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Autore: rora02L    10/11/2015    4 recensioni
Dedicato ad una persona che mi ha ribaltato la vita, amante della musica e ferito a modo suo ... ho immaginato cosa potrebbe essere successo se Emma avesse scoperto che il capitano Uncino suonava il piano, prima di perdere una mano.
Tratto dal testo:
* “Ok, confesso: da giovane suonavo il piano.” La bionda si immaginò un piccolo Killian davanti ad un piano forte. Scoppiò a ridere: “Ahaha ma sul serio ? Il grande terrore dei sette mari che suona il piano ?” L’uomo ribatté indispettito: “Cosa c’è di male ? In ogni caso … - il suo tono di voce si fece cupo e malinconico – non mi è più possibile farlo.” *
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* arrivata quarta a parimerito, non ci speravo !*
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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How to play Piano ... .



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U​no sguardo fugace, che rimane impresso nella mente di Emma. Killian aveva guardato quel pianoforte nella casa dell'Apprendista con una tale intensità da incuriosirla. Non era da lui prestare attenzione particolare ad oggetti, soprattutto se non avevano nulla a che fare con lui.
Una volta tornati a casa di Mary Margaret e David, il pirata la salutò per congedarsi e tornare alla sua nave, quando la bionda gli chiese: “Ma … avevi già visto quel piano prima d’ora ? Avevi una strana espressione mentre lo guardavi …” Il capitano sobbalzò, colto di sorpresa: “No, certo che no.”
Emma fece una espressione corrucciata e rispose: “Lo sai che il mio superpotere non sbaglia mai. Stai mentendo.” L’altro sbuffò: “Ok, confesso: da giovane suonavo il piano." La bionda si immaginò un piccolo Killian davanti ad un piano forte. Scoppiò a ridere: “Ahaha ma sul serio ? Il grande terrore dei sette mari che suona il piano ?” L’uomo ribatté indispettito: “Cosa c’è di male ? In ogni caso … - il suo tono di voce si fece cupo e malinconico – non mi è più possibile farlo.” Si guardò l’uncino, ricordando tutto quello che aveva perso il giorno in cui il Coccodrillo aveva ucciso Milah: l’amore della sua vita ed una mano. Era cambiato radicalmente quel giorno, la sua vita era stata stravolta completamente. Gli mancava, quella mano, insieme a quella parte di sé, che era scomparsa dopo la morte di Milah. Lo sguardo del pirata si perse nel passato per alcuni secondo, ma bastarono a far scomparire quel sorriso di derisione che si era dipinto sul volto della bionda, tramutandolo in una smorfia di sincero dispiacere.
“Scusa, Killian … non avrei dovuto…” Lui scosse la testa, tornando nel presente: “No … il mio passato è impresso dentro di me e lo sarà per sempre, devo accettare il fatto che molte cose che ho perso non le riavrò mai indietro … - alzò il moncherino e lo indicò, sorridendo per far ridere Emma – inclusa la mia mano, ma almeno con questo posso acchiapparti facilmente, Swan !” Lei ridacchiò, dandogli un colpetto per scherzo sulla spalla, ma sapeva che le cose non erano a posto. Era la Salvatrice e voleva in qualche modo riportare almeno una cosa buona del passato al pirata. Fare qualcosa per lui, per fargli capire che la perdita della sua mano non gli avrebbe impedito di realizzare i suoi desideri.
Lui le sorrise rassicurante e la salutò con la mano, dirigendosi alla sua Jolly Roger. La bionda fece altrettanto, chiudendosi poi la zip della giacca in pelle rossa. Mentre camminava per le strade di Storybrooke, continuava a pensare al giovane Killian che suonava il piano, con entrambe le mani, e che solcava i sette mari con il fratello, felice. Ricordava bene il loro primo vero appuntamento, dove lui aveva riavuto la sua mano da Gold. Aveva notato subito il luccichio di felicità mista ad eccitazione quando lui le aveva mostrato la sua sorpresa speciale per quell’avvenimento così importante e normale allo stesso tempo. Importante e normale come avere entrambe le mani. Sapeva che Killian si sentiva inferiore agli altri. Quanto si sbagliava, agli occhi di Emma lui era quello che molti altri uomini non sarebbero mai stati: leali ed innamorati veramente di lei.
Killian era stato come la marea: aveva distrutto la barriera attorno al cuore di Emma giorno per giorno, trasmettendole la fiducia di cui lei aveva bisogno. Non aveva mollato mai, aveva sempre continuato ad amarla, nonostante il suo iniziale rifiuto. E c’era sempre stato, anche se lei aveva il terrore di perderlo, come era successo con Neal. Ma forse, per una volta, Cupido aveva deciso di essere clemente con lei e darle finalmente il suo vero amore.
Al posto del classico principe azzurro, come tutte la bambine sognano, aveva trovato un pirata vestito di nero a bordo della sua nave dalle vele sbrindellate. Sorrise al pensiero, divertita. Era un principe adatto a lei. Non avrebbe mai potuto desiderare di meglio.

~

Killian entrò nella stanza, insospettito dalle parole che Emma gli aveva detto prima. La bionda gli aveva promesso una sorpresa, varcata la soglia. Ora era dietro di lui, scoppiettante di eccitazione. Il pirata si guardò intorno, notando la luminosità di quella stanza dalle pareti bianche e le piastrelle in marmo chiaro. Fece alcuni passi e si fermò di botto, con gli occhi spalancati per la sorpresa. “Ma cosa …?” Fu tutto ciò che riuscì a dire, prima di realizzare che sì, c’era un pianoforte davanti ai suoi occhi. Lo studiò con attenzione, finché Emma non gli diede una leggera spinta, incoraggiandolo.
Uncino la guardò confuso e stava per replicare, quando lei lo prese per mano e lo accompagnò alla panchetta imbottita davanti allo strumento. Il moro si accorse solo allora che era per due e si sedette ubbidiente accanto alla sua amata, che gli sorrideva con fare rassicurante. Killian guardò poi i tasti neri e bianchi davanti a sé, con la tentazione di iniziare subito a suonare. Ma sentì subito la mancanza della sua mano sinistra, come un blocco istantaneo. Guardò tristemente gli spartiti pronti per lui e si voltò verso Emma, chiedendole: “Cosa sta succedendo ? Non … non capisco, lo sai che non posso suonare e-“ La bionda lo zittì : “Perché non hai più una mano. Lo so, ma …” Appoggiò la mano sinistra sui tasti, facendone risuonare un paio, poi tornò a specchiarsi negli occhi di lui: “Puoi … usare la mia. Insegnarmi ad … essere la tua mano mancante.” Killian capì solo allora cosa aveva intenzione di fare Emma: una specie di duetto. Per lui, per farlo sentire di nuovo capace di fare cose che le persone con due mani fanno normalmente. “Emma … -bisbigliò lui, abbassando il capo e fissando le morbide dita della ragazza – tu hai già fatto tanto per me. Mi hai già restituito una parte di me, non serve che …” Gli mancavano le parole ed i suoi occhi si stavano bagnando di lacrime. Si chiese perché avesse voglia di piangere, anche se non era triste. Poi capì cosa stava succedendo: si era commosso. Il gesto della sua dolce Emma lo aveva commosso a tal punto da farlo piangere.
La bionda non se ne accorse subito e disse decisa: “Anche tu mi hai ridato tanto, Killian ! Mi hai ridato la fiducia nel lieto fine, nell’amore ed in me stessa. Non potrò mai saldare il debito con te e forse non riavrai mai la tua mano, ma … voglio poter fare qualcosa per te, per farti capire che ora che hai me puoi essere chiunque tu voglia e fare qualsiasi cosa, anche suonare !” Il moro fece un sorriso sghembo, pensando che la sua ragazza era davvero una scema. Si asciugò nervoso alcune lacrime scappate al suo controllo, ma il gesto fece allarmare Emma, che gli chiese se stava piangendo perché lo aveva ferito.
Lui ridacchio e le diede della stupida, per poi prenderle la mano sinistra e baciarne il delicato e candido dorso, con dedizione e gratitudine. “Pronta alla tua prima lezione di piano, Swan ?” le chiese, con il suo solito tono di sfida.
Lei sorrise sprezzante e rispose: “Se uno stupido pirata come te ci è riuscito, io imparerò subito !” Fece ridere il moro, che poi le insegnò le posizioni di base e le note da leggere. Poi Killian le chiese di fare una semplice scala. La giovane premette delicatamente il primo tasto, facendo sogghignare il pirata, che mise la sua mano su quella della ragazza, premendo maggiormente sullo sventurato tasto: “Così si fa, Swan. Devi essere sì delicata, ma decisa. Si deve sentire che ci metti passione.”
Sentire la morbidezza della sua pelle diede al more un brivido lungo la schiena. Si chinò a guardare negli occhi la sua alunna, che era leggermente arrossita, dato che gli occhi del capitano erano come braci: vibravano e le lanciavano scintille di desiderio. Killian si piegò ancora un po’ verso il viso di lei, per poi sussurrarle vicino all’orecchio: “Emma … riprova.”
Avrebbe voluto baciarle il collo, mordicchiarle le morbide labbra e sentirla sospirare per le sue attenzioni. Ma voleva accontentare il desiderio della sua amata e provare nuovamente la sensazione che si ha nel suonare il piano. Si unì alla ragazza quando lei era arrivata a metà scala, mostrandole tutta la sua abilità, anche se possedeva solo una mano. La velocità e la precisione del pirata la colpirono molto , tanto che rimase a guardarlo incantata.
Le piaceva quel Killian così concentrato e preso dal ritmo, dal tempo e dal suono vibrante delle corde del piano, quasi cercasse di divenire un tutt’uno con esso. Il suo sguardo blu era concentratissimo sui tasti, ma emetteva un luccichio diverso. Emma lo interpretò come felicità, ma diversa dal solito: la gioia di creare qualcosa di unico con le proprie mani.
“Chi ti ha detto di smettere, Swan ?”la interrogò allora, sgridando la sua alunna, che si era incantata a fissarlo. Lei sussultò e si riprese, borbottando scuse varie. Mentre continuava la scala, le loro dita iniziarono ad intrecciarsi tra loro, in una specie di lotta per il predominio sui tasti, ma era più una danza calcolata tra le loro mani, in cui Killian faceva da guida.
Emma si fermò di colpo appena le labbra del pirata raggiunsero le sue. Fu un bacio veloce, ma con un significato intenso: la stava ringraziando, a modo suo. Capiva quanto si stesse sforzando per lui e questo lo rendeva orgoglioso e felice, perché sapeva che lei, tra tutti gli uomini del pianeta e delle dimensioni conosciute, aveva scelto lui: Killian Jones, detto anche Capitan Uncino.
Un uomo dal cuore oscuro, dal passato marchiato e senza una mano. Un pirata a cui avevano rubato il più prezioso dei tesori e lei glielo aveva restituito: l’amore. Per qualche istante, piombò il silenzio tra loro. Poi Emma avvicinò il suo volto a quello del pirata e bisbigliò sfrontata: “Chi ti ha detto di smettere, Jones ?” Lui ghignò divertito, le cinse i fianchi con le braccia e riprese a baciarla. Si sentì il rumore di tasti schiacciati alla rinfusa, di un piano impazzito.
Emma si era dovuta appoggiare al pianoforte, dato che Killian l’aveva sollevata e spinta delicatamente verso lo strumento. Nella stanza candida di quella casa troppo vecchia, iniziò a risuonare una musica che non era musica, ma nemmeno rumore: era il suono di due cuori innamorati e di un pianoforte a tre mani.

 

  
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