It is not in the stars to hold our destiny but in ourselves.
― William Shakespeare
In controluce, gli addobbi della strada ne dipingono la pelle di rosso, di azzurro, di giallo. Negli occhi chiari si riverbera lo scintillio di un abete domestico. Lontana, un’eco di cori.
È lì, Bucky, ed è quasi non ci fosse – una presenza-assenza dolorosa, tuttavia necessaria.
“Vi lascio soli,” dice Natasha, sebbene qualcosa di lei resti comunque – una scia di profumo, la complicità di uno sguardo.
“Ti ho cercato,” mormora Steve. Poi un passo e un passo ancora, incontro al capo di un filo chiamato ‘destino’.
“Mi hai trovato.”
L’unica mano che gli resta è calda come in ogni suo ricordo.