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Autore: Lordy Voldy _girl    29/11/2015    5 recensioni
Vorrei poter dire di essere stato il tuo angelo custode, ma forse è più corretto dire che sei stata tu il mio.
Tu che mi hai preso tra le braccia e mi hai mostrato il mondo, con tutte le sue mille sfumature di grigio.
**
Per tutti coloro che sono stati abbandonati
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao Angelique,

sono sempre io, la tua ombra.

Lo so, sono passati anni, ma vorrei avere l'occasione di dirti addio.

Ricordo ancora, la prima volta che ti vidi. Bella, come la notte che ti circondava.

Eri lì, nel tuo vestito di fiori, con tuo fratello, il tuo principe azzurro.

Ovviamente vi conoscevo, tutti vi conoscevano.

Le stelle gemelle, è così che vi chiamavano allora.

Occhi d'argento, capelli biondo grano. L'uno lo specchio dell'altra.

Vedendovi, sembravate due angeli. Così uguali, eppure così diversi.

Ma forse, era questo a rendervi così unici.

Tu fredda, indifferente e ribbelle.

Lui dolce, protettivo e amorevole.

La combinazione perfetta per la nascita e la distruzione.

Fui subito attratto da voi, come una falena alla luce. E non potei fare a meno di restare a contemplarvi.

Per anni andò avanti così. Vi osservavo senza tregua, introducendomi lentamente nelle vostre vite, che proseguivano come se nulla fosse.

Poi, tutto a un tratto, lui è andato via e tutto è finito.

Ho visto i tuoi occhi spegnersi sempre più man mano che il tempo passava.

Cominciasti a chiuderti in te stessa, a temere nel mondo e nelle persone.

Andandosene ti aveva tradita e tu non potevi perdonarlo. Ma continuavi a ricordarlo, come se fosse lì con te.

Rammento ancora quando mi portasti nel vostro posto segreto, a guardare le stelle. Mi facesti una domanda, a cui non seppi rispondere, ora sono io che te lo chiedo angelo mio "cosa si prova a sentirsi vuoti dentro?".

Forse, non serve una risposta per capirlo.

Basta guardarti.

I tuoi occhi, ormai troppo spenti per essere definiti stelle.

O le tue spalle, curve come se portassi su di te il peso del cielo.

Sembri una rosa appassita, una farfalla senza ali, un pettirosso senza piume.

Eppure apparivi così completa prima e non sei cambiata di una virgola.

Forse era lui a renderti così perfetta.

Lui e il suo irrazionale bisogno di proteggerti, lui e la sua voglia di tenerti sempre tra le braccia, lui che tra tutte vedeva solo te.

Forse è per questo che ti amavo così tanto. Perchè lui mi ha mostrato tutto ciò che di bello è in te. Mi ha spiegato che l'amore è fatto di piccoli passi e di grandi parole. E che la vita non è poi così diversa.

Ti ha consegnata a me su un cuscino di piume e mi ha insegnato a trattarti come una bambola di porcellana.

Lo cercavi tuo fratello, in ogni parola, in ogni sospiro... ma poi tornavi sempre da me.

E io... non ti dicevo nulla.

Ti salutavo da lontano, ti tenevo la mano e ti guidavo verso il sole che non sembrava più tanto lontano.

Non deve essere stato semplice, vedere la tua metà morirti tra le braccia. Ma io ci sono sempre stato.

Quando in lacrime scuotevi il suo corpo inerme, quando hai urlato disperata il suo nome, quando sei corsa via... nel vento, verso la scogliera, in cerca di morte.

Ero sempre lì, la tua ombra, il tuo angelo fatto di lacrime, le tue lacrime, quelle che non versavi mai.

Ti proposi di buttarci insieme... io e te.

E magari, anche morire, sarebbe stato perfetto insieme a te.

Ma tu ti limitasti a fissarmi, rigida e impassibile e a sederti sull'orlo del precipizio. E senza versare neanche una lacrima, mi hai rivolto un ghigno sarcastico dicendo "non sono qui per morire demone".

E lì capii che forse, ne valeva la pena di continuare a sopportare.

Dalle persecuzioni non si scappa, ma si può almeno tentare di sorridere.

Dopo tutto ciò, mi sembra stupido dire di essere stato la tua salvezza.

Tu non hai mai avuto bisogno di un eroe; non hai mai creduto nelle fiabe.

Ti limitavi a vivere, come se non ci fosse un domani. E io mi limitavo ad esserci, pronto a rimetterti in piedi.

Ma tu non me lo hai mai permesso. Mi hai fatto sedere e mi hai concesso di osservare, mentre cadevi, ti alzavi e ti allontanavi.

Sarei dovuto essere il tuo angelo custode; ma forse è più correto dire che sei stata tu il mio.

E solo ora, mentre fisso la tua lapide, me ne rendo conto.

Ora che è troppo tardi.

Io, eternamente sepolto nella placida immortalità dei dannati.

E tu, stretta tra le infernali braccia del signore degli inferi.

Mi sembra quasi ridicolo, lasciarti questa lettera.

Ma avevo bisogno di dirti addio, Angelo mio.

Con affetto

La tua Ombra


 


 

NOTE DELL'AUTRICE

Okay, premettendo che questo non è il mio genere, per niente.

Io che mi prodigo esclusivamente in Horror e Thriller sono nuova in questo campo.

Quindi necessito consiglio a riguardo.

Abbandonare totalmente questo campo?

Probabilmnte si

   
 
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