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Autore: Cloe87    11/11/2015    2 recensioni
“Dannazione, ma perché devo sempre essere presa di mira da quella peste di mia sorella!? Abbiamo altri due fratelli, cribbio! Non potrebbe rompere le balle anche a loro ogni tanto, eh? Così, solo per darmi un po’ di tregua” Mi ritrovai a pensare, mentre facevo la gincana tra i passanti, pregando la mia buona stella di non investire qualcuno, per poi rispondermi da sola: “Ah, già, dimenticavo che io sono la pecora nera della famiglia!”
In un mondo in cui rivalità e rancori sono all'ordine del giorno, seguire il proprio cuore non è cosa semplice. Soprattutto quando esso ti porta a rompere gli schemi del mondo in cui si vive.
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Coyote Starrk, Espada, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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PROBLEMI DI CUORE

E a me tocca fare la crocerossina!

 

«Raccogli subito la cartaccia che hai buttato sul prato!»

«Altrimenti che mi fai?»

SBAM!

Vedere Grimmjow finire a gambe all’aria per opera di una magistrale mossa di judo di Tatsuky era sempre un piacevole intrattenimento durante la pausa pranzo!

Peccato però che Tatsuky non aveva ancora capito che più cercava di tenere testa a Grimmjow, peggio era.

«Ricordati che tu un giorno sarai mia, femmina!» fu infatti la risposta del Sesto Espada, mentre rivolgeva uno sguardo euforico in direzione della ragazza, che lo ricambiò con uno di puro odio.

«Manco fossi l’ultimo maschio rimasto sulla terra!» rispose difatti piccata l’amica di Orihime, prima di girare sui tacchi.

Uhmmm… forse avrei dovuto far notare a Grimmjow che, a dispetto del temperamento fiero e battagliero, Arisawa rimaneva comunque una ragazza umana e che quindi forse avrebbe ottenuto di più assumendo un atteggiamento più affettuoso e meno competitivo…

Ma poi mi dissi che sarebbe stata troppa fatica alzarmi dalla panchina su cui mi ero svaccata, senza contare che risentivo ancora dei postumi della sbronza che mi ero beccata sabato sera, nonostante fosse già lunedì e che avessi passato la domenica in stato comatoso rinchiusa in camera mia, sorbendomi così un cazziatone con i fiocchi da mia madre, e gli sfottò dei miei fratelli.

Le mie riflessioni sugli approcci amorosi di Grimmjow vennero però interrotti da una figura che mi si parò davanti.

«Ggio, che vuoi?» chiesi quindi al mio compagno di classe, che mi sorrideva a trentadue denti.

«Bella giornata oggi vero? Vuoi che ti porti un caffè?» mi chiese lui con un fare un po’ troppo amichevole per non essere sospetto, dato che non avevamo tutto questo rapporto.

«Se hai un favore da chiedere, fallo e basta. Non giraci attorno» gli risposi quindi io e lui si sedette accanto a me.

«Posso farti una domanda?»

Annuii con il capo.

«Tu e Nel siete molto amiche vero?»

«Ehm.. sì. Perché?»

«Non è che potresti mettere una parolina buona su di me con lei?»

Mi girai a guardare la sua faccia speranzosa, alzando perplessa un sopracciglio:

«Ggio, non per essere brutale, ma lo sanno tutti che Neliel ha occhi solo per Ichigo…»

«Sì, ma dato che Kurosaki si è messo con Rukia Kuchiki…»

«COSA!??»

Per poco non mi cappottai dalla panchina per la sorpresa, per poi darmi della stupida. Insomma, era assurdo che Ichigo si fosse messo con quella nana con la testa a fungo, quando poteva scegliere tra Nel e Orihime! 

«Stai scherzando vero?» fu di conseguenza la mia replica, ma la faccia seria di Vega mi fece capire che non stava scherzando:

«E perché mai dovrei scherzare?» fu infatti la sua risposta, mentre una trafelata Sun Sun ci raggiungeva, per poi afferrami per un braccio:

«Presto, Nel ha saputo di Rukia e Ichigo. Quindi si è rinchiusa in bagno e non vuole più uscire!»

«Cazzo!» fu quindi la mia esclamazione, mentre mi affrettavo a seguirla per i corridoi.

 Arrivata ai bagni femminili del secondo piano mi ritrovai davanti a Mila Rose e Apache che cercavano di fare uscire senza successo Nel dalla toilette:

«Nel, non fare così, magari è solo un pettegolezzo senza fondamento come quelli che girano su Hikaru e Grimmjow» cercò infatti di rassicurala  Mila.

«Già, infatti è impossibile che il Sesto Espada possa mettersi con una sciattona come Hikaru» rincarò la dose Apache, cosa che mi fece sentire in dovere di palesare la mia presenza con un colpo di tosse, ritrovandomi così gli occhi delle due compagne di Nel puntanti addosso.

«Ehm… ciao Hikaru…» fu quindi il saluto imbarazzato di Mila, mentre Apache si rivolgeva a Sun Sun sbottando un:

«E tu dirci che eravate qui no?»

«Così la prossima volta impari a tenere a freno la lingua» fu la risposta di Sun Sun, mentre la voce spezzata dai singhiozzi di Nel esclamò un:

«Li ho visti baciarsi quindi non è una cazzata!» per poi scoppiare in un pianto a dirotto intervallato da frasi sconnesse tipo “Ma cos’è che non va in me?”, “ Perché Itzigo non mi vuole?”, “Eppure io ho fatto di tutto pur di piacergli”…

La lasciai quindi sfogare per un po’ fin quando non sentii la frase: “È perché sono un mostro, un Arrancar, vero?  Se fossi stata una Shinigami sarebbe stato tutto diverso…” cosa che mi fece ribollire il sangue nelle vene. Se c’era una cosa che non sopportavo era che la mia amica si potesse mettere in testa quelle stupide idee.

«Nel, o apri o sfondo la porta» fu infatti il mio avvertimento e al mugugno negativo della mia amica, un mio calcio fece saltare di netto la maniglia, cosa che fece capire a Nel che era arrivato il momento di uscire prima che smontassi il bagno e finissi così dalla preside Soifon che, data la sua risaputa inflessibilità, probabilmente mi avrebbe sospeso a vita, cosa che sarebbe andata ad arricchire la già mia abbondante cattiva reputazione. Mi ritrovai così a fissare il volto rigato dalle lacrime di Neliel:

«Sto già abbastanza da schifo così, non c’è il caso che ti ci metti pure tu, finendo nei casini a causa mia» mi disse infatti Nel, cercando di asciugarsi le lacrime, ottenendo solo il risultato di impiastrasi il viso con il mascara colato, mentre io le mettevo le mani sulle spalle, costringendola a guardami negli occhi:

«Nel, ascoltami, non sei un mostro e non voglio più sentirti dire una cosa del genere. Anzi devi essere fiera di essere un’Arrancar. Una bellissima Arrancar. E se Ichigo ha dei gusti di merda non è colpa tua. Tu non hai nulla che non va, anzi! Sai quanti ragazzi farebbero carte false pur di mettersi con te? Pensa che poco fa è venuto pure Ggio a chiedermi di mettere una parolina buona su di lui con te! Quindi sono sicura che se lo vorrai troverai sicuramente una persona che riuscirà a farti felice molto più di quello che avrebbe potuto fare quell’idiota di Kurosaki. E poi guarda me! Sono una Shinigami figlia di due capitani del Gotei 13 eppure non è che in amore mi vada molto bene, no?»

«Effettivamente sei piuttosto sfigata con Renji» mi disse Nel abbozzando un sorriso.

«Già. Quindi fanculo l’amore e w l’amicizia. Siamo giovani e  abbiamo tutto il tempo che vogliamo per trovarci un ragazzo che merita! E ora pulisciti il mascara e torniamo in classe, che la campanella è suonata» le dissi passandole un fazzoletto di carta.

Purtroppo per me, l’ora dopo era quella di ginnastica, tenuta dalla professoressa Yoruichi Shihōin che, nonostante l’aria da simpatica cazzona, era in realtà una tipa decisamente tosta, oltre che gnocca (cosa che faceva perdere chili di bava agli studenti maschi ad ogni lezione). Ci rifilò infatti un’infinità di giri di corsa, addominali e flessioni, prima di farci fare il test di salto in alto. A dire il vero normalmente adoravo educazione fisica ed ero anche la migliore della classe in tale materia, peccato che quel giorno fossi decisamente in coma e con la testa rivolta alla mia mica; quindi nel test feci veramente schifo.

In più, mentre mi recavo agli spogliatoi femminili incappai nel gruppetto di Ichigo, Rukia, Sado, Ishida e Inoue. L’occhio quindi non poté far altro che cadere su Ichigo e Rukia che si tenevano per mano, cosa che mi fece pensare a Nel. Ma che diamine si fumava Ichigo? Potevo capire se si fosse messo con Orihime, ma con Rukia? Un paio di occhiali no, eh?

«Salve Hikaru-san» mi salutò educatamente Orihime e io ricambiai, mentre Sado e Ichigo mi fecero un cenno con il capo. Uryu invece non mi calcolò di striscio, mentre Rukia mi lanciò uno sguardo truce, per poi dare uno strattone ad Ichigo.

«Ma che hai?» sbottò quindi il rosso in direzione della Kuchiki.

«Stolto! Dovresti sapere che nomea ha Hikaru nella Soul Society. Quindi sarebbe meglio non darle troppa confidenza» lo ammonì quindi Rukia.

«Ma se l’ho solo salutata!» si difese Ichigo, mentre Cirucci piombava alle loro spalle agguantando i novelli fidanzatini in un abbraccio stritola ossa:

«Ma guarda un po’ chi c’è qua! I due piccioncini più chiacchierati del momento!» esordì l’Arrancar per poi rivolgersi a Kurosaki: «Quindi alla fine hai deciso di fare l’arrampicatore sociale, eh Ichigo!»  

«Ma come osi!» sbottò di conseguenza Rukia, assumendo un atteggiamento intimidatorio, che fece solo ridere Cirucci, mentre Ichigo assumeva un’espressione più corrugata del solito.

«La tua è solo una cattiveria gratuita e del tutto infondata» ribadì infatti il ragazzo.

«Ma d'altronde da una frustrata fallita non ci si può aspettare altro» commentò impassibile Ishida, sistemandosi gli occhiali, cosa che fece assottigliare gli occhi di Cirucci per la rabbia.

«Stai pur certo che, anche se per colpa tua sono stata sbattuta fuori dagli Espada, ti farò rimpiangere quel giorno, battendoti al concorso per stilisti! Fosse l’ultima cosa che faccio» disse quindi l’Arrancar, per poi prendermi per un braccio e trascinarmi verso gli spogliatoi sibilando un: «Andiamo Hikaru, non meritano che rivolgiamo loro la parola», mentre Uryu commentava un

 «Infondo sognare è legittimo»

«Che giornata di merda!» fu quindi il mio personale commento quando finalmente uscii  dal cancello della scuola insieme a Cirucci, Aporro e Ulquiorra.

«Strana considerazione da parte tua, dato che senza Rukia tra le scatole magari potresti avere una possibilità con Renji» mi disse però Aporro.

«Uhm… sai che non ci avevo pensato?»

«Non ne dubitavo» mi rispose quindi Szayel, rivolgendomi un sorriso ironico, mentre Cirucci tirava una gomitata a Ulquiorra:

«E questo vale anche per te e Orihime»

Peccato che lo sguardo che Ulquiorra le rivolse non fosse dei più entusiasti:

«Io sono un’Arrancar e lei è un’umana e le faccio paura. Kurosaki non centra»

«Ma se cercassi di dimostrarle che non c’è nessun motivo di aver paura…» gli dissi io, ma Ulquiorra mi fece cenno di tacere:

«Se provassi ad avvicinarmi la spaventerei ancora di più, quindi  fine della questione femmina. Ci vediamo domani» e detto questo s’incamminò verso casa con lo zaino in spalla, lasciandomi con l’amaro in bocca e una sgradevole sensazione d’impotenza di fronte alle sue parole, mentre anche Cirucci e Aporro mi salutavano per poi andare ognuno per la sua strada. Peccato che io di tornare a casa non avevo tutta questa voglia. Ero infatti ancora preoccupata per Nel e dato che non l’avevo più vista per via dei nostri rispettivi impegni scolastici, decisi di andare a fare rifornimento di gelato al cioccolato, per poi andare a casa sua per una super abbuffata che, se non risolveva, aiutava.

Certo però non mi sarei mai aspettata di girare l’angolo e trovarmi di fronte ad un’Orihime in lacrime.

«Ehi, tutto bene?» mi venne spontaneo chiederle, porgendole un pacchetto di fazzolettini di carta (menomale che giravo sempre ben fornita di tali oggetti!)

«Sì, grazie. Mi è solo finito qualcosa nell’occhio» farfugliò però lei, non convincendomi per nulla.   

«Sicura, o è per Rukia e Ichigo?» le domandai quindi io, cosa alla quale la ragazza negò con il capo, per poi però lasciarsi sfuggire un “È che sono un mostro…”, dopo aver incrociato la mia espressione ed intuito quindi che non me la dava a bere.

«In che senso?» le domandai un po’ confusa.

«Io sono loro amica e quindi dovrei essere felice per loro, ma…» mi rispose Inoue tra i singhiozzi. «Non lo sei» finii la frase io e lei annuì con il capo, tentando di asciugarsi le lacrime.

«Beh.. se vuoi sapere il mio parare, non sei un mostro, ma sei semplicemente una ragazza normale» le risposi di conseguenza.

«Tu dici?» mi chiese quindi lei e io le misi una mano sulla spalla:

«Puoi dirlo forte! Più che normale! Quindi non ti tormentare per questo e fai bene a sfogarti. Tenersi tutto dentro facendo finta di essere sempre felice non è un bene. A volte bisogna imparare ad essere egoisti e pensare anche a se stessi» la rassicurai di conseguenza io, mettendole una mano sulla spalla.

«Grazie Hikaru-san» mi rispose Orihime restituendomi il pacchetto di fazzoletti che le avevo prestato.

«E di che? Ci vediamo a scuola!» e detto questo la salutai per poi entrare in gelateria, mentre una malsana idea iniziava a farsi largo nella mia testa. D'altronde se non mi complicavo la vita da sola, che gusto c’era?    

  
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