ad accompagnare l’altro. Fred lo seguiva, dietro di qualche passo; deciso a non parlare, si dedicò con scrupolo all’osservazione della vegetazione circostante, occupazione che però fu presto disturbata.

«Lisa è innamorata di te»

Fred rise. «Che sciocchezza»

«Lisa parla solo di te, vive nell’attesa che tu ti presenti per la cena e si rattrista quando gli uomini si appartano, perché ciò la priva della tua preziosa compagnia. Credo che mi avrebbe già chiesto di andarmene, se non l’avesse trovato maleducato. Vedi, Frederick, credo di piacere ai suoi genitori più che a lei. Tuttavia…»

Erano giunti al cancello. Fred, senza guardare il conte, fece per uscire, ma Lorenzo lo trattenne per un braccio.

«Frederick, io non sono venuto dall’Italia per prendermi una vacanza. Quando ho incontrato Lisa, ho capito di volerla; allora non immaginavo ch’ella amasse un altro e credevo di riuscire a conquistarla senza troppe difficoltà. Invece sono arrivato qui e ho scoperto di te.

«Non sono un idiota e non voglio rovinare la vita a nessuno. Se sarà il caso, tornerò da dove sono venuto al più presto. Ma vedi… tu sei un tipo enigmatico e non riesco a capirti: ami Elizabeth o no?»

Non fosse stato buio, Lorenzo avrebbe visto l’altro avvampare: il ragazzo si era mostrato indignato, aveva tentato di contenere l’imbarazzo e di tranquillizzare il conte ribadendo che le sue teorie fossero assurde, ma Lorenzo insisteva.

«Siamo uomini, Frederick, affrontiamo la questione con dignità. Se tu ami Lisa, non avrò difficoltà ad accettarlo e a lasciarvi alla vostra gioia, perché so che ti vuole bene e che con te sarebbe felice. Però, se tu non la ami… in quel caso, nulla m’impedisce di corteggiarla e di chiedere la sua mano, non credi? Dunque» terminò, piazzandosi le mani in tasca con un atteggiamento che a Fred non piacque, «cosa mi dici?»

Fred tacque. Con la schiena contro le sbarre del cancello, tentò di riflettere velocemente. Cosa avrebbe potuto offrire lui a Lisa? Era un medico, ma… un medico dei poveri! Non avrebbe mai preteso laute ricompense da quella povera gente e non l’avrebbe neanche abbandonata. Lorenzo era un conte; aveva un castello, terre e possedimenti… non era un uomo spiacevole, anzi, era sicuramente diligente, onesto, retto e anche piacente, o almeno così l’avrebbe definito lui.

Ammettendo di amare Lisa, avrebbe mandato via Lorenzo. Era giusto? Dopotutto, che male c’era se Lorenzo corteggiava la ragazza? Lisa aveva il diritto di conoscere altri uomini e di scegliere.

«Io non amo Lisa.»

Era vero. Lui non l’amava. L’aveva creduto, forse, ma ora capiva d’essersi sbagliato. Aveva mai pensato a lei nei termini in cui di solito si pensa alle donne? No. Non aveva mai fantasticato di possederla, di stringerla in un abbraccio che non fosse amichevole. Non aveva mai immaginato lei come madre dei suoi figli. Aveva sospirato per lei, sì, l’aveva adorata, ma come si adora una divinità. Aveva ammirato la sua grazia e la sua intelligenza e il suo nasino così delicato e i capelli…

No.

No, lui non amava Lisa come Lisa non aveva mai amato lui.

«Provo per lei un enorme affetto, come lei per me, ma è l’affetto che potrebbe legare un fratello e una sorella. Non ho altro da dire»

Lorenzo non gli credeva, ma non aveva né la voglia né il tempo di discutere ancora con una persona che non riusciva a dire la verità neanche a se stessa.

«Attento, Frederick. Io non torno mai sulla stessa questione due volte. Se rinunci a lei ora, rinunci a lei per sempre»

Sentendosi offeso senza sapere perché, Fred aprì finalmente il cancello. «Non ho altro da dire» ripeté freddo, prima di andar via.

  
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