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Autore: Acinorev    01/12/2015    6 recensioni
"«Ti avrei detto di sì. Ti direi sempre di sì… Qualsiasi cosa tu mi chieda»."
Slice of life sulla coppia Melanie/Zayn: spoiler per chi non ha letto la storia "High hopes"
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Buonasera!
Ebbene sì, chi non muore si rivede ahahah Come sapete non ho più tempo per scrivere, per portare avanti i miei progetti ed iniziarne di nuovi (quante idee!!!), ma oggi ho dovuto cedere, mettendo da parte anche lo studio. Melanie e Zayn mi hanno tormentato negli ultimi giorni, quindi non ho potuto resistere!
Questa one shot è corta e davvero semplicissima, non vi aspettate grandi cose: avevo solo bisogno di scrivere questo momento e spero che lo apprezzerete :) Avverto di nuovo che contiene spoiler, in quanto è ambientata dopo la fine di "High hopes", quindi uomo avvisato mezzo salvato!
E niente, buona lettura! Grazie di tutto in anticipo!

Vero.


 

 

Ancora

 

 
L’abat-jour diffonde una luce bassa, calda: la camera da letto disordinata è in parte nella penombra, in parte rivestita di un bagliore color ocra che concilia il sonno.
«Come fa a dormire mentre lo cambi?» domanda Zayn a bassa voce, con gli occhi increduli ed offesi.
Melanie sorride a labbra chiuse, sbuffa contro una ciocca di capelli che le impedisce di vedere quello che fa. «Credo sia semplicemente esausto».
«Ah, ma allora è umano» commenta Zayn, sbadigliando con divertimento. «Avevo iniziato a pensare che potesse continuare a piangere all’infinito senza stancarsi mai».
Stavolta lei ride apertamente, abbottonando la tutina in cotone di Christopher e chinandosi su di lui per baciargli il naso morbido. «Cosa sta blaterando il papà?» gli chiede in un sussurro, prendendogli delicatamente le mani ed osservando il suo viso finalmente assopito.
Negli ultimi giorni è sempre più difficile farlo addormentare: Christopher sembra turbato, insoddisfatto di qualsiasi cosa i suoi genitori possano inventarsi pur di farlo stare a proprio agio. Piange spesso e si sveglia nel pieno della notte più frequentemente del solito, tanto da provocare profonde occhiaie sul volto di chi si sveglia con lui inevitabilmente. Zayn ha persino chiamato il pediatra per una visita di controllo, ma il bambino è in perfetta salute: “Questo periodo passerà”, li ha rassicurati lui con una pacca sulla spalla ed il sorriso di chi ha visto troppe volte situazioni simili.
«Lo vizi troppo» esordisce Zayn, puntando l’indice contro la guancia di sua moglie, che sussulta appena per la sorpresa.
Lei alza un sopracciglio, scocca la lingua sul palato e cerca di trattenere un sorriso. «Io? Senti chi parla» borbotta, posizionando meglio Cristopher sul materasso ed avvolgendolo in una coperta calda e colorata. Si sdraia accanto a lui, di traverso nel letto, e appoggia il capo sulle gambe di Zayn, che invece riposa con la schiena contro la testiera imbottita. «E poi non è vero» precisa dopo pochi istanti, imbronciando la bocca in modo infantile. «Cerco solo di fare tutto quello che gli serve, tutto quello che può farlo stare meglio, ecco».
Zayn la guarda senza parlare, forse aspettando che si renda conto di aver ammesso implicitamente la sua accusa. «E vale anche con me?»
Melanie gioca con le punte dei propri capelli. «Sei un po’ troppo grande per essere viziato» gli fa notare.
Lui le ruba la ciocca di capelli dalle mani e la accarezza delicatamente, attirando il suo sguardo. «Quindi se in questo momento a me servisse un bacio e ne avessi davvero bisogno per stare meglio, tu non me lo daresti?»
La fa arrossire, come al solito. «No, perché ne stai solo… Ne stai solo approfittando» replica con decisione smorzata.
Zayn sorride, con il volto bellissimo illuminato solo per metà. «Spudoratamente» sussurra, piegandosi sul suo viso per sfiorarla con un bacio leggero, per prendersi quello che gli spetta anche senza il suo permesso.
Vengono interrotti dalla vibrazione mite del telefono di Melanie – qualsiasi suoneria è stata bandita dalla casa, da quando Christopher ha tanti problemi a dormire: nessuno vuole rischiare di svegliarlo inutilmente. Zayn sbuffa e torna di malavoglia contro la testiera del letto, passando il cellulare alla legittima proprietaria.
«È Emma» annuncia lei.
 
Un nuovo messaggio: ore 00.00
Da: Ems
“IL PRIMO MESE DI CHRIS!!! TANTISSIMI AUGURI AL MIO NIPOTINO ♥♥♥♥♥”
 
Melanie sorride scuotendo la testa, apre la bocca per leggere il messaggio a Zayn, ma il cellulare suona di nuovo tra le sue mani.
 
Un nuovo messaggio: ore 00.00
Da: Harry
“Puoi dire a quella stordita di tua sorella che non può fare gli auguri prima dell’ora esatta della sua nascita?! Grazie!!!!”
 
«Questi due non cambieranno mai» sospira divertita, immaginandoli litigare con le loro espressioni fintamente offese. Porge il telefono a Zayn, che sbircia incuriosito, e posa una mano sul petto di Christopher, guardandolo come solo una madre può fare: non le sembra vero che sia passato già un mese – o quasi, come preciserebbe Harry – da quando ha dato luce ad un piccolo miracolo in carne ed ossa.
Che vita era prima?
«Mi dispiace, ma concordo con Harry» ammette Zayn, restituendole il telefono.
«Anche io» confessa Melanie, osservando il marito accarezzare il capo del loro bambino. «Ma non glielo dirò: Emma è così felice per questo giorno. È da due giorni che continua a parlarne, è fuori controllo» ride appena, riscaldata dall’affetto di sua sorella, dall’amore incondizionato che non credeva avrebbe manifestato così apertamente.
«Probabilmente domani mattina si presenterà qui alle otto, sommersa di regali e con le lacrime agli occhi» ipotizza Zayn con un sorriso, chiudendo gli occhi e lasciando una mano su quella di Christopher.
«Alle otto? Sei ottimista» risponde Melanie, ridendo tra sé.
 
Messaggio inviato: ore 00.03
A: Ems
“Il tuo nipotino sta finalmente dormendo, ma ti ringrazia! :)”
 
Messaggio inviato: ore 00.03
A: Harry
“Lasciala stare, per una volta! :P”
 
Abbandonando il cellulare sul materasso, si gira su un fianco ed alza lo sguardo su Zayn: i suoi occhi sono fissi su di lei, scuri, caldi, rassicuranti. Non sa cosa farebbe senza quelle iridi a controllarla, a sostenerla in qualsiasi momento della giornata: se pensa a quando non le conosceva e stentava a decifrarle, una morsa allo stomaco le toglie il respiro.
«Sei stanca?» le chiede lui, percorrendo con le dita i contorni del suo viso. Melanie abbassa le palpebre godendosi quel contatto: la considera la ricompensa per ogni giornata affrontata, il benestare per andare avanti.
«Sì» gli risponde piano, inumidendosi le labbra: se respira a fondo, può sentire il profumo di ammorbidente dei pantaloni di Zayn, l’odore infantile della pelle del loro bambino, che dorme a pochi centimetri di distanza.
«Vuoi andare a dormire?»
«No».
«Va bene».
Il suo corpo protesta, la supplica di interrompere qualsiasi attività vada oltre un respiro lento e regolare: è segnato da troppe notti insonni consecutive e dai doveri ai quali una madre non può sottrarsi. Ma Christopher dorme, non ci sono pannolini da cambiare e vestiti da lavare, la casa è relativamente in ordine e c’è silenzio: quale altro momento potrebbe usare per se stessa? Per ricaricare il proprio animo tra le braccia dell’uomo che ama e accanto al figlio che ama ancora di più?
«Zayn?» lo chiama: la sta ancora guardando.
«Hm?»
Ci ripensa, si morde un labbro ed abbassa lo sguardo. «No, niente» dice scuotendo la testa.
«Cosa c’è?»
Insiste lui, troppo abile nel decifrare le sue espressioni e le sue intenzioni.
Melanie arrossisce di nuovo, imbarazzata dai propri pensieri forse troppo sdolcinati. «Io… Voglio dire, io non-non pensavo che sarebbe stato così bello. Chris, intendo. L’ho… L’ho immaginato talmente tante volte prima che nascesse, ma non ho mai pensato a così tanto» confessa in un respiro appena più profondo, sperando di non risultare ridicola.
Zayn sorride con i denti bianchi in bella mostra. «Perché ti vergogni di dirmi cose del genere?» la rimprovera bonariamente, addolcendo lo sguardo. «Dovresti immaginarlo, che la penso come te».
Lo vorrebbe contraddire, ma non lo fa: non vuole dirgli che per lei è diverso, che lui non potrà mai provare la stessa sensazione nell’osservare Christopher. Perché quel bambino ha i suoi occhi, le sue ciglia, i suoi capelli, e Melanie non sa semplicemente come sopravvivergli: all’amore innato che prova, si somma il piacere e la commozione di ritrovare in lui i tratti che l’hanno fatta innamorare quando era più giovane e meno completa. È una sensazione difficile da descrivere, difficile persino da contenere.
«Melanie?» la chiama Zayn.
«Hm?»
Stavolta è più serio, rilassato nel lasciarsi avvolgere dalla luce soffusa. «Ne voglio un altro» mormora, con un’intensità che le schiaccia il petto.
Lei sbatte le palpebre, è confusa. «Cosa?» domanda flebilmente.
Zayn posa una mano sulla sua guancia, le accarezza lo zigomo con il pollice. «Voglio un altro figlio da te».
Melanie smette di respirare, aspetta di realizzare le sue parole, di memorizzare accuratamente il tono della sua voce. Una piccola ed inconscia parte di sé sa già che quello è un momento che non dimenticherà.
«Voglio di nuovo tutto, ancora» rincara Zayn, senza pietà. «Lo rivoglio perché ti amo così tanto e mi hai reso così felice, che ho dovuto trattenermi dal chiedertelo non appena usciti dalla sala parto un mese fa. E lo voglio perché tu sei così felice, che non riesco a smettere di volerti dare di più».
Un battito di ciglia ed una lacrima scivola lungo la guancia di Melanie. Il viso arrossato, le labbra tremanti che non vogliono cedere ad un pianto più intenso, ad una felicità troppo pesante.
Zayn passa un polpastrello sotto i suoi occhi umidi, la aspetta.
Melanie gli prende la mano e ne bacia il palmo lentamente. Gli respira contro e chiude gli occhi per trovare una tregua dai suoi. «Avresti potuto chiedermelo anche durante le nove ore di travaglio» sussurra. «Ti avrei detto di sì. Ti direi sempre di sì… Qualsiasi cosa tu mi chieda».

 

 


 
  
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