Videogiochi > Kingdom Hearts
Segui la storia  |       
Autore: RoxxyNeko    29/12/2015    2 recensioni
Vi era un castello, collocato in un mondo inesistente, popolato da esseri che non dovrebbero esistere, i Nessuno.
Questi esseri erano solo dei gusci vuoti, che andavano avanti guidati dal desiderio di completare Kingdom Hearts, colui che avrebbe ridonato loro un cuore. Queste figure incappucciate di nero erano tredici.[...] Purtroppo questi tredici Nessuno non erano più in grado di continuare la loro scalata, poichè il loro lavoro non era sufficiente per raggiungere Kingdom Hearts.
Xemnas decise di mandar loro in cerca di altri senza cuore, come loro, e di portarli al castello.Mandò in ricognizione i suoi sottoposti in diversi mondi ma, solo tre di loro restarono più a lungo nei mondi assegnati, forse guidati dal richiamo di altri simili.
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Organizzazione XIII, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Organizzation XVI'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

07Let’s start

Quel giorno Xemnas annunciò ai suoi sottoposti l’arrivo di diverse missioni per la maggior parte di loro, per questo erano riuniti in una delle sale del castello ad aspettare.
Axel si trovò a sbuffare seduto su un divanetto affiancato dal numero XIII che, dal canto suo, non sembrava prestargli molta attenzione. Cercò di individuare cosa lo interessasse così tanto, quando vide che il suo sguardo era incrociato con quello del numero XV. Se non avesse ricevuto la sua visita qualche giorno prima non avrebbe mai pensato che quello che si stava svolgendo tra di loro era una vera battaglia. Gli occhi color oceano di Roxas mostravano un grande astio, mentre quelli verdi di Jekax, sempre contornati da quell’espressione di sfida, esibivano un misto di divertimento e scherno. Axel sperò che il suo compagno non facesse nulla di troppo avventato, non che dubitasse della parola di Jekax, ma il biondo era un tipo molto irritabile per certe questioni e, se infastidito, poteva rivelare una parlantina davvero discutibile.
“Rox...” Bisbigliò al suo orecchio, cercando di portare l’attenzione su di lui.
Il biondo lo guardò imbronciato “Ho ancora intenzione di parlarci.” Per poi incrociare le braccia al petto e posizionarsi più comodamente sul divano. Almeno era riuscito a far finire quella piccola guerra.
“Come vuoi, ma stai attento.” Finì il rosso, dando ancora uno sguardo a Jekax che, dal canto suo, sembrava tranquillo anche dopo gli sguardi minacciosi del compagno. In fondo non avrebbe dovuto sentirsi minacciato, aveva la situazione a suo vantaggio. Guardò, infine, gli altri membri che sembravano non essersi accorti di nulla, troppo presi dalle loro attività.

Il parlottare dei Nessuno fu interrotto dall’arrivo di Saïx che, senza troppe cerimonie, appese in una bacheca un foglio. Si girò guardando con aria di superiorità i suoi compagni, per poi incrociare le braccia al petto aspettando che tutti gli prestassero attenzione.
“Ascoltatemi bene, in quel foglio ci sono scritti i mondi in cui andrete, non sarete da soli, ma sarete divisi in gruppi. Ogni gruppo deciderà da solo il leader che dovrà, poi, far rapporto a Xemnas, una volta finita la missione.” Mandò ancora una volta un’occhiata di antipatia verso tutti i presenti nella stanza “Le vostre missioni non sono tutte uguali, c’è chi dovrà raccogliere informazioni sul mondo, chi dovrà esplorarne di nuovi...” continuò “...e chi dovrà recuperare i cuori.” Finì guardando Roxas.
“Spero sia tutto chiaro. Fate un buon lavoro.” Disse infine, prima di dar loro le spalle e uscire dalla stanza.

“Ma uffa!” l’urlo di Demyx attirò l’attenzione di tutti i presenti che, già spazientiti per la presunzione di Saïx, gli lanciarono occhiate non molto gentili.
“Non piace nemmeno a noi, ma dobbiamo.” Asserì Xaldin, che già si stava dirigendo verso il foglio per leggere in quale strambo gruppo sarebbe dovuto essere. Lavorava meglio da solo, ovviamente, ma si sarebbe adattato a chiunque gli sarebbe capitato. Forse non tutti, pensò ricordandosi del Freddo Accademico e della meticolosa ossessione verso il comando, e di Larxene, sempre acida e piena di sé, e, ancora, di Luxord con cui non aveva quasi mai dialogo... ok, forse non gli sarebbe andato a genio lavorare proprio con tutti.
Cercò di non pensare al peggio sporgendosi per leggere il foglio e sorrise tra sé, sapendo che la missione sarebbe andata meglio del previsto.
“Linxeve e Marluxia, siete con me.” Si girò verso i Nessuno interpellati, scorgendo del dissenso in Marluxia. In effetti non erano mai stati grandi amici, erano più le volte che si trovavano a discutere animatamente per qualsiasi questione.
Il numero XVI trasse un sospiro di sollievo, non conosceva ancora gli altri membri dell’Organizzazione e si sentì quasi grata verso Xemnas di averla affiancata al suo maestro.
“Almeno lavoreremo meglio, no?” chiese gentilmente, osservando quell’uomo imponente che la faceva sentire quasi stupida, a volte, mentre faceva domande idiote o si imbambolava a guardarlo.
Il Feroce Lanciere annuì “Penso che sia stato fatto apposta, così che possa aiutarti nelle tue prime missioni.” La guardò abbassare lo sguardo, forse aveva risposto troppo male?
Si maledisse mentalmente, come sperava di averci dei dialoghi normali se usava sempre quel fare scontroso?
Marluxia, che dall’altra parte li stava osservando, decise che si era stancato di quella scenata “Quando avete finito di fare i bambini possiamo andare? Vorrei finire alla svelta.”
Se non gli fosse stato grato per aver spezzato quell’aria di vergogna che c’era, Xaldin l’avrebbe “gentilmente” preso a parole, per non dire qualcosa di peggio.

“Il Superiore è, per caso, impazzito?” strepitò un nervoso Vexen “Perché non il solito team?”
“Finiscila! Non possiamo farci nulla, ormai.” Larxene incrociò le braccia al petto, rassegnata.
Xemnas sembrava essersi divertito a rendergli quella non-vita ancora peggiore, mettendo quella perfida bionda assieme a lui e Lexaeus. Solitamente assieme a loro andava Zexion, molto più simile a loro caratterialmente e, soprattutto, lasciava che il numero IV decidesse le strategie. Con Larxene avrebbero avuto, sicuramente, problemi. Vexen già aveva deciso: finita la missione sarebbe andato a lamentarsi delle scelte.

“Ci aspetta un bel viaggio tra gli Dei, miei cari.” Xigbar ghignò verso il suo, ormai, allievo, dandogli una pacca sulla spalla.
“Che gioia...” cantilenò il rosso, incurante del pericolo “...la mia prima missione è con un vecchio e insopportabile guercio.”
“Brutto nanerottolo!” disse il numero II a denti stretti, cercando, però, di non perdere la calma “Sono il tuo maestro, per ora... sii più rispettoso.” Finì più calmo. Diavolo, quel nano rosso aveva il potere di far imbestialire chiunque con quella linguaccia. Lo guardò mentre manteneva la stessa espressione beffarda e maledisse il Superiore per avergli affidato una tale piattola.
“Mi scusi, maestro!” squittì quasi in modo mieloso, col solito sottotono derisore.
Si, Xigbar ringraziò il suo autocontrollo, altrimenti l’avrebbe già strozzato. Già l’aveva capito da quel falso visino angelico che sarebbe stato una spina nel fianco, ma mai avrebbe immaginato che fosse un tale diavolo.
“Ringrazia che non saremo soli, piuttosto. Altrimenti t’avrei ammazzato.” gli soffiò il grigio “Zexion sarà con noi, vallo a conoscere... io penso al passaggio.” Finì cercando di tagliarla corta, prima che il numero XV sputasse altro veleno sulla sua persona.
Jekax si guardò in giro per cercare il terzo membro del loro gruppo, non aveva avuto gran tempo per conoscerli, quindi non sapeva ancora associare i nomi ai volti.
“Quindi mi hanno messo con te...” sentì una voce non molto felice alle sue spalle e si girò, scontrandosi col numero VI. Lo fissò un attimo, tanto per capire come comportarsi e, stranamente, non gli rispose a tono, insultandolo, ma sorrise.
“A quanto pare. Non ci siamo mai parlati, giusto?” Chiese spostandosi il ciuffo ribelle dall’occhio “Beh, vediamo di fare un buon lavoro.” Continuò con fare gentile, cosa che destabilizzò Zexion: l’aveva visto lanciare frecciatine già più di una volta a Xigbar e Saïx, eppure ora sembrava così diverso.
Non ci pensò troppo, potevano anche essere antipatie che non c’entravano nulla con il suo carattere. Doveva ammettere che il grigio era una testa calda e, a volte, difficile da sopportare e, anche, il numero VII non era da meno.
“Certo, meglio andare ora. Xigbar ci aspetta.” Disse piatto, mentre camminava affiancato al rosso.

“Oh!” fece felice Demyx “Dobbiamo esplorare un Mondo nuovo!” guardò i suoi compagni, i quali mostravano due espressioni molto differenti: Xisir sembrava contenta, anche se sapeva ancora poco di come dovevano svolgersi le missioni, mentre Luxord mostrava un viso deluso, avrebbe preferito qualcosa di più emozionante di un esplorazione.
“Allora cosa dovremmo fare?” chiese la castana.
“Praticamente dobbiamo decidere se il mondo è adatto per raccogliere cuori, in base alla presenza di Heartless e altri fattori.” Spiegò il Notturno Melodico, cercando di essere più chiaro e sintetico possibile. Quando l’aveva spiegato a lui, Vexen usò dei paroloni e tante frasi complicate che lo mandarono in crisi, solo a ripensarci sentiva male alla testa.
“Durante la missione cercheremo di spiegartelo meglio, con esempi pratici.” Le sorrise Luxord. Non era nel suo stile rassicurare i compagni, anzi, non amava dover spiegare in cosa consistevano le missioni, infatti preferiva lavorare o da solo, o con i membri che già erano informati. In quel caso, però, decise di fare un’eccezione: era una ragazzina inesperta, oltretutto era arrivata da qualche settimana... una buona azione non l’avrebbe ucciso.
“Allora ok, andiamo!” annuì la più piccola, emozionata per questa prima missione.

Axel si avvicinò al numero XIII posandogli le mani sulle spalle “Sai che i problemi qui non dovranno compromettere la missione, si?” chiese, cercando di tranquillizzarlo. Probabilmente lo fece in modo sbagliato, dato che il biondo sembrò ricordare il motivo del suo nervosismo.
“Lo so, altrimenti Xemnas potrebbe insospettirsi.” Annuì con lo sguardo verso il basso “Non voglio che ti succeda qualcosa...” Aggiunse sottovoce, cercando di non farsi sentire. Questa loro relazione era davvero complicata, non potevano parlarne con nessuno e, in mezzo agli altri, non potevano lasciarsi scappare nulla. Roxas ci aveva pensato molto prima di dichiararsi, aveva troppa paura che qualcuno li scoprisse, ma la sicurezza che gli dava Axel lo aveva sbloccato, anche se era pericoloso avrebbe passato quel tempo nell’Organizzazione con lui.
Il fatto che Jekax li avesse scoperti in modo così idiota lo fece preoccupare non poco, erano stati incauti, su quello non c’erano dubbi, ma erano davvero sicuri che nel castello non sarebbe tornato nessuno fino al giorno dopo. E, poi, chi si sarebbe aspettato che quella testa arancione avesse avuto l’idea di creare una mappa dell’edificio e, soprattutto, che avrebbe mappato proprio quel giorno il loro piano?
Cercò di riprendersi, mentre Axel aprì il varco verso il mondo designato. Gli sorrise, anche se dentro di lui ribolliva, assieme alla paura e all’ansia, la rabbia, attutita, che l’aveva colto quando aveva saputo quanto Jekax potesse essere meschino.

“Hey Roxy!” Sorrise Axel entrando nella camera del numero XIII che, di rimando, gli sorrise. Il rosso cercò di non far trasparire subito il disagio di dovergli parlare di quello che era successo, magari sarebbe pure riuscito a omettere qualche dettaglio, se la cavava piuttosto bene a sviare i pericoli.
“Non avevi detto che ti saresti riposato oggi?” Gli chiese il biondo indicando la gamba ferita.
“Non credevo ti disturbasse tanto una mia visita...” si finse offeso, dirigendosi verso il letto dove, poi, si sedette. Roxas ridacchiò appena, raggiungendolo e portando le sue braccia attorno a lui.
“Comunque sono qui sia per te, sia per una questione più delicata.” Axel lo abbracciò di rimando, sperando di non farlo preoccupare.
“Spero non sia nulla di grave.” Roxas lo guardò con quegli occhi blu che lo facevano sembrare un cucciolo e non poté fare a meno di stringerlo più forte.
“Diciamo che, per ora, non lo è.” Sospirò il più grande “Jekax ci ha visti l’altro giorno mentre... bhe, ci davamo da fare.” Disse tutto d’un fiato, fissandolo.
Il biondo, che prima sembrava tranquillo, ebbe un sussulto e lo guardò preoccupato, ma non disse nulla, aspettando che il rosso continuasse il discorso.
“Giuro, nessuno mi aveva avvisato del fatto che stesse facendo una mappa del piano proprio quel giorno...” continuò mortificato “Mi ha fatto visita poco fa, dicendomelo. Mi ha anche detto che non avrebbe spifferato nulla.” Gli sorrise, tentando di fargli capire che poteva fidarsi.
Roxas sentì un nodo allo stomaco e, allo stesso tempo, cominciò a provare una grande paura: Xemnas avrebbe fatto qualcosa di terribile se l’avesse scoperto, in più Jekax avrebbe potuto usare quel che sapeva per qualche secondo fine. Non gli sembrava un tipo pericoloso, ma l’idea che sapesse della loro relazione non lo rendeva sicuro.
“Cosa facciamo?” Si strinse di più su Axel che, dalla sua, sembrava tranquillo.
Il rosso chinò il capo per guardarlo in viso “Direi niente, non sembra intenzionato a spifferare tutto.”
Roxas annuì, anche se non troppo convinto, ma altre domande gli sorgevano in testa “Come te l’ha detto?” chiese innocentemente.
Axel deglutì, doveva inventarsi qualcosa “Mi ha aiutato con le bende e poi, beh... me l’ha detto.” Asserì senza aggiungere alcun dettaglio.
“Umh...” fece pensoso il più piccolo, quando ci si metteva aveva il potere di scoprire qualsiasi cosa “Allora ti ha detto gentilmente il tutto senza proferire altro?” chiese sospettoso.
Axel lo baciò sulla fronte “Esatto, piccolo genio!” fece dandogli un buffetto sulla guancia. Il suo compagno, però, non sembrava convinto di quel racconto, le poche volte che aveva visto Jekax non gli era sembrato così gentile. Solitamente litigava con Xigbar e mostrava un’espressione divertita, quasi inquietante. Saperlo con un espressione angelica lo fece dubitare della versione del numero VIII, sembrava quasi nascondesse qualcosa.
Roxas sospirò “Dimmi la verità, Axel.” Lo guardò negli occhi verdi con sguardo gentile, di chi non si sarebbe arrabbiato, ma mentiva.
Il rosso sapeva che dicendogli tutto avrebbe risvegliato un mostro, ma si sentì terribilmente con le spalle al muro.
“Ok, forse non è stato così gentile...” cominciò, ormai rassegnato “Hai presente un quando predatore vede la sua preda? Ecco, dopo che mi ha medicato è diventato così.” Disse teso, vedendo l’espressione del biondo diventare irritata. Lo carezzò appena, sperando non mordesse, non poteva fidarsi... non ora. Da angelo, anche lui, sarebbe potuto trasformarsi nel peggiore dei diavoli, se toccato in faccende che lo riguardavano.
“Diciamo che è stato piuttosto risoluto, mi ha detto subito ciò che voleva... ovviamente ho rifiutato.” Continuò teso, notando le occhiatacce del compagno.
“C’è dell’altro?” chiese Roxas, fintamente calmo, capendo a cosa si riferiva Axel.
“N-no! Comunque, ora che sai, cambiamo discorso... mi racconti della tua giornata?” cercò di sviare il rosso, cosa che sembrò far irritare maggiormente il numero XIII che, velocemente, lo atterrò, facendogli sbattere la schiena sul materasso.
“Non cercare di fottermi, Axel.” Disse a denti stretti, capendo che c’era qualcosa che l’avrebbe fatto arrabbiare di più.
“Ok, ok... non c’è bisogno di essere così violenti.” Si arrese il più grande, prima di prendere fiato per dirgli quel dettaglio che sapeva l’avrebbe fatto imbestialire “Non mi ha solo parlato, in realtà. Mi ha anche toccato...” confessò senza guardarlo “Sopra i pantaloni, però!” aggiunse, prima che potesse scatenarsi un vero putiferio.
Gli occhi di Roxas diventarono come fessure, contornati da una grande rabbia, sentì le mani tremare ed ebbe il desiderio di sfoderare il Keyblade e fare piazza pulita. Lo fissò ancora, prima di stringere la presa sul suo soprabito “Fammi capire bene, quindi..” iniziò con sguardo poco raccomandabile “Ti ha proposto di andare a letto con lui e te l’ha pure toccato, ma io non dovrei arrabbiarmi con lui e, tantomeno, con te, brutto traditore, che avresti voluto tenermelo segreto?” marcò quasi tutte le parole di quella frase, diventando sempre più minaccioso.
 Axel si sentì, per la prima volta in assoluto, in procinto di morire “Roxy, davvero... non l’avrei mai fatto!” tentò di calmarlo, fallendo miseramente.
Roxas sbatté le mani, che, ancora, tenevano il soprabito dell’altro, contro il suo petto, guardandolo, poi, con un’espressione che avrebbe impietrito chiunque “Io lo ammazzo.”

 

 

 

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
 

Eccomi qui ~ non ho potuto aggiornare prima, avendo passato 4 giorni lontana dal PC e, soprattutto, per le feste.
Ho cambiato leggermente lo stile, sperando che così i dialoghi siano un po’ più leggibili, spero vadano meglio!
Bhe, da ora ne vedrete delle belle, con Roxy geloso e le missioni.
Avviso già che per il prossimo capitolo dovrete aspettare un po’ dato che Capodanno è alle porte.
Con questo vi faccio gli auguri e spero che il nuovo anno sia più produttivo ~
RoxxyNeko

 

 

 

 

RECENSIONI:
 

Liberty89: Xisir diventerà matta con tutta quella gentaglia XD Larxene ha gli occhi acquamarina, da quanto ho visto nei filmati, provvederò a cambiarlo!
Eeeeh, anche Jekax aveva l’hype, purtroppo Axel è troppo buono... e ne paga pure le conseguenze ahah ( tanto le prende comunque, anche se fa la cosa giusta )!
Ho provveduto a sistemare i dialoghi per questo capitolo, spero che il risultato sia migliore ^^
Felice che ti piaccia ♥

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: RoxxyNeko