Red
Carpet
~A
volte,
anche
la
più innocente
delle
situazioni,
si
può
tingere
di
rosso.
~
_______Capitol
City
Snow
scese sul terreno umido dell’arena,
calciando i ciottoli accanto alla cornucopia.
-Interessante…
- sospirò con la sua
voce calda e profonda, battendo la mano sul corno di legno –E
dimmi, Seneca, è
infiammabile? –
-No,
- rispose prontamente l’uomo
dai capelli viola, -è indistruttibile. –
Il
presidente girò su se stesso,
valutando quanto fosse interessante la location dei 66esimi giochi.
Alzò il
cappuccio della giacca, per poi coprirsi il volto con la pesante
sciarpa di
lana.
-Davvero
interessante… E dimmi, qual
è l’altra particolarità di questa
Arena? –
Seneca
sorrise nel sentire la
domanda, sedendosi su una delle piattaforme di partenza dei tributi.
-Lo
scoprirà presto, presidente, ne
può stare certo. -
_______Distretto
8
Zoey
Charlotte Baston
scese
dal treno giocherellando con i lunghi
ricci color cioccolato, per poi fare un sospiro quasi liberatorio. Il
viaggio
era andato bene, anche se aveva cercato di evitare a tutti i costi il
gemello
Alex. Non riusciva ad accettare il fatto che si fosse offerto
volontario,
condannando almeno uno dei due a morte certa.
-Cara,
sorridi amorevolmente. –
La
ragazza accennò ad un sorriso,
guardando con aria sprezzante le decine di capitolini che la stavano
salutando
gridando il suo nome, vogliosi di ricevere qualche tipo di consenso dal
tributo. Zoey si girò verso il fratello, che guardava con
aria provocante la
folla, continuando a fare occhiolini e salutandola con cenni della mano.
Il
solito sbruffone, pensò
tra se e se la ragazza.
Non
ci aveva ancora parlato dopo la
mietitura e, perciò, durante la cena si era seduta
all’estremità del tavolo
opposta. Lui, invece, aveva cercato più volte a iniziare un
dialogo, però senza
successo. Per il resto del tempo aveva parlato con i mentori di
strategie e
alleanze e, naturalmente, curato il suo aspetto. Di certo da quel punto
di
vista non aveva problemi, in quanto era decisamente un bel ragazzo, dal
fisico
alto e atletico. Probabilmente avrebbe avuto numerosi sponsor.
-Zoey,
tu vieni con me. – squittì
l’eccentrica mietitrice, -dobbiamo andare al centro immagine
e bellezza! Lì ti
farò conoscere lo stilista, sono sicura che ti
piacerà fin da subito! –
Il
tributo annuì obbedientemente,
abbandonando per un momento il suo portamento fiero e sicuro.
-Ho
delle richieste per l’abito, non
lo vorrei troppo strano. Sono abituata a vestiti non troppo
appariscenti, come
felpe… -
La
capitolina fece una risata acuta
alquanto irritante, per poi continuare.
-Tesoro,
non so se non l’hai ancora capito,
ma tu, qui, sei solo una marionetta, e non hai nessuna voce a capitolo.
–
_______Distretto
7
-Piacere,
sono Corbia, la tua stilista!
–
Angus
Winston
scrutò
la donna, valutando accuratamente se
volesse fidarsi di lei. Non era mai stato uno molto confidente, e non
aveva
l’intenzione di diventarlo a Capitol con una donna che non
aveva mai visto
prima.
-Hai
dei bei occhi, ragazzone.
Dovremo certamente valorizzarli col mascara, magari per renderli un
po’più
grandi… -
-A
me piacciono così… -
-Oh,
per tutti i cavoletti! Ma
quanto sei scontroso! Guarda che ne metteremo solo un po’,
giusto per renderti
più attraente, anche se sarà difficile visto i
tuoi bicipiti e i tuoi
addominali… -
Angus
sorrise quasi imbarazzato,
assumendo la sua solita espressione infantile. Si era fatto tutti quei
muscoli
col duro lavoro nei boschi, e le ruvide e callose mani ne erano la
testimonianza. Aveva iniziato a trasportare grossi tronchi e a tagliar
la legna
fin da quando era piccolo, dato che doveva aiutare i genitori a sfamare
una
famiglia alquanto numerosa.
-Non
preoccuparti. – continuò
Corbia, - Il tuo abito non è per niente ridicolo o
imbarazzante, ne puoi star
certo. Poi hai una compagna di distretto tanto graziosa…
abbiamo in mente
qualcosa di speciale per voi due. Si chiama Charlotte, giusto?
–
Angus
annuì alla stilista, che
stava accumulando punti a favore. Si sedette su un lettino, intorno al
quale
numerose persone vestite con un camice bianco si erano riunite a
guardarlo. Il
tributo arrossì alla vista di tutta quella folla, coprendosi
le orecchie color
bordò.
-
Prima ti sistemiamo i capelli,
poi il resto, e infine il trucco. –
Corbia
tolse la maglietta al
ragazzo, osservandolo attentamente.
-Non
ti sei mai fatto una ceretta,
vero? Che disastro… Ti avverto, potrebbe farti un
po’ male. Dimmi quando sei
pronto. –
Angus
annuì, mordendosi la guancia
fino a sentire il sapore del sangue. Fece un respiro profondo, per poi
sussurrare
con voce fioca.
-Pronto.
–
E
fu allora che, per la prima volta nella sua
vita, urlò di dolore.
_______Distretto
10
-Senti,
ti devi assolutamente
togliere tutta quella stoffa di dosso e anche quella maschera, senno
non
possiamo lavorare in nessun modo. –
V
lanciò alla
stilista una delle sue solite occhiate incenerenti che,
però, non sembravano
funzionare come al solito. Trovava inutile mostrarsi bella per attirare
sponsor, in quanto non le servivano affatto. Se fosse stato per lei
avrebbe fatto
solo l’intervista, per poi entrare direttamente
nell’arena, dove avrebbe
finalmente colmato la sua sete di Vendetta. Il piano era pronto e
studiato
minuziosamente, e lei non vedeva l’ora di effettuarlo. Per
ironia della sorte,
però, prima doveva cavarsela con quel gruppo di stupide oche
che cercavano di
modificare il suo aspetto fisico, che il tributo reputava perfetto.
-Guarda
che se non lo fai tu
dovremmo farlo noi con la forza. –
V
socchiuse gli occhi, togliendosi
il lungo mantello di tela nera, scoprendo così la camicia
bianca, che cadde a
sua volta per terra. La stilista fece una smorfia di disgusto nel
vedere il
busto avvolto in bende intinte in qualche pomata di erbe.
-Oddio,
tesoro, cosa ti è successo?
–
-Sono
bruciature, - fece il tributo
con voce profonda e grave. –Ce le ho da quando ero piccola,
ormai ci sono
abituata… -
V
odiava scoprirsi dal punto di
vista emotivo, e altrettanto da quello fisico. Era per questo che, nel
vestirsi, cercava di coprire tutta la pelle possibile.
-È
questo il motivo della maschera?
– la donna bevve un bicchier d’acqua, per poi
sedersi su uno sgabello.
La
ragazza annuì con un cenno della
testa, per poi rimettersi la camicia. Per la prima volta nella sua vita
si era
sentita” nuda”, e in territorio nemico. Dopotutto
la sua pelle sarebbe stata
per sempre segnata de profonde ferite per colpa loro, era stata Capitol
ad
uccidere i suoi genitori e a bruciare la sua casa quando era ancora
piccola.
-Fammi
uscire su quel carro con qualcosa di
decente, perché senno ti ridurrò ancora peggio di
come sono io. –
_______Distretto
9
Oscar
Ogden
si
alzò dal lettino, sedendosi sulla sua
estremità. Appena sceso dal treno, era stato portato in
quell’enorme freddo
corridoio, dove un team di acconciatori l’avevano lavato e
truccato. La stilista
era decisamente preoccupata per il suo vestito, in quanto avrebbe
dovuto
modificarlo e adattarlo al fisico magro ed esile del ragazzo.
La
sala era tinta di grigio, e la
scarsa illuminazione la facevano sembrare una stazione ferroviaria
abbandonata,
o qualcosa del genere. Era divisa in 24 parti, ognuna dedicata ad un
tributo,
separate da delle tende color oro ricamate. Davanti a se vedeva la
ragazza del
2, Olivia, che lo guardava con sguardo quasi pietoso e un sorriso
decisamente
inquietante. Era sicuramente una bella ragazza, dai lunghi capelli
dorati e dei
grandi occhi azzurri. Il tutto, però, era rovinato da un
abito nero e da delle
scarpe dello stesso colore. Al tributo ricordava vagamente una suora,
anche se
di valori, in quella ragazza, sembrava che non ce ne fossero. Alla sua
destra,
invece, era sdraiata Ariadne, la sua compagna di distretto, con la
quale in
realtà non aveva legato particolarmente. Ci aveva parlato
solo una volta, ma
gli era bastata solo quella per capire che la giovane volesse essere
una
favorita. Sicuramente, essendo una ragazza attraente e ben allenata,
sarebbe
entrata nel gruppo, sempre se la suore del 2 non l’avrebbe
fatta fuori prima.
Oscar si girò alla sua sinistra, dove una diciottenne lo
stava guardando con
aria provocante leccandosi con movimenti lenti e continui le labbra. Si
chiamava Bonheur, o qualcosa del genere, distretto 12. La ragazza si
sistemò il
reggiseno, passando poi la mano sul ventre per poi arrivare ai fianchi
e alle
cosce. Oscar non poté fare a meno di sorridere, non capendo
a cosa mirasse le
ragazza, che continuava a toccarsi in modo provocante.
Il
ragazzo decise di girarsi
dall’altra parte, vedendo che la suora del 2 continuava a
fissarlo in modo
macabro, e Ariadne come se fosse un qualcosa bisognevole di cura. Oscar
si
tuffò nel morbido cuscino imbottito di piume e, non sapendo
come reagire, decise che fosse momento giusto
per un
sonnellino.
_______Distretto
11
Green
Rose
fece
una giravolta, ammirando riflessa nello specchio tutta la sua bellezza
ed
eleganza. Sembrava una classica mondina, vestita con una larga gonna e
una
camicia a maniche lunghe arrotolate, e sul capo un elegante, e country
allo
stesso tempo, cappello a larghe tese pieno di fiori colorati.
-Devi saper che
l’ha disegnato tuo nonno. Tuo padre ce l’ha portato
di persona, sperando di consegnarti il progetto, però non
era concesso dal
regolamento… -
Green sorrise
nel sentire nominare due delle persone a cui voleva
più bene. Le parole della stilista risuonarono
più volte nella sua mente,
diventando sempre più fioche, per poi estinguersi
totalmente. La donna si
avvicinò alla bambina, prendendo dalla tasca un fazzoletto,
tirandolo sul viso
del tributo.
-Ecco,
così sei perfetta, tesoro. –
Green si
girò verso la sfarzosa porta dorata, saltellando entusiasta
verso l’uscita, dove la aspettava il suo compagno di
distretto, nonché alleato.
Richard aveva addosso un costume da apicoltore, decorato con disegni di
fiori e
insetti colorati.
-Ho saputo che
saresti dovuta essere vestita così anche tu, ma i
soldi della tua famiglia hanno cambiato tutto. – il ragazzo
fece una pausa
duratura, per poi continuare. –Forse è meglio
così, sarai più facile da notare,
avrai più sponsor, quindi più doni. –
Green
annuì senza dir nulla, prendendo per mano il suo amico. I
due
si diressero in silenzio verso il cancello, dove vennero circondati da
un
gruppo di pacificatori.
-Cosa pensi di
comportarti? –
-Io proporrei di
sorridere, magari salutare il pubblico con la mano…
Ricordi cosa ha detto il mentore? Carini e coccolosi. –
sospirò il giovane con
voce tranquilla.
Il gruppo
attraversò un complicato labirinto di corridoi, per poi
entrare in un’enorme atrio pieno di persone e animali.
-Ecco,
quelli sono i vostri cavalli. –
_______Distretto
3
Ivory
Campbell
raggiunse
cavalli che avrebbero dovuto trainare la carrozza del distretto 3,
accarezzando
delicatamente la loro criniera. I due animali erano certamente sedati,
probabilmente con qualche medicinale economico di scarsa
qualità.
-Un estratto del
benzenono, o qualcosa del genere… -
Ormai tutti i
tributi si erano riuniti nella sala di partenza,
ognuno con un abito diverso e, agli occhi di Ivory, tutti alquanto
bizzarri. I
più strani erano decisamente quelli del 2 e del 10, che
erano rispettivamente
delle tute da pacificatori e delle pellicce, accompagnate da due paia
di corna
da ariete.
Con lei gli
stilisti avevano fatto decisamente un ottimo lavoro,
evidenziando la sua bellezza esteriore e, allo stesso tempo,
rispecchiando
anche le sue capacità intellettuali. Era vestita in puro
stile steampunk, con
un piccolo cappello a cilindro, degli occhiali dorati e un corsetto
strettissimo, seguito da una ampia gonna che ruotava. Il tutto valeva
anche per
Aris, il suo compagno di distretto, solo che al posto della gonna il
ragazzo
aveva un paio di pantaloni, e un cannocchiale al posto degli occhiali.
Si
sarebbero certamente fatti notare, anche perché al contrario
di tutti gli altri
tributi, loro vestivano colori scuri, come il blu elettrico.
Ivory
salì sulla carrozza, notando con piacere che Aris non fosse
ancora
lì. Si girò alla sua destra, controllando se il
compagno di distretto fosse a
socializzare con altri tributi, ma al suo posto c’era una
grande folla di
persone radunate intorno ad un corpo steso a terra.
La ragazza scese
con un balzo e, dopo pochi passi, raggiunse il
gruppo di tributi sotto shock. Si fece strada tra la folla,
raggiungendo in
pochi secondi la causa di tutta quella confusione. Al centro del
cerchio c’era
un tributo disteso in una pozza di sangue, ancora ansimante e tremante.
Aveva
il volto sfigurato, quindi per Ivory risultò impossibile
riconoscerlo. La
ragazza si rannicchio accanto alla sagoma, posizionandole due dita al
collo,
per controllare le funzioni vitali. Alzò gli occhi verso i
tributi, notando che
Olivia, distretto 2, stava sorridendo sadicamente, cercando di
nascondere due
macchie di sangue sul lungo abito bianco candido.
-Ha
smesso di battere. -
Angolo dell autore:)
Ed eccomi qua
con l’ottavo aggiornamento! Devo dire che il capitolo
si è scritto da solo, e sono piuttosto soddisfatto di come
sia uscito :)
E quindi
c’è già la prima vittima dei
giochi… Chi sarà? Estrarrò a sorte il nome del/la povero/a ragazzo/a, però vi prometto
che lo scoprirete presto ;)
Ringrazio tutti
coloro che leggono e commentano la storia, e vi
invito a recensire questo capitolo ^-^
Alla prossima,
Thresh