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Autore: ABulletformyGun    30/11/2015    14 recensioni
[Miraculous Ladybug]
Il confuso amore di Marinette per Adrien non le dà pace per quanto riguarda il rapporto che ha con Chat Noir, ma lui è deciso a dichiarare i propri sentimenti per la giovane eroina, nonostante non sappia la sua reale identità. Con molte domande e grande sorpresa, Chat Noir trova un modo (forse un po' troppo particolare) per farle capire ciò che prova senza usare le parole!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il freddo raggelante di Parigi stava acquisendo confidenza con me ma non credo riuscirei mai ad abituarmi ad una sensazione così scostante.
Amo l'inverno, non ci sono stagioni che non sopporto ma la mia solarità può trovare più spazio solo in estate, quando le mani di Adrien non sono ghiaccioli ben tenuti. Ad essere sincera non gli ho mai tenuto la mano, sono troppo insicura per rivolgergli la parola e mi limito a parlargli il meno possibile per non sembrare stupida ma puntualmente lo sembro. Al tempo, poi, non riuscivo a guardarlo negli occhi perché il suo verde smeraldo mi faceva tremare più del solito e non solo per l'amore che provavo per lui ma anche un po' per un senso di colpa. Un senso di colpa che sarebbe rimasto segreto per tutta la mia vita.

Io sono Ladybug ma Ladybug preferirei, a volte, che non ci fosse.

Una farfalla nera aveva preso possesso di un ragazzo frustrato per essere stato lasciato dalla propria fidanzata ed io e Chat Noir provvedemmo a sistemare la situazione. Sarà stata l'abitudine o la forza che stava crescendo in noi ma dopo aver sconfitto il nemico, avevamo ancora del tempo a disposizione con i nostri alterego. Ero pronta ad andare ma Chat mi fermò, chiedendomi di restare a parlare con lui.
“Che ne pensi del panorama, my lady?~”
“Sembra tutto più piccolo da quassù”
“E in questo panorama piccolo e immenso c'è qualcuno che interessa alla vera Ladybug?”
Avvampai diventando un tutt'uno con la mia maschera e iniziai a balbettare pensando ad Adrien
“M-ma cosa ti interessa! S-Sono affari miei, i-idiota!”
“Allora perdonami, ma devo farlo ”
Si avvicinò a me sempre di più e rimasi come paralizzata. Sentii le sue calde, morbide labbra posarsi sulle mie con delicatezza. Erano leggermente socchiuse ma secche, così d'istinto pensai che dovessi baciarlo anche io. Il cuore mi batteva a mille, non capivo esattamente cosa stesse succedendo. Al termine di quello strano ma meraviglioso bacio, posò una mano sulla mia guancia e mi fissò addosso il suo sguardo felino, con i suoi occhi nei miei.
“Non so chi sei quindi suppongo tu possa dirmi solo il suo nome”
Mi fidavo di Chat Noir e poi con quel nome in Francia ne esistevano tantissime di persone quindi non diedi molto peso alla cosa.
“Si chiama Adrien”, dissi abbassando lo sguardo ma cogliendo ugualmente l'espressione sorpresa di lui e non capii il perché.
Restò muto per qualche secondo, come se stesse decidendo cosa fare.
“Devo andare, il tempo della mia trasformazione sta terminando”, gli dissi con la voce ancora bassa per l'imbarazzo.
“Allora andremo in un posto dove non riuscirò a vederti nemmeno io, ma non andare via. Devo finire il discorso.”
Accettai e mi lasciai condurre in una buia cantina dove effettivamente non si riusciva a distinguere nulla, prima che terminasse la mia, Chat si privò della sua trasformazione per non vedermi con la vista a raggi x. Poco dopo anche la mia si concluse e tutto ciò che sentii furono di nuovo le sue labbra sulle mie, la sua mano che mi accarezzava i capelli e ne scioglieva i codini. Le sue mani erano calde e sentivo il bisogno di sistemarmi tra le sue braccia. Ora sembravo io il gatto della situazione. Si sedette a terra e costrinse anche me a farlo, annullai la breve distanza tra di noi, gattonando e baciandolo nuovamente. Le sue labbra non erano più secche e la sua pelle emanava un calore familiare, come se lo conoscessi già da tempo. Avvinghiò, ma con dolcezza, le mie gambe, portandole attorno ai suoi fianchi. Poi sentii le sue dita soffermarsi e accarezzarmi le labbra, così baciai la punta di ognuna di loro. Non aveva più le unghie affilate e potetti constatarlo quando nel lasciare il suo indice, la mia lingua la urtò leggermente. Sussultò appena se ne rese conto e prontamente mi strinse forte a sé, sussurrandomi poi all'orecchio mentre il mio corpo premeva sul suo: “Hai 300 secondi per andare via, dopodiché andrò via anche io. Andrai prima tu cosicché io non veda la tua reale identità”
Di scatto lo baciai nel modo meno delicato possibile ma non lo notai nemmeno, la mia lingua si fece spazio tra le sue labbra e lui non si fece pregare, ricambiò il bacio. Una mano mi teneva la guancia, l'altra si faceva strada dentro la mia maglia, poi dentro il reggiseno, fino a stringermi con la mia stessa poca delicatezza, il capezzolo in un pugno. Mugugnai nella sua bocca e lasciai quel bacio, abbandonando quel calore che si espandeva in tutto il mio corpo. Lui però non mollò la presa e spostò le labbra sulla base del mio collo, iniziando a dargli dei piccoli morsi
“Chat, io...”
Non appena cercai di protestare, strinse tutto il seno e cominciò a succhiare avidamente quella parte del collo. Dopo poco, Chat Noir riprese lucidità e si fermò
“Scusa, volevo solo che my lady avesse un modo per ricordarsi di me” si spostò e mi aiutò a rialzarmi
“Ricorda: 300 secondi ”
“A presto, Chat Noir”
“A presto, Ladybug”
Iniziai a contare mentalmente e corsi verso l'uscita, che nonostante il buio riuscivo a vedere. Solo quando tornai a casa, ricordai di aver perso gli elastici che usavo per i codini.
“Stupido Chat Noir!”
  
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