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Autore: kae    06/03/2009    9 recensioni
Raccolta di fanfiction su "Merlin".
Il nuovo capitolo
"Secrets". Artù conosce il segreto di Merlino e teme per la sua vita. E se il re scoprisse che è un mago?
I vecchi capitoli
"Friendship". Se Merlino fosse costretto ad usare la magia davanti ad Artù, cosa gli accadrebbe?
"Immortal". Merlino riflette sul suo rapporto con Artù.
"Death". E se Artù morisse? Che ne sarebbe di Merlino? Cosa proverebbe?
"Return". Merlino se n'era andato da Camelot per approfondire i suoi studi. Ora, cinque anni dopo, decide di tornare perché mille pericoli si parano davanti al nuovo re, Artù.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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01 - friendship

Questa fanfiction ha partecipato all’ Adventure of Merlin Contest” indetto da uchiha_girl.

 

 

Capitolo 1 - Friendship

 

Quante volte ci siamo salvati a vicenda? E ora eccoci qui. Non credo che questa volta ne usciremo vivi.

Quando ho visto Artù per la prima volta gli avrei volentieri spaccato la faccia se ne avessi avuto il coraggio e le capacità. La seconda volevo che su quella sua faccia da schiaffi si dipingesse il disappunto e la vergogna per essersi fatto battere da me. Se ci penso ora usare la magia non è stato molto corretto, ma d’altronde devo pur usare i miei doni per difendermi qualche volta, o no?

Mi domando come sia possibile e io sia stato scelto come controparte di Artù. Chi l’ha deciso ha davvero un gran senso dell’umorismo sotto questo aspetto. Io e Artù che collaboriamo. Ma come gli è saltato in mente?!

Ormai mi sono anche stancato di scendere dal drago per chiedergli consiglio. Come se non bastasse tutta la strada che devo fare cercando di non farmi scoprire dalle guardie, devo sentirmi sempre ripetere la stessa frase. Siete le due facce della stessa medaglia. Va bene, questo l’ho capito, ma un aiuto per risolvere la situazione mai, vero?

Come se non bastasse, oltre ai miei problemi devo sobbarcarmi anche quelli degli altri.  Le commissioni per Gaius e le faccende da sbrigare per Artù,…ogni tanto ci si mettono pure Gwen e Morgana…Ma io, la magia, quando la studio?

Beh, d’ora in poi non avrò più molte occasioni per farlo. Se non ci inventiamo in fretta qualcosa, da qui, non ne usciremo di certo.

A meno che…

 

Merlino mi guarda come un bambino che ha combinato un pasticcio.

Non è possibile. È un mago.

« Ve l’avevo detto, siete voi che non mi avete creduto » dice.

La sua voce esita e nei suoi gesti, nella sua espressione leggo che sa che è nei guai. Come figlio del re devo far rispettare la legge. E la legge impone che la magia non venga usata. Dovrei consegnarlo alle guardie e ordinare di gettarlo in prigione. Probabilmente non vedrebbe l’alba, lo giustizierebbero prima.

Non posso consegnarlo. Senza contare il fatto che mi ha appena salvato la vita, lo ha già fatto almeno una decina di volte. Poco dopo esserci conosciuti mi ha salvato da quella pazza a cui mio padre aveva giustiziato il figlio per stregoneria. Mi ha avvertito dell’incantesimo sullo scudo di quel cavaliere, Valiant. Ha bevuto dal calice avvelenato per salvarmi. Ha…aspetta un attimo…

« Eri tu! Sei stato tu a guidarmi con quella luce quando ero nelle grotte della foresta di Baldor! »

Esito notando la sua faccia.

« Eri tu, vero? »

Annuisce imbarazzato.

« E anche al tuo villaggio? »

Torna ad annuire.

Senza togliergli gli occhi di dosso mi siedo su un masso, troppo sconvolto per parlargli. Sconvolto…Andiamo, Artù, come se non te ne fossi mai accorto. Ho solo fatto finta di non vedere. Troppe volte mi sono salvato per un pelo e Merlino era poco distante. L’ho sempre saputo.

« Quando è successo? » chiedo.

« Come? »

« Sì, quando…quando hai iniziato a studiare la magia. Quando ti sei reso conto di saperla usare. »

Lui sospira e mi si siede di fronte, a pochi metri di distanza.

« Da quando sono giunto a Camelot e da quando sono nato. »

Vuoto. Non credo di aver capito bene.

« Cosa? »

Lo vedo cercare di trovare una posizione migliore. Credo lo stia facendo per avere il tempo di soppesare la risposta.

« Erano le risposte alle vostre domande. Ho cominciato a studiare la magia quando sono arrivato a Camelot. E la so usare da quando sono nato. Non ho cominciato a usare le formule se non dopo che ci siamo conosciuti. È sempre stata una cosa istintiva. Sono nato così. »

 

Mi guarda e per la prima volta da quando lo conosco non so cosa stia pensando. Come per la magia, sembro avere un talento particolare anche nel leggergli dentro. Siete le due facce della stessa medaglia. È questo che significa? Sapere cosa sta per dire prima ancora che lo faccia? Salvargli la vita anche moribondo in un letto?

Non mi toglie gli occhi di dosso e temo stia decidendo di consegnarmi al re. Non oso immaginare quello che mi farà. O che farà a Gaius. Non si è fermato davanti al druido, che era solo un bambino, o a Gwen, così importante per Morgana. Perché dovrebbe essere diverso per me? Io non valgo più di Gwen. Anzi forse molto meno. Non ho famiglia a Camelot, non ci sono cresciuto. E di amici ne ho pochi. Due per la precisione. Anzi uno. Gwen. Gaius è il mio mentore. E Artù è il mio padrone.

Vorrei che non fosse così. Sarebbe molto più semplice se fossimo amici. Non dovrei ogni volta giuragli che gli sto dicendo la verità. Non dovrei coprirgli le spalle nell’ombra. Non dovrei mentirgli. Questo è l’aspetto del rapporto fra noi che mi pesa di più. Lui mostra sempre ciò che è. Io non posso mai essere me stesso.

A volte me l’immagino. Io seduto sul prato che circonda la piazza d’armi con il libro di magia poggiato sulle gambe a imparare incantesimi mentre lui si allena con gli aspiranti cavalieri, o da solo.

Ma non sarà mai possibile. Uther disprezza la magia, o forse ne ha timore. Questo non cambia il fatto che la magia ci circondi, lo circondi. E questo mi riporta ad Artù. Che cosa ha intenzione di fare?

 

Ormai non so più da quanto tempo siamo in silenzio. Minuti, ore? So solo che non ho idea di cosa devo fare. Dovrei consegnarlo? Dovrei coprirlo?

Accidenti, Merlino! Complichi sempre le cose. Un disastro ambulante, ecco cosa sei! Da quando sei giunto a Camelot, da quando hai incrociato il mio cammino, non me ne va mai bene una. Eppure…eppure da quando l’ho incontrato la mia vita si è fatta più…entusiasmante. Che fosse nel nostro destino conoscerci, vivere così vicini, diventare indispensabili l’uno per l’altro?

Già. Ormai sono abituato ad avere intorno Merlino, e separarmi da lui…Quando è stato avvelenato ancora non l’avevo capito, ma ora ne sono certo. Stavo aspettando da sempre la persona per cui avrei rischiato la vita come ho fatto con lui. Sognavo da sempre di incontrare una persona di cui fidarmi ciecamente, su cui poter contare e per cui avrei fatto qualunque cosa. Volevo un amico. Un amico vero, non di quelli che ti stanno attorno perché sei il figlio del re o perché sei il suo miglior cavaliere. Non avrei mai pensato di trovarlo in un popolano. Non avrei mai pensato che l’avrei trovato nell’unica persona che ha avuto il coraggio di sfidarmi anche dopo aver saputo chi fossi. Non avrei mai pensato di trovarlo in Merlino.

Sospiro.

« Ti devo la vita per l’ennesima volta. Quindi… »

Traggo un profondo respiro e mi alzo. Lui mi guarda preoccupato, in ansia. Lo vedo deglutire e cercare di darsi un contegno. Tutta questa situazione è talmente assurda che mi sfugge un sorriso.

« Quindi… » balbetta.

« Quindi…non ho alcuna intenzione di denunciarti al re. Nessuno pulisce e tiene in ordine la mia stanza come te e ora ne capisco il motivo. E poi…non posso tradire il mio migliore amico. »

 

Il suo migliore amico. Cosa cosa cosa?! Io sarei il suo migliore amico?!

Mi sta prendendo in giro, non può essere altrimenti. Lo guardo e lui ricambia lo sguardo. Sul suo volto non c’è traccia di ironia né di sarcasmo. È serio, come l’ho visto in poche occasioni.

« Dite sul serio? » chiedo.

Lui sorride nel suo modo ironico e non serve che me lo ripeta. So che è la verità.

« Anche voi siete il mio migliore amico. Da quando sono qui, l’unico che abbia mai avuto e che non sia scappato scoprendo che sono un mago. O che se ne sia andato… »

 

È amareggiato. Non l’ho mai visto così. So a chi sta pensando. A Lancillotto. Quindi lui sapeva!

« Allora non erano veri amici. Quanto a Lancillotto…tornerà. Ce l’ha promesso, no? »

Mi guarda stupito e anch’io un po’ lo sono. Non sono mai stato bravo a leggere le persone. Distolgo lo sguardo e lo alzo al cielo. La luce che filtrava fra le fronde degli alberi si è fatta più debole. Mi alzo e gli faccio cenno di fare altrettanto.

« È tardi » dico « e se non torneremo a breve mio padre manderà qualcuno a cercarci. »

Lo sento dissimulare una risata con un colpo di tosse.

« Che c’è? » chiedo curioso.

« Vostro padre manderà qualcuno a cercare voi » puntualizza.

Sorrido.

« Ma tu sei con me, no? »

 

Incredibile quanto sia diverso ora. Cinque parole hanno completamente cambiato il suo modo di comportarsi con me. Lui si avvia e non posso far altro che seguirlo. Quasi non mi rendo conto che sto sorridendo. O che ha sbagliato direzione.

« Altezza, siete sicuro che la strada sia giusta? » chiedo raggiungendolo.

« Quando siamo soli puoi darmi del tu e chiamarmi per nome. E sì, sono sicuro che sia di qua. »

« No, perché all’andata venivamo da lì. »

 

Mi fermo e guardo la direzione indicatami da Merlino.

« Hai ragione » mi vedo costretto ad ammettere. « Per fortuna eri qui. »

Un sorriso ironico compare sul suo viso e non posso che sorridergli di rimando. Gli passo un braccio dietro le spalle e scoppio a ridere.

« Devo proprio dirtelo, Merlino, sei incredibile. Hai qualche altro segreto che non mi hai rivelato? »

 

Mi scosto da lui e lo guardo negli occhi, serio. Il suo sorriso si spegne e mi guarda preoccupato.

« Merlino? »

La sua voce è tesa. Non l’ho mai visto così.

« No, nessuno, Artù. Non hai niente di cui preoccuparti » dico sorridendo. « E tu, non hai nessun segreto da rivelare al tuo migliore amico? »

Torna a sorridere e scuote la testa. Riprendiamo a camminare fianco a fianco. Non c’è bisogno di preoccuparlo ora. C’è tempo per rivelargli che i nostri destini sono legati, che il giovane druido che ha salvato lo porterà alla morte. Glielo dirò, un giorno lo farò di sicuro. Ma per ora preferisco mantenere il segreto. Lo proteggerò, ma non perché è il mio destino. Lo proteggerò perché è il mio migliore amico. Siamo le due facce della stessa medaglia. Il resto non ha importanza.

 

 

 

Commento dell’autrice.

Leggevo le storie che sono state pubblicate su “Merlin” e mi sono resa conto che la maggior parte degli autori (anzi, la quasi totalità) crede fermamente nel pairing Merlino-Artù. Qualcuno diceva addirittura che questa fandom gridava a tale pairing.

Quindi mi sono sentita un’idiota ad aver scritto una MorganaxArtù. Sarà dovuto alla mia formazione scolastica – che mi ha sempre mostrato Merlino come il mentore di Artù – o al fatto che so come il ciclo arturiano si svolge e va a finire, ma non riesco ancora a pensare a una relazione tra i due protagonisti. Non sto dicendo che non mi piacciono le storie che avete scritto, anzi le ho apprezzate e alcune le ho trovate davvero straordinarie per la cura dei particolari (come quella di Sacchan, “In vino veritas”, che – mi scuserà – non ho ancora commentato) o per l’ironia (come quella di Ilakey_chan sulle reali intenzioni del drago – “Il segreto del drago”). Non significa nemmeno che non ne pubblicherò mai una (anche se ne dubito, per ora).

Comunque, questo è divagare. Volevo solo dire che dato che il nostro caro mago è stato trasformato in un coetaneo di Artù (scelta assai azzeccata a mio parere) e che è in tutto e per tutto un emarginato, mi è venuto naturale pensare che il caro principe trovasse in lui un amico. Sostanzialmente perché Merlino può mostrare ad Artù il mondo da un altro punto di vista. E, ovviamente, la cosa è di conseguenza reciproca.

Se si pensa al primo episodio, Merlino si presenta come uno che odia le ingiustizie, ma che non sa come combatterle (perché la magia non può usarla davanti a tutti, o –zac– addio testa). Artù, invece, è il classico esempio del bullo, tutto muscoli e niente cervello (come probabilmente avrebbe detto il mago se glielo avessero chiesto). Nel corso della storia i due si troveranno ad assimilare i pregi e i difetti dell’altro finendo per cambiare se stessi. Credo sia uno dei significati da attribuire alla frase che il drago continua a ripetere incessantemente al giovane protagonista.

Da notare anche che Merlino accetta il suo destino molto più rapidamente di quanto mi aspettassi, e che negli episodi successivi salva Artù non perché è il suo fato, ma perché è giusto farlo, prima, e perché ha imparato ad apprezzarlo e a conoscerlo, poi. Quindi non è strano che nella seconda metà della serie, più di qualche volta, Merlino dica che Artù è suo amico.

Per quanto riguarda Artù, credo mantenga le distanze dal suo servitore, appunto perché è un servo. Ma è evidente con il progredire della serie (già dal quarto episodio) che per lui è qualcosa di più (e qui non pensate che stia ritrattando le mie precedenti constatazioni).

Tutto questo per dire…niente, se non che sono queste le considerazioni che ho fatto su di loro prima, durante e dopo la redazione di questa fan fiction.

Spero vi sia piaciuta.

Baci, Chiara.

9 gennaio - 28 febbraio 2009

 

ps: dedico questa storia alle utenti e all’utente del Merlin Slash Fanclub di forumcommunity, che con le loro “onde slashose” stanno cercando di convertirmi allo slash (ma io tengo duro, Alice!) e con cui mi diverto da matti. Grazie ragazzi.

   
 
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