Libri > Hunger Games
Ricorda la storia  |      
Autore: _Gia    07/12/2015    4 recensioni
Piccola Flashfic incentrata su un breve momento di '' smarrimento '' da parte dell'Accompagnatrice del Distretto Dodici.
Perché ebbene si, ogni tanto anche il Capitolino meglio educato può lasciarsi un po' andare, ed Effie Trinket non fa eccezione.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Puritan ( or not? )

Non aveva la minima idea del perché si trovasse lì, aveva semplicemente sentito l’impulso di alzarsi, durante la notte, e lo aveva assecondato.
 '' Mossa sbagliata '' le avrebbe suggerito il proprio cervello, solo il giorno dopo.
Non aveva la minima idea di dove avesse trovato il coraggio di uscire dalla propria stanza senza un velo di trucco sul volto, senza nessuna voluminosa parrucca a coprirle i capelli color del grano che le si posavano sulle spalle in morbidi boccoli dorati, totalmente esposta al mondo, coperta solamente da una leggera vestaglietta che andava sul celeste, che le arrivava fino alle caviglie, aperta nel lasciar scoperta una sottana color lavanda pallido che arrivava a nascondere fin sotto il bacino.
Il treno correva lungo le rotaie in una corsa contro il tempo, un’ennesima Edizione degli Hunger Games stava per iniziare, ma Effie Trinket sembrava averlo dimenticato.
Il perché non lo sapeva neanche lei.
Non aveva la minima idea del perché, in quel momento, sostasse accanto la porta di Haymitch, ovviamente spalancata nonostante tutte le raccomandazioni che lei stessa si era da sempre premurata di rivolgergli, appoggiata allo stipite in legno con le mani incrociate al petto ed un sorrisetto a metà tra il soddisfatto ed il provocatorio.
Con lo sguardo, percorse ogni centimetro del corpo di colui che le stava di fronte, convinta più che mai che lui stesse facendo lo stesso.
Proprio per questo non aveva la minima idea del perché, dopo interminabili secondi di religioso silenzio, invece che esordire con una delle sue pungenti frasi da Capitolina con tanto di puzza sotto il naso, entrò in quella baraonda che doveva definirsi la stanza del mentore, al quale si avvicinò con una lentezza esasperante, a passo morbido e lievemente ancheggiante, fino a che la propria bocca non fu ad un paio di millimetri dal suo orecchio.
Non era a conoscenza, non lo era davvero, del perché invece che sfoggiare la timidezza e la perenne pudicizia che da sempre la caratterizzavano,  utilizzò un tono più malizioso, quasi canzonatorio, accompagnato da quel sorriso che andava ad accentuarsi maggiormente sul volto, in quello che si poteva definire un soffio, nel chiedere:

'' E’ mogano quello lì sotto, o sei semplicemente felice di vedermi, Abernathy?  ''
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: _Gia