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Autore: Annabeth Wayland_    28/12/2015    1 recensioni
Mi chiamo Nina Martin ed il mio ragazzo si chiama Fabian Rutter.
Ci siamo conosciuti in una scuola inglese,alloggiavamo nella Casa di Anubis.
Lì abbiamo risolto moltissimi enigmi,superato paure spaventose e lì,ci siamo innamorati. Dopo il più difficoltoso dei nostri percorsi,abbiamo liberato Anubis da uno spirito cattivo (definizione alquanto leggera per ciò che dovrebbe rappresentare).
Ma era finita? Ah,ovviamente no.
Potevamo vivere una vita normale,insieme? Ovviamente no.
E quindi ci hanno mandato qui,a Panem
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Dalla padella,alla brace,alla morte.
Capitolo 2: Le persone che dovró uccidere.

Hunger Games. Giochi della Fame. Io e la persona che amo,costretti ad ucciderci a vicenda per gli stupidissimi problemi amministrativi ed esistenziali di Snow. Ma a questo punto,valeva la pena vivere? Se dovevamo vivere in questo mondo,valeva davvero la pena tutto questo? Non sarebbe stato più facile morire e finirla lì? 
Come se mi avesse letto nel pensiero, Fabian dice -"Ce la caveremo. Sopravviveremo. Te lo prometto."- ma mentre diceva 'Sopravviveremo' ho avvertito una nota di tristezza nella sua voce. Quell'unica nota ha tradito il suo essere. Ha fatto sprofondare me in un abisso dal fondo inesistente,e lui un un abisso parallelo, separati da quella barriera invisibile che avrebbe costituito per noi,la morte.                                              
Nel vagone,entra Rebechien,il sorriso ormai spento e gli occhi compassionevoli,realisti.
-"Mi spiace"- sussura,quasi impercettibilmente. -"Vi..vi mostro le vostre camere."-
-"Ne vogliamo una"- dice improvvisamente Fabian,scosso da un fremito -"Camera,intendo. Solo una."-
-"Ma non.."- inizia Rebechien. Poi si ferma,passando in rassegna con gli occhi. -"Va bene"-.
Non potevamo certo dire che quel treno fosse il più lussuoso che avessimo mai visto,perchè in America erano molto meglio,perciò restammo zitti mentre Rebechien ci mostrava tutto.
Però il treno aveva il suo fascino: lampadari tutt'altro che antichi si ergevano dal soffitto tremante,le pareti erano bianche e metalliche, le stanze fornite di tutti gli accessori possibili ed immaginabili.
La camera da letto,la nostra camera da letto,era stupenda: un  letto matrimoniale dalle coperte blu si piazzava al centro della stanza. Davanti ad esso,un enorme televisore supertecnologico e,di lato,un bagno abbastanza ampio dotato di doccia superattrezzata e tutto ciò che si trova solitamente in un bagno,ma molto più tecnologico.
Un armadio era alla sinistra del letto, pieno zeppo di vestiti (che io non avrei mai e poi mai comprato) e alla destra della macchia blu che costituiva il letto si apriva un'ampia finestra dalle tende blu,che dava vista al magnifico panorama che potete immaginare si ammiri dai treni.
Rebechien ci ha dato l'orario della cena lasciandoci,finalmente dopo lo shock di pochi minuti fa,soli.    
Fabian si siede al bordo del letto,scosso da costanti ed ininterrotti brividi.
-"Fabian,cos'hai?"- chiedo,incerta..
-"È che..io...noi..Nina non voglio che ti accada nulla. Non lo permetterò"- 
-"Noi ne usciremo. Vivi. E insieme"- ho risposto,poggiandogli la mano sulla mia guancia.
Non sapevo quanta veritá ci fosse in quella frase. Ma io avrei provato a realizzarla. E lo avevo giurato a me stessa.  

                                              *******
-"Forza,giù da letto,tra 5 minuti a tavola"- urla Rebechien da dietro la porta.
Porto una mano agli occhi e strofino,come se così mi rendessi conto di avre sognato tutto,cercando di rendere più chiara la vista ancora offuscata dal sonno.   
-"Ma che problemi affliggono quella donna?"-chiede Fabian,spostando una mano dal mio fianco.
-"Non chiedermelo"- e così dicendo mi alzo e,dopo essermi preparata,esco insieme a Fabian dirigendomi alla cucina. È così buffo:noi avremmo voluto dividere una stanza esattamente come quella e ci trovavamo a realizzare il nostro sogno proprio prima di morire.
Adesso,quando Trudi preparava da mangiare in casa Anubis,era davvero brava.
Ma il banchetto di quel giorno era davvero spettacolare. Ma perchè poi? Insomma,non nutrivano tutto questo affetto per noi,saremmo morti per colpa loro. Perchè tutti questi lussi?
Il tavolo era pieno di pietanze di tutti i tipi,dolci e salate,costose e non.
-"Ragazzi,oggi si va al Centro di Addestramento. Perciò indossate le tute che trovate nell'armadio,dopo colazione,e noi vi ci portiamo"-esordisce Reiward,il nostro mentore.
Reiward é un uomo intelligente,sulla trentina,dai capelli nero corvino (che ricordano pericolosamente quelli di Viktor) legati in un codino e gli occhiali sempre sul naso.
-"Va bene"- risponde Fabian.
-"Chi saranno i nostri avversari?"- chiedo io,curiosa.
-"Al momento anche noi ne siamo ignari ma li osserveremo e vi diremo con chi dovrete allearvi"-dice Rebechien.
-"Reiward...che...che edizione hai vinto?"-chiedo,all'improvviso,colta dalla curiosità.
-"La 16esima"- risponde Reiward,addentando un panino.
-"Come?"- chiede Fabian. Sembra sicuro ma i suoi occhi lo tradiscono.
Il mentore lo guarda sorpreso,come se non gli avessero mai fatto questa domanda -"Non vi riguarda"- risponde alla fine.
Stringo la mano a Fabian,spaventata dalla risposta che Reiward avrebbe potuto darci. Certo,tutti tributi ancora in vita avranno ucciso e sarebbe toccato anche a noi. Reprimo quel pensiero ficcandomi in bocca un pasticcino che fa decisamente schifo. Lo butto giù comunque,cercando di non pensare alla domanda che mi tortura da un po':morire o uccidere?
                  
                                                   *********

Abbiamo indossato entrambi le stesse tute aderenti e nere che Rebechien ci ha gentilmente fatto trovare stese sul letto. Non mi sento a disagio con questi vestiti,perchè alla fine sono comodi e non c'è proprio nulla che io debba nascondere. Nell'istante in cui usciamo dall'ascensore,rimango sorpresa nel costatare che nessuna folla di abitanti di Capitol è accalcata sull'uscita: quando siamo scesi dal treno,una folla costituita maggiormente da persone dalle parrucche colorate e dai vestiti strambi ci ha accolti sghignazzando. Non mi stavo certo montando la testa,questo era ovvio:anche io odiavo terribilmente quelle persone.
Mi riscuoto dai miei pensieri, rendendomi conto solo in quest'istante che il Centro è ancora vuoto,se non      per l'addestratrice (che non ci degna di uno sguardo,intenta a trafficare con un piccolo palmare dall'aria costosa),il gruppo di Strateghi seduti nelle loro comode poltrone sul soppalco sopra il Centro,impegnati a parlottare tra di loro e a strafogarsi di cibo e un gruppo ristretto di tributi che,a coppie,stanno ognuno per i fatti suoi.
Rebechien ci lascia nel Centro,dicendoci che il resto dei tributi sará con noi fra poco:a questo punto,restando vicini,iniziamo a girare per il Centro osservando le varie aree con gli attrezzi per l'addestramento.
C'è un area dedicata alla pittura, suppongo utile per la mimetizzazione, un'altra dove si insegnano i metodi di base per la sopravvivenza e per procurarsi il cibo. Una passerella lunga e stretta è posta al centro di una stanza circondata da vetri protettivi e delle macchine letali formate da pixel virtuali arancioni fungono da ostacoli. In un'altra di quelle stanze con le pareti di vetro c'è un arco completo di frecce ed dei bersagli virtuali che appaiono dal nulla. Stiamo per passare ad osservare una stanza alquanto bizzarra dalle pareti coperte di roccia,quando sentiamo l'ascensore aprirsi e dei passi raggiungono le nostre orecchie. Sento il cuore accellerare, spaventata dall'idea di vedere i tributi che dovrò affrontare e stringo la mano a Fabian per sfogare la tensione. Lui fa lo stesso. Nello stesso momento,ci giriamo verso la porta dell'ascensore.
In un istante,così come il mio battito era accellerato,si ferma. La presa sulla mano di Fabian si allenta e la mia mano finisce per dondolare senza vita lungo i fianchi. Sento il respiro mancare,mentre guardo con occhi sgranati le facce delle persone che dovrò uccidere.   
Patricia,Alfie,Jerome,Amber,Joy, Mara,KT,Willow,Eddie,Mick e Poppy,con indosso le stesse tute che portiamo noi,ci guardano con occhi altrettanto sgranati,mentre io mi rendo conto che una lacrima solitaria mi sta attraversando il viso.

Angolo Autrice~
Ma salveee gentee❤ vi giuro sull'Angelo che non vi farò più aspettare così tanto. Ho avuto dei problemi con il computer e così tanti impegni con l'inizio della scuola che la prospettiva di scrivere è diventata un miraggio. Ma eccomi qui,no? E questo è l'importante *?*
So che mi state odiando con tutto il cuore per la fine di questo capitolo,ma non temete:continuate a seguire la storia e vi renderete conto che non sono così crudele come sembro.
Detto ciò,spero che la storia vi sia piaciuta fin ora e che continuiate a seguirla...spero anche che voi possiate lasciarmi delle recensioni (
*positive o meno ;)* a riguardo..
Vi aspetto al prossimo capitolo!
Annabeth❤
   
 
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