Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: heliodor    20/12/2015    1 recensioni
Jack Frost arriva ad Arendelle per indagare su di una misteriosa nevicata. Qui incontra Elsa e i suoi amici, con i quali vivrà un incredibile avventura per salvare il mondo e il Natale...
Finalmente la mia prima Jelsa!
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Kristoff, Olaf, Sven
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Anna si avvicina alla porta, ne sfiora la superficie con la mano. Ha un'esitazione.
― Entra ― dice una voce femminile dall'interno.
Anna sobbalza, poi appoggia la mano alla porta e la spinge.
All'interno Elsa siede alla scrivania di legno immersa nelle scartoffie.
― Come sapevi che ero lì fuori? ― domanda Anna indicando la porta.
Elsa fa spallucce. ― Dopo tanti anni passati a sentire i tuoi passi dietro alla porta, ormai li riconosco troppo bene. Allora, com'è andata la passeggiata?
― Bene ― dice Anna dopo un attimo di esitazione. ― La neve è soffice e Arendelle è bellissima così imbiancata.
― Bene e Kristoff?
― Sai, devi prenderti una pausa. Dovresti venire anche tu a fare una passeggiata ogni tanto, invece di startene rinchiusa qui dentro.
― Non ho il tempo ― esclama Elsa allargando le braccia. ― Fare la sovrana a tempo pieno è un lavoraccio. Un momento, tu stai cercando di cambiare discorso o sbaglio?
Anna indica la porta. ― Mi sembra di aver sentito Olaf che mi chiamava.
― Oh, no, non ero io ― dice il pupazzo affacciandosi alla porta. ― Ma se vuoi posso chiamarti.
― Olaf non ti stava chiamando affatto ― dice Elsa. ― Mi dici che sta succedendo?
― Niente ― risponde Anna imbarazzata.
― Lo so io, lo so io ― dice Olaf alzando la mano come un bambino che vuole richiamare l'attenzione della maestra.
― Zitto tu ― dice Anna cercando di allontanarlo.
Elsa si alza e gira attorno alla scrivania. ― Cosa sa lui che dovrei sapere?
― Niente, davvero.
― Anna...
Anna sbuffa. ― E va bene. Diciamo che è sorto un piccolo problemino con Kristoff.
― Che genere di problema?
― Lo sai com'è fatto, no? Non appena gli ho detto del vestito si è arrabbiato.
― Ancora quell'idea di travestirsi da babbo Natale? Ne avevamo già discusso mi sembra.
― Lo so, lo so, ma a me sembrava un'idea così bella. I bambini si sarebbero divertiti da morire.
― Si divertiranno anche senza. In fondo è solo una favola.
Anna le rivolge un'occhiataccia. ― Non ti ci mettere anche tu adesso.
― Dico solo la verità.
― Babbo Natale esiste ― sentenzia Anna.
Elsa sospira. ― Ormai sei grande. Dovresti saperlo che è solo una favola.
― Invece no.
― Come vuoi tu. Ordiniamo la cena?
― Non ho fame. ― Anna si volta di scatto e marcia verso le scale
Olaf la segue trotterellando.
I due imboccano un corridoio.
― Io ci credo ― dice Olaf. ― A Babbo Natale.
Anna gli rivolge un sorriso triste. ― Almeno tu sei dalla mia parte. Sai che ti dico? Chi se ne importa di quello che pensano Kristoff ed Elsa? Sarà comunque una bellissima giornata e consegneremo tanti regali. Che ne dici?
― Ci sarà un regalo anche per me?
Anna ride. ― Se stato buono quest'anno?
***
È buio quando Jack si aggrappa al muro di cinta e si issa sulla sommità. Sotto di lui, il cortile del palazzo di Arendelle giace illuminato dalle torce. Sculture di ghiaccio riflettono la luce dei bracieri moltiplicandola e creando giochi di luci e ombre.
Jack si cala dall'altra parte e si accuccia.
Un guardia passa in quel momento, armata di lancia.
Jack si appiattisce contro il muro, poi si rilassa. ― Ma che sto facendo?
Con un balzo attraversa da parte a parte la guardia che non si accorge di lui e prosegue per la sua strada.
Jack attraversa il cortile e raggiunge le mura del palazzo. Guarda in alto, verso un davanzale che sporge da una finestra. Con un salto lo raggiunge, volteggia sopra le pietre e spicca un nuovo balzo verso un balcone.
Si avvicina all'ampia finestra. All'interno si intravede una camera immersa nel buio rischiarata solo dalla luce della luna.
Nell'angolo opposto al balcone c'è un letto a baldacchino. Le coperte si alzano e abbassano a ritmo costante.
Jack poggia una mano sulla finestra. Una crosta di ghiaccio si forma in prossimità della maniglia. Jack ruota la mano e con essa la maniglia. La finestra si apre verso l'interno con un lieve scricchiolio.
― È stato facile ― sussurra Jack. ― Troppo facile.
Procede guardingo nella stanza fino a fermarsi davanti al letto.
Dal letto giunge un leggero sospiro, le coperte si sollevano e tra di esse fa capolino una massa di capelli bianchi e arruffati.
― E così tu sei la regina Elsa ― dice  Jack a bassa voce.
La ragazza si solleva a sedere sul letto, i lunghi capelli color del ghiaccio che le ricadono sulle spalle in ciocche disordinate.
Jack si gratta il mento. ― Finalmente ci incontriamo.
***
Il grido fa sobbalzare Anna dal letto. A piedi scalzi atterra sul pavimento, i capelli ridotti a una massa informe. ― Cosa? Come? ― domanda assonnata.
Olaf, accucciato ai piedi del letto, si scuote con una scrollata. ― Che succede?
Un altro urlo, stavolta più alto.
― Elsa ― esclama. ― Mi sembra di averla sentita gridare.
Infila la vestaglia e apre la porta.
Nel corridoio due guardie corrono nella stessa direzione.
― Vanno verso la stanza di Elsa ― dice Anna.
Segue le due guardie fino alla porta ancora chiusa. I due soldati esitano.
Anna si fa coraggio e appoggia la mano sulla maniglia. ― Elsa? Tutto bene? Elsa?
La porta si apre all'improvviso. Il viso di Elsa, l'espressione arrabbiata, fa capolino. ― Era qui ― ruggisce.
Anna entra nella stanza seguita da Olaf e dalle due guardie che si guardano attorno. ― Chi?
― Un ragazzo ― spiega Elsa con voce tesa.
― Un ragazzo?
Annuisce. ― Era alto più o meno come te e aveva capelli bianchi e arruffati.
― Oh ― dice Anna stupita.
― E aveva anche una specie di bastone ricurvo.
― Un bastone. Certo.
― Se ne stava proprio qui davanti al letto a fissarmi.
― E non ha detto niente?
― Mi sembra che abbia detto il mio nome o qualcosa del genere.
― Capisco.
Elsa la fulmina con lo sguardo. ― Non mi credi?
Anna fa spallucce. ― È che non vedo nessuno qui all'infuori di noi.
― Quando ho gridato è scappato verso la finestra.
Le due guardie si avvicinano alla finestra socchiusa e gettano uno sguardo in basso. ― Qui non c'è nessuno ― dice uno dei soldati.
Elsa corre alla finestra. ― Dalla porta non è uscito, quindi deve essere passato da qui.
Anna si sporge in avanti. Sotto di lei c'è il cortile vuoto rischiarato dalle torce. ― È un bel salto.
― Ti dico che c'era ― esclama Elsa con tono disperato.
― Aspetta, fammi capire. C'era un ragazzo con i capelli bianchi e un lungo bastone di legno che ti fissava e che poi è saltato giù dalla finestra ed è sparito.
― Ma è vero.
― Sicura di non essertelo sognato?
― Ero sveglia ― dice Elsa offesa.
― Scusa, ma faccio fatica a crederlo.
Elsa emette un lamento esasperato.
― Se sua maestà lo desidera possiamo restare di guardia alla porta per tutta la notte ― dice una delle guardie.
― E mettete delle guardie anche nel cortile, proprio sotto la mia finestra ― ordina Elsa.
― Sarà fatto.
― Non ti sembra di esagerare? ― Anna la guarda con disapprovazione. ―Hai fatto solo un brutto sogno.
― Era reale.
― Come vuoi, io torno a dormire.
Olaf la segue fuori dalla stanza.
Elsa sbatte la porta e torna a letto, l'espressione accigliata.
***
Jack, appeso al davanzale, guarda in alto. La finestra è di nuovo chiusa. ― Per fortuna non mi hanno visto. Ma che dico? Nessuno può vedermi, eppure quella ragazza... no, non può essere. Devo essermelo immaginato.
Con un balzo raggiunge la finestra e la apre verso l'interno. Con passo leggero si avvicina al letto di Elsa. La ragazza giace sotto le coperte.
― Come dicevo poc'anzi, è il momento di conoscerci meglio, Elsa di Arendelle.
Jack non fa in tempo a voltarsi che le gambe e il torso sono intrappolati dal ghiaccio. Spuntoni di ghiaccio sembrano sorgere dal pavimento e dalle pareti puntando verso il suo petto e il viso. Uno arriva a sfiorargli il naso.
Jack fa per ritrarsi ma si ritrova intrappolato nella morsa di ghiaccio.
Elsa sbuca da un angolo buio, l'espressione trionfante dipinta sul volto. ― Ah ― esclama. ― Ti ho preso. Aspetta che ti veda mia sorella.
Jack balbetta qualcosa.
Elsa spalanca la porta ed esce di corsa.
***
Anna sta sistemando il cuscino quando la porta della sua stanza si spalanca ed Elsa si precipita all'interno, la vestaglia che svolazza nell'aria.
― L'ho preso, l'ho preso ― esclama trionfante.
Anna sbuffa. ― Che succede ora?
― Ho preso il tizio che mi spiava.
Anna la guarda incredula. ― Che cosa?
Elsa l'afferra per un braccio e la trascina fuori dalla stanza. ― Vieni. Devi vederlo. Così mi crederai una buona volta.
Davanti alla porta di Elsa le guardie le rivolgono uno sguardo perplesso.
― Voi non vi muovete per ora ― dice Elsa. Spinge la sorella nella stanza e le mostra Jack intrappolato nel ghiaccio.
― Che ne dici?
Anna si china in avanti con gli occhi socchiusi. ― L'hai fatto tu?
Elsa indica Jack. ― Eccolo qui. Che ti dicevo?
― Eccolo qui cosa?
― Lui, il tizio che mi spiava. Non lo vedi?
― Io vedo solo un orrore di ghiaccio.
Elsa le rivolge un'occhiata stupita. ― Cosa?
― Solo tu puoi vedermi ― dice Jack. ― E sentirmi.
― Scusa? Come sarebbe a dire? ― chiede Elsa.
― Ho detto che vedo solo un orrore di ghiaccio ― dice Anna seccata.
― Non dicevo a te ma a lui ― dice Elsa indicando Jack.
― Lui chi? Elsa, qui non c'è nessuno a parte noi due.
― Ma devi vederlo ― esclama Elsa disperata. ― È reale.
― Certo che sono reale ― dice Jack. ― Ma come ti dicevo, solo tu puoi vedermi e sentirmi. Per gli altri è come se non esistessi.
― Non è possibile ― dice Elsa. ― Forse sto davvero sognando.
Anna sbuffa. ― Guarda, adesso inizi a preoccuparmi.
― Anna...
― No, lasciami finire. Elsa, tu lavori troppo. Passi quasi tutto il tuo tempo su quelle scartoffie e non ti concedi mai una pausa. È quasi Natale e dovresti fare qualche passeggiata, vedere dei posti nuovi invece di startene rinchiusa tra queste quattro mura. Sai cosa facciamo domani? Andiamo a fare compere. Solo tu e io. E Kristoff, giusto per avere qualcuno che porti i pacchi. Non è una buona idea?
― Mi stai trattando come se fossi malata ― dice Elsa offesa.
― E non è così?
Elsa la spinge fuori dalla stanza.
― E un'altra cosa ― dice Anna prima di uscire. ― Basta cioccolata prima di andare a dormire.
― Fuori ― ringhia Elsa.
― E trovati un ragazzo. Un ragazzo vero.
― Ora basta ― grida Elsa sbattendole la porta in faccia.
Nel corridoio, Anna si sistema la vestaglia sotto gli sguardi stupiti delle guardie e si avvia verso la sua stanza.
***
Elsa guarda Jack che le rivolge un sorriso imbarazzato. ― Non sei reale, vero?
― Sono vero quanto te ― risponde Jack.
― E allora perché Anna non può vederti o sentirti?
― Sono stupito quanto te, credimi. Fino a stasera pensavo che nessuno potesse farlo. A parte Nord e pochi altri.
― Nord?
― È un amico. Una specie. Lasciamo perdere.
― Come ti chiami?
― Jack Frost. Ma gli amici mi chiamano solo Jack.
― Io sono Elsa di Arendelle.
― Piacere di conoscerti, Elsa di Arendelle.
Elsa raccoglie il bastone che è rotolato in un angolo e lo osserva. ― E questo?
― Senti, che ne diresti di farmi uscire da qui? Comincio a sentirmi un po' stanco.
Elsa gli lancia un'occhiata diffidente.
― Prometto che non farò niente.
― Sei entrato nella mia stanza come un ladro.
― Lo so, è stato un grosso errore, ma non volevo fare niente di male, credimi.
Elsa traccia un segno nell'aria con le mani. Il ghiaccio attorno alle gambe di Jack si scioglie, gli spuntoni si ritirano.
Jack tira un sospiro di sollievo. ― Però, ci sai fare col ghiaccio.
― Il freddo non è un problema per me.
Jack sorride. ― Di questo me n'ero accorto. Scommetto che c'entri qualcosa con la strana nevicata di questa estate.
Elsa arrossisce.
― Lo sapevo ― dice Jack trionfante. ― Cos'era, una specie di allenamento? Una prova?
― No, no, ti stai sbagliando ― dice Elsa agitando le mani. ― È stato un errore. Non ero ancora capace di controllare questa... cosa.
― E ora ci riesci?
― Più o meno.
― Da dove viene il tuo potere? È una maledizione? Un incantesimo? È stato l'uomo della Luna?
― No, no. Ci sono nata.
Jack annuisce. ― Interessante. Nord deve sapere cos'è successo davvero, ma non mi crederà mai. Nemmeno io ci credo se devo essere sincero. Senti, che ne diresti di accompagnarmi?
― Cosa? Non posso andare via e lasciare il mio regno.
― Sarà solo per qualche ora.
― Jack, sei molto simpatico e non sembri una cattiva persona... sempre che tu sia una persona.
― In realtà sarei lo spirito dell'inverno.
― Oh Déi.
― Non sono una divinità.
Elsa sospira. ― Non so se posso fidarmi di te. Ti conosco solo da qualche minuto.
― Senti, io non so da dove vengono i tuoi poteri, ma forse Nord lo sa. È burbero e ha un caratteraccio, ma è la persona più saggia che conosca. Tu però non dirgli che te l'ho detto.
― D'accordo ― dice Elsa perplessa. ― È davvero così saggio come dici?
Jack annuisce.
Elsa agita le braccia nell'aria e un vestito la ricopre sostituendo la vestaglia.
Jack la guarda sbalordito. ― Come riesci a farlo?
Elsa fa spallucce. ― Non lo so.
― Grandioso. Allora andiamo?
Elsa guarda la porta con espressione affranta.
― Che c'è? ― domanda Jack con tono ansioso.
Elsa sospira. ― Non possono andarmene così all'improvviso. Anna si preoccuperà tantissimo per la mia assenza. Sai che ti dico? Le lascerò una lettera. ― Corre a uno scrittoio nell'angolo e afferra penna e calamaio dopo aver steso un foglio sulla scrivania di lucido legno. ― Cara Anna ― dice ad alta voce. ― Quando leggerai questa lettera io sarò già lontana...
  
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