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Autore: Ser Balzo    24/12/2015    2 recensioni
Un giovane. Una ragazzina. Una strana domenica d'autunno.
E il vento che soffia tra le spighe di grano.
Ormai era partito, e non c'era più nulla che potesse fare.
Tranne, forse, aspettare.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Steli di grano

 








«Quindi te ne vai.»
Il giovane si era appena alzato da tavola. Fissava fuori dalla finestra, lì dove il grigiore sonnacchioso di una domenica pomeriggio d’autunno scendeva sull’orizzonte ad accarezzare gli steli di grano.
«Sì.»
La ragazzina si alzò a sua volta. «Sai che è pericoloso, lì fuori.»
«Lo so.»
«E che una volta partito non potrò più aiutarti. E non potrai tornare, e noi non…»
Il ragazzo si girò verso di lei. Il suo sguardo era duro.
«Abbiamo già fatto questo discorso.»
«Ma…»
«Più d’una volta.»
«Accidenti, lo so!» sbottò la ragazzina, i piccoli pugni serrati ai fianchi. «È solo che…»
Si interruppe, girando la testa dall’altra parte, verso il muro imbiancato che già cominciava a scrostarsi.
«…ogni volta penso che cambierai idea.»
Il ragazzo non riuscì a trattenere la sorpresa. L’espressione del volto si addolcì. 
«Lo so. Io… mi dispiace. Davvero.»
La ragazzina si girò verso di lui. Una lacrima solitaria le rigò il volto, gocciolò dal mento e andò a morire sul colletto bianco del suo vestito.
«Resta con me. Ti prego.»
Poté vedere il vivo dolore contrarre il volto del ragazzo. «Io…» Prese un respiro profondo, lento, come un enorme creatura degli abissi. «Io vorrei, ma non posso.» Guardò di nuovo fuori dalla finestra, e lo sguardo tornò severo. «Devo andare. Lo sai. Vorrei che non fosse così…» I suoi occhi incontrarono quelli della ragazzina, e lei, contro ogni logica, sperò.
«…ma niente che tu possa dire potrà fermarmi dal tornare a casa.»
La ragazza deglutì, gli occhi lucidi. «Hai ragione. Perdonami… sono una stupida.»
Quasi non si accorse che il ragazzo era davanti a lei. «Sei tante cose tu, ma certo non stupida.» E con gesto delicato ma deciso, le asciugò la lacrima dal viso.
«Sono stato bene con te. Davvero bene. Mi sono sentito… in pace. Ma ora devo andare. Ora devo tornare a casa.»
La ragazza fece un sorriso orribilmente amaro. «Già. Dopotutto… la vita vince sempre, no?»
Il ragazzo annuì. «Sempre.»
Dopo quelle parole, cadde il silenzio. Lui rimase lì, con le dita ancora sulla guancia di lei, mentre fuori il vento piegava quietamente il grano.
E per un nuovo, folle istante, lei ebbe la certezza che lui sarebbe rimasto.
«Allora addio. Io… non ti dimenticherò.»
I passi furono rapidi e brevi; il rumore della porta, quasi un sussurro.
Ci volle qualche istante prima che la ragazza si rendesse conto che se n’era andato. Quando si precipitò fuori, lui era già in strada, le scarpe di tela che crocchiavano sulla ghiaia, la testa china, le mani affondate nelle tasche della felpa verde foglia.
La ragazzina dovette fare un notevole sforzo per non gridare. Oramai era partito. Aveva deciso, e non c’era più nulla che lei potesse fare.
Tranne, forse, aspettare.
Restò lì, immobile sulla soglia di casa, a guardarlo diventare sempre più lontano, sempre più piccolo, fino a che non fu un puntolino sobbalzante in mezzo al grano.



E, proprio un attimo prima di sparire per sempre, la Morte fu certa che il ragazzo si fosse girato a guardarla.













L'ANGOLO DELLA CHIACCHIERA: Pubblico questa piccola storiella (che al contrario di come accade spesso, più tempo passa e più mi piace), che ho scritto in teoria per lo Scriptober (dovevo scrivere trentuno storielle, ne ho scritte tre, insomma so' forte a ste cose) come una specie di post-it per far sapere alla gente sventurata che passa da queste parti che sono ancora vivo, vegeto e almanaccante. Ho avuto un po' d'impicci, sono entrato nella misteriosa setta degli Studenti Fuori Sede, sono pigro, sono lento, mi ammazzo di strapippe mentali... insomma, tutto quello che volete (e preferite), ma in ogni caso: chiedo umilmente venia per l'abbandono in cui ho lasciato questa pagina (ho anche delle recensioni arretrate, maledizione sulla mia mucca), ma sappiate (se proprio lo volete sapere) che il Vostro amichevole Scribacchiatore di Pianerottolo è ancora vivo e pensante (anche troppo). Spero davvero di farmi sentire il prima possibile, continuando a postare le mie traballanti vaccate di cui ormai avete imparato a diffidare.

Quindi niente gente, ancora tante doverose scuse, tante carissime cose a tutti e a presto!

 
  
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