Ma lei è una ragazza!

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Le mirabolanti scoperte di Ronald Weasley

« Aspetta... Hermione, Neville ha ragione: tu sei una ragazza! »

L'espressione sul volto della Grifondoro era quasi impagabile: ricordava per certi versi l'aria stizzita di Piton quando Harry si ostinava a rispondergli in malo modo.

«Però, sei un fulmine» Rispose la riccia in tono acido, non alzando la testa dai suoi libri. Scene come quella si susseguivano ormai da tempo: quante volte avevano litigato, per colpa dell'assoluta indelicatezza che contraddistingueva il rosso?

Gran parte dei Grifondoro presenti nella Sala Comune si girò verso i tre amici, per osservare quello che si preannunciava come uno scontro epico. E non dovettero attendere a lungo.

«Beh, allora potresti venire al ballo con uno di noi due! » attaccò nuovamente il ragazzo, come non notando l'espressione accigliata che aveva causato con l'affermazione di poco prima. Davvero non se ne era reso conto prima?

«No, non posso. Ci vado già con qualcun altro» rispose la ragazza, cercando di mantenere un tono tranquillo.

« No, non è vero! L'hai detto solo per liberarti di Neville! » L'irruenza di quell'accusa era scottante come una fiamma viva; alcune ragazze trattennero il fiato, altri sussurrarono “ora gli tira un libro”.

Hermione pensò seriamente di farlo, ma optò per la diplomazia. Quindi, livida in volto: « Beh, si dà il caso che qualcuno non c'abbia messo tre anni per accorgersi che io sono una ragazza, e mi abbia invitata. »

Un sorriso sarcastico apparve sul volto di Ron, uno di quei sorrisi di chi pensa di saperla lunga, qualcosa di assurdamente irritante. «Va bene, sei una ragazza. Adesso ci vieni? »

“ Questo è troppo! “ Hermione allora si alzò dal tavolo, gli occhi di tutti rivolti a lei, e se ne andò. Ma certo non prima d'aver detto in modo quasi caustico: «Te l'ho già detto, ci vado con un altro!»

Parve che tutti si ammutolirono, mentre la chioma ramata spariva su per le scale del dormitorio femminile: il silenzio era assolutamente irreale, quasi permeato dalla magia stessa. I passi della Grifondoro ben presto risultarono attutiti ed infine svanirono, e la sala ricominciò ad animarsi di sussurri e chiacchiericci.

Ronald, nella sua assoluta cocciutaggine, voltandosi verso Harry disse, scuotendo la testa e con una facilità disarmante: « Sta mentendo. »

« Non è vero. » S'intromise Ginny, guardando accigliata il fratello. La ragazza, seduta poco lontano dal trio, aveva assistito alla scena surreale sperando che, per una volta, il fratello maggiore non si dimostrasse della varietà di emozioni di un cucchiaino. Ahimè, restò alquanto delusa.

« E allora chi è? » Quasi scosso da quella rivelazione, Ron si rivolse alla sorellina con tono forse troppo brusco, tanto da far nascere sul volto della giovane un'espressione altrettanto offesa e molto similare a quella dell'amica.

« Non sarò io a dirtelo, sono affari suoi. » E come una furia anche lei si alzò e andò su per la scala, facendo riguadagnare al fratello l'interesse di alcuni presenti.

« Ah, le donne! » cominciò il rosso, con le guance che s'imporporavano man mano che passava in rassegna i volti allibiti dei compagni di Casa. Questo non bastò a zittirlo, ma concluse a voce molto bassa, così che solo Harry potesse sentire: « chi le capisce è bravo. »

Hermione, seduta sul proprio letto scarlatto, non sentì più quel senso di colpa che l'aveva avvinta sin dal momento in cui aveva risposto al bigliettino trovato quasi per caso nella propria tasca, qualche giorno prima, con un chiaro e semplice « Si ».

Salve a tutti e bentornati nell'angolo Dramionoso(?) delle mie ff

Vi trovate di fronte al seguito ( ma può essere anche presa come una storia a se stante e immaginare, nel mittente del bigliettino sopracitato, chi si preferisce ) dell'altra mia fanfiction dal titolo " Il messaggio "

Spero che l'apprezzerete tanto quanto io ho apprezzato scriverla, alla prossima ff!