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Autore: Kilian_Softballer_Ro    24/12/2015    4 recensioni
In teoria, una notte di Natale perfetta.
In pratica, c’era un problema.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shadow the Hedgehog, Sonic the Hedgehog
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Natale presentava una lunga serie di vantaggi.
Il cibo, innanzitutto. Le decorazioni appese ovunque, inevitabili anche per chi proprio non riusciva ad avere lo spirito giusto. La neve e la possibilità di correrci dentro schizzando tutti i vicini, se si era fortunati.
E infine, ovviamente, gli amici. Riunirsi e scambiarsi i regali e in generale passare qualche ora in compagnia, senza doversi preoccupare di rivalità, combattimenti o cose simili. Per un breve lasso di tempo, tutti potevano comportarsi come se fra loro non vi fosse alcun problema.
Per questo, Sonic se l’era sempre spassata alla grande a Natale.
Quell’anno non sembrava voler fare eccezione. Si erano riuniti tutti a casa di Amy, per il semplice fatto che la sua era l’unica casa che non fosse ridotta in uno stato terrificante. C’era cibo ovunque (e buon cibo, anche), il fuoco nel caminetto era acceso e scoppiettante e qualcuno aveva avuto abbastanza presenza di spirito da riuscire a trascinare Knuckles giù dalla sua isola fino al divano di quel salotto, dove ora stava seduto schiacciato fra Tails e Rouge, sbocconcellando una torta con aria truce. Tutto nella norma, insomma. L’atmosfera era tanto confortevole che neanche i regali imbarazzanti di Amy e la sua pretesa di appendere vischio ovunque nella speranza di poterlo placcare e baciare lo avevano infastidito più di tanto. In teoria, una notte di Natale perfetta.
In pratica, c’era un problema.
Il riccio non se ne era accorto subito, o perlomeno non aveva capito subito a cosa fosse dovuto il senso di fastidio che provava. All’inizio era convinto che fosse causato dalla fame, o dal terrificante maglione a fantasia di renne innamorate che aveva trovato nel pacco di Amy, ma guardandosi intorno, alla fine, se ne era reso conto.
Mancava qualcuno.
Sembrava che nessuno avesse percepito quell’assenza, a parte lui. Solo Rouge, ogni tanto, girava lo sguardo per la stanza come se stesse cercando qualcuno e faceva una smorfia, contrariata. Era probabile che avrebbe spellato vivo l’assente ingiustificato non appena avesse messo le mani su di lui.
Sonic però era convinto che la persona che stavano cercando non fosse lontana quanto credeva la pipistrellina, e un’occhiata fuori dalla finestra bastò a confermare quel sospetto. Tuttavia era necessaria un’indagine più approfondita, perciò non appena l’attenzione generale fu attratta da qualcos’altro il riccio infilò la porta e uscì in giardino.
Rispetto alla sala rumorosa e affollata, l’esterno era calmo e silenzioso, e anche i rumori provenienti dalle case intorno risultavano attutiti. Niente sembrava turbare quella quiete, né la neve che cadeva senza un suono, né il riccio nero immobile in disparte che osservava la scena dietro i vetri della finestra.
Sonic sorrise, chiudendosi la porta alle spalle. – Di sicuro si vede che non patisci il freddo.
Non ci fu risposta, ma l’altro distolse lo sguardo dall’interno della casa per puntarlo su di lui.
- Rouge ti farà la pelle se non ti fai vedere – riprese Sonic, in tono innocente.
Shadow scrollò le spalle e si avvicinò, lasciando impronte nella neve. – Non ha ancora capito che i suoi tentativi di farmi socializzare sono inutili.
- Però sei rimasto a guardare. – Il ghigno di Sonic non si spense neanche per un secondo, ma lui non era del tutto tranquillo. Shadow lo metteva a disagio, in un certo senso. Il periodo di rivalità fra loro era superato da un pezzo, e senza rancori: il fatto che quel tizio tenebroso avesse tentato di ucciderlo non era abbastanza per lasciarne. Dopotutto, chiunque ormai aveva tentato di farlo fuori almeno una volta. I loro scambi avevano il tono di un cameratismo consumato, ma c’era qualcosa di più. Era come se ci fosse dell’elettricità che correva fra loro, qualche sentimento fuori dal comune a cui faceva fatica a dare una collocazione. Ogni tanto si chiedeva se anche Shadow lo sentisse. Non sapeva se sperarlo oppure no.
- Volevo...vedere. – Replicò il nero, poco più di un sussurro, ma abbastanza perché l’altro potesse sentirlo in quel silenzio ovattato. I suoi occhi vagavano intorno, dalla porta al cortile alle luci appese alla staccionata. La sua voce era pacata, ma dentro vi si avvertiva il peso di qualche ricordo, lontano, probabilmente. Molto lontano. – Non è nulla a cui io sia abituato. Non sarei gradito lì in mezzo, tuttavia...
- E’ un metodo strano per imparare le tradizioni natalizie. – Era difficile trovare qualcosa da dire. Scherzare era il suo metodo per sollevare lo spirito, per mettere gli altri a proprio agio. Il problema sarebbe stato farlo funzionare.
Il labbro di Shadow si piegò nell’ombra di un sorriso. – Forse.
Dopo questo, la conversazione si interruppe. Rimasero entrambi lì dov’erano, in silenzio, senza incrociare lo sguardo (e chissà se apposta o per caso). Sonic avrebbe voluto disperatamente dire qualcosa, ma non riusciva a trovare nulla di appropriato.
Ad un tratto Shadow alzò gli occhi e sembrò trovare qualcosa di sconcertante, perché le sue pupille si dilatarono e lui non si mosse più. Sonic seguì il suo sguardo e si trovò davanti un rametto di vischio, appeso sullo stipite della porta, l’ennesima dimostrazione delle intenzioni appiccicose di Amy.
Gli si seccò la bocca e riportò lo sguardo davanti a sé, trovando Shadow molto più vicino, gli occhi fissi nei suoi, rosso nel nero. Il cuore gli batteva forte, non al suo posto nel petto, ma in gola, vibrante e violento.
- Shadow?
- Almeno questa tradizione dovrei averla imparata – mormorò lui invece di rispondere. La sua mano trovò il mento di Sonic e lo attirò in avanti, facendo incontrare le loro labbra prima  che l’altro potesse reagire.
Fu un bacio casto, in fin dei conti. Breve e delicato. Ma fu sufficiente perché entrambi potessero sentire il sapore del compagno, abbastanza lungo da far sì che Sonic potesse spazzare via l’inevitabile sorpresa e lasciarsi andare, chiudendo gli occhi e dicendosi che sì, forse Shadow l’aveva sentita quella famosa elettricità, e l’aveva decifrata rima di lui.
Quando finì, nulla sembrava cambiato. La neve continuava a scendere senza fare rumore, e dentro casa la festa proseguiva senza preoccupazioni. Ma per loro, il mondo si era capovolto.
Shadow restò a fissarlo per una manciata di lunghissimi secondi, poi sorrise, quel suo rarissimo, imperscrutabile ghigno. – Buon natale, faker.
Poi sparì, correndo via tanto in fretta che sarebbe stato impossibile vederlo.
Sonic rimase inebetito sulla soglia, una mano alzata a sfiorare i punti dove poco prima si trovavano le sue dita, che bruciavano come se lo avessero scottato. Poi anche sul suo volto si dispiegò un gigantesco, estatico sorriso, e il riccio blu girò sui tacchi e rientrò in casa con tutta la baldanza che aveva a disposizione.
Forse non avrebbe più preso in giro Amy per le sue idee natalizie.
 
Tutti che alla vigilia di Natale mangiano, bevono e stanno coi parenti e io sono qui che pubblico storie con ricci che si baciano. Houston, potremmo avere un problema
Anyway, spero che voi stiate passando delle buone vacanze e che trascorriate un buon Natale, se lo festeggiate. Auguri a tutti, e ci vediamo alla prossima storia!
^Ro
  
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