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Autore: Anonymous writer    15/12/2015    2 recensioni
- Semplicemente, ha bisogno di una come me.- si voltarono tutti simultaneamente, ma Steve la vide per prima. Senza rendersene conto fece un passo avanti verso la rossa. Natasha era tornata, i suoi capelli erano più lunghi e lei era più magra, ma il sorriso sghembo e malizioso era sempre lo stesso.
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(Tratto direttamente dal primo capitolo.)
Gli Avengers, tra vecchi e nuovi elementi. Tanto amore, sofferenza, guerra e vendetta.
I personaggi saranno il più possibile attinenti, all'inizio, poi li vedremo cambiare segnati da troppe cicatrici.
Buona lettura, e lasciate una recensione!! :)
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America, Un po' tutti, Wanda Maximoff/Scarlet Witch
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo sei.

 

 
Steve non chiuse occhio quella notte; aveva troppi pensieri per la testa. Lo aveva trovato. Aveva trovato Bucky. No, non lui, Natasha gli aveva riportato Bucky. Il suo Bucky. Dopo la caduta dello SHIELD e lo scontro con l’amico, Steve aveva un nuovo obiettivo: trovare Bucky. Da quel momento, con tutto quello che era successo, la sua mente era proiettata verso il raggiungimento dello scopo. Sokovia lo aveva distratto, la comparsa di Ultron aveva acceso contrasti con Stark, ma nulla di irrisolvibile. E sicuramente su un altro piano rispetto a Bucky. Dopo aver scoperto della sua sopravvivenza, ad opera dell’HYDRA, Steve aveva sentito riaccendersi una connessione con il suo mondo. Il suo vero mondo. Bucky Barnes era il suo passato, il suo presente e il suo futuro. Sentiva di dovergli la vita e sicuramente non avrebbe lasciato il suo fianco in una situazione del genere. Era convinto a parlargli, a fargli ricordare chi era. Doveva farcela. Si decise ad alzarsi e scendere nel seminterrato, ma mentre aspettava l’ascensore, notò la luce accesa nella palestra e sentì dei colpi secchi, ritmici. Capì subito di chi si trattava. Si convinse che Bucky poteva aspettare un paio di minuti, infondo lui stesso non era davvero pronto a quel confronto.
Schiuse la porta e si appoggiò allo stipite, con le braccia incrociate, a fissare Natasha colpire il sacco da boxe. Doveva esserle mancato, lei adorava quell’affare, nonostante fosse in realtà di Steve. Ma lui lasciava che Wanda e gli altri lo usassero e dunque anche Natasha. Ora stava assestando pugni sempre più veloci, fece un salto indietro per poi contorcersi su sé stessa e tirare un calcio mortale. Iniziò a tempestare di colpi sempre più violenti che rivelavano un’inquietudine insolita della Vedova. Steve non voleva interromperla, conosceva meglio di chiunque altro il potere terapeutico di quel sacco. Ascoltava come nessuno mai. Eppure, lo turbava vedere Natasha in quello stato. Pensò che fosse stato eccessivamente duro con lei; tutto quello che aveva fatto era stato aiutarlo, portandogli la cosa di cui aveva più bisogno. La cosa che voleva più di tutte. Pensò a quando Wanda era entrata nelle loro teste, quando li aveva costretti a vedere cose che non volevano vedere. Era successo a lui, a Thor e a Natasha, mentre Banner si era trasformato in un Hulk spietato come non mai. Solo Stark era riuscito a placarlo. Steve pensò involontariamente a Peggy, alle sue mani sul suo corpo minuto e perfetto, il suo sorriso dolce e sincero, i suoi occhi nostalgici. Pensò a quel finto ricordo e realizzò di esservi aggrappato fin da quando lo aveva partorito. Così gli venne spontaneo chiedersi cosa avessero visto gli altri, cosa avesse visto Natasha. Era quello che la tormentava? Cosa nascondeva? Quante persone era già stata? Quante vite aveva vissuto prima che quella attuale s’intrecciasse con quelle dei Vendicatori? La rossa si fermò, all’improvviso. Poggiò le mani sul sacco e Steve la guardò cercare di recuperare il respiro. Aveva i capelli legati in una coda, ancora lisci.
- Sì, so che sei lì.- disse apparentemente al sacco - No, non hai esattamente il passo felpato. –
Natasha si voltò, la fronte imperlata di sudore. Rivolse all’amico un sorriso sghembo e lui ricambiò.
- Non volevo disturbarti.-
- Anche tu non riesci a dormire?- chiese lei, avvicinandosi. Steve le prese un asciugamano appeso affianco a lui e glielo lanciò. Natasha lo prese al volo e si asciugò il sudore.
- Troppi pensieri, e tu?-
- No, io volevo affinare qualche tecnica. Vuoi unirti a me?-
Lui la guardò dritta negli occhi, ignorando la domanda.
- Cos’hai Romanoff? Sai che puoi fidarti di me.-
Natasha, chiaramente sorpresa, schiuse le labbra.
- Da quando sei tornata dalla tua misteriosa missione, sembri più cupa. Anche se lo sei fin da quando Wanda ti è entrata in testa.-
Lei gli diede le spalle, passandosi l’asciugamano sul volto, Steve continuò.
- Già dentro l’aereo ti ho vista assente, cambiata. E poi Ultron ti ha rapita e…-
- Sai, ho sentito i nastri dell’aereo.- rispose lei con voce bassa.
- Cosa? Che nastri?-
- La conversazione tra te e Clint, appena mi avevano catturata i robot di Ultron.- si voltò per guardarlo negli occhi – Divertente come lui cercava me e tu pensavi a quella maledetta culla.- Si riferiva all’incubatrice di Visione.
- Ero in un treno in corsa contro dei civili e in quel momento la priorità era…-
Natasha si avvicinò lanciando da una parte l’asciugamano.
- Non sono la tua priorità, Rogers?- inclinò la testa di lato e sfoderò un sorriso furbetto. Steve capì al volo che lo stava provocando per non rispondere alla sua domanda, così sospirò.
- Non riuscirò mai a entrare nella tua testa, vero?-
- Non ci riesco neanche io, ma ehi! In bocca al lupo.- gli batté una mano sulla spalla, mentre lo sorpassava. Lui si voltò e le afferrò l’avambraccio, Natasha ricordò che la stessa scena era successa sulla nave dell’HYDRA, prima che lo SHIELD cadesse e prima di Bucky, prima di Sokovia, di Bruce, di Wanda e i suoi giochetti, prima di tutto. Anche lui realizzò che quel gesto era familiare, e le sorrise.
- Ti va un gioco?- le propose, dimenticando che il suo amico era a pochi piani più sotto. Natasha inarcò un sopracciglio: - Sentiamo.-
- Combattiamo, e ogni volta che uno atterra l’altro, può fare una domanda. –
- E rispondere è obbligatorio?- lo punzecchiò lei, sorridente.
- E’ obbligatorio, Romanoff, è obbligatorio.- lui ricambiò il sorriso.
- Allora ci sto.- e con agilità si sottrasse dalla presa e gli si avviluppò addosso, piegandogli le ginocchia e costringendolo a piegarsi in avanti. Appena raggiunta la posizione desiderata, lo atterrò senza apparente difficoltà. Le si piazzò a cavalcioni.
- Fin troppo facile, Rogers.- lui si lamentò per la botta e fece per ribellarsi – Ah, ah! Mi spetta una verità o no? E’ obbligatorio, Rogers, è obbligatorio. –
Steve si sentì improvvisamente a disagio a essere sotto di lei e di essere stato buttato giù così facilmente, e annuì temendo cosa potesse chiedergli.
- Beh, questa ce l’ho pronta da un po’… Dopo aver visto come hai accolto Wanda e tutta la dedizione che ci metti nell’allenarla, nello starle vicina…-
- Arriva al punto, Romanoff.- la ammonì lui, aggrottando la fronte.
- Mi chiedevo se magari non avessi voltato la pagina del tuo vecchio amore e …-
- Cosa? No… Wanda?- le sorrise – Cerco solo di darle una mano e di farla sentire come a casa… Dopo tutto quello che ha passato.-
- Certo, ci avevo pensato. Ma sai, è una bella ragazza! – lui le rivolse un’espressione divertita, sembrava gelosa. O forse, semplicemente cercava di combinargli un appuntamento come sempre. Natasha si alzò e gli porse una mano.
- Che gentile, Romanoff. – Steve l’afferrò e attirò a terra la ragazza, rotolandole sopra. Ma lei non si fece intrappolare facilmente, spostandosi prima che lui la potesse bloccare del tutto. Con una spinta si rialzò e lo guardò, a terra.
- Sì, beh, ci hai provato. Ma penso di doverti riportare al museo, lunedì.- si sorrisero e lui si mise in piedi, pronto a fronteggiarla.
Nel frattempo, all’ombra del corridoio, Clint era accovacciato a sentire i loro discorsi, curioso di come andasse a finire. Neanche lui riusciva a chiudere occhio, nonostante il fuso orario. In più era d’accordo con il Capitano, Natasha aveva qualcosa, o qualcuno per la testa. Neanche lui sapeva cosa le aveva fatto vedere Wanda, anche se conosceva bene la storia dell’amica spia. Non tutta certo, ma a grandi linee sapeva da dove veniva. Più importante per lui, però, e glielo aveva sempre detto, non è da dove si arriva, ma dove si va. Questa semplice frase aveva aiutato molto la rossa, anni addietro. Occhio di Falco tese l’orecchio, mentre sfrecciavano calci e pugni della Vedova. Steve continuava a difendersi senza mostrare nessuna offensiva. Finché, sfruttando un calcio dell’altra, la portò a terra. Le bloccò le braccia sopra la testa, e le gambe strette fra le sue. Poi rise, ora anche la sua fronte era imperlata di sudore.
- Sei un osso duro, eh?- le chiese retoricamente.
- Ti voglio far vincere qualche volta, sennò non c’è gusto.- ribatté lei, con una smorfia. In realtà iniziò a pregare affinché lui non le chiedesse qualcosa di troppo invadente.
- Bene, e ora la mia domanda…- si schiarì la voce, continuando a bloccarle i polsi, ma delicatamente per paura di farle male – Perché sei andata alla ricerca di Bucky? Non era la tua missione, vero?-
- No.- rispose secca, lei. Non ci pensò mezzo secondo, ma non aggiunse altro per qualche lungo secondo, poi sospirò, distogliendo lo sguardo. Lui la liberò e si sedettero uno di fronte all’altra, poco distanti. Le loro ginocchia, sinistra di lei e destra di lui, si toccavano.
- La missione che mi aveva dato Fury era di trovare Bruc…Banner. Ma un paio di mesi fa, ho riconosciuto in mezzo a una folla in Canada Bucky. Stava fermo e mi guardava. In un primo momento ho pensato che me lo fossi immaginata, ma lui era lì. Il resto puoi immaginarlo.-
- Hai mentito a Fury, dicendo che stavi cercando Banner… Invece era Bucky il tuo bersaglio.- rifletté Steve, ad alta voce. Poi posò lo sguardo su di lei, distratto.
- Clint mi ha dato una mano, non è stato poi difficile. Ma credo di aver attirato io quei soldati dell’ HYDRA. Anche loro cercano Bucky. Lo cercano tutti, Steve.-
Ora aveva di nuovo la sua attenzione.
- Allora l’HYDRA non cercava solo Visione. Pensavano avessi preso Bucky, ovviamente. Ma per quanto riguarda gli altri… questi tutti? Chi lo cerca, perché?-
- La CIA, l’FBI, l’Intelligence e molti altri enti. Lo vogliono catturare. Agli occhi di tutti è un criminale.-
- Non ai miei.- rispose prontamente lui, amareggiato – Lo hanno trasformato loro, questo lo sai.-
- Lo so, ho una cicatrice che mi ricorda ogni giorno quanto spietato sia il Soldato d’Inverno. – Natasha si guardò attorno, sentendo improvvisamente un brivido attraversarle la schiena.
- Lo terremo al sicuro finché la situazione non sarà chiara. Non farà più male a nessuno.-
-Non possiamo più permetterlo, lo capisci, vero? – i due si scambiarono un’occhiata carica di tristezza.
- Wanda può aiutarlo a ricordare, ne sono sicuro.- rifletté Steve tra sé, alzandosi in piedi. Natasha lo imitò.
- Scommetto che il gioco è finito.- lo punzecchiò, ma lui scosse il capo.
- Lo rimandiamo, adesso tu va’ a dormire.- era un ordine del Capitano.
- E tu dove vai?- si avvicinarono all’uscita, mentre Clint si nascondeva nelle scale, sperando di non essere visto.
- Ad assicurarmi che Bucky ricordi. – si scambiarono un’altra occhiata e Steve corrugò la fronte. Agli occhi della Vedova sembrò un cucciolo indifeso e non il soldato che aveva fatto vincere la guerra all’America. Quel lato tenero del ragazzo l’aveva sempre colpita, era Steve Rogers, il soldato gentiluomo dal cuore grande. Ma sapeva anche che qualcuno tempo prima aveva spezzato quel cuore, ora così fragile.
Steve chiamò l’ascensore.
- Non hai risposto alla mia domanda.- sembrò realizzare solo in quel momento, Natasha lo guardò.
- Sì, invece.-
- No, ti ho chiesto perché. Perché sei andata alla ricerca di Bucky senza dirmelo, perché hai disobbedito agli ordini, hai mentito, coinvolto Barton … Non riesco a spiegarmelo.-
- Perché?- sembrava confusa da quella domanda.
- Perché.- confermò lui, ad un tratto con un sorrisetto sotto i baffi.
- Mi hai detto che ti fidavi di me, se fosse stata la mia volta a salvarti la vita. E per te Bucky, ora, in questo momento, rappresenta più che la vita. E’ il tuo passato. E’ tuo amico, e io sono tua amica. – si dovette accorgere di quanto smielata sembrasse la scena, perché scoppiò a ridere, strappando un sorriso all’altro – Poi avevi una faccia, dopo che Wanda ti era entrata nella mente. Scommetto che il tuo incubo riguardasse Bucky.-
Lui non rispose, semplicemente allargò il sorriso, guardandola con riconoscenza.
- Beh, prego, Rogers.- Natasha inarcò un sopracciglio.
- Grazie, Romanoff.- e l’ascensore si aprì con un “din”. Dentro c’era Sam, con l’occhio gonfio e apparentemente svenuto. Steve si precipitò all’interno per aiutarlo e Natasha si accucciò per dare una mano.
- Sam! Sam!- chiamarono entrambi, con una brutta sensazione addosso. Clint apparve dietro le loro spalle, si voltarono confusi a guardarlo per un attimo. Sam aprì gli occhi e li puntò su tutti i presenti e poi levò un grugnito di lamento.
- E’… scappato.- mormorò, poi, come se il panico non fosse già sufficientemente diffuso, chiarì – Bucky è riuscito a scappare. - 


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spazio autrice:
eccomi, dopo una lunga attesa. Nel frattempo, dopo l'uscita del trailer di Civil War, la storia si avvicinerà ai fatti e cercheremo di dare una previsione di quello che potrebbe accadere. 
Non dimenticate di commentare, e magari passate anche nella mia pagina YOUTUBE, dove ci sono tantissimi video della Marvel! Mi raccomando, passate: Sophiegraphic-
 

  
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