Corretta
Capitolo 7: Due anni più tardi.
Passarono
due anni da quel giorno e ormai la mia vita anche se in parte, era cambiata. Ma
in meglio. Naruto la maggior parte delle volte mi
faceva disperare e spesso era davvero insopportabile, ma gli volevo bene.
Essere
suo padre però non mi impedì di essere per lui un buon maestro e la maggior
parte delle volte anche severo. Anzi con lui ero più cattivo che con Sakura
dato che doveva fare i conti con me anche a casa quando disubbidiva ai miei
ordini o si lamentava di qualche cosa. Questo lo terrorizzava.
Un
giorno ci stavamo sottoponendo a un duro allenamento. Cosa diventata ormai di routin. Mio figlio aveva due obbiettivi da portare a
termine. Il primo diventare Hokage e il secondo,
riportare a Konoha Sasuke. L’odio
che quest’ultimo provava verso suo fratello, lo aveva portato a compiere la
pazzia di seguire Orochimaru e a Naruto
non era mai andata giù questa sua decisione. Era ormai la sua ossessione.
Voleva allenarsi per diventare più forte in modo tale da costringerlo a
tornare, nel caso si fosse rifiutato di tornare al villaggio con le proprie
gambe.
Naruto era
determinato, ma qualche volta la pigrizia si faceva sentire.
“Anf, anf! Papà siamo tornati ieri
da una missione, anche gli schiavi hanno un po’ di tempo per riposarsi” disse
passandosi una mano sul viso per asciugare il sudore. Lo stavo facendo lavorare
parecchio.
“Ogni
momento è buono per migliorare le proprie capacità, hai dimenticato il tuo obbiettivo?” gli dissi fissandolo
Scosse
la testa
“Ti
devo ricordare cosa è successo durante l’ultima missione e cosa mi hai
chiesto?”
“No,
me lo ricordo benissimo!” disse guardandomi storto.
Nell’ultima
missione si era nuovamente affidato al potere della volpe a nove code per
uscire fuori dai guai, nonostante tutta la spiegazione che gli avevo fornito
sull’indebolimento del sigillo e cosa comportava l’applicazione di un secondo.
Sarebbe successo se avrebbe continuato su quella strada, ma la cosa che mi
irritava maggiormente e che non faceva affidamento sulle sue sole forze. Un
grave errore dato che era capace di cose incredibili. Mancava poco e mi avrebbe
addirittura superato.
Durante
la missione cademmo in una trappola nemica. Eravamo circondati. Numerosi ninja,
tutti con un aria tremendamente forte ci avevano accerchiati. Senza pensarci un
attimo, Naruto chiamò a se il chakra
di Kyuubi, divenendo così una forza mostruosa che rase
al suolo tutto ciò che si trovava nel raggio di 500 metri.
Come
sempre al suo risvegli non ricordava niente.
Sakura
subito si precipitò a vedere le sue condizioni.
Ormai
non risentiva così tanto dell’utilizzo di quel chakra,
dato che lo usava praticamente sempre. Naruto chiese
alla ragazza spiegazioni su quanto era successo. Sakura cercò di essere il più
delicato possibile, ma io gli sputai in faccia la verità. Lo accusai di aver
compiuto quel macello. Non sapevo come farglielo capire. Dovetti rispiegargli
per l’ennesima volta le conseguenze delle sue azioni. Poteva anche arrivare a
distruggere le cose a cui teneva maggiormente.
Naruto mi
disse che era già a conoscenza di quelle cose, ma a me sembrava esattamente il
contrario. Gli chiesi di darmi una spiegazione valida per aver sempre fatto
ricorso a quel potere così pericoloso e
subdolo.
Mi
rispose semplicemente che quando perdeva il controllo sulle sue emozioni, era
difficile tenere a bada lo spirito della volpe a nove code, nonostante cercasse
di controllarsi.
Controllarsi?
Secondo me non ci provava nemmeno. si faceva dominare e basta.
Gli
dissi che se voleva veramente diventare il più grande hokage
che il villaggio ebbe mai visto, continuando di quel passo, non avrebbe
esaudito il suo sogno.
Ci
rimase male a quelle parole.
Continuai
dicendogli alcune qualità che gli hokage dovevano
avere: abilità nel combattimento
,volontà di voler proteggere Konoha e una forte
fiducia in loro stessi. Sapevo bene che
avrebbe messo a repentaglio la sua vita per proteggere il villaggio, ma
era la fiducia in se stesso a mancargli. Era l’unica spiegazione per cui
ricorreva a quel chakra. Aveva paura di non farcela e
allora chiedeva maggiore potere. Su questo aspetto non era molto diverso da Sasuke. Lo dovetti incoraggiare e fargli capire che non
aveva bisogno di Kyuubi, che se solo avesse voluto
sarebbe potuto diventare anche più forte di quel demone.
Anche
Sakura intervenne dandomi supporto. Visto che non dava retta a me, chissà se
avrebbe dato retta alla suia ragazza. Loro lo
nascondevano, ma io avevo capito che c’era del tenero fra i due.
Fu
da quel momento che Naruto mi chiese di aiutarlo a diventare più forte,
sottoponendolo a qualsiasi tipo di allenamento.
Quando
mi chiese quello, fece di me un padre orgoglioso.
Riuscii
a convincerlo tirarsi su e continuare il nostro allenamento. Terminammo solo
quando su Konoha calò la sera.
“Che
cosa? vuoi continuare anche domani? Ma domani è…!”
non terminò la frase a causa
dell’occhiataccia che gli lanciai e con il broncio se ne andò.
La
sera si era svolta con tutta calma e dopo aver cenato, mio figlio si buttò sul
divano stravolto. Ma la mia intenzione non era quella di farlo riposare. Non
avevo nessuna voglia di mettermi a fare le faccende domestiche, quindi gli dissi
che si sarebbe potuto riposare solo dopo aver sparecchiato.
Mi
andò male. Appena ebbe posato la testa sul cuscino, si addormentò.
Oltre
a dover sparecchiare e …lavare i piatti, dovetti pure
portare il bambino nel suo lettino. Un bambino che era tutto tranne che
leggero.
La
mattina seguente andai a svegliarlo con tutta la delicatezza che potevo.
“forza
alzati! Ho una commissione da farti svolgere!” gli dissi
Lo
sentii confabulare qualcosa sul tipico risveglio che gli sarebbe piaciuto
ricevere “Buongiorno Naruto,
buongiorno papà, vuoi una tazza di caffè
che te la preparo?, oh no grazie preferisco il thè,
d’accordo cinque minuti e sarà pronto …ah ti ho anche lasciato l’ultima brioche, oh ma non
dovevi, l’ho fatto con piacere per il mio adorato figliolo! …questi
sono i risvegli che mi piacerebbe avere!”disse
Ovviamente
non gli diedi questa soddisfazione “si, si va bene, continua a sognare! Se vuoi
il thè, te lo prepari da solo…anzì
no perché ho finito l’ultima bustina, però brioche …no
ho finito anche quelle!” gli dissi, mi divertivo un mondo a prenderlo in giro…anche se in quel caso era vero che non gli avevo
lasciato niente. Bhe si anche le altre volte che lo
lasciavo a stomaco vuoto.
Naruto mi
guardò storto “Mi hai lasciato qualcosa da mangiare almeno?”
“Gli
avanzi di ieri! Ci sono ancora un po’ di peperoni se non sbaglio, ma secondo me
sono un po’ pesantucci di mattino presto!”
“Ma
no, tu dici?” disse ironicamente.” possibile che sia tutte le mattine
così? Ma non dici sempre che mi vuoi
bene? è così che me lo dimostri?”
“guarda
che io lo faccio solo per te! Troppa caffeina rende nervosi e quelle brioche
deliziose piene di burro, non fanno mica bene alla salute! Mi sacrifico per te
cosa credi?” gli dissi scherzando.”Mi ringrazierai quando il tuo colesterolo
sarà nella norma!” gli dissi continuando a infierire.
“Ah
basta, non voglio nemmeno sentirti, vado a fare la doccia!”
Già
sogghignavo sotto la maschera. Gli aspettava una bella sorpresa.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAh FREEEEEDOOOOO!”
Mi
affacciai alla porta del bagno e dissi “ dimenticavo di dirti che l’acqua calda
è finita!”
Forse
avevo esagerato quella mattina. Naruto cominciò a
rincorrermi per tutta la casa, ma per fortuna ero ancora un palmo sopra di lui
e presto si stanco di darmi la caccia.
“Tu!
Stai cercando di farmi impazzire o sei solo ansioso di morire?” mi chiese
Dopo
aver fatto calmare Naruto, gli consegnai un fogliettino con sopra scritta la lista della spesa.
Solitamente ci alternavamo, una settimana ci andavo io e una mio figlio. Quella
volta sarebbe toccato a me, ma con una piccola e innocente bugia, riuscì a
fargli compiere il mio dovere.
“Si,
certo! Questa volta sei stato convocato da Tsunade,
quale sarà la prossima scusa?” mi chiese imbronciato.
“non
so, ci devo ancora pensare!” dissi sorridendo.
Alla
fine Naruto rassegnato fece quello che gli chiesi.
Appena uscito mi misi subito al lavoro, prendendomi quasi un infarto quando
vidi il ragazzo rientrare per prendere il copri fronte. Ci mancò poco che
scoprisse cosa avevo in mente.
Assicuratomi
che non c’erano più pericoli in vista, continuai a preparare la mia piccola sorpresa
per Naruto. Era il 10 ottobre e quest’anno avevo
deciso di fargli un piccolo regalo. Anche perché dovevo farmi perdonare del
fatto che l’anno prima me n’ero completamente scordato.
Naruto non
chiedeva regali o roba del genere. Voleva solo vedere se me lo ricordavo.
Infatti mi tenne il broncio per un mese. Il periodo più tranquillo negli ultimi
due anni. Non mi rivolse minimamente la parola.
Solo
quando stavo quasi per rimetterci la pelle a causa di una missione andata
storta, ricominciò a parlare con il sottoscritto. Non voleva che me ne andassi
pensando che mi odiasse.
Mentre
ero distratto da questi pensieri, rividi Naruto
rientrare. Era già trascorsa un intera ora, senza che nemmeno me ne accorgessi.
Stava
per entrare in cucina, ma glielo impedii dicendo che mi sarei occupato io stesso
di mettere la spesa al suo posto.
Ovviamente
questo lo insospettii, ma la cosa strana e che non cerco di smascherarmi come
era solito fare. Questo insospettì me, ma
neanche io controllai cosa stesse architettando. Lo avrei scoperto poco
dopo.
Chiamai
il ragazzo verso mezzogiorno… il pranzo era pronto.
Non ero un buon cuoco, ma quel giorno cercai di dare il meglio di me stesso,
preparando delle omelette da leccarsi i baffi…bhe più
o meno.
Naruto
bevve quintali di litri d’acqua per mandare giù quello che avevo preparato.
“Di
la verità, volevi avvelenarmi oggi?”
Va bhe, non ero riuscito nel mio intento, ma cercai di
rimediare con il dolce.
Gli
portai una torta di medie dimensioni e gliela misi davanti. Mancavano le
candeline, ma le consideravo un optional.
Naruto
rimase sorpreso inizialmente poi
lentamente cominciò ad emozionarsi. “te ne sei ricordato!” mi disse felice. “Grazie…spero almeno che questa torta al cioccolato sia
commestibile!”
Cioccolato?
Tanta fatica per preparare una torta alla crema e lui la scambia per una al
cioccolato.
“Alla
crema? Stai scherzando vero?” mi chiese storcendo ilnaso
“è
solamente un po’ bruciacchiata, cosa sarà mai?!” dissi sconsolato.
“Un
po’ bruciacchiata dici? Oh suonano alla porta, vado io!” disse.
Perché
avevo l’impressione che stesse evitando il mio dolce? Non mi sembrava così
male. Come non detto, stetti male per tre giorni dopo essermela mangiata.
“Sakura-chan!”
La
ragazza entrò in casa e subito mi chiese come me l’ero cavata con la
preparazione della torta Haruno tipica del suo clan.
Avevo chiesto consigli a lei e gentilmente mi aveva prestato una ricetta di
famiglia.
“Giudica
tu! È sul tavolo!” disse Naruto.
“Oh
non pensavo che avessi fatto delle modifiche! Hai usato il cacao!”
Naruto
subito la smentii dicendole la verità. Sakura storse il naso.
“per
fortuna prevedendo un suo fallimento sensei, ho
preparato io la torta. Non per vantarmi, ma credo di aver superato me stessa!
Forza assaggiate!”
Qualcuno
ce lo impedì. Tsunade, Arrivando in quel momento ci
sgridò per non averla aspettata.
Finalmente eravamo tutti la pronti per mangiare la torta. Tutti tranne io.
“Dov’è
finito Kakashi?” chiese Tsunade.
Mi
ero rannicchiato in un angolino, con una nuvola nera sulla testa e con un dito
tracciavo dei piccoli cerchi per terra. Mi ero dato tanto da fare e tutto era
andato storto. Ero depresso.
Naruto mi
si avvicinò con una fetta del dolce di Sakura e cercò di rassicurarmi.
Nonostante il mio fallimento, aveva apprezzato il gesto. Non chiedeva di
meglio. come si dice in questi casi, non è il regalo che conta, ma il pensiero.
“dai
papà, non te la prendere! Almeno quest’anno te ne sei ricordato e per me basta
questo. E se mal non ricordo, anche io ho fatto un disastro per il tuo
compleanno no?”
Bhe se
la vogliamo mettere su quel piano, io sono stato grande a confronto. C’è
mancato poco che mandasse a fuoco la cucina.
“Allora
Naruto, ti è piaciuto il regalo di tuo padre?” chiese
Tsunade.
“Re-regalo?” chiese dubbioso.
Mi
ero scordato quel particolare. Era tipicamente mio scordarmi sempre un pezzo.
Mi alzai dal mio angolino e andai nella mia stanza a prenderlo. Senza sapere il
perché sentii Naruto gridarmi di non entrare. Non gli
diedi retta ed eccomi che mi ritrovai sepolto da una valanga di robe che mi
caddero addosso appena aperta la porta.
Naruto
sbiancò quando vide la mia faccia. Cercò di giustificarsi del dispetto,
dicendomi che me la voleva far pagare per avergli mentito sulla convocazione di
godaime e su tutti i dispetti che mi divertivo a
fargli. Non se la cavò così facilmente.
“Naruto io…ti ammazzooooo!”
gli dissi cominciando a rincorrerlo.
Riuscì
a uscire di casa e a correre fra i tetti del villaggio, ma nonostante tutti i
suoi tentativi di seminarmi e le trappole che aveva sparso dietro di se, riuscì
a prenderlo in castagna.
“aaaaah, ti prego scusami, prometto che non lo farò più!”
disse cercando di indietreggiare . feci apparire un kage
bushin con il quale bloccai Naruto
alle spalle.
Feci
per colpirlo con un pugno. La mia intenzione non era quella di colpirlo, ma
quella di fargli chiudere gli occhi. Infatti il colpo che si aspettava, non
arrivo.
Quando
riaprì gli occhi si accorse di cosa aveva di diverso. In quel momento di
distrazione, gli avevo sostituito il suo vecchio copri fronte, ormai tutto
rigato e rovinato, con uno nuovo. A Naruto gli si
illuminarono gli occhi. Era la reazione
che mi aspettavo, anche se non avevo calcolato il fatto che mi avrebbe
abbracciato. Quelle effusioni mi mettevano sempre in un certo imbarazzo.
“Grazie,
sei grande!” mi disse.
Gli
sorrisi e scompigliandogli i capelli gli dissi “Buon compleanno Naruto”
FINE