Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Segui la storia  |       
Autore: heliodor    21/12/2015    1 recensioni
Jack Frost arriva ad Arendelle per indagare su di una misteriosa nevicata. Qui incontra Elsa e i suoi amici, con i quali vivrà un incredibile avventura per salvare il mondo e il Natale...
Finalmente la mia prima Jelsa!
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Kristoff, Olaf, Sven
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Anna si stiracchia alzando le braccia al cielo. ― Che nottataccia ― dice con voce impastata dal sonno.
Olaf, accucciato ai piedi del letto, si scuote come un cagnolino. ― Buongiorno ― dice con tono allegro. ― Dormito bene?
Anna sospira. ― Affatto. Sono un po' dispiaciuta per Elsa. Sta passando un momento brutto. ― Si butta giù dal letto con un movimento atletico. ― Certo questo non la giustifica, ma credo di avere esagerato ieri sera. Sai che ti dico? Le chiederò scusa e vedrò se stamattina vuole uscire. Una passeggiata e una colazione a base di cioccolatini la rimetteranno in sesto.
Olaf la segue fuori dalla stanza. Anna marcia decisa fino alla porta di Elsa. Le guardie sono ancora al loro posto e quando la vedono arrivare scattano sull'attenti.
Anna bussa alla porta. ― Elsa sei sveglia?
Nessuna risposta.
Anna bussa di nuovo. ― Elsa?
Nessuna risposta.
Anna fissa la porta indispettita.
Nuova bussata, stavolta più decisa. ― Senti, sono passata per chiederti scusa. Che ne diresti di aprire?
Silenzio.
― È così che la metti allora? Guarda che non me ne andrò di qui finché non mi aprirai.
Anna rimane in attesa, e braccia incrociate sul petto e l'espressione imbronciata.
Passano i secondi
Anna sbuffa. ― Andiamo, su. ― Appoggia la mano sulla porta. ― Guarda, prometto che farò tutto quello che... ― La porta si apre verso l'interno scricchiolando sui cardini. ― Ma guarda. Era aperta ― dice guardando Olaf. ― Elsa chiude sempre la porta quando dorme. Questo si che è strano.
Anna infila la testa nello spiraglio. ― Elsa? Dormi?
La stanza è silenziosa. Anna volge lo sguardo verso il letto, vuoto. Spalanca a porta. ― Elsa?
Torna fuori. ― Dov'è andata mia sorella ― chiede alle guardie.
I due soldati si scambiano un'occhiata indecisa. ― Non è mai uscita dalla sua stanza.
― Certo, come no. Allora dov'è finita? È volata via dalla finestra? ― Anna trasale. Si precipita nella stanza e corre alla finestra, socchiusa. ― Elsa ― esclama spalancandola. Una ventata improvvisa fa volare via i fogli ammucchiati sullo scrittoio che si spargono sul pavimento. Anna guarda in basso. Sotto di lei c'è il cortile, vuoto. ― Elsa? Ma dove sei andata?
***
La slitta si ferma nel cortile del castello. Kristoff salta giù, tira fuori una carota e la porge a Sven, che l'addenta con gusto. ― Giusto in tempo per la colazione.
Anna si precipita fuori dal palazzo seguita da Olaf che trotterella dietro di lei.
― Ecco Anna che viene ad accoglierci ― dice Kristoff con tono baldanzoso.
― Kristoff ― grida Anna.
― Anna ― risponde lui sorridendo. ― Non mi aspettavo un'accoglienza così calorosa.
Anna lo ignora e si precipita alla slitta, saltandovi sopra.
Kristoff si volta a guardarla. ― Ma che ti prende?
― È successo di nuovo ― risponde lei con tono disperato.
Kristoff si acciglia. ― Successo cosa?
― Elsa è andata via.
― Che?
― Dobbiamo trovarla.
***
― Questa cosa sta diventando una specie di tradizione ― dice Kristoff, le mani che stringono le redini.
Alberi carichi di neve sfrecciano su tutti e due i lati. Olaf siede in mezzo ai due ragazzi.
Anna, lo sguardo fisso davanti, sospira. ― È stata colpa mia.
― Come l'atra volta ― dice Kristoff.
― Abbiamo litigato.
― Già sentito.
― A causa di un ragazzo.
― Non l'avrei mai detto.
― Ma mi stai ascoltando?
Kristoff le mostra un sorriso sornione. ― Certo. E come si chiama questo ragazzo?
― Non lo so.
― Ma ce l'avrà pure un nome.
― Non è un ragazzo vero. L'ha solo sognato.
― Elsa non mi sembra il tipo che si lascia impressionare da un sogno.
― Eppure è così. Avrei dovuto capirlo. Che guaio. E adesso?
― La troveremo, non preoccuparti.
― E come? Potrebbe essere ovunque.
― Cominciamo da un posto che conosciamo. Il suo palazzo di ghiaccio.
Il viso di Anna si illumina ― Buona idea. Andiamoci subito.
Kristoff si china in avanti. ― Sentito Sven? Al palazzo di ghiaccio.
La renna annuisce e con sguardo determinato aumenta l'andatura.
***
Jack solleva la testa meravigliato. ― Questo l'hai fatto tu?
Elsa sorride imbarazzata. ― Ti piace?
Il palazzo di ghiaccio si staglia sul fianco della montagna con le sue guglie. Un raggio di sole ne illumina la facciata producendo riflessi cristallini multicolori.
― È fantastico ― dice Jack con espressione meravigliata.
― Vieni, ti mostro com'è fatto dentro.
Elsa guida Jack sulla scalinata di ghiaccio che collega il palazzo al resto della montagna, si appoggia al portone e lo spinge verso l'interno.
Jack fa un balzo dentro l'androne del palazzo, una sala dal pavimento di ghiaccio che riflette le loro figure. Colonne di ghiaccio si innalzano per sostenere l'ampia cupola che sormonta il palazzo. Una scalinata di ghiaccio si avvita verso l'alto.
Elsa trae un profondo sospiro.
― Così è qui che vivi? ― domanda Jack.
― Ci vivevo, per un po'. Sai, ho avuto una specie di crisi e avevo bisogno di stare da sola per qualche giorno.
― Parli di quella crisi, quando hai fatto nevicare in estate?
― Quella crisi, sì ― dice Elsa imbarazzata. ― Scusa se non ti posso offrire niente da bere o da mangiare ma come vedi qui è tutto molto essenziale.
― Sopravvivrò ― dice Jack saltando le scale a due a due. ― È davvero incredibile. Non pensavo si potessero fare cose del genere con il ghiaccio. In verità anche io mi diletto ogni tanto con la scultura e non disdegno qualche leggera nevicata, ma tu sei andata davvero oltre.
― Sì e mi dispiace. Ho fatto soffrire molte persone.
― Ma hai detto che non volevi. Non avevi il controllo, no?
Elsa annuisce.
― E invece adesso ce l'hai.
Elsa distoglie lo sguardo.
― Che c'è? Ho detto qualcosa che non va?
― Oh no, no ― si affretta a dire Elsa. ― Il fatto è che... ― esita.
Jack fa un passo verso di lei. ― Elsa, di me ti puoi fidare. Posso capirti.
Elsa si allontana di qualche passo. ― Il fatto è che è così difficile mantenere il controllo. Certe volte ho paura che possa sfuggirmi tutto di mano, come l'altra volta.
― Sai, anche io a volte mi lascio trascinare. Sono un tipo piuttosto impulsivo, anche se non lo do a vedere. ― Si arrampica su una colonna e con un colpo di reni piroetta sopra Elsa che lo guarda divertita. Jack atterra a qualche passo di distanza con un inchino plateale. ― Visto?
Elsa ride. ― Potevi farti male sul serio.
― Te l'ho detto. Non penso sempre alle conseguenze.
Elsa sospira. ― Vorrei essere come te.
― Ma tu puoi esserlo se lo vuoi.
― Ho un regno da mandare avanti, delle responsabilità, degli obblighi. Non posso semplicemente lasciarmi andare. Guarda cos'è successo l'altra volta.
― Quello che devi fare è liberarti della tua parte negativa.
― E che sarebbe?
― Tutti ce l'abbiamo, dentro di noi. ― Jack si fa serio. ― È quella cosa che ci rende tristi o pessimisti e che ci fa fare brutti pensieri anche quando siamo felici.
― Sembra qualcosa di orribile ― dice Elsa turbata.
― E lo è ― esclama Jack. ― Ma possiamo liberarcene, almeno per un po'.
― Esiste un modo?
Jack annuisce. ― C'è un posto, poco lontano da qui, che ti aiuterà. ― Jack prende Elsa per mano e la trascina fuori dal palazzo. ― Dai andiamo, possiamo arrivarci prima che faccia buio.
― Aspetta ― dice Elsa puntando i piedi. ― Non dovevamo andare da quel tuo amico?
― Chi, Nord? Ci andremo dopo.
I due si allontanano mano nella mano.
***
Anna salta giù dalla slitta prima ancora che si sia fermata. ― Elsa ― grida correndo verso la scalinata di ghiaccio. ― Sono qui.
Kristoff e Olaf faticano a starle dietro.
Anna si infila nel portone aperto e scivola sul pavimento ghiacciato tenendosi in equilibrio precario. ― Elsa ― esclama. La sua voce si riflette sulle pareti di ghiaccio. ― Elsa? Sei qui?
Dietro di lei, Kristoff avanza guardingo. ― Credo che non sia in casa, voglio dire nel castello, palazzo... insomma, quello che è.
Anna gli scocca un'occhiata torva. La sua espressione cambia quando un'ombra scivola lungo la parete. ― Ma allora ci sei ― esclama speranzosa.
Da dietro un angolo sbuca la mole massiccia di un golem di ghiaccio. Il gigante avanza verso il terzetto con andatura lenta e goffa.
― Non muovete un muscolo ― dice Olaf. ― Ci parlo io con lui.
Kristoff fissa il golem immobile. ― Sei sicuro di quello che fai?
― Scherzi? ― risponde il pupazzo. ― Quel gigante e io ne abbiamo passate tante insieme.
Il golem si ferma a una ventina di passi e squadra i tre.
Olaf si stacca dal gruppo e avanza verso il golem con un braccio alzato. ― Ehi, tutto bene? ― domanda con voce allegra. ― È un pezzo che non ci si vede.
Il golem lo guarda incuriosito.
― Ti ricordi di me? ― dice Olaf allegro.
Silenzio.
Olaf si volta ― Non fateci caso, è solo un po' lento. ― Dice rivolto ad Anna e Kristoff. ― Allora pupazzone, come ti butta oggi? ― Appoggia la mano sulla gamba del golem.
***
Un ruggito fa tremare l'aria. Olaf vola fuori dal portone, esegue una parabola che gli fa superare il dirupo e atterra nella neve fresca.
Anna e Kristoff corrono lungo la scalinata senza voltarsi.
Il golem si affaccia dal portone e lancia un urlo. ― Andate via ― dice con voce cavernosa.
― Contaci ― dice Anna senza voltarsi.
Kristoff raggiunge Sven e salta sulla slitta. La renna guarda il golem e sgrana gli occhi.
Anna raccoglie Olaf e lo trascina sulla slitta. ― Vai, vai ― grida.
Kristoff afferra le redini. La slitta si allontana dal castello di ghiaccio.
Anna si volta indietro. ― L'abbiamo scampata bella.
― Si può sapere cosa ti è preso? ― dice Kristoff a Olaf.
Il pupazzo di neve fa spallucce. ― Forse era solo di cattivo umore. Che ne dite se ripassiamo più tardi?
― Scordatelo ― dicono Anna e Kristoff insieme.
― E ora che si fa? ― domanda Anna triste.
Kristoff scuote la testa. ― Se Elsa è passata di qui avrà lasciato delle tracce. Dobbiamo solo trovarle.
― E tu ne sei capace?
― Chi è il boscaiolo qui?
― Scusa, era solo una domanda.
― Guarda che i troll mi hanno insegnato come si sopravvive nella neve.
― D'accordo, d'accordo, non arrabbiarti. ― Anna si volta verso Olaf. ― Quanto è permaloso ― dice sottovoce.
― Guarda che ti sento ― dice Kristoff.
― Credo che ti senta ― dice Olaf a bassa voce.
Kristoff scuote la testa esasperato. ― Sento anche te.
― Allora andiamo avanti?
Kristoff annuisce ― Almeno finché non sarà buio.
Anna sospira.
― La troveremo. Fidati.
Lei annuisce e guarda avanti.
***
Elsa si ferma, la neve che le arriva alle ginocchia. ― Che posto è questo? ― domanda guardandosi attorno.
Jack atterra a pochi passi da lei. ― Non so come si chiami, ma l'ho scoperto qualche tempo fa mentre me ne andavo in giro.
I due stanno attraversando una pianura raccolta tra due montagne. Un fiume ghiacciato l'attraversa da una parte all'altra. Al centro svetta un isolotto anch'esso ghiacciato sul quale sorgono delle colonne spezzate.
― Non sono mai stata così lontana da casa ― dice Elsa triste.
― Io nemmeno ce l'ho una casa ― dice Jack.
― Davvero? E dove vivi?
― Il mondo è casa mia.
― Devi aver viaggiato molto.
Jack annuisce. ― Non sto mai più di un paio di giorni nello stesso posto.
― Deve essere bello viaggiare.
Jack fa spallucce. ― Credo di aver viaggiato da sempre.
― Anche da bambino?
― Non ho ricordi di quando ero piccolo.
― Sul serio?
Jack annuisce. ― Un giorno mi sono svegliato e tutto quello che sapevo era il mio nome.
― Solo quello?
― E se non era per l'uomo della Luna...
― Chi?
― È una lunga storia. ― Jack la prende per mano e la guida verso l'isolotto. ― Vieni, di faccio vedere.
I due passano sotto quello che era un arco di pietra e che ora giace in pezzi disseminati nel ghiaccio. Al centro delle rovine vi è un pozzo circolare di marmo bianco tutto crepato dal tempo.
Jack si affaccia sul bordo e guarda in basso.
Elsa lo imita.
Di sotto, nell'oscurità, si intravedono due visi riflessi dal ghiaccio.
― Siamo noi ― dice Elsa meravigliata.
― È così da millenni qui ― spiega Jack. ― Almeno credo. Questo posto è dimenticato da tutti.
― Cos'ha di speciale?
Jack si siede e appoggia il bastone sul bordo. ― A volte, durante la notte, la luce della luna si riflette nel pozzo. È allora che ho la sensazione che l'uomo della luna possa parlarmi.
― E lui ti parla?
― Non l'ha più fatto dal giorno in cui mi sono svegliato.
― E credi che parlerà a me?
― Che male c'è a tentare? Può darsi che abbia qualcosa da dirti.
― Ne dubito.
― Perché dici così?
― Non sai la mia storia, quello che ho passato in questi ultimi anni.
― Guarda che io sono invisibile ― dice Jack toccandosi il petto.
― In un certo senso, anche io.
I due si guardano in silenzio per qualche secondo, poi Jack urta con la mano il bastone e questo cade nel pozzo. Jack fa una capriola all'indietro e si getta nel pozzo.
Elsa si volta e guarda di sotto. ― Ti sei fatto male? ― domanda allarmata.
― No ― dice Jack fluttuando fuori dal pozzo, il bastone ricurvo tra le mani.
― È così importante quell'affare?
Jack annuisce. ― È da qui che vengono i miei poteri. Se lo perdo o si rompe non ho idea di cosa possa succedermi.
― Niente di piacevole immagino.
― Solo l'uomo della luna lo sa.
― Chissà che starà facendo Anna adesso.
― Vuoi molto bene a tua sorella.
Elsa annuisce. ― È l'unica persona di cui possa fidarmi davvero.
― Starà bene. Scommetto che è davanti a un bel camino ad aspettare il natale.
― Dovrei essere con lei invece che qui.
― Vuoi tornare indietro?
Lei scuote la testa. ― No. Devo andare fino in fondo. Non posso nascondermi per sempre.
― Ben detto.
Elsa guarda il cielo. ― Tra poco sarà buio.
― Farà freddo.
― Io non temo il freddo.
Jack accenna un sorriso, ricambiato da Elsa.
In lontananza il sole tramonta dietro le montagne.
***
― Che vuol dire che ci siamo persi? ― domanda Anna, le braccia incrociate sul petto. La ragazza siede sulla slitta.
Kristoff, le gambe affondate nella neve fino alle ginocchia, è chinato in avanti. ― Vuol dire che ho perso le tracce di tua sorella.
― Come puoi averle perse? Erano lì un attimo fa.
― Sì, ma deve aver nevicato e si sono confuse. ― Kristoff torna alla slitta.
― Bel boscaiolo che sei ― lo rimprovera Olaf.
― Taci ― risponde Kristoff montando sulla slitta.
― Che si fa ora? ― Chiede Anna.
― Proseguiamo.
― Dove?
― Verso quel punto ― Kristoff indica l'orizzonte.
Anna si sporge in avanti, l'espressione incerta. ― Lì c'è Elsa?
Kristoff afferra le redini. ― Lo spero.
Sven si mette in marcia.
***
Jack dorme con la schiena appoggiata al pozzo. Il buio è calato sulla valle, rischiarato solo dalla luce delle stelle.
Elsa si alza e lancia un'occhiata al ragazzo, poi al cielo dove la luna è già alta. Sospira. Si avvicina al pozzo e dopo un attimo di esitazione si sporge oltre il bordo.
In basso, riflessa nell'acqua ghiacciata, si intravede il profilo pallido della luna. Elsa lo fissa con sguardo intenso, poi reclina la testa di lato. ― Che sciocca. La luna è solo un pezzo di roccia.
Elsa si ritrae dal pozzo e si allontana di un paio di passi. Quando si volta, una colonna di luce azzurra sembra sorgere dal pozzo stesso e proiettarsi verso il cielo.
Elsa la segue con lo sguardo fino a incontrare la luna, che ora sembra più grande e vivida di prima.
― Okay, ora inizio a crederci un po' ― dice col naso rivolto all'insù.
Dalla luna piove una seconda colonna di luce che termina oltre una collina.
― Devo andare lì? ― domanda Elsa rivolta al cielo.
La luce si fa più vivida per un istante, rischiarando la notte come un faro.
― Capito. ― Si volta verso Jack, raggomitolato su se stesso. Scrolla le spalle e si allontana.
Elsa segue la luce oltre la collina, i piedi che affondano nella neve soffice. Superato il crinale, si ritrova a guardare dall'alto un pezzo di cielo dove si riflette l'immagine della luna avvolta in una luce splendente.
Elsa scende con passi cauti verso il lago ghiacciato. Quando posa il piede sulla superficie scivolosa, la luce scompare.
Elsa guarda il suo riflesso nel ghiaccio. La sua immagine è sovrastata da quella della luna che in quel momento è nel punto più alto del cielo.
Un alone luminoso avvolge Elsa. L'immagine riflessa nel ghiaccio cambia e diventa una versione di lei da bambina.
L'immagine cambia di nuovo. Ora Elsa ha dodici anni ed è nel cortile del castello di Arendelle. Attorno a lei la neve scende in grossi fiocchi. Una versione di Anna da bambina le tira addosso una palla di neve.
Elsa si pulisce il viso e si china per appallottolare la neve a sua volta.
― Non abbiamo mai giocato nella neve ― dice Elsa con tono triste.
Altro cambio di scena. Elsa ha un paio di anni in più. Lei e Anna camminano per le strade di Arendelle fermandosi davanti alle vetrine illuminate.
Anna indica un dolce a forma di pupazzo di neve e strizza l'occhio alla sorella, che la ricambia con un sorriso e annuisce.
Le due ragazze entrane nel negozio.
Elsa sospira. ― Non siamo mai andate in giro a fare compere ― dice rivolta a nessuno in particolare.
La scena scompare per lasciare il posto all'immagine di Elsa. Indossa il vestito dell'incoronazione, lo scettro stretto nella mano. Si guarda attorno con fare nervoso, come se aspettasse qualcuno. O qualcosa. Due figure appaiono ai margini della scena. Sono un bambino e una bambina che corrono verso di lei. Elsa li accoglie con un abraccio.
― Ho un regno da governare. Non posso permettermi queste cose.
L'immagine di Elsa abbracciata ai due bambini scompare, lasciando il posto a quella di una donna dalla pelle segnata dalle rughe. I capelli, bianchi e lunghi, sembrano fili d'argento. Siede su di un trono di lego laccato d'oro.
Elsa si allontana dall'immagine, la testa rivolta dall'altra parte. ― Basta, sei stato abbastanza chiaro.
Elsa si ferma qualche passo dopo, si volta e guarda in basso. Riflessa nel ghiaccio c'è l'immagine di una giovane donna nel fiore degli anni. Veste abiti di fattura grezza. Lo sguardo è fiero e fissa quello della sua gemella.
Elsa la fissa negli occhi, lei sembra ricambiare quello sguardo.
― È così che sarei se fossi libera dai miei poteri?
Elsa allunga una mano verso la superficie del lago. L'immagine allunga a sua volta la mano. Le dita si congiungono.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: heliodor