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Autore: Chappy_    19/12/2015    6 recensioni
Piccolo missing moment tratto da un passaggio dell'ultima pagina de "Il Canto della rivolta".
L'attimo in cui Katniss capisce cosa sia la vera paura.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quanto la vita stessa




“La prima volta che l’ho sentita muoversi dentro di me, sono stata letteralmente divorata da un terrore che pareva antico quanto la vita stessa.”




Le primule in giardino sembrano soffocare, in piena estate. Le osservo seduta contro la finestra della cucina, canticchiando la ninna nanna di Rue per distrarmi dall’incubo particolarmente orribile di ieri notte. Tengo gli occhi aperti sulle primule oppresse dal caldo torrido, e canto, cercando di scacciare il pensiero di Prim che si volta a guardarmi prima di saltare per aria. Penso pigramente che sarebbe una buona idea annaffiare le piante in giardino.

D’improvviso, smetto di cantare. Mi chino in avanti, tenendomi il grembo.

— Peeta.

Il mio è poco più di un sussurro, ma lui mi è già accanto quando riprendo a respirare. Non oso muovere un solo muscolo.

— Che succede, Katniss?

Nonostante lui abbia cercato di nasconderla, ho riconosciuto l’ansia nella sua voce.

— L’ho sentito. Si… si è mosso.

— Il bambino.

Lo sento inginocchiarsi accanto a me, passando le dita sul mio ventre gonfio. Il lieve profumo di crostata di albicocche che emana è piacevole e mi da un po’ di sollievo, così mi volto a guardarlo. Peeta sembra ancora preoccupato per qualcosa, ma i suoi occhi sono acquosi e dello stesso azzurro intenso di quando è felice. In fondo lo ha voluto tanto. Non posso fare a meno di domandarmi se in questo momento il mio volto è il riflesso del suo.

— Com’è possibile? — chiedo, e non riconosco la mia voce. È instabile e trema appena.

— Stavi cantando — spiega, sorridendomi — il suono della tua voce deve piacere anche a lui… o a lei.

Mi accarezza il volto, e mi accorgo di avere le guance bagnate. Quando esattamente ho cominciato a piangere? Prima o dopo che ho sentito il bambino muoversi dentro di me? Crescere dentro di me? Esserci? Di colpo realizzo e chiudo gli occhi, incapace di contenere quella paura, folle, irrazionale, sconosciuta. Ricordi e immagini che credevo di aver perso per sempre riaffiorano nella mia mente. Rivedo Prim giocare nella vecchia casa con Ranuncolo. Sta sorridendo mentre mi guarda. Faccio mia quell’emozione, prima che svanisca. Non voglio che svanisca. Mi stringo a Peeta, la mano libera sul grembo e i pensieri rivolti a mia sorella.

— Perdonami.

Non so bene a chi lo sto dicendo. Se a Peeta o a Prim, oppure al bambino, o forse solo a me stessa. La voce di Peeta mi chiama dolcemente, riportandomi alla realtà. Mi sta dicendo di cantare ancora.

Lo faccio. E per la prima volta, da quando i Giochi sono finiti, sento che la paura può salvarmi la vita.



Note
Confesso che ho un po’ il magone per averla pubblicata, perché è la mia prima ff in questa sezione. Non so se il tema sia già stato usato (sicuramente sì), ma era da giorni che questa fic continuava a pressarmi mentalmente per essere scritta. Quel passaggio tratto dall’ultima pagina de “Il Canto della rivolta” e che ho riportato all’inizio della fic mi è rimasto impresso.
Non avrei mai pensato di riuscire a pubblicare qualcosa in questo fandom, e sono contenta di averlo fatto. ^^
Spero che vi sia piaciuta ♡


Chappy


  
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