Serie TV > The Walking Dead
Ricorda la storia  |      
Autore: Calya_16    28/12/2015    5 recensioni
Carol è ancora una donna debole, ma un libro l'aiuterà nel suo cammino. Storia pre-apocalisse.
E' un'idea che mi è venuta dal nulla, e volevo condividerla con voi. Spero che vi piaccia nel suo piccolo!
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Carol Peletier, Ed Peletier, Sophia Peletier
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
S’infilò un maglione lungo, pesante. Si guardò allo specchio e annuì al proprio riflesso: la sera prima Ed l’aveva picchiata, e ora il suo corpo era pieno di lividi. Ormai lei neanche vi faceva più caso: quelli nuovi andavano a coprire i vecchi, e lei quasi non si ricordava che colore avesse la sua vera pelle, in quei punti.
Carol prese la sua borsa, si vestì con il cappotto e un piccolo e discreto berretto ed uscì.
Doveva fare la spesa, passare a prendere Sophia a scuola e poi correre a preparare la cena. Stava dirigendosi a piedi verso il piccolo supermercato di quartiere quando passò davanti ad una libreria. Qualcosa attirò il suo sguardo: in vetrina, tra gli altri, vi era un libro dalla copertina marrone, con sopra un disegno di uno zombie che tendeva le braccia, e una freccia tra gli occhi.
Il disegno la fece inizialmente rabbrividire, eppure se ne sentì attratta. Guardò l’ora e vide che era molto in anticipo, così decise di entrare per dare un’occhiata a quel libro.
Entrando nessuno fece caso a lei, e sorrise. Aveva la capacità di passare inosservata, e pensò che era un bene, ma che poteva anche tornarle utile. “Ma cosa ti metti a pensare? Non ti sarà mai utile” la rimproverò la sua stessa voce.
Prese il libro in mano e si mise a sfogliarlo, osservando parole a caso e registrandole: vaganti, boschi, camper, pericolo, pistole e balestra. Con il libro aperto in mano si mise ad osservare la parete piena di libri che aveva di fronte. “Una balestra? In effetti sarebbe un’ottima arma”. Un altro sorriso le sfiorò le labbra. Quel libro l’aveva scelta, e lei adesso stava scegliendo lui.
Stava per andare alla cassa quando ne vide l’edizione tascabile: era più discreta e veniva meno. Ed le avrebbe fatto meno domande sui soldi, e anche sul libro, nel qual caso l’avesse trovato.
Non voleva che finisse nelle sue mani: le avrebbe detto che leggere e sognare era inutile, che lei era debole poiché non viveva nella realtà, e l’avrebbe picchiata.
Pagò e uscì mettendo il libro in borsa, sul fondo. L’accompagnò lì fino a sera.
 
Avevano finito di cenare e Carol stava mettendo a letto Sophia. Adorava quel momento alla sera, quando erano solo loro due e potevano raccontarsi di tutto. Le diede un bacio per salutarla e si mise a letto pure lei.
Nel buio della stanza si girò a osservare suo marito, che dormiva come se niente fosse, come se sua moglie non avesse lividi addosso provocati da lui, come se fossero una famiglia normale. Carol si girò dall’altra parte e chiuse gli occhi, non vedendo l’ora che il giorno dopo iniziasse per poter leggere e iniziare a sognare.
 
Si era sbrigata a svolgere tutte le faccende domestiche in fretta, così corse ad aprire il libro e lo iniziò: venne scaraventata in un mondo di violenza, di terrore. Provò a immaginarsi lì, impaurita come non mai. Eppure una parte di lei pensava come certi personaggi del libro, si sentiva forte come loro. Senza neanche rendersene conto era a un quarto del libro. Capì di esserne stata letteralmente assorbita quando sollevò gli occhi e vide che da lì a poco doveva andare a prendere Sophia a scuola.
Si alzò in fretta e nascose il libro, lanciandogli un piccolo sorriso: aveva appena trovato un mondo in cui rifugiarsi.
Mentre camminava per raggiungere la scuola di sua figlia, si mise a pensare a quel mondo di violenza, eppure le sembrava che avesse molto più senso delle botte di Ed.
Sentì come una forza emergere dentro da lei. Voleva essere più forte, voleva reagire, dire basta, prendere sua figlia e iniziare una nuova vita.
 
I giorni passarono, le pagine del libro venivano sfogliate in fretta, Carol imparava sempre di più ad avere meno paura, però i maltrattamenti e gli abusi di Ed non si erano ancora fermati. Lei di giorno si sentiva più forte, più determinata, ma quando suo marito rincasava tornava ad essere la donna vulnerabile di sempre.
Si odiava per questo, e ogni mattina, per sfuggire al dolore, si rintanava tra le pagine di quel libro: aveva imparato ad amare ogni singolo personaggio, in particolare quello con la balestra. Ne era quasi innamorata, benché sapesse che si trattava semplicemente di un’invenzione.
 
Il suo rifugio, il suo mondo, però, un giorno si chiusero: girò l’ultima pagina, lesse l’ultima riga e poi la parola FINE. La fissò intensamente per diversi minuti, ripensando a tutto il libro: non era solo violenza e sopravvivenza, ma anche sentimenti e relazioni. Capì come mai lo definivano diverso da tutti gli altri libri del genere.
Lo chiuse e si alzò in piedi, nascondendolo.
 
Quando tornò a casa con Sophia, l’aiutò a fare i compiti: sembrava un normale pomeriggio, tutto era tranquillo. Stranamente lo era anche Ed quando rincasò.
Carol e Sophia erano impegnate in un esercizio quando lo sentirono urlare. Corsero da lui e lo trovarono in piedi davanti alla televisione, gli occhi sbarrati e tremante. Carol reagì e andò a vedere: vi era gente a terra, altra che si avventava su chi cercava di correre via; il giornalista urlava, mentre macchie di sangue lo colpivano. Marito e moglie, scioccati, videro che le immagini erano di una città vicino ad Atlanta.
- Prepara i bagagli, Carol. Ce ne andiamo.
- E dove?
- Non lo so, ma fai come ti ho detto.
Davanti a lui lei tornava a essere solamente una piccola donna, e così si girò per andare a prendere le loro cose. Iniziò a pensare a cos dire a Sophia, a come poterla proteggere.
- Non ho idea di cosa sia, ma sembra che non riescano a controllarla. Tu hai qualche idea?
La voce di Ed la fermò e la fece voltare. “Il libro. Io posso avere un’idea di cosa siano…quelle persone”. Scosse il capo.
- No.
- Lo immaginavo. Era inutile domandartelo. Ora sbrigati, voglio andarmene il prima possibile.
Carol corse a fare le valigie, cercando allo stesso tempo di tranquillizzare sua figlia.
- Dobbiamo andare, piccola mia. Ma torneremo presto, te lo prometto.
- Mi proteggerai?
A quelle parole gli occhi di Carol si riempirono di lacrime. Abbracciò stretta Sophia, dandole un bacio in testa.
- Sempre.
“Ci devo riuscire”.
E proprio in quel momento sentì qualcosa in lei rifiorire: sarebbe stata una donna diversa, ce l’avrebbe fatta, per lei, per sua figlia.
Mentre prendeva le ultime cose lo sguardo le corse al libro: aveva imparato tanto, e si ricordava tutto. Sperò di trovare un gruppo come quello, che li sapessero proteggere e aiutare finché tutto non fosse finito.
Ancora non s’immaginava quello che sarebbe accaduto, ma la sua vera personalità già spingeva per uscire.
Non s’immaginava che sarebbe stata forte, molto più del previsto, ma a causa di una perdita unica.
Non s’immaginò niente di tutto questo quando, giunti pochi giorni dopo ai confini di Atlanta, vide un uomo schivo, con la balestra, entrare a far parte del gruppo.
Ma presto avrebbe agito, e come se una parte di lei lo sapesse, una strana forza aveva iniziato a spingere.
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Walking Dead / Vai alla pagina dell'autore: Calya_16