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Autore: Tactolien    22/11/2015    1 recensioni
Questa storia è ambientata dopo L'Ultimo Guardiano. Inizia con un matrimonio particolare e spero di portarla avanti fino in fondo. Dopo Una pagina di Diario e Il Sigillo di Scilla ecco questa nuova storia, magari un po' assurda, che spero possa piacervi
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BOOAMM!!!.
Fece la Fowl Star Seconda sotto gli occhi allibiti di chi aveva assistito alla scena, in una nube di fumo e fiamme.
“Attenti! Mettetevi al riparo!”. Urlò qualcuno mentre i rottami accartocciati della nave precipitavano a terra, rischiando di colpire qualcuno.
“Che diavolo è successo?!”.
“Perché è esplosa?”.
La prima cosa che fece il Comandante della Centrale fu avvisare il Sindaco Baltus; lui per primo doveva essere messo al corrente di tutto ciò che accadeva ad Avalon. La seconda cosa, invece, fu chiamare Spinella. In fondo erano i suoi amici a essere nei guai.
 
 
Dall’alto della sua postazione, Argh Sgrut si godette lo spettacolo ridendo e applaudendo come un bambino di fronte a un clown. Era stato proprio un bel botto.
Non si preoccupò se qualcuno fosse rimasto coinvolto nell’esplosione, non gli interessava.
“Ottimo lavoro –disse all’individuo alla sua destra, che stringeva in mano un detonatore a distanza- Questo manderà loro un bel messaggio”.
“Sì, le bombe sono la mia passione”.
“Non potevano farla esplodere alla fine, con loro sopra?”. Chiese invece l’uomo alla sua sinistra.
“Con Leale e tutti i suoi controlli antibomba? Se ne sarebbe accorto subito”.
L’altro annuì controvoglia. Leale. Gli bastava sentir pronunciare il nome per fremere di rabbia. Non vedeva l’ora di trovarselo davanti per pareggiare i conti.
 
 
Artemis Fowl, Leale e Spinella Tappo avevano vissuto molte avventure nella loro vita. Avevano affrontato molteplici avversari. Certo… la più famosa e pericolosa di tutte era sempre stata Opal Koboi; e quando era morta non erano stati pochi a tirare un sospiro di sollievo, pensando che ormai il peggio era passato.
Ma non bisognava neanche dimenticarsi dei goblin, di Jon Spiro, di Leon Abbot, di Damon Kronsky, di Raponzo Tubero o di qualche altro giovane genio criminale che sperava di metter le grinfie sul Popolo.
Sfortunatamente… in moltissime storie si tende a sottovalutare le potenziali vendette di figure più secondarie. Ed era quello che stava accadendo in quel momento.
Argh Sgrunt sogghignò, soddisfatto di se stesso. A Cantuccio nessuno lo stava cercando, perfino quell’infame equino di Polledro aveva smesso di tenerlo d’occhio: era ovvio che nessuno l’aveva mai visto come una minaccia.
Ma si sbagliano di grosso. E lo dimostrerò.
E non sarebbe stato da solo. Guardò i suoi alleati.
Quello a sinistra era stato il più facile da reclutare. Stava in una prigione americana dopo esser stato coinvolto in alcuni strani avvenimenti a Chicago; per non parlare di una sparatoria a Londra, dove aveva ucciso un uomo. O almeno… così pensava.
Era stato uno scherzo per Sgrunt farlo uscire di galera con qualche trucco informatico.
Alto due metri e passa, sembrava un armadio a due ante che camminava; capelli decolorati, due pirateschi cerchi d’argento su entrambe le orecchie. Aveva una dentiera personalizzata coi denti appuntiti che lo faceva assomigliare a uno squalo umano.
Arno Tozz, ex guardia del corpo di Jon Spiro.
 
 
Sgrunt guardò poi l’individuo alla sua destra, quello con il detonatore in mano. Lo aveva rintracciato in una prigione taiwanese, e ci sarebbe rimasto a vita se non fosse stato per lui.
Era stato il più difficile da scarcerare, in quell’occasione lo gnomo si era dovuto recare personalmente a Taiwan ad affascinare dozzine di dirigenti e secondini pur di farlo uscire.
Era stato uno degli ultimi avversari di Artemis Fowl prima della sua generosa dipartita temporanea; molto esperto in armi, esplosivi e arti marziali. Esattamente l’opposto di Arno: magro e smilzo e parecchio giovane per la sua sfilza di crimini.
Afflitto da un odio morboso nei confronti di Spinella Tappo e quell’intrigante di N°1… Billy Kong era un elemento perfetto per quella missione.
Lo gnomo sorrise. Un po’ difficile da tenere a bada, ma non è a questo che serve il fascino?.
Vero. Billy Kong doveva essere tenuto sotto controllo quasi costantemente, era l’unica grana, ma la considerò come un piccolo prezzo da pagare per la riuscita della vendetta. Sgrunt conosceva bene l’astio che quell’uomo provava per il Popolo, o meglio… per i demoni che –secondo lui- avevano ucciso suo fratello Erik; ma quando si era presentato a Taiwan per una proposta di lavoro… gli era subito saltato al collo, gridando… : “Demone!!”.
Era dovuto ricorrere al fascino per calmarlo.
 
 
“Calmati, Jonah –iniziò, chiamandolo col suo vero nome- Io sono tuo amico. Mi manda tuo fratello”.
Le mani di Kong allentarono immediatamente la presa: “Mio fratello?”.
“Oh sì. Lavoravamo insieme nella società segreta che dava la caccia ai demoni”.
Il giovane ergastolano taiwanese cadde in ginocchio piangendo con le mani tra i capelli: “Noo! I demoni! Non sono riuscito ad annientarli! Erik, fratello mio!! Volevo vendicarti e ho fallito!!”.
Argh Sgrunt esitò un paio di secondi prima di riprende: quel Fangoso era decisamente squilibrato, e il fascino non lo migliorava granché.
“Sì, lui sa cos’hai cercato di fare, è per questo che ha mandato me. Voleva che ti dicessi che non è stata colpa tua. E’ tutta colpa di quell’Artemis Fowl, che ha rovinato tutto. Lui e i suoi complici, sicuramente ricorderai”.
Billy Kong si paralizzò di colpo. La mente persa in mezzo a ricordi rabbiosi che lo tormentavano ogni giorno.
Artemis Fowl, quell’impiastro che gli aveva impedito di distruggere Hybras. Il diavoletto N°1, che più di tanto non gli interessava, era solo un rospetto inutile.
Tra i suoi complici… c’è qualcun altro, lo so. Ma…
Sbarrò gli occhi. La diavolessa!!. Quella femmina dalle orecchie a punta. Lei per prima l’aveva messo in ridicolo in Francia a Casa Paradizo. Gliel’aveva fatto da sotto il naso e questo non poteva tollerarlo.
“Sì… -sorrise Sgrunt- Fai bene a odiarli. Ma non ti devi crucciare perché, come grande amico di Erik, sono venuto a darti una seconda possibilità. C’è una nuova isola dei demoni”.
Kong alzò lo sguardo su di lui.
 
 
“Ecco, adesso siamo pronti per la fase due”. Ghignò il taiwanese, allontanandosi.
Arno Tozz non lo perse di vista un momento. Non gli piaceva avere quel mentecatto intorno.
“Era proprio necessario portarlo con noi? Non distingue l’immaginazione dalla realtà”.
“Abbiamo bisogno di lui. Non possiamo fare tutto noi due soli”.
Il gigantesco neozelandese digrignò i denti. Quando lo gnomo si era presentato da lui non aveva voluto credere che si trattasse di un membro del Popolo. Uno gnomo, addirittura. Ma appena gli aveva rivelato la verità su Artemis Fowl, e sul fatto che Leale fosse ancora vivo…
 
 
“Leale è morto! Io gli ho sparato, è venuto da me dal mondo dei morti, l’ho visto!”.
“AHAHAH!! –aveva riso di gusto Sgrunt- Povero illuso. Ti ha fregato alla grande. Quello che hai visto non era altro che un telo schermante, o più volgarmente… un mantello dell’invisibilità tecnologico. Leale è vivo e vegeto”. Non contento gli mostrò alcuni articoli di giornale del Popolo con varie fotografie recenti. Artemis Fowl affiancato da un vivissimo Leale.
“Ma… non è possibile!”.
“Certo che è possibile. Una guarigione può farla un qualunque idiota. Allora… ti interessa quel che ho da proporti?”.
Ad Arno ci vollero meno di trenta secondi per decidere: “Accetto!”.
“EHI! –esclamò indignato il compagno di cella del neozelandese, Jon Spiro- Se c’è una missione contro Artemis Fowl sono anch’io della partita”.
Argh Sgrunt lo guardò con falsa pietà: “Spiacente, Fangoso, ma qui si accetta solo persone con una certa utilità –si rivolse ancora al gigante- Sarai fuori entro tre giorni”.
E esattamente tre giorni dopo… la cella si aprì.
 
 
“Sì, ma non siamo soli”.
Lo gnomo scoppiò a ridere: “Certo, perché abbiamo anche i compari di Kong”.
“Che cos’hanno i miei che non va?”.
“E’ una domanda seria?”.
Tozz guardò i colleghi che si era portato appresso, una coppia di idioti che ricordavano dei bulldog umanizzati: Pecto e Pata che si mostravano reciprocamente bicipiti e addominali facendo apprezzamenti.
L’omone con la dentiera s’irrigidì, chiedendosi per l’ennesima volta cosa mai l’avesse spinto a riassumere quei due incapaci.
Poco più in là, invece, gli uomini di Kong facevano l’inventario delle armi che si erano portati.
“Quando potrò far fuori qualche demone?”. Tornò il giovane taiwanese.
“Quando saranno più vulnerabili -Sgrunt accese davanti a loro un tablet con la piantina di Avalon- Noi siamo qui. L’isola è resa invisibile all’occhio umano da ologrammi, ma quelli si trovano nella centrale dei Guardiani e non possiamo avvicinarci fin là. Perciò dobbiamo puntare ai Distorsori”.
“Distorsori?”. Chiese Tozz.
“Degli aggeggi che mandano false informazioni ai satelliti umani. Per loro questo è tutto oceano aperto”.
Il grosso neozelandese sogghignò, aveva già capito.
“Senti, mostriciattolo…- lo afferrò per il bavero Billy- non mi va di giocare, io voglio subito la testa di quei demoni!!”.
Calmati, Jonah –cantilenò pieno di fascino- fa tutto parte del piano di Erik. E noi non vogliamo che vada a monte, giusto?”.
Billy lo lasciò subito andare, gli occhi dalle iridi sfilacciate come sbranate da tanti piranha: “Sai una cosa…? Non voglio che vada a monte. E’ di Erik, continua”.
Lo gnomo si rassettò la giacca, infastidito: quel Fangoso gli faceva sprecare un sacco di magia in fascino.
“Bene, stavo dicendo… ah, sì. Dobbiamo puntare ai Distorsori situati ai quattro angoli dell’isola –sul tablet apparvero quattro puntini rossi intermittenti- Dobbiamo dividerci in squadre e distruggerli contemporaneamente”.
“A quel punto che accadrà?”. Chiese il taiwanese.
“Non ci arrivi?. L’isola sarà visibile al primo satellite del meteo che passa, stupido mentecatto” Inveì Arno Tozz.
Nella mano di Kong apparve un pugnale: “A chi hai dato del mentecatto, brutto scimmione?!”.
“Piantatela voi due! –li ribeccò Sgrunt- Fatemi finire. A quel punto l’isola cadrà nel panico, manderanno degli agenti per riparare i Distorsori; e se conosco Fowl vorrà impicciarsi per forza. Sarà allora che colpiremo lui e i suoi compagni”.
  
 
 

 



 
  
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