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Autore: Jakrat    19/12/2015    0 recensioni
Ponyville è l'epicentro della felicità e dell'armonia. Il gruppo di pony capeggiato da Princess Twilight Sparkle garantisce l'ordine in città e nel regno, così come l'amicizia.
Ma sarà davvero così?
Genere: Avventura, Azione, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Le sei protagoniste, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6

La Verità


Poco dopo la loro improvvisata riunione nel castello, Twilight Sparkle, Aria Blaze e Alastor Sullivan si spostarono in una delle sale del castello, lontani da occhi e orecchie indiscrete. Zecora aiutò nel loro isolamento chiudendo la porta dietro di loro, prima di muoversi ad aiutare gli altri cittadini rifugiati dall'assalto Mutante.

Il trio si trovava nella stessa stanza dove stava lo specchio per il viaggio attraverso i vari mondi paralleli e una serie di Mutanti, tutti tenuti a terra legati, imbavagliati e privi di sensi. Poco lontano dallo specchio, inoltre, Alastor notò la sua borsa con le mazze da baseball con cui era partito per quell'insolita avventura; era stato così impegnato da scordarsene.

Anticipando le domande dei due umani, Twilight cominciò a spiegare indicando i Mutanti intorno a loro, uno dopo l'altro «Questo era Spike. Al suo fianco ci sono Aloe, Lotus, Derpy, Octavia... accidenti, c'è persino il sindaco! E, da quello che ho capito, anche le mie amiche sono state rapite.»

Aria incrociò le braccia, commentando acidamente «Be', almeno adesso sai cosa si prova!»

Twilight non prese bene quelle parole; fulminando la sirena con gli occhi le gridò «Io e le mie amiche siamo le legittime portatrici di un potere che potrebbe risolvere questa situazione in un battito di ciglia!»

A sua volta, alla sirena non piacque il tono accusatorio della principessa. Puntandole contro un dito, rispose «Anche noi Dazzling potremmo spazzare via i Mutanti con una sola strofa, neppure ben intonata, ma indovina un po' grazie a chi siamo diventate tre esseri umani senza poteri?»

Alastor, mentre le due donne bisticciavano, studiava con il massimo della sua attenzione i prigionieri, cercando chi tra loro fosse quel figlio di un cane che lo aveva picchiato come un chiodo nella Everfree Forest. Ricerca che si rivelò fin da subito vana, visto che i Mutanti erano tutti perfettamente uguali!

«La Regina che ha rapito le tue amiche è la stessa che ha rapito anche le mie!» esclamò Twilight, alzandosi in volo per guardare Aria dall'alto «Litigando tra noi stiamo solo perdendo tempo!»

Se non altro, quelle parole aiutarono a rompere quella flebile concentrazione di cui era capace Alastor «Eh? La Regina, allora, è quella che sta venendo qui?»

La sua ingenuità zittì entrambe le donne. Accettando il fatto che quell'umano non dovesse ancora aver capito cosa stava succedendo, Twilight iniziò a spiegare «Forse è meglio che cominci dal principio. Ma non abbiamo molto tempo, perciò sarò breve...»


* * *

Già da prima dell'arrivo di Aria e di Alastor, Twilight stava affrontando un periodo poco tranquillo: stava studiando l'ormai perduta magia del Caos.

La magia di Equestria si divide fondamentalmente in cinque discipline: la Biomanzia, la capacità di mutare il proprio aspetto, la Telecinesi, la capacità di muovere gli oggetti, la Telepatia, il controllo e la lettura della mente altrui, la Divinazione, la capacità di prevedere il futuro, e infine la magia chiamata semplicemente Oscura, marchio di fabbrica dei nemici di Equestria.

Essendo la magia un campo molto ostico da apprendere è comune che la maggior parte degli unicorni si specializzi in una serie di incantesimi appartenenti ad una sola di queste discipline, a seconda di cosa rappresenta il loro Cutie Mark: ad esempio Rarity possiede ottime capacità telecinetiche ma è assolutamente incapace di prevedere il futuro.

Ovviamente, tuttavia, esistono eccezioni che permettono di ampliare i proprio orizzonti e apprendere più di una disciplina: la stessa Twilight si era dimostrata più volte in grado di spostare oggetti, leggere nel pensiero e conosceva molti incantesimi Oscuri. Le principesse Celestia e Luna, addirittura, padroneggiavano completamente quattro discipline su cinque.

L'unione di tutte queste discipline da vita alla cosiddetta Magia del Caos: un potere antico quanto l'universo e andato perduto durante l'Era degli Alicorni.

Prima che qualsiasi cosa nascesse, esisteva solo il nulla. Dentro a questo vuoto innaturale si aggiravano, prive di controllo, le energie che avrebbero dato vita a tutta la magia che avrebbe caratterizzato il mondo di Equestria così come lo si conosce. Questo paradosso, un vuoto innaturale pregno di energie magiche, è la manifestazione stessa del caos: un potere selvaggio allo stato grezzo, nato dal nulla e impossibile da controllare, capace di piegare il tessuto della realtà stessa.

Queste forze, inevitabilmente, finirono con lo scontrarsi e la reazione che ne seguì scatenò l'evento noto come Creazione.

Da qui nacque il mondo così come pony, grifoni, asini e qualsiasi altra specie lo conosce.

Il fatto che loro fossero soli nell'universo è stato confermato più volte nel corso degli anni, per questo veniva dato così tanto valore all'amicizia.

In ogni caso, le energie del caos continuarono a modellare la loro creatura, riempiendola di specie diverse, osservando la loro crescita e la loro evoluzione fino ad evolversi loro stesse e prendere una forma fisica: i Draconequus.

I Draconequus, caotici miscugli di tutte le creature che popolavano quel mondo, vagarono per il creato per un periodo incalcolabile, seminando il panico e distruzione gratuita a seconda dei loro capricci. Questo periodo infatti rende tuttoggi quasi impossibile avere delle certezze su cosa sia successo nei primissimi anni in cui era nato il pianeta e la stessa storia legata alla nascita del mondo conosciuto era per ora soltanto un'ipotesi, una teoria vecchia di secoli che si basava su congetture, prive tuttavia di fatti concreti a supportarla.

Proprio per questo motivo Twilight aveva iniziato a studiare la magia del Caos: per confermare o screditare la teoria del Caos come chiave per la creazione di tutto, doveva sapere di più su quella magia perduta.

Ma a complicare subito le sue ricerche fu il fatto che Discord era l'unico Draconequus rimasto in vita dopo la nascita delle Dazzling e sapeva a malapena scrivere il proprio nome in una calligrafia comprensibile, figurarsi ricordare eventi di migliaia di anni fa!

Inoltre il lungo periodo trascorso dalla sua nascita, assieme al duplice incontro con gli Elementi dell'Armonia, avevano enormemente indebolito la sua connessione con quelle energie, riducendolo ad un lontano eco di quelli che erano i suoi poteri nei primi anni di vita.

Perciò, se Twilight aveva bisogno di prove, doveva assolutamente approfondire quello che si poteva sapere sulle sirene.

Tuttavia dovette presto accorgersi di un altro problema che quello studio le provocava: i ricordi che salivano a galla del suo incontro con quelle creature.

Certo, dopo tanti tentativi erano finalmente riusciti a sconfiggerle, ma la battaglia finale fra le Dazzling e le Rainboom fu tutto meno che facile e un tarlo non smetteva di roderle in testa, chiedendole insistentemente se sarebbero state comunque in grado di trionfare quel giorno, se non fosse stato per l'aiuto di Sunset Shimmer, elemento che entrambe le fazioni avevano ignorato fino a quel momento.

Studiare con questa domanda tatuata nel cervello fu più difficile di quanto lei fosse abituata.

Poi, da un giorno all'altro, la situazione era precipitata: Aria Blaze, una delle sirene, era stata trovata nel suo stesso castello, accompagnata da un umano che la principessa non riconobbe.

Rivedere dopo tanto tempo uno dei membri che l'avevano piegata la fece subito rabbrividire, al punto di tentarla di usare il suo potere di alicorno contro di lei finché era inerme: cosa sarebbe potuto succedere se le sirene avessero fatto ad Equestria quello che avevano fatto al liceo di Canterlot?

Ma presto qualcos'altro attirò maggiormente la sua attenzione: Aria era da sola e ancora nelle sue sembianze umane!

Affascinata da questa curiosa anomalia, Twilight scordò per qualche minuto le sue paure e organizzò rapidamente i nuovi passi da compiere: Alastor venne affidato a Fluttershy, ritenuta la scelta migliore per ammansire una creatura strana come l'umano, mentre Aria venne rinchiusa in una bolla di stasi e lasciata agli studi della principessa.

Presto Twilight fece rapporto alle altre principesse e e ottenne la conferma di quanto sospettava: lo specchio era stato incantato da Starswirl per le creature di quel mondo, gli umani non risentivano gli effetti del cambio dei mondi e perciò non potevano mutare aspetto, adattandosi alle differenti dimensioni. Test successivi concretizzarono il fatto: Aria Blaze era un umano a tutti gli effetti, il che rendeva il suo potere magico paragonabile a quello di una mimosa.


* * *


«Non ho ben chiaro come sia possibile, ma quando abbiamo combattuto le Dazzling i nostri poteri combinati devono averle mutate definitivamente in esseri umani a tutti gli effetti.»

«Perché attaccarle, poi?» intervenne Alastor «Volevo recuperare i loro poteri, non vedo cosa...»

«Sì, volevano recuperare i loro poteri e conquistare il mondo!» esclamò adirata Twilight, infastidita dalle accuse che venivano lanciate verso di lei

Alastor si voltò verso Aria «Sul serio volevate conquistare il mondo?»

Riconoscendo a se stessa di aver tralasciato di confessare all'umano un dettaglio che probabilmente gli avrebbe permesso di vivere la permanenza a Ponyville in maniera completamente diversa, Aria aprì le mani «Be', sì...»

Alastor reagì sospirando, alzando gli occhi al cielo e commentando «Che piano originale... cantavate con la tuba e i baffi finti?»

Richiamando bruscamente l'attenzione a se, Twilight Sparkle proseguì «Ma con Aria Blaze, assieme alle altre sirene, mutate in comuni esseri umani ho pensato che avremmo potuto attuare su di loro la nostra legge.»

«Legge?» ripeté Alastor, non poco preoccupato al sentir pronunciare quella parola.

«Noi pony siamo una specie molto pacifica. Noi non puniamo i criminali semplicemente ammassandoli in una cella, o addirittura eliminandoli fisicamente come voi umani. A onor del vero, i vostri “omicidi” qui sono una realtà quasi sconosciuta, non si hanno notizie sull'ultimo caso di violenza così alta dalla fondazione di Equestria!»

Alastor rimase impressionato da quel fatto. Aria, di contro, rimase concentrata sul filo del discorso e domandò «E perciò, cosa prevederebbe questa vostra “legge” nei nostri riguardi?»

«Redenzione.» fu la lapidaria risposta della principessa «E, per rendere questo possibile, voi due dovevate restare insieme.»

«Ferma dove sei!» interruppe a quel punto l'umano interpellato

«Farò finta di non aver sentito... parli come se fossimo sposati!» appoggiò Aria

Twilight reagì con un sorriso sornione «E voi come descrivereste questa vostra complicità?»

I due ragazzi si ammutolirono, prima di scambiarsi un'occhiata imbarazzata.

«Conosco la storia di voi sirene, Aria Blaze.» proseguì Twilight, interrompendo quel silenzio imbarazzato e puntando la ragazza con lo zoccolo «Per tutta la tua vita, non sei mai stata così vicina per così tanto tempo a qualcuno che non fosse Adagio o Sonata. E non ricordo qualcuno che tu abbia mai sbagliato a pronunciare il suo nome!»

Aria distolse lo sguardo, mentre Twilight passava ad Alastor «E tu... tu! Hai dato di matto, quando non riuscivi a trovarla! Ti sei addirittura avventurato in un mondo parallelo, credendole fin dal primo momento e anche adesso che la situazione è disperata la tua prima preoccupazione è la sua salute. Perché continui a negarlo?»

«Be'...» iniziò Alastor, senza tuttavia trovare un modo per finire la frase. Era solo l'orgoglio a spingerlo a parlare, in maniera del tutto involontaria.

Probabilmente la situazione sarebbe proseguita a lungo, se una nuova voce non fosse sbucata dal nulla rovinando il momento. Una voce profonda e rauca.

«Poco sveglio il nostro amico, eh?»

Twilight, riconoscendo all'istante quella voce così caratteristica, chiamò a gran voce «Discord?»

Come evocato, la creatura in questione apparve dietro a Twilight sbucando dalle sue spalle come se fosse stato nascosto lì per tutto il tempo, cosa impossibile data la sua altezza di almeno tre volte superiore all'alicorno lilla.

Fece così la sua comparsa una creatura dal corpo serpentino ma coperto di pelo, una coda squamata, due corna differenti sul capo così come le ali sulla schiena, una zampa leonina e una da rapace, una zampa rettile e una caprina.

«Discord!» lo chiamò ancora Twilight, sorridendo

«È la prima volta da quando ci conosciamo che sei così felice di vedermi. Sono quasi commosso!» esclamò il Draconequus, estraendo un fazzoletto dalla barba caprina sotto il mento

«I rinforzi! Dove sono?» chiese Twilight, ignorando le parole del compagno

Discord divenne improvvisamente serio, facendo sparire il fazzoletto e vestendosi in un flash con una divisa militare ottocentesca, con tanto di piuma sul cappello «Princess Celestia e Princess Luna stanno arrivando. Ma non potevo portare loro con me, non è così semplice attraversare lo spaziotempo, sopratutto se si è in così tanti! Hanno bisogno di tempo: tre ore, al massimo quattro, e saranno qui con le truppe.»

Twilight sbiancò «E come credono che possiamo resistere così tanto? I Mutanti hanno conquistato Canterlot in molto meno tempo!»

«Ehi!» reagì offeso il draconequus, indicandosi «Io sono qui per farvi guadagnare quel tempo!»

Twilight ricambiò con un'espressione poco convinta «Ricordi la tua fama di creare più problemi di quanti tu cerchi di risolvere? E bada al cerchi, non risolvi

«Dimmi solo tre occasioni!» si difese il Draconequus, puntando le zampe sui fianchi. Tutte e quattro.

Senza rifletterci sopra un solo istante, Twilight elencò rapidamente «Hai infestato Ponyville con dei rovi magici che tu hai piantato mille anni fa e che ti sei “dimenticato” di levare1. Hai fatto rischiare il manto a me e Cadance perché “volevi vedere quanto ti sono amica”2. E non dimentichiamoci di cosa hai fatto durante l'uscita con le Cutie Mark Crusaders e Fluttershy3

Discord sbuffò, puntando un dito contro Aria «Tsk! Che sfiduciata! Come se potessi davvero perdermi l'occasione di salvare qualcuno che ha avuto la bella pensata di lasciare solo me, in circolazione!»

Detto questo, la creature sparì in un flash, apparendo dietro la sirena e strizzandole una guancia «Non avrei mai immaginato che le sirene potessero innamorarsi!»

Quasi senza accorgersene, venne afferrato per il collo da Alastor e buttato per terra. Quando riuscì ad accorgersi di cos'era successo, eppure, si divertì ancor più di prima e iniziò a ridere nonostante la posizione.

Aria, indifferente alla leggerezza del Draconequus, lo sovrastò fulminandolo con lo sguardo «Non farmi pentire di aver lasciato solo te, secoli fa. Posso sempre rimediare a quello che non hanno fatto Adagio e Sonata!»

Discord scomparve in un flash per apparire ancora una volta dietro di lei, questa volta facendo attenzione a non toccarla. Lì, aggiunse «Oh, come se con li altri Draconequus ci fossimo mai apprezzati l'un l'altro! Non ho rancore verso di voi perché avete anticipato una guerra che ci sarebbe comunque stata tra di noi, un giorno. Ma non capisco nemmeno perché ti offendi tanto: la tua è stata la minaccia meno spontanea che abbia mai sentito. E io sono pappa e ciccia con Princess Luna!»

Si cercò di riportare l'ordine, ma una forte luce proveniente dallo specchio distolse l'attenzione di tutti i presenti.

«I Mutanti sono anche nel mio mondo...» ricordò, quasi involontariamente, Alastor mentre si parava davanti ad Aria come per farle da scudo umano, sfilando una delle mazze da baseball nella sua borsa e stringendola con entrambe le mani.

«Di tutti i momenti...» ringhiò Twilight, piegandosi verso lo specchio e caricando il corno di magia. Presto, tutti quelli che si trovavano nella stanza assunsero posizioni di guarda verso l'artefatto.

Uno stridio, prima lontano e via via sempre più forte, si udì provenire dal vortice multicolore che piegava il vetro dello specchio. In breve, con un urlo, un uomo massiccio almeno quanto Alastor, con la barba tagliata in maniera irregolare, uscì allo scoperto. Quando mise i piedi per terra, imprecando, si lamentò di quanto odiasse spostarsi.

Subito dopo di lui, altri esseri umani uscirono allo scoperto.

Nessuno, meno Alastor ed Aria, li riconobbero: erano i soggetti del Black Canary.

El Bastardo era stato il primo ad uscire allo scoperto. Portava il suo completo casual con la camicia gialla sbottonata, un paio di jeans e attaccata alla cintura si poteva vedere la fondina di una pistola, nonché una lunga fila di coltelli appesi nella parte interna della giaccia viola a strisce che teneva aperta sopra la camicia.

Bulldog era esattamente uguale: maglione bordeaux di un paio di misure più grande di lui, occhi fuori dalle orbite come se non dormisse da molto tempo, jeans strappati e anfibi. Teneva stretti nelle mani una coppia di tirapugni luccicanti.

Bobo inciampò non appena uscì dallo specchio, cadde a terra facendo un gran baccano, ma presto si rialzò. Indossava una divisa da giocatore di football, con tanto di casco, e Alastor non poté fare a meno di chiedersi da dove fossero usciti quei vestiti. Tra le mani, reggeva una luccicante mazza edile.

L'ultima ad arrivare fu proprio Susy. Lei, contrariamente a come appariva di solito, era vestita con abiti mimetici, due pistole erano appese nelle loro fondine nella cintura e un fucile era in un'altra fondina posta dietro la sua schiena. Due fila di munizioni si incrociavano sul suo corpo, formando una X in pieno ventre e in testa portava una lunga bandana rossa.

«E che posto sarebbe, questo?» domandò subito Bulldog, guardandosi intorno. Casualmente, tutti erano con le spalle rivolte agli altri presenti.

«Cos'è questo, cristallo?»

«Ragazzi!» chiamò Alastor, avvicinandosi a loro con le braccia aperte. Non sapeva assolutamente cosa provare, se gioia nel rivederli, stupore perché erano arrivati fin lì o vergogna per com'erano conciati.

Alla fine, scelse l'ultima opzione «Ma come vi siete vestiti? Dove credete che siamo, in un videogioco

Quando invece i suoi parirazza lo videro, rimasero non poco esterrefatti e fecero per festeggiare. Purtroppo, la vista di chi stava dietro di lui e le pose difensive che Twilight e Discord non avevano ancora smesso di mantenere li fecero comprendere subito di essere capitati in un brutto momento.

«Sono due giorni che non ti fai sentire.» sintetizzò Susy «Che cosa è successo?»

Alastor alzò le spalle «Oh, un po' di cose... lo zio sa che siete qui?»

El Bastardo non riuscì a soffocare una risata. Risposta più che esauriente.

«Non avevamo idea di dove fossi, abbiamo indagato e abbiamo scoperto che l'ultima persona che ti ha visto è stata una ragazzina dai capelli rossi e gialli del liceo di Canterlot. Pareva che ti fossi tuffato nella loro statua... per quanto stupido, abbiamo voluto controllare. E, visto che non sapevamo come fosse la situazione, siamo venuti preparati.» spiegò brevemente Susy, sebbene non riuscisse a staccare gli occhi da Discord: non riusciva a capire cosa fosse, esattamente.

«Grazie del pensiero.» ringraziò subito Alastor, prima di domandare, con una leggerezza che sembrò paradossale «C'è qualche piantagrane, però, che dovrei sistemare. Non è che, tanto che siete qui, avete voglia di spaccare la faccia a qualcuno?»

Bulldog si avvicinò ad Alastor, fino a poggiargli una mano sulla spalla «Al, noi siamo sempre pronti per questo genere di cose!»

Senza dire niente, Bobo si avvicinò a sua volta, porgendo ad Alastor l'arma che portava con se. Fu Susy a spiegare «Abbiamo pensato che, conoscendoti, se eri ancora qui allora dovevi per forza essere rimasto incastrato in qualche casino. Perciò avresti anche avuto bisogno di un upgrade. Nei videogiochi non succede spesso così?»

Alastor sorrise e impugnò la mazza, ringraziando ancora. Poco dopo si rivolse ad Aria porgendole l'altra arma «Non sono sicuro di poterti stare sempre vicino e...»

Aria strappò la mazza da baseball dalle mani di Alastor sbottando «Ehi, io sono una Sirena! Non sono una principessa da salvare dal mostro, mettitelo bene in testa!»

Twilight osservò la scena senza commentare fino alla fine, nemmeno allo sfottò di Aria. Certo, ricevere dei rinforzi era in quel momento come manna dal cielo e vedere quei sei umani decidere di stare dalla loro parte era sicuramente utile, eppure c'era un fatto che non poté non ammettere a voce alta.

Mentre si massaggiava le tempie con gli zoccoli, borbottò «I rinforzi delle Sorelle Principesse arriveranno tra tre ore. Ora, la sorte della mia gente è nelle mani di uno spirito del Caos, una sirena senza poteri e... cinque fuorilegge?»

Per quanto potesse apparire offensivo, per i cinque del Black Canary quelle parole suonavano divertenti. Fu Aria a commentare per tutti loro, esclamando «Già. Non potresti sperare in un aiuto migliore, vero?»

Ci fu una risata generale, ma Twilight volle mettere alla prova la loro fedeltà: non era utile ricevere degli aiuti che avrebbero potuto scappare alla prima occasione. Casualmente, era in circolo il periodo di apertura dello specchio, non poteva correre rischi.

«Quello che stiamo per sfidare è un esercito che ci supera di diverse centinaia ad uno, se va bene. Siete sicuri di poter resistere, fino all'arrivo dei rinforzi di Canterlot?»

Alastor sbuffò, poggiando pesantemente il manico del grande martello sulla spalla.

«Così tanti?» intervenne Bulldog, grattandosi il capo attraverso il cappuccio

«Alla faccia del qualche piantagrane!» osservò, stranamente divertita, Susy.

«È come festeggiare San Patrizio a Giugno!» esclamò, allora, El Bastardo. Nessuno degli umani, nemmeno Bobo, dimostrava il minimo segno di volersi tirare indietro. Apparentemente, per loro affrontare un esercito così numeroso era cosa da poco.

«Se c'è qualcuno che deve farsi largo con la forza... credici, nessuno è meglio di noi!» concluse dunque Alastor, rivolgendosi a Twilight con un malcelato disprezzo. Non l'aveva assolutamente in simpatia, eppure apparve evidente che non sarebbe mai scappato alla guerra.

Dopo questo breve scambio di battute, i sei umani uscirono dalla stanza ignorando gli sguardi sorpresi degli altri nel castello e cercando di studiare quanto meglio potevano l'ambiente, per prepararsi a cosa sarebbe potuto sbucare e da dove.


Mentre si posizionavano lungo il corridoio, per coprire qualsiasi punto in cui i Mutanti avrebbero potuto fare breccia, Susy si rivolse ad Aria «Lo sai, in realtà odio quando è così determinato. Mi fa sempre pensare al peggio!»

Aria, udendola, si voltò verso di lei. In realtà, Susy nemmeno la guardava, stava a caricare il fucile. La sirena non se la sentiva di chiederle come pensasse di muoversi, così armata, né volle soffermarsi su come quella ragazza bionda apparisse calma e posata come al Black Canary e che stesse parlando di simili argomenti simili mentre si avvicinava l'esercito Mutante.

«Parli sempre per... quella ragione?» domandò allora, riferendosi alla morte del suo doppio

Susy finì di caricare e sospirò, mentre il metallico clack della canna del fucile segnava che era pronto a far fuoco in qualsiasi momento «Lo sai, ho cucito la sua carne, sistemato le sue ossa e rimosso più pallottole dal suo corpo di quanto mi piaccia ricordare. Sono una barista una confidente, e a volte sono stata anche un medico. Ma c'è qualcosa che non posso sistemare.»

Incuriosita, Aria chiese ancora «E cosa?»

«Un cuore infranto.» rispose lapidariamente Susy «Spero che tu capisca quanto sia straordinario quanto luisi stia dannando per aiutare te e le tue amiche. Compreso il fatto che anche adesso, con tutte le probabilità che ci sono di finire male, non voglia saperne di scappare.»

Aria, udite quelle parole, piegò la testa perché le frange dei capelli coprissero l'arrossarsi delle sue orecchie. Era già abbastanza difficile quando Twilight insinuava che ci fosse qualcosa tra lei e Alastor, ci mancava solo la cugina pettegola!

«Ti sorprendi che ti voglia ancora aiutare. Ma anche tu lo stai aiutando e, Aria... ti prego... non smettere.»

Prima che potesse sentirsi ribattere in qualsiasi modo, Susy ammiccò verso la sirena e sparì, mimetizzandosi tra i gruppi di superstiti che si stava organizzando.

Tutti, in quei momenti, stavano facendo la loro parte: Discord, vestitosi per l'occasione come un generale da Prima Guerra Mondiale, usava la sua magia per creare transenne e rinforzare le pareti del castello, mentre Twilight alzò una barriera incantata lungo l'intero castello, emulando suo fratello durante la crisi di Canterlot.

Fin da subito sapeva che quello non sarebbe stato sufficiente a fermare l'esercito Mutante e la loro sovrana, ma sperava che avrebbe potuto almeno farli guadagnare qualche minuto prezioso.

Il rullio dei tamburi segnò l'avvicinarsi del nemico. Chi si trovava all'interno del castello percepì il rombo come un suono di sventura e malaugurio, mentre gli invasori traevano forza da quel suono, avvertendo già la vittoria.

Twilight, immaginandosi il nemico avvicinarsi, ringhiò a denti stretti «Che il Tartaro ti prenda, Queen Chrysalis!»


Dalla foresta intorno a Ponyville legioni di creature nere simili ad incroci tra pony e insetti uscirono dall'ombra, marciando all'unisono come una macchina ben oliata mentre formazioni a punta di lancia oscuravano il cielo.

Le forze dei Mutanti erano apparentemente infinite, impossibile contare il loro numero preciso, e tutte marciavano senza mostrare emozione alcuna, se non una rigida disciplina, verso il castello di Twilight.

Per i pony all'interno della struttura il rumore delle forze nemiche in avvicinamento fu come udire il rumore di tanti tamburi che si facevano sempre più vicini, fino a fermarsi del tutto a pochi metri dal confine segnato dalla barriera magica di Twilight Sparkle.

Insensibili al potere usato dall'alicorno, i Mutanti restarono a terra e in volo a guardare la barriera, mentre un'ala delle truppe si divideva a metà per lasciare passare l'unico mezzo su ruote che si poteva trovare in tutto quel mare nero. L'ombra alzata dallo sciame in volo rendeva chi sedeva lì in cima ancora più minaccioso.

Sul carro che avanzava senza alcun traino, mentre il cigolio delle gradi ruote avvertiva il suo arrivo, un enorme bozzolo posto sulla cima conteneva Adagio e Sonata. Avanti a loro, una figura slanciata e nera si alzava su tutto e tutti con un ghigno predatorio che segnava il muso.

«Princess Twilight Sparkle.» parlò lei, con tono calmo, quasi seducente, con un leggero eco nella voce «Il motivo se a quest'ora non ho ancora preso il controllo di Equestria. Il motivo se ho perso un altro regno. Il motivo se sono finita in esilio.»

La sovrana di quel popolo fece una breve pausa mentre elencava i torti che la principessa dell'amicizia le aveva fatto, fulminando con i suoi enormi occhi verdi l'intero castello. Una strana collana, simile a quella di Princess Celestia, ma con un grande rubino posto sul petto che brillava di una luce innaturale.

Queen Chrysalis accarezzò la gemma commentando «Avrebbe dovuto saperlo fin dall'inizio che, se ti prendi gioco di me, le conseguenze non saranno leggere.»

Il corno della sovrana venne avvolto da una luce verde coperta da fulmini rossi, canalizzandosi presto sulla punta prima di colpire, con un grosso raggio dello stesso colore, la barriera.

Questa, con un rumore simile a mille vetri infranti, cadde a pezzi, dissolvendo le schegge nell'etere prima che toccassero terra. Dall'interno del castello, poco mancò perché Twilight avesse un mancamento. Comprendendo subito di quale magia avesse a disposizione ora la regina dei Mutanti, l'alicorno lilla imprecò a denti stretti.

Fuori dal castello, invece, Queen Chrysalis puntò la zampa contro il castello, ordinando «Che non rimangano nemmeno le fondamenta!»

E in un boato, seguito dal rombo degli zoccoli che calpestavano il terreno mentre il fischio delle picchiate dei soldati in volo riempì l'aria, le legioni dei Mutanti si abbatterono sul castello.

L'invasione era cominciata.

1Vedi episodi 4x01 - “L'Albero Dell'Armonia” e 4x02 - “Viaggio nel Tempo”

2Vedi 4x11 - “Discord Guastafeste”

3Vedi fumetti IDW

  
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