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Autore: SaruzzaPower    05/12/2015    3 recensioni
"Sapete, credo di amare Liam Payne dalla prima volta in cui i miei occhi si sono posati su di lui, quel giorno in cui l'auto di suo padre rompendosi li fece arrivare alla nostra officina.
Avevo otto anni allora, ero solo un bambino che non sapeva niente dell'amore e lo era anche lui.
Ma l'amore che può provare un giovane cuore è tutt'altro che ingenuo, anzi, è probabilmente il più puro di tutti, un amore che non se né mai andato, nonostante siano passati altrettanti anni"
Queste sono le parole che Zayn ha per il suo migliore amico, per quel ragazzo che in segreto (o forse no) gli fa battere il cuore da anni.
E' la mia prima Ziam, ma io questi due esserini qui li amo da morire e spero di rendere giustizia a quell'amore che io vedo e leggo fra le righe anche nella realtà e spero non sia solo frutto della mia immaginazione.
[Zayn!Meccanico]
[Liam!Studente]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Tell me now, Am I running out of time?"  

[What A Feeling - OneDirection]

 

È caldo, tremendamente caldo sotto la carrozzeria di quest'auto, credo di avere dell'olio e dello sporco anche in bocca, ma se non metto a posto questa ferraglia entro stasera mio padre me ne dirà di tutti i colori e non sono dell'umore giusto per starlo a sentire. 

In questi giorni non è solo il caldo di fine Agosto a opprimermi, mi sento ancora più taciturno e apatico di quello che sono solitamente di indole.

Questo paese mi soffoca, tutti a dire la loro per tutto e anche se sei uno a cui non importa del giudizio altrui, a lungo andare finisci per venirne travolto senza rendertene conto; gli sguardi, i vocii e tutto il resto finiscono per incollartisi addosso peggio dell'olio dei freni di una macchina, sono come minuscoli insetti che ti si insinuano sotto pelle e provano a mangiarti da dentro e alla fine se, come me, perdi il tuo appiglio finendo per sentirti solo, li lasci vincere e inizi a credere di essere sbagliato e contro tempo. 

Un tempo che ho imparato a tenere grazie al rumore che ha iniziato a fare il mio cuore anni fa, un giorno qualsiasi, che qualsiasi poi si è dimostrato non esserlo, ha preso a correre e io l'ho semplicemente seguito.

Anno dopo anno non mi importava del resto del mondo, quel rintocco mi confortava e mi faceva sentire al sicuro.

Stringo l'ultimo bullone e aiutandomi con le gambe faccio scorrere il carrello fuori dalla macchina, faccio forza sui gomiti per sollevare la schiena da quest'asse di legno su cui passo le mie giornate da... sempre credo.

L'officina è deserta, è lunedì pomeriggio e sono già andati tutti via, anche Louis che solitamente resta a farmi compagnia fino alla fine. 

Oggi no, oggi aveva un impegno, lui e tutte le sue cose segrete, ora che abbiamo finito la scuola ed è libero da stupidi compiti e lezioni, spesso sparisce, lui e questa mania incontrollabile di fare sesso con tutti i ragazzi gay che riesce a scovare nei paesi vicini.

Sistemo i miei attrezzi, cerco di ripulirmi come posso con un panno quasi pulito ed entro nell'ufficio di mio padre per cercare qualcosa da bere. 

Questa stanza è piena di fogli sparsi, di fatture stropicciate e pezzi di auto nuovi e vecchi, mi avvicino al piccolo frigorifero nell'angolo e mi accovaccio davanti come fossi un gatto, le ginocchia che fanno capolino dai miei jeans rotti e sporchi, afferro una birra e appoggiandola al bordo dello sportello, con un colpo secco della mano, la apro facendo sfrigolare il contenuto, mentre il tappo tintinna rimbalzando per terra.

Mi giro per uscire e ci manca poco che non faccia cadere la bottiglia, c'è una figura appoggiata allo stipite della porta in controluce che mi sta fissando.

Non è una figura qualsiasi, la riconoscerei anche al buio o ad occhi bendati, le mie narici conoscono la fragranza della sua pelle, quell'odore forte reso fresco dall'acqua di colonia che ruba sempre a suo padre.

Mi porto una mano al petto e – Dannazione! Mi hai fatto quasi venire un infarto! – protesto, avanzando verso di lui. 

- Passavo di qui e ho visto le luci accese. C'è solo la tua moto fuori, quindi ho pensato che... - sono giorni che non sento il suono della sua voce e quasi mi manca il fiato. Naturalmente non farò il pappa molla e non voglio che veda il fremito dei miei occhi, così mi porto la bottiglia alle labbra e sorseggiando la mia birra mi appoggio alla scrivania di mio padre – Cosa vuoi, Liam? – non lo guardo mentre lo dico, non posso proprio.

Sussulta e cambia posizione, sento il rumore dei suoi piedi spostarsi e devo guardarlo, non ho altra scelta.

- Volevo salutarti, sto partendo... - ed è tremendo vedere nei suoi occhi, quello che so esserci nei miei. Disperazione e un velo di rabbia.

- Ciao – dico piatto.

Aggrotta la fronte e ci sono delle piccole goccioline di sudore che gliela imperlano, devo distogliere lo sguardo un'altra volta per non rimanerne incantato, ma non posso non vedere la delusione e le sue labbra che si stringono dopo aver sentito la mia risposta fredda.

- Quindi è con un ciao che la chiudiamo? Non te ne frega più niente di punto in bianco? – stringe i pugni e fa qualche passo avanti.

- Cosa vuoi che ti dica? Non andrò al college e se tu non lo accetti, io non posso farci proprio niente! Non tutti siamo fortunati come te, lo sai. Io resterò qui come ho sempre fatto in tutti questi anni, a marcire dentro questa officina e a cercare di fare felice quel rompi palle di mio padre – faccio spallucce.

- L'ho già sentita questa storia, quindi non ti ripeterò che stai sprecando la tua intelligenza e il tuo talento e nemmeno che non meriti di marcire in questo paese dimenticato da Dio e in questa officina... - dice fra i denti.

- Ecco bravo, perché mi sembra che lo hai appena fatto! – lo beffeggio.

- Porca puttana, Zayn! – urla, facendomi sussultare – Non volevo dire tutte le cose che ti ho detto, sei il mio migliore amico, sei tutto quello che ho e non posso partire sapendo che mi odi. Lo vuoi capire che non ce la faccio? – i suoi occhi non mi sono mai sembrati così grandi, anche perché non lo sono mai, sono sempre piccoli e affusolati e di quel color scuro e caldo che fanno battere il mio cuore a quel ritmo cadenzato che dà il tempo alla mia vita. Dava. 

- Non ti odio, stupido! - soffio fuori sarcastico.

- Non ci parliamo da due settimane, mi hai evitato come la peste e non sei più andato in collina... io... - non è vero Liam, ci sono andato eccome in collina, solo che quando lo facevo tu sicuramente stavi dormendo, penso fra me.

- Mi hai fatto incazzare, lo sai, ma non ti odio, puoi andartene tranquillo, quando deciderai di tornare a casa io sarò ancora qui – mi muovo e dopo essermi fermato un attimo di fronte a lui, lo oltrepasso ed entro di nuovo nell'officina, provando a riordinare le ultime cose. Spero solo che non noti le mie mani tremare.

- Zayn... - lo sento alle mie spalle, è troppo tardi, non posso impedirgli di farlo, perché ormai le sue braccia mi avvolgono forti e posso sentire la sua pelle umida a contatto con la mia sporca e unta, vedo le sue mani unirsi davanti al mio petto e la sua testa appoggiarsi sulla mia spalla.

- Sei l'amico migliore che chiunque possa desiderare, anzi io non avevo mai osato desiderare tanto, quindi ti prego non guardarti con gli occhi di chi si arrende, tu puoi tutto, anche quello che non credi di essere in grado di fare. Hai reso me, il peggiore dei reietti, un qualcuno che sa camminare a testa alta e riesce a guardarsi allo specchio tutti i giorni vedendo una persona da ammirare, se non fosse stato per te, dove sarei ora? – 

Eccolo il mio tempo, il mio cuore che batte insieme al suo, dettando il passo. 

Prendo un respiro profondo e mi giro verso di lui, allungo una mano per sistemargli indietro un ciuffo di capelli ricaduto in avanti e sorrido, davanti a qualcuno come Liam, puoi solo finire a sorridere e – Ti ho fatto vedere semplicemente quello che solo tu non riuscivi a vedere, e te l'ho detto non ti odio. È tutta la vita che facciamo così, tu parti ma poi torni sempre da me, giusto? – si morde il labbro leggermente, scatenandomi un turbinio nello stomaco e annuisce – Noi siamo questo, quella cosa che non cambia! Non diventerò mai un dottore o un matematico, ma ho la mia arte, ho Louis e le sue puttanate, Niall e ho te! Mio padre non ce la fa qui da solo, è il più grande rompi coglioni della terra però mi vuole bene e io ne voglio a lui. Il mio posto è qui e questo lo sai – 

- Abbiamo buttato via così tanti giorni... - piagnucola ed è la cosa più bella e dolce che i miei occhi abbiano mai visto, mentre sporge il labbro leggermente in fuori.

- Scusami, lo sai che sono un orgoglioso del cazzo! – ridacchio.

- Lo so! – ma sorride e apre le braccia in cerca di un abbraccio e io faccio lo stesso, spalanco le braccia e mentre i nostri petti si scontrano, entrambi stringiamo la presa sull'altro.

Restiamo immobili così per qualche istante, in quel qualcosa di solo nostro che va oltre le parole e le voci di paese, oltre ai pregiudizi e le paure.

Siamo semplicemente Zayn e Liam.

Mi guarda chiudere la saracinesca e ci diamo un ultimo abbraccio; lo guardo andare via voltandosi indietro mille volte, prima di sparire per la stradina in salita che porta alla sua villa, quella che sovrasta l'intero paese. 

Mi mancherà come sempre e la mia mente vola indietro nel tempo.

Sapete, credo di amare Liam Payne dalla prima volta in cui i miei occhi si sono posati su di lui, quel giorno in cui l'auto di suo padre rompendosi li fece arrivare alla nostra officina.

Avevo otto anni allora, ero solo un bambino che non sapeva niente dell'amore e lo era anche lui.

Ma l'amore che può provare un giovane cuore è tutt'altro che ingenuo, anzi, è probabilmente il più puro di tutti, un amore che non se né mai andato, nonostante siano passati altrettanti anni.

 

*

[nda]

Ciao, se non avete mai letto una mia storia, piacere sono Sara, amo gli Ziam ma sono aperta a tutte le ship possibili. Insomma io questi ragazzi metteteli come vi pare, io li amo!

Se ne avete già lette, ben ritrovati! 

Questa è la mia prima Ziam long e che dire, sono emozionantissima ad intraprendere questo viaggio completamente diverso da quello che ho affrontato scrivendo #Forgot la Niam! 
Questa storia è nata ascoltando la canzone dei The Cab - Endlessly, il testo in alcune parti mi ricorda loro:
"Yeah, The ink may stain my skin, and my jeans may all be ripped. I'm not perfect, but I swear, I'm perfect for you"
"Yeah, I'm not angel, I'm just me, but I will love you endlessly. Wings aren't what you need, you need me"
"There's a house on the hill with a view of the town, and I know how you adore it. So I'll work everyday, through the sun, and the rain until I can afford it"
(da questa è nata l'idea)

Fatemi sapere cosa ne pensate! 

Buon Week end! 

SARA

 

 

   
 
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