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Autore: eugeal    03/01/2016    1 recensioni
I piani di Vaisey sono stati sventati e lo sceriffo è morto.
Ora Robin Hood non è più un fuorilegge e lui e Guy possono affrontare una nuova vita in una Nottingham governata da un altro sceriffo.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allan A Dale, Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
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Guy si strinse addosso il cappotto di pelle con un brivido: all'alba l'aria era ancora fredda anche se le giornate stavano iniziando a scaldarsi.
In piedi accanto a lui anche Robin e Archer sembravano infreddoliti e tutti e tre facevano del loro meglio per ignorare le risatine e gli sguardi di scherno dei soldati del castello.
Il divertimento delle guardie era rivolto soprattutto a Robin e Guy: il primo li aveva fatti impazzire per anni con le sue sortite al castello come fuorilegge, mentre il secondo spesso era stato un comandante duro e li aveva costretti a seguire gli ordini di Vaisey che spesso li avevano condotti al massacro. Archer era più rispettato come comandante, ma era comunque un loro superiore e, per una volta, vederlo finire nella polvere era divertente.
- Allora, quanto ve l'hanno fatta pagare le vostre donne una volta a casa? - Chiese Archer con un sogghigno e gli altri due sorrisero, divertiti.
- Adeline ha minacciato di mandarci a letto senza cena e Isabella lo ha colpito con un mestolo di legno, ma nulla di preoccupante, ha la testa abbastanza dura. - Disse Guy, ridacchiando.
- Tua sorella ha colpito anche te con il mestolo. - Precisò Robin.
- Beh, un miglioramento rispetto al frustino da cavallo. - Commentò Archer, ricordando il primo, disastroso incontro tra Guy e Isabella, parecchi mesi prima. - Almeno il mestolo non ti ha lasciato troppi segni in faccia. E scommetto che alla fine Adeline vi ha dato lo stesso da mangiare.
Sia Robin che Guy sorrisero. La ex balia si era unita al coro dei rimproveri, ma alla fine aveva preparato i loro piatti preferiti, preoccupata per i pasti scarsi e scadenti che avevano ricevuto nelle segrete e felice di riavere entrambi a casa senza troppe conseguenze.
- Quella donna è troppo buona con voi. - Disse Archer, divertito.
- Lo sarebbe anche con te se glielo permettessi. - Commentò Guy e Archer alzò le spalle.
- Ha già abbastanza da fare con voi due. - Disse in tono leggero per non ammettere che per lui era ancora difficile stringere legami affettivi e ancora di più esprimerli. Si era abituato a stare da solo da quando aveva memoria, a rifuggire da ogni vincolo, e, anche se si era legato a quei fratelli inaspettati, non amava mostrare i suoi sentimenti.
Tornarono seri tutti e tre nel vedere uscire lo sceriffo dal portone del castello e, dopo averlo salutato rispettosamente, rimasero in attesa che si rivolgesse a loro.
Sir Arthur scese qualche gradino della scalinata, osservando i tre uomini che lo aspettavano ai piedi degli scalini. Notò con soddisfazione che almeno per il momento avevano un atteggiamento umile e rispettoso, senza traccia dell'arroganza e dell'insubordinazione dei giorni precedenti.
- Vedo che almeno siete puntuali. - Disse in tono secco. - Spero che non abbiate travolto nessuno lungo la strada per arrivare in tempo.
- No, signore. - Dissero Robin e Guy, arrossendo per quella frecciata rivolta a loro.
- Bene. Dovreste essere grati di non essere chiusi in cella, ma non pensate di aver evitato la punizione per il vostro comportamento irresponsabile. Forse potreste essere portati a credere che io sia uno sceriffo debole ed essere tentati di non dimostrarmi il rispetto che mi è dovuto, ma scoprirete che non è così. Ho deciso di lasciarvi tornare a casa per il bene delle vostre famiglie, ma voi due, sir Guy e sir Robin, sconterete la vostra pena e tu, Archer, sarai punito per il tuo comportamento inaccettabile di ieri. Dal comandante dei miei soldati mi aspetto obbedienza e dignità.
- Sì, signore. - Risposero tutti e tre.
- Visto che voi due amate così tanto i cavalli, oggi vi occuperete personalmente della pulizia delle scuderie del castello. Ieri ho avuto l'occasione di visitarle e ho constatato che ne hanno decisamente bisogno. Archer, tu invece per una settimana svolgerai le mansioni e riceverai la paga di un soldato semplice. Ora mettetevi al lavoro. Gisborne, Locksley, al tramonto vi aspetto nel mio studio.
Finito di parlare, lo sceriffo voltò loro le spalle e rientrò nel castello senza attendere una risposta.

Robin raccolse con una pala la paglia sporca e il letame che ricoprivano il pavimento di uno dei box delle stalle e li gettò sul mucchio di sporcizia che avevano già accumulato in un angolo. Si asciugò il sudore con una manica della maglia e arricciò il naso in una smorfia di disgusto.
- Credo che stasera Isabella non mi lascerà nemmeno entrare in casa in queste condizioni.
Guy lo guardò, con un sogghigno divertito.
- Non che tu profumassi di rose e fiori, quando vivevi nella foresta…
- Era un po' difficile per un fuorilegge avere la possibilità di fare il bagno regolarmente, specialmente in pieno inverno.
- Djaq non ha mai avuto troppi problemi a farlo, se non ricordo male.
Guy finì di pulire il box in cui stava lavorando, lo rifornì di paglia fresca e pulita e vi riportò il cavallo che lo aveva occupato fino a poco prima, fermandosi a grattargli il muso per qualche attimo, prima di dedicarsi a quello successivo.
Robin si appoggiò alla pala e lo guardò lavorare per un po', approfittandone per riprendere fiato.
- Non mi sembra che questo lavoro ti pesi troppo. - Commentò, un po' sorpreso.
Guy sorrise.
- Di certo lo preferisco al restare chiuso in cella o alle frustate. È faticoso, è vero, ma non è la prima volta che pulisco una stalla. Ho fatto lavori molto peggiori in passato.
Robin capì che si stava riferendo al periodo successivo alla morte dei loro genitori e annuì senza fare commenti spiritosi o pungenti come suo solito.
Isabella parlava raramente di quel periodo del loro passato, ma le poche volte che lo aveva fatto, Robin era rimasto colpito dalle difficoltà che lei e Guy dovevano avere affrontato per sopravvivere.
- Come ti sembra il nuovo sceriffo? - Chiese per cambiare discorso.
- Nonostante tutto devo dire che non mi dispiace. Sembra una brava persona ed è stato gentile con Seth. Ma forse non sono la persona più adatta per giudicare, all'inizio pensavo la stessa cosa anche di Vaisey.
- Immagino che lo scopriremo col tempo. Dubito che possa essere peggio di Vaisey, comunque.
- Già, impossibile.
Robin e Guy si rimisero al lavoro per riuscire a finire prima del tramonto, ma si interruppero quando un ragazzo di stalla entrò di corsa portando con sé due cavalli esausti e schiumanti.
Gisborne notò che entrambi avevano finimenti lussuosi e che il manto chiaro di uno dei due animali era chiazzato di sangue.
- Cosa è successo? Di chi sono questi cavalli?
Il ragazzo scosse la testa.
- Sono entrati poco fa dal cancello principale. I loro cavalieri erano gravemente feriti, uno dei due forse era addirittura morto, non ne sono certo. L'altro è riuscito a dire di essere caduto in un'imboscata nella foresta di Sherwood prima di perdere i sensi. Ha detto che è stato Robin Hood.
Guy e Robin si scambiarono uno sguardo stupito, poi gettarono da parte la pala e il forcone che stavano usando e corsero fuori dalle stalle.
Il cortile del castello era gremito di gente vociante e sembravano tutti agitati e sull'orlo del panico. I cancelli erano stati chiusi e Archer si stava affannando a rinforzare le difese sulle mura e a organizzare una squadra di soldati, affinché fossero pronti a partire se lo sceriffo avesse ordinato di andare in cerca degli aggressori.
Sir Arthur uscì dal portone, cercò Archer con lo sguardo e lo chiamò, poi notò Guy e Robin e fece cenno anche a loro di seguirlo all'interno del castello.

Lo sceriffo camminò avanti e indietro per la sala grande, guardando i pochi nobili che si erano radunati e che confabulavano nervosamente tra loro. Non era giorno di consiglio né di mercato e solo pochi nobili erano presenti al castello.
Sir Arthur osservò Locksley e Gisborne, che erano rimasti in disparte rispetto agli altri: entrambi erano sporchi e sudati ed era evidente che dovevano essersi impegnati duramente nel lavoro che aveva assegnato loro come punizione. Gli altri nobili sembravano confusi e spaventati, ma quei due invece, pur preoccupati e tesi, davano l'impressione di essere pronti ad agire.
- Cosa è successo, signore? - Chiese Robin e lo sceriffo lo guardò.
- Ho l'impressione che voi due sappiate già qualcosa e non so perché ma la cosa non mi sorprende. - Disse Sir Arthur, in tono rassegnato, poi riprese a parlare. - Poco fa sono giunti al castello due cavalieri feriti. Non sappiamo cosa sia successo esattamente, ma di sicuro sono stati brutalmente aggrediti e, prima di perdere conoscenza, uno di loro ha detto che i colpevoli erano gli uomini di Robin Hood. Cosa avete da dirmi, Locksley?
- Non è possibile. Da quando il vostro predecessore è morto, Robin Hood non ha più motivo di esistere. I miei uomini continuano ad aiutare i poveri, ma nessuno di noi deruba più i ricchi, non siamo più fuorilegge. Se qualcuno ha fatto del male usando il mio nome è di sicuro un impostore e vi chiedo il permesso di indagare sulla faccenda. Non posso tollerare che il mio onore venga infangato da malviventi senza scrupoli.
- Chi sono le vittime, signore? - Chiese Guy. - Ho visto i loro cavalli, sono animali di buona razza e i finimenti sono di ottima qualità, devono appartenere a nobili o almeno a ricchi mercanti. L'identità della vittima a volte può dire molto sul suo aggressore.
- Forse potreste essere voi a rispondere a questa domanda, Gisborne. Non conosco gli uomini feriti e loro non sono riusciti a dire i loro nomi prima di perdere conoscenza, ma forse potete identificarli. Avete lavorato per il precedente sceriffo per molti anni, non è vero? Di sicuro siete in grado di riconoscere molti dei nobili della contea. Seguitemi. Anche voi, Locksley. - Lo sceriffo si rivolse agli altri nobili. - Signori, se avete informazioni di qualsiasi tipo, riferitele al signor Archer. Finché non avremo trovato i colpevoli, vi invito a essere cauti e a non inoltrarvi nella foresta senza una scorta adeguata.
Guy e Robin seguirono lo sceriffo fino alla stanza dove erano stati portati i feriti. Il medico che stava trattando uno di quegli uomini guardò Guy e Robin con disprezzo, chiaramente disgustato dal loro aspetto trasandato. Gisborne guardò con altrettanto disgusto le sanguisughe che erano state applicate alla pelle dell'uomo ferito. L'altro cavaliere aveva il volto coperto da un lenzuolo.
- È morto? - Chiese lo sceriffo.
- Le ferite erano troppo gravi. - Rispose il medico.
- E se non aveva perso abbastanza sangue per conto suo, le sanguisughe hanno completato l'opera. - Commentò Guy, rimediando un'occhiata feroce dal medico.
- Come vi permettete? Spero per voi che non avrete mai bisogno delle mie cure!
- Non preoccupatevi, prima di rivolgervi a voi mi farei curare più volentieri dal mio cavallo.
Il medico uscì dalla stanza sbattendosi la porta alle spalle, oltraggiato, affermando che non sarebbe tornato al castello nemmeno se lo avessero pregato in ginocchio.
Guy si limitò a commentare che allora forse il paziente aveva qualche speranza di sopravvivere.
Lo sceriffo scosse la testa, incredulo.
- Quello era il medico più rinomato della città. Mi hanno riferito che viene chiamato al castello ogni volta che è necessario.
- Credo di avervi fatto un favore, signore. Quello era il medico di fiducia di Vaisey, la sua specialità era quella di accertare la morte dei prigionieri dopo l'esecuzione oppure di suggerire al carnefice i punti più dolorosi da straziare per prolungare la tortura senza affrettare la morte.
Sir Arthur preferì non indagare oltre per il momento, ma decise che in futuro avrebbe dovuto interrogare a fondo Guy di Gisborne per rendersi pienamente conto di quanto fossero degenerate le cose a Nottingham mentre Vaisey era al potere.
- Ne riparleremo. Ora ditemi, conoscete questi uomini?
Guy si avvicinò al ferito, poi scostò il lenzuolo dal volto del morto e li osservò per un po' prima di parlare.
- Ho l'impressione di averli già visti molto tempo fa, ma non ricordo i loro nomi. Quando Vaisey diventò sceriffo, molti nobili vennero a giurare fedeltà al nuovo sceriffo e credo che questi due uomini facessero parte di una di quelle famiglie.
- Voi li conoscete, Locksley?
- A quell'epoca non ero a Nottingham, ero in Terra Santa con il re.
- Controllerò i registri del castello.
- Signore, vi chiedo il permesso di andare a esplorare la foresta. Forse nel punto dell'aggressione troveremo qualche indizio. - Chiese Robin, cercando di tenere a bada la propria agitazione per esprimersi con rispetto.
- Avete preso molto a cuore questa faccenda, vero?
- Hanno usato il mio nome!
Lo sceriffo annuì.
- Avete il permesso di unirvi alla squadra di Archer. Voi invece, Gisborne, datevi una ripulita e raggiungetemi nel mio studio, mi aiuterete ad esaminare i registri e forse leggendo i rapporti di quel periodo vi verrà in mente qualche altro dettaglio.
   
 
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