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Autore: Athelye    25/12/2015    1 recensioni
Arrivato sulla strada si accese la quarta sigaretta ed emise una nuvola di fumo con un sospiro. Si strinse nella giacca e si avviò per la strada buia e vuota..
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il fuoco scoppiettava nel camino, ed emanava un lieve tepore rosato nella stanza. C'era un piccolo albero in un angolo. Non era riccamente decorato, come quelli che si possono vedere in una cartolina o su biglietto di auguri, ma in modo più modesto e familiare.
Il ragazzo stava sdraiato sul tappeto, fissando il soffitto.
Sentiva il ticchettio affrettato nelle altre stanze dei passi di sua zia che finiva i preparativi per la cena. Sobbalzò nel sentirsi chiamare.

"John! Santo cielo, non stare lì sul tappeto, sei vestito elegante! Suvvia, hai diciannove anni!"
E sparì di nuovo in un'altra stanza.

Il ragazzo si limitò a sbuffare, imprecando mentalmente contro di lei. Non aveva voglia di vedere nessuno, non aveva voglia di fingersi un ragazzo impeccabile, bravo e buono. Sì, era vestito elegante, ma non era impeccabile, si era comunque sistemato i capelli con la brillantina. Non era bravo, aveva appena finito la terza sigaretta nel giro di due ore, o forse era la quarta? Oh, al diavolo!
Fosse stato per lui se ne sarebbe già accesa un'altra. Anzi..

Si alzò, scrollandosi malamente l'eventuale polvere da dosso. Si avviò verso l'ingresso, afferrò con poca grazia la giacca e uscì infilandosela.
Arrivato sulla strada si accese la quarta sigaretta ed emise una nuvola di fumo con un sospiro. Si strinse nella giacca e si avviò per la strada buia e vuota. Non era difficile immaginare dove stesse andando.

Si ritrovò a Forthlin Road, davanti al numero 20. Spense la sigaretta dopo un ultimo soffio. Jim odiava il fumo e chi fumava, quindi non c'era da stupirsi che non lo apprezzasse particolarmente.
Solo dopo aver bussato si rese conto che quella era la sera della Vigilia per tutti, e non solo per lui. Improvvisamente sentì le gambe calde per il desiderio di fuggire, ma la porta ormai si era già aperta e due occhi dolci e amici l'avevano visto ed inchiodato lì, con stupore a dire il vero. "John?"

Non sapendo bene cosa fare non rispose nemmeno. Si sentì prendere delicatamente per mano e tirare dentro l'uscio, improvvisamente vicino al suo viso.
"Ma guarda come ti sei ridotto, hai tutta la neve fra i capelli..!"
Disse sorridente, passandogli dolcemente le dita fra le ciocche dorate, creando un sorriso sulla sua bocca sottile.
Sotto queste carezze sentì un sussurro a un soffio dalle labbra. "Che ci fai qui, John?"

Il cuore perse un battito. Dio, quella voce..
Sentiva bruciare il petto per un'emozione che non riusciva a definire. Socchiuse le labbra per rispondere, quando una voce grave giunse dalla cucina.

"Paul! Chi è alla porta?"
"È John!"

Questo giurò di aver sentito sbuffare e borbottare in tutta risposta.
Sapeva di non essere esattamente il benvenuto a casa McCartney già a cose normali, figuriamoci sotto Natale.

"Tra non molto dovrebbero arrivare gli zii, Paul."

Jim si limitò a far leggere fra le righe 'cerca di mandarlo via alla svelta'.
Paul gli prese la mano e lo portò velocemente su per le scale, in camera sua, chiudendo la porta dietro di sé. Gli si avvicinò, prendendogli la giacca.
"Allora Johnny, che succede?"
Il maggiore si lasciò cadere a sedere sul letto con una sorta di lamento.

"Mi mancavi, Paul. Mi mancava vederti e sentire la tua voce. Poi non sopporto Mimi che mi vuole perfetto per quegli ipocriti dei nostri parenti, buoni solo a criticare!"
Buttò la testa fra le mani guardando il pavimento e stringendo i denti.
"Perché non posso semplicemente essere me stesso? Cos'ho che non va? Cioè, non dico vestirmi come se dovessi andare al Cavern o a suonare, ma non fingere di essere "per bene", quando chiaramente non lo sono..!"

Il ragazzo moro si avvicinò piano piano, gli prese dolcemente il viso per sollevarlo appena. Una lacrima gli rigava la guancia con la sua scia lucida.
Paul abbozzò un sorriso, cercando di rincuorarlo un po' e accarezzandogli la pelle per cancellare quella lacrima amara.
Con dolcezza lo portò ad appoggiare la testa sul suo addome, dove la lana blu del suo maglione imprigionò un'altra lacrima. Gli sfiorava i capelli in una carezza, nell'illusione che il tempo fosse fermo. Sentì il ragazzo rilassarsi e calmarsi lentamente. Sorrise ancora. Si scostò appena e guardò i suoi occhi scuri e ancora lucidi. Si sedette accanto a lui sul letto, tenendogli una mano.
"Io ti amo anche così John, per me sei perfetto sempre."
Gli disse a bassa voce, dandogli un bacio sulla guancia. Lo guardò un attimo sorridendo.
"Forse però, con la cravatta a posto e il colletto sistemato, sei un po' più perfetto!"

Scherzò, andandogli a sistemare la cravatta, stuzzicandogli il collo con le dita, strappandogli un sorriso. Paul lo avvicinò tirandolo leggermente per la cravatta. Schiuse le labbra, ma John le trovò più velocemente, cancellando la distanza.
Fu un bacio breve, ma pieno d'affetto e gratitudine. Sorrisero.
Dal piano inferiore giunse un grido. Jim ricordava a Paul l'imminente arrivo dei parenti. Il ragazzo si morse il labbro. Gli prese la mano, si alzarono e uscirono, scendendo lentamente le scale con le dita intrecciate, quasi cercando di rallentare il tempo. Ma arrivarono comunque troppo presto alla porta.

"Se vuoi posso chiedere di farti restare.."
"No, grazie Paulie. Hai fatto anche troppo, ora sto bene."

John lo attirò a sé in un abbraccio, stringendolo ai fianchi, sorridendo, e premendo le sue labbra sulla fronte dell'altro in un piccolo bacio.
Rimasero stretti così per un po', con la paura di lasciarsi, con la paura di cadere se avessero allentato la presa. Alla fine dovettero sciogliere l'abbraccio, Paul si avvicinò alla porta, aprendola già con malinconia. John infilò nuovamente la giacca, e la strada fuori gli sembrò ancora più fredda di quando era uscito prima.
Fece due passi fuori, poi si girò, afferrò di nuovo il più piccolo, portandolo proprio sull'uscio, e lo baciò con passione, sentendosi scaldare perfino dentro le ossa. L'altro lo guardò perplesso, ma di sicuro piacevolmente sorpreso.

"Ho visto il vischio e non ho resistito."

Disse guardando in alto, sulla porta, il piccolo rametto appeso, giustificandosi così.
Paul sorrise. Gli sussurrò un "Ti amo" all'orecchio e si scostò. John sorrise di riflesso, gli diede un ultimo bacio a spregio e corse via, vedendo delle persone che arrivavano con la coda dell'occhio, chiedendosi in quale modo originale l'avrebbe ucciso sua zia.

Gli occhi verdi dell'altro lo seguirono finché non fu costretto ad accogliere i suoi parenti. Sorrise lanciando un'ultima occhiata al rametto sulla porta, prima di chiuderla.




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Angolo Autrice
Auguri! Merry Christmas!
Questa l’ho scritta qualche giorno fa, avrei voluto pubblicarla ieri, ma ho avuto problemi tecnici e non ho potuto -.-“
Non so neanche bene cosa mi abbia ispirata a dire il vero, forse ero semplicemente un po’ giù di morale, vabbè, fatto sta che volevo scrivere qualcosa di fluffoso per le feste uwu (quando mai scrivo qualcosa di non fluffoso? Tsk.). Probabilmente a gennaio ne pubblicherò anche un’altra in cantiere, sempre fluff, perché voglio farvi venire le carie da dolcezza. Suvvia, siamo sotto le feste, eh!
Comunque, niente, questo era il mio augurio di Natale!
Via, Fatemi sapere se vi è piaciuta, se l'avete trovata orribile, cosa ne pensate insomma! E ancora tantissimi auguri, buone feste e felice anno nuovo! ^^
   
 
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