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Autore: LubyLover    21/12/2015    3 recensioni
Per Hardy ed Ellie è arrivato il tempo di un'altra confessione.
Di nuovo silenzio. Ellie pensò a casa sua, alla confusione che vi regnava quando era uscita a fare due passi, ed a come una semplice chiacchereta col suo ex capo si trasformasse sempre in qualcosa di complicatissimo e doloroso.
"Dovresti dirglielo. A Daisy, intendo."
"Perché?"
"Perché ha il diritto di sapere la verità:"
"Racconterai mai a Fred di Joe?"
Genere: Angst, Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alec Hardy, Ellie Miller
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Solstizio d'inverno

 

Titolo: Solstizio d'inverno

Fandom: Broadchurch

Personaggi: Ellie Miller, Alec Hardy

Set In Time: 21 dicembre 2014 

Rating: Giallo (qualche parolaccia. I nostri due non hanno esattamente un linguaggio da educande...)

Disclaimer: Nulla mi appartiene; per questo non ci guadagno dei soldi. Però mi ci diverto moltissimo.

Nota: Siamo sempre nello stesso universo delle mie fiction sul ciclo delle stagioni. Scioccante, vero? ;P

Faceva freddo, il vento era gelido ed umido e, per un istante, Ellie Miller rimpianse di essere uscita a fare una passeggiata. Ma ripensando alla situazione attuale di casa sua - Lucy e Beth che stilavano la lista degli ingredienti per il pranzo di Natale, Tom ed Olly che giocavano con la Playstation, e Fred e Lizzie che trascinavano giocattoli in giro per casa - si ritrovò ad aumentare il passo. Era chiaramente diretta verso la spiaggia, il suo posto preferito e già si godeva la pace ed il silenzio che vi avrebbe trovato, quando inaspettatamente scorse qualcuno a fissare lo stesso mare che lei amava fissare così spesso.

"Pensavo fossi a Sandbrook per questo Natale...", lo apostrofò, avvicinandosi. Così lui le aveva detto qualche settimana prima: Tess, forse spinta dallo spirito delle feste, lo aveva invitato da loro per festeggiare assieme a Daisy. 

Alec Hardy si voltò ed Ellie fu sorpresa dal suo aspetto; durante quell'anno post pacemaker l'uomo era come rifiorito, erano sparite le occhiaie scure e la magrezza estrema aveva lasciato posto ad un fisico, sempre asciutto, ma più salutare. Eppure, in quel freddissimo giorno di dicembre Hardy sembrava di nuovo quella persona fragile e malata: aveva la pelle pallida, le labbra violacee e gli occhi lucidi.

La donna si preoccupò, come da sua natura. Nonostante tutto, non poteva non provare apprensione per quel testone di uno Scozzese.

"Stai bene?"

"Sì", tono brusco da copione.

"Io direi, invece, che hai un aspetto di merda. E poi perché sei ancora qui?"

"Non sapevo che la mia presenza a Broadchurch ti desse così tanto fastidio. O forse per qui intendi questi pochi metri di spiaggia, che hai eletto a tua proprietà privata personale. Non c'è problema, posso allontanarmi", e si incamminò, lentamente, alontanandosi da lei.

"Fermati, imbecille!", lo ordinò senza quasi alzare la voce, sapendo che non ce n'era bisogno. Ed infatti Alec Hardy si fermò e le piantò addosso due occhi pieni d'ira, "Non chiamarmi così... pensi di potermi dire cosa fare? Chi sei tu per decidere per me?", si fermò un istante e poi riprese, a voce più alta, "E poi, tu cosa ci fai qui? Non dovresti essere a casa a preparare tutto per il pranzo che ufficializza a tutti gli effetti che sei rientrata a far parte dei buoni di Broadchurch? Ed invece...", qualunque fosse la fine della frase si perse in un accesso improvviso e violento di tosse. Hardy si piegò in avanti, le mani sulle ginocchia, cercando di respirare e tossire allo stesso tempo. Ellie fece una piccola corsetta verso di lui, e, senza pensarci, gli afferrò la spalla destra per cercare di stabilizzarlo. Il calore della sua pelle attraverso il cappotto la stupì. E non in positivo.

"Ma tu scotti!", senza riuscire a fermarla, Hardy dovette subire il gesto universale del controllo della temperatura. Lei tenne il palmo per qualche secondo sulla fronte sudaticcia dell'uomo, poi lo allontanò, pensierosa.

"Da quanto tempo hai questa febbre?"

"Miller..."

"E te ne stai qui, fuori al freddo..."

"Miller..."

"Ma, davvero, tu devi essere l'uomo col minor istinto di sopravvivenza di tutti..."

"Miller..."

"Con il tuo problema al cuore, poi..."

"Ellie!"

Questo la bloccò. Si guardarono negli occhi, col respiro affannoso, a pochi centimetri di distanza. Per qualche istante nessunò parlò: entrambi stavano cercando di mettere da parte l'irritazione per riuscire di avere una qualche conversazione civile.

"Da un paio di giorni", fu tutto quello che disse Alec, prima di tossire di nuovo.

"Fammi indovinare: Tess non ha voluto che tu andassi a Sandbrook per paura che contagiassi tutti", Ellie intuì con una smorfia disgustata.

"Già... ci sono anche i figli di Dave. E chi sono io per fare l'untore?", si scharì la voce, il respiro ancora un po' affannoso.

"Certo. Quindi ti sta bene non vedere tua figlia per Natale", lei commentò con sarcasmo.

"Miller..."

"Cosa? Guarda, Hardy, io capisco tante cose, cerco sempre di vedere tutti i punti di vista, ma non ti sembra che rischiare la vita sia stata una punizione più che sufficiente? Comunque siano andate le cose tra di voi, lei non ha il diritto di impedirti di vedere tua figlia - che tu adori - e lasciarti a trascorrere il Natale da solo, e per di più malato. Un tradimento non è certo come uccidere l'amico undicenne di tuo figlio, che diamine!"

Lui la guardò, sbattendo le palpebre, confuso, "Cosa...?"

"Dai, non fare il finto tonto! Brutto che l'abbia tradita, assolutamente non professionale che ti sia fatto rubare il pendente, però..."

Lui deglutì con una smorfia, "Hai letto l'articolo che ha scritto Oliver?"

"Perché?"

"Cosa diceva?", la voce dell'uomo era flebile.

"Sul serio? Stiamo avendo questa discussione qui, ora?", Ellie era incredula.

Lui non rispose. 

"Se proprio insisti... diceva che era stata persa una prova, perché due detective si erano fermati a fare sesso in un motel... quindi?"

"Com'ho detto che si chiama il compagno di Tess?"

Ellie sbuffò. Detestava quando lui giocava a fare il poliziotto con lei. Le ricordava troppo quando lavoravano insieme sul caso di Danny. E la cosa la faceva pensare sempre a quel bastardo di Joe.

Ma rispose lo stesso, "Dave...", e, d'improvviso, si ritrovò in una tavola calda, poco più di un anno prima, la prima volta che aveva incontrato la ex signora Hardy. Lui aveva fatto un commento al vetriolo su di lei ed un certo... 

D'istinto, gli mollò un pugno sulla spalla. 

"Ma che...", lui la guardò incredulo e contrariato.

"Ho sempre saputo che sei un coglione, ma non avevo capito quanto. Era lei la traditrice. Non tu! E tu... arghh, vorrei ammazzarti!"

Lui la stava fissando ad occhi spalancati, senza riuscire a capirla veramente.

"E non guardarmi con quello sguardo da cucciolo abbandonato che non lo sopporto! Perché, perché l'hai difesa?"

Per qualche istante l'unico rumore fu quello del mare. Ellie pensò di aver esagerato e che, probabilmente, di lì a poco Hardy se ne sarebbe andato lasciandola da sola sulla spiaggia. Ma lui non si mosse, lo sguardo a studiare le onde, mentre cercava di sopprimere goffamente i brividi della febbre.

"Come avrei fatto con Daisy?"

"Cosa intendi?"

"Oh, Miller, sei così... così ingenua! Come avrei fatto con mia figlia e questo cuore maledetto? Se mi fosse successo qualcosa, lei sarebbe rimasta con una madre che odiava... e...", si interruppe.

"Quanto grave è la tua malattia?", lei ne aveva un'idea, ma sembrava molto peggio. Forse perché, a parte quella volta al deposito barche, non l'aveva mai visto stare veramente male. 

"Ho dovuto mettere un fottuto pacemaker, ecco quanto è grave. Non ho nemmeno un cuore che batte decentemente come avrei potuto essere un buon padre?", uno strano volo pindarico, ma Ellie riuscì a seguire il suo ragionamento.

Di nuovo silenzio. Ellie pensò a casa sua, alla confusione che vi regnava quando era uscita a fare due passi, ed a come una semplice chiacchereta col suo ex capo si trasformasse sempre in qualcosa di complicatissimo e doloroso. 

"Dovresti dirglielo. A Daisy, intendo."

"Perché?"

"Perché ha il diritto di sapere la verità:"

"Racconterai mai a Fred di Joe?"

Lei chiuse gli occhi, assorbendo il colpo. Respirò a fondo un paio di volte. Poi guardò l'uomo accanto a lei, guardò il suo volto pallido e gli occhi febbricitanti. Dovevano smetterla di colpirsi in quel modo. Lui era stato lì per lei durante quell'anno ed era il tempo di ricambiare il favore.

"Oggi è il solstizio d'inverno."

Nessun commento. Ma lei era convinta di aver visto le labbra di Hardy incurvarsi in un fantasma di sorriso.

"Significa che da domani le giornate cominceranno ad allungarsi. Capito? Più luce."

Gli tese la mano, "Andiamo."

"Dove?"

"A casa tua. Tu hai bsgno di cacciarti a letto e di bere qualcosa di caldo."

Alec sbuffò, "Sono perfettamente in grado di prendermi cura di me stesso."

"Oh, adesso sei persino delirante! Deve essere proprio alta, la febbre."

Lui scosse la testa, vinto. Le afferrò la mano e la strinse. Come il giorno della sua partenza da Broadchurch, provò fortissima la necessità di abbracciarla. Ma maledì la febbre e resistette all'impulso. 

 

NdA: Bella? Brutta? Patetica?  

 

 

 

 

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