Paul e George improvvisarono un trasporto per Artie, e subito cinque fate gli volarono incontro.
- Noi cinque siamo le fate più sagge del regno. Io sono Tiernanoug, la regina - disse la fata dall'abito giallo coi brillantini e dalle ali di cristallo scuotendo elegantemente i suoi capelli scuri e lisci.
- Lei, col vestito arancione di strass, é Sherry; quella vestita di verde smeraldo dai capelli corti é Lilium, invece Iris indossa un'abito celeste di tulle e Violet, chiaramente é l'ultima vestita di lilla - finì Tiernanoug.
- Reverenda regina - fece Hana - il nostro amico é stato ferito durante la guerra. Rischia la morte... disse tra i singhiozzi di Nur. La bella Sherry si avvicinò al ragazzo disteso sull'erba morbida e lo visitò.
- C'é una sola soluzione. Sappiamo bene che il Saggio degli elfi vi ha dato una fiala contenente la magica acqua del rivolo d'oro, che cura le ferite.... Purtroppo la ferita del vostro compagno di viaggio é troppo grave - disse la fata.
- Bisogna mischiare all'acqua qualcosa di altrettanto potente... - continuò la regina.
- Sciogli la tua treccia Nur - la ragazza alzò gli occhi pieni di lacrime verso le quattro fate.
- Cosa? - disse con voce flebile.
- Nur, bambina, se vuoi salvarlo devi tagliare i tuoi capelli. Sono l'unica cosa che mescolata al contenuto della fiala possono curarlo. So che non conoscevi le proprietà della tua chioma, questo processo può essere attuato solo una volta. La decisione spetta a te - disse infine Sherry estraendo una lama da una delle pieghe dell'abito.
- Se é per salvarlo sono d'accordo - fece Nur. Allora prese la lama, si asciugò gli occhi e mormorò "un colpo secco...". I capelli caddero leggeri, la ragazza li raccolse e li diede a Sherry, la quale li mise in una ciotola di terracotta riversandovi sopra il contenuto della fiala mescolando. I capelli e l'acqua svanirono di colpo, lasciando al loro posto una gelatina dorata brillante.
- Ecco - disse la fata - bisogna spargerla sulla ferita. Fallo tu Nur.
Come per una magia il ragazzo aprì gli occhi e guardò Nur, colei che lo aveva salvato. La fanciulla cadde in un pianto convulso di gioia e lo strinse in un abbraccio.
Lui, ancora confuso, non parlava, ma in quel momento non sarebbe servita nessuna parola.
Tiernanoug diede al ragazzo una bacca tonda e blu dicendo:
- E' una faryest, la bacca fatata, ha un sapore riluttante, ma ti rimetterà in forza.
Quando i cinque salirono su Aurin, esso partì a velocità drago e in pochi minuti si ritrovarono davanti al portone argento del palazzo reale di Silverius.
Le guardie li fecero entrare inchinandosi ed essi cominciarono ad attraversare il lungo corridoio che portava alla sala del trono.
Seduto sul seggio di zaffiri vi era il sapiente re. A fianco al quale c'era la bella Aurora. I ragazzi posero il medaglione ai piedi del re e si inchinarono, ma Silverius disse:
- In piedi. Siete degli eroi. Avete salvato tutti noi. In segno di riconoscenza... se c'è qualcosa che posso fare per ringraziarvi parlate.
- Re, fin da quando Nur mi trovò ho sempre creduto di essere l'ultimo della mia specie. Ma ora ho conosciuto Aurora, quella bellissima creatura che le sta a fianco...
- E' mia figlia. Sua madre era l'ultima draghessa d'oro. Dal nostro amore nacque Aurora: draghessa dorata coi riflessi argentei - lo interruppe Silverius.
- Ecco vorrei la mano di sua figlia - finì Aurin emozionato.
Allora il re disse:
- Con l'autorità conferitami io vi dichiaro drago e moglie.
- Dobbiamo andare - intervenne Nur - il viaggio di ritorno è lungo…
- E per noi é arrivato il momento di tornare alla nostra vera casa... – continuò Alexia.
- D’accordo, ma io vengo con voi - finì Aurora.
- Andiamo - disse Alexia salutando il re Silverius.
Il saggio di Erlate si avvicinò all'impetuoso torrente che scorreva appena fuori città accompagnato dai sei amici e da alcuni compaesani, tra i quali, Amira. Estrasse dalla bisaccia che portava a tracolla una polvere azzurra e la riversò in un punto del torrente.
Era il passaggio per tornare a casa, alla vera casa: la biblioteca dalla quale erano partiti e avevano iniziato quella fantastica avventura. Dovevano solo entrare nel vortice.
- Nur, vieni con me! Ora che ti ho conosciuta non potrei vivere senza di te.
Nur si avvicinò ad Artie e lo strinse a sè, mentre guardava tristemente tutte le cose che aveva care: il suo villaggio, sua madre, il suo vecchio amico Aurin e la sua nuova compagna Aurora, i suoi compaesani...
- Artie... - sussurrò lei, poi andò dal suo drago, accarezzò il muso squamoso abbracciandolo e bagnandolo con le sue lacrime. Poi prese una volta per tutte la sua decisione.
- Sì Artie, voglio venire con te - gli disse dolcemente la ragazza.
- Lo sai che non potrai più tornare indietro? - chiese Artie quasi piangendo.
- Il portale per il mondo reale resta aperto solo quindici minuti ragazzi - li interruppe il Saggio di Èrlate.
- Addio Nur - guardò la ragazza.
- Nur, grazie! E ora?
- Ti amo e non voglio mai lasciarti- rispose la ragazza.