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Autore: kyonnyuchan    11/11/2015    2 recensioni
Kiriko Kirishima, una cinica, disincatata studentessa diciassettenne di Tokyo si troverà suo malgrado (e molto controvoglia) catapultata, assieme ai suoi "amici" in un mondo in completamente diverso dal suo. Un mondo di eroi, demoni, castelli, magia e spade, tale da sfidare il suo senso comune e la sua logica inattaccabile. Ce la farà a farsi strada in questo universo fantasy o ne verrà divorata?
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Kiriko Kirishima and her merry friends(?)

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La diciassettenne Kiriko Kirishima, di Tokyo, abbassò lo schermo del proprio laptop canticchiando. Si era già fatta un'ora che le avrebbe matematicamente imposto, il giorno successivo, di dormire sul banco, a scuola.

 

Beh, poco male. Tanto lei, sia per i suoi compagni, sia per i suoi insegnanti era la bishojo yankee1. Nessuno l'avrebbe toccata né importunata. E poi, nei compiti in classe era sempre nella top 20 della scuola, per qualche assurdo motivo che ancora faticava a concepire.

 

Che fosse un genio nascosto? Se avesse studiato con maggiore impegno quali fantasmagorici traguardi accademici avrebbe conseguito?

Risposta: Ecchissenefrega. Anche perché non aveva voglia di subire anche i lampi d'odio dei secchioni della sua scuola superiore: non era una cosa carina sbattere in faccia a qualcuno l'inutilità dei propri sforzi sovrumani.

 

No, non era davvero il caso. Del resto, già era odiata a sufficienza dalle kogal2 della sua classe... Essenzialmente perché non fumava, non beveva, non vestiva l'uniforme in modo apertamente provocante, non andava in giro con borse firmate e costose (guadagnate grazie a qualche povero salary-man3 frustrato di ritorno dal lavoro, cui avevano fatto qualche servizietto, per poi riprenderlo con lo smartphone e minacciando di diffondere le foto su internet o direttamente alla sua compagnia), non era groupie di nessuna band idiota j-rock...Eppure coi ragazzi della scuola pareva che fosse più popolare di loro.

 

Kiriko, francamente, non si capacitava del motivo per cui farsi sbavare dietro da un branco di cerebrolesi fosse meritevole di cotanta invidia. Davvero le sue compagne avevano tutta questa ansia di diventare l'oggetto delle fantasie sessuali dei fustacchioni mononeuronali del club di nuoto? Ma che facessero pure, dannazione...

 

Come se non bastasse, era disprezzata anche dagli otaku4. La ritenevano troppo riajuu5 per loro. Naturalmente, per essere una gamer che si strafogava di anime e mangiava cibo spazzatura mentre lanciava improperi davanti allo schermo di un pc, doveva essere bruttina, brufolosa e con gli occhiali, stando ai loro canoni...

 

Ma, sfortunatamente, lei non era di quelle persone che si rifugiavano nella realtà immaginaria perché la loro vita reale gli risultava insopportabilmente odiosa. Lei leggeva manga e giocava ai videogiochi (era un'autentica divinità in quelli strategici e gestionali) perché le piacevano e basta.

I loro sguardi pieni di livore, però, le procuravano soltanto una certa ilarità. Poveretti, non potevano sapere di avere in classe uno dei loro idoli. Già, perché con il nome d'arte di Kiri-nee, era l'astro nascente tra i disegnatori di doujinishi6 di un magazine molto popolare.

Doujinshi hentai, ad essere precisi.

 

In pratica, almeno una buona metà di loro si ammazzava di pippe su qualcosa creato da lei.

Ma Kiri-nee era solo uno dei suoi alter ego. Come Ki-chan, infatti, si divertiva a scrivere novel e fanfiction. Oppure smontare quelle altrui con delle recensioni taglienti. Era una vera e propria paladina nella crociata contro le Mary Sue. Ogni tanto pensava che questo suo odio viscerale fosse dovuto al fatto che lei, effettivamente, era considerata tale, nella sua vita reale. Ma non l'aveva chiesto lei di essere bella e intelligente!

La verità, per quanto non l'avrebbe mai ammesso nemmeno a sé stessa, è che avrebbe volentieri barattato parte della sua bellezza e parte della sua intelligenza se ciò le avesse consentito di avere qualche amico vero in più.

 

***

 

Bip! Biip! Biiiiiiip!

 

Cazzo, la sveglia! Se salto ancora la prima ora, è la volta buona che mi cacciano...

 

A tempo di record, Kiriko, si infilò camicia, gonna, giacca e scarpe, per fiondarsi in strada con i capelli ancora tutti spettinati dal sonno. All'idea di dover competere ancora una volta con i record di Usain Bolt per poter arrivare a scuola prima del suono della campana le venne da piangere. Ma più rumoroso del sospiro di sconforto fu il suo stomaco, che con un sordo brontolio le fece capire che non aveva gradito l'idea di saltare la colazione.

 

'Fanculo...Sicuro come due più due fa quattro, farò una figura di merda in classe. Oh, beh.

 

Stringendo i denti scattò alla velocità della luce evitando gli indaffarati passanti per infilarsi in metro, mentre meditava, almeno per la settantesima volta dall'inizio dell'anno scolastico, di comprarsi finalmente una bicicletta. Non prima di aver fulminato con lo sguardo uno che aveva accennato vagamente a palpargli il fondoschiena nel congestionato vagone, si catapultò fuori dalle porte del convoglio appena queste si aprirono, per l'ultimo sforzo verso la meta.

 

Ma quando era finalmente giunta davanti ai cancelli della Tomoya High, gli si parò davanti l'ostacolo più grande di tutti.

 

“Ma guarda un po' chi si vede... La cara Kirishima-chan, come al solito in perfetto orario...”

 

Kiriko frenò di colpo, per accennare ad una virtuosa piroetta per evitare lo scontro frontale con una ragazza alta, bionda, abbronzata e dal seno abbondante (e abbondantemente rifatto, secondo lei) che la fissava sprezzante.

 

Ma non sempre il destino è benevolo nei nostri confronti. La ragazza tese il braccio, bloccando così la manovra di aggiramento di Kiriko. Che, suo malgrado, fu costretta a fermarsi e interloquire con lei.

“Buongiorno a te troi...ahem, Imamiya-chan... Ora se non ti dispiace, dovrei passare...”

 

Perfetto, anche la zoccola tettona stronza, mi dovevo beccare, stamattina... Dio, se esisti, hai veramente un pessimo senso dell'umorismo, sappilo.

 

Hinata Imamiya. Tutte le volte che Kiriko incrociava la sua strada, le conseguenze non erano mai piacevoli. La cosa che stupiva più di lei era la sua straordinaria somiglianza, sia nel nome, sia nell'aspetto fisico, all'omonimo personaggio del manga “Naruto”, occhi perlacei a parte. L'unico piccolo, insignificante e trascurabile dettaglio era che a livello caratteriale era davvero agli antipodi. La Hinata che conosceva lei, infatti, era un'arrogante viziata. Inoltre, alcuni sospettavano che si scopasse i professori per avere voti alti.

 

Di solito Kiriko non dava retta a dicerie del genere, anche perché a volte dicevano la stessa cosa di lei, ma... Ma in quel caso sapeva che le voci erano più che fondate. Non per altro, ma perché l'aveva vista. Fosse stata un'altra persona, sarebbe uscita allo scoperto, invece di rimanere per una decina di minuti nascosta dietro la siepe che contornava gli spogliatoi est e li avrebbe ricattati. Ma quello non era uno degli hentai che disegnava, e l'idea di impelagarsi in una faccenda del genere le metteva stanchezza al solo pensiero. Ligia al principio del chi si fa gli affari propri campa cent'anni, aveva impazientemente atteso che quel patetico eiaculatore precoce finisse quel che doveva con quella povera oca, per poi andarsene senza essere notata dai piccioncini.

 

Naturalmente, la Imamiya non aveva alcuna intenzione di lasciarla andare. Sapeva bene che un'altra assenza alla prima ora avrebbe messo definitivamente nei guai Kirishima, per cui non poteva non approfittarne per giocare un po'.

 

“Ma che peccato... E sì che volevo trattenerti ancora un pochino a parlare dei vecchi tempi.”

 

Vecchi tempi un cazzo, zoccola. Otawa sensei sarà un altro che ti sei fottuto, vero? Basterà che tu gli dica “Oh, cielo...l'atteggiamento di Kirishima è inqualificabile! Non è corretto allentare il guinzaglio solo per i suoi voti, merita una punizione esemplare per evitare che fornisca un cattivo esempio!”

 

Kiriko evitò di dirglielo. Sia per amor di pace, sia per il fatto che Hinata era in grado di slogargli il polso senza apparente sforzo. Non era la migliore delle aspirazioni, per una disegnatrice.

Per la Imamiya, essere figlia di un leggendario maestro di arti marziali, aveva i suoi innegabili vantaggi, dovette constatare sconsolata. Anche lei aveva provato a frequentare un dojo, ma gli era bastata una settimana per capire di essere totalmente negata per quel genere di cose.

 

Prima che potesse inventarsi qualcosa di decente per svicolare, ecco che apparve dal nulla un principe azzurro sul cavallo bianco a salvarla. Salvo trattarsi di un tappetto spettinato e per nulla principesco, Eichiro Kimura.

 

“Kimura-kun, anche tu in ritardo, eh?” Disse Kiriko al nuovo venuto.

 

Quello accennò un mezzo sorriso e cercando disperatamente di riavviarsi i capelli le replicò, inarcando amaramente gli angoli della bocca:

“Ahem, sai com'è... Ho fracassato un'altra sveglia, Kirishima-chan...”

 

Kiriko rise di cuore. Quell'otaku alto un metro e uno sputo era uno dei pochi esseri di sesso maschile della sua classe che non ci aveva mai provato con lei. Ed era anche l'unico a starle decisamente simpatico, tanto da rientrare nella non meglio definita categoria di “amico”. Salvo avere un unico, fatale difetto.

 

“Buongiorno anche a te, cara Imamiya-chan!” Interloquì il ragazzo, con un enorme sorriso, rivolto a Hinata.

 

“Oh, come sei carino, Kimura-kun!”, fece lei di rimando, ridacchiando civettuola.

 

Ettipareva. Ei-kun, ma come diavolo fa a piacerti quella grandissima, galattica, anzi no, cosmica, vacca di Imamiya?

 

Immersa per un istante di troppo nei suoi pensieri, Kiriko venne riscossa da un suono per lei estremamente funesto.

 

Ding Dong Dang Dong!

 

“Imamiya, dannazione a te! Facci passare!!!”

 

Hinata non aveva alcuna intenzione di smettere di giocare con il proprio topolino. E per quanto riguardava quell'insignificante scarafaggio di Kimura, non le importava proprio. Ma una voce la fece definitivamente desistere.

 

“Per favore, Imacchi! Non vorrai far arrivare in ritardo anche me, spero?”

 

Ed ecco che spunta anche il re della scuola. No, davvero, Dio, che ho fatto nella mia vita precedente per meritarmi tutto questo pessimo karma concentrato?

 

Alto, bello, muscoloso e, almeno apparentemente, gentile ed educato. L'idolo maschile di tutta la scuola, Tomoya Kiritani. Naturalmente anche lui ci aveva provato con Kiriko. E, altrettanto naturalmente, era stato respinto in 0.1 secondi netti. Non avrebbe mai potuto mettersi con un ragazzo così stupido e così egocentricamente inebriato dal proprio carisma. Non che il prode cavaliere, davanti ad un così netto rifiuto si fosse fermato. Almeno fino ad una ginocchiata ad altezza gemelli che gli aveva imposto una voce da soprano almeno per un'intera settimana. Motivo? Il tentativo di inchiodarla contro un muro e toccarla. E sì che, a regola, avrebbe dovuto essere lei ad avere meno capacità di distinguere la realtà da un hentai...

 

Prima che la Imamiya potesse rispondergli con una frase di senso compiuto (ma anche con una senza senso come “Prendimi, sono tua e sto venendo al solo suono della tua voce”, come Kiriko riteneva probabile), venne interrotta dal rumore di un intenso rombo, come di un temporale in avvicinamento. Quindi, udirono una voce profonda nella loro testa:

 

I quattro soggetti prescelti sono stati selezionati. Inizio trasferimento a Vaeltanya.

 

Subito dopo, un'intensa luce accecante li circondò. Quando si spense, di loro non vi era più traccia. Qualcosa li aveva portati in un mondo molto, molto lontano dal Giappone contemporaneo.

 

Angolino dell'autore

 

Ehilà! Alla fantasia non si comanda! Dovevo fare altro, lo so, come concentrarmi sui miliardi di progetti che ho in ballo per finirli una buona volta... Ma non ho resistito e ho cominciato una nuova storia. Prende spunto dalle miliardi di novel che stanno spuntando come funghi in questo periodo, che hanno come tema la reincarnazione in un mondo fantasy (vedasi Tate no Yuusha, Konjiki no Wordmaster, Himekishi ga Classmate, Gunota, Isekai Maou, Kuro desu ga nani ka, etc. etc...). Vero, il tema è ritrito e temo che, siccome non sarà una FF sarà destinato all'impopolarità, ma volevo tanto reinterpretarlo, nella speranza di creare qualcosa che sia più originale possibile (anche se certi cliché del genere emergeranno inevitabilmente). Che ne dite? Può valere la pena provarci? Fatemi sapere che ne pensate!

1Bishojo significa letteralmente “bella ragazza”. E' il termine con cui si definisce di solito la ragazza carina della classe per antonomasia; yankee, viceversa, per i giapponesi non significa “americano”, come nel resto del mondo, ma ha il significato più generico (e negativo) di persona rozza, violenta, delinquente o, quantomeno, non rispettosa delle regole della comunità.

2Letteralmente “piccola ragazza”. Sono tipicamente fanatiche della moda, frequentano i centri commerciali di Shibuya o Ginza e parlano in slang (a volte per imitare gli occidentali). Spesso hanno delle improponibili abbronzature e capelli artificialmente biondi. Per quanto riguarda le uniformi scolastiche, i loro “marchi di fabbrica” sono i calzettoni alti sopra le scarpe, i cardigan di diverse taglie più grandi e le gonne più corte dello standard.

3Il Salary-man è il classico impiegato di una grossa compagnia. Di quelli che vanno al lavoro molto presto e tornano a casa molto tardi. Anche perché è considerato strano o quantomeno poco propizio alla carriera non fermarsi dopo l'orario di lavoro standard con i propri colleghi a bere qualcosa.

4Per quanto non credo che questo termine abbia bisogno qui di spiegazioni, sono i fanatici di anime, manga e videogames.

5“Ragazzi della vita reale”. Termine vagamente dispregiativo con cui gli otaku definiscono i “vincenti” nella vita, ovvero quelli dotati di talenti relazionali e vita sociale più che accettabile(rispetto alla loro, perlomeno)

6I Doujinishi (abbreviati spesso in Dj) sono manga con, come protagonisti, personaggi tratti da altre opere celebri. (potrebbe voler dire che la nostra Kiri-nee disegna manga hentai con come protagonisti Naruto o Zoro, per fare un esempio). Cominciare dai Dj è attualmente il modo principale per un mangaka giovane per farsi notare.

   
 
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