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Autore: mamihonda    06/01/2016    2 recensioni
| LARRY STYLINSON OS.
Le mani strette a pugni sulla maglietta dell'altro e lacrime sul petto solido e ancora glabro di un ragazzino che è diventato una casa. Che è riuscito a riempire la mancanza di quattro sorelle e una mamma solo con un viso circondato da riccioli bruni ed un paio di fossette sulle guance.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A tutte quelle persone che credono nell'amore,
e a tutti coloro che sanno leggere gli occhi di chi ama.


Just close your eyes and kiss me you fool
What are you waiting for
It's just me and you
This moment is yours
You know what to do
Just pull me close to you
You fool


 

Louis se ne resta seduto su quel divano ancora qualche minuto.
Tutto è distrutto intorno a lui: lampade ribaltate, vestiti per terra, quadri storti; vi è il caos più completo.
Louis se ne resta seduto lì mentre qualcuno chiama il suo nome in lontananza, segno che è ora di lasciare gli studi. Lui, però, non riesce a sentire.

 

Harry gli ha chiesto di baciarlo.

 

Chiariamoci, non sarebbe il primo bacio per Louis. È più grande del riccio, ha diciotto anni, un bacio è cosa da nulla. Ma è di Harry che stiamo parlando.
Il suo migliore amico, la sua unica ancora, suo unico appiglio quando tutto il resto sembra non reggere il peso della sua vita. Harry è la sua persona, ciò che lo completa.
E, certo, magari l'avrà detto per scherzo, ma a Louis ancora risuonano nelle orecchie le sue parole.

 

Cerca di fare in fretta nello scartare le monete di cioccolata, con le unghie che non ha per via di un vizio troppo comune, ma alla fine vi riesce.

Sta seduto sul divano accanto ad Harry, che invece è disteso, ma Louis in quel momento ha lo spirito di sfida che vince sulle sue dolci attenzioni rivolte al migliore amico. Ora vuole solo vincere. Così focalizza la sua attenzione sullo scartare l'alluminio dorato dalle monete di cioccolata, portandosele alle labbra e arraffandone altre.

Dannazione, Hazza sta vincendo, stronzo di un riccio.

Si perde, eventualmente, le occhiate che gli rivolge l'altro alla ricerca di una complicità che non trova; che non trova perché l'altro è troppo impegnato a voler vincere per rinfacciarglielo durante tutta la giornata.
Fra loro è così, ogni giorno è una nuova sfida da vincere, ogni giorno è un ostacolo da superare a chi arriva prima.

È alla quarta moneta che iniziano a giocare perché Harry manda all'aria tutto quanto. È sempre così, quando vuole attenzioni. È sempre così quando torna un bambino che ha bisogno di qualcuno al suo fianco. Così Lou senza pensarci due volte rimanda la sfida ad un altro giorno, perché quella può attendere.
E poi, quasi incurante della telecamera puntata su di loro fino a quel momento, Harry se ne esce con quello che doveva essere un sussurro, ma che invece dice così a voce alta, dimentico di dove si trovi.

E ora baciami, razza di stupido!”

E Louis si avvicina e gli prende il viso fra le mani, fingendo di sbaciucchiarselo mentre l'altro sogghigna, lasciandovi soltanto un morbido bacio sulla guancia, lì all'angolo delle labbra piene.

 

E ora baciami, razza di stupido.

E ora baciami, razza di stupido.

 

Louis non è mai stato tanto confuso in vita sua, sempre sicuro della strada da percorrere, senza ripensamenti, senza questionare troppo le proprie decisioni.
Ora, invece, a stento ricorda il nome suo.

Il cuore è un cavallo pazzo che non conosce sosta, galoppa furioso contro la sua cassa toracica, raggiungendo l'esofago e continuando a premere, premere, premere. E Louis si sente così piccolo.

 

Così dannatamente piccolo.

Piccolo per una sensazione così grande.

 

Si porta la testa fra le mani, al punto da ignorare i passi silenziosi che vengono dettati all'interno della stanza, riavendosi solo alla sensazione del cuscino del divano che si abbassa al suo fianco. I gomiti gli restano poggiati sulle gambe, la schiena ancora piegata in avanti, gli occhi rossi si fiondano su un Harry dallo sguardo perso, attento e preoccupato, di chi è inerme e vuole solo poter entrare. Entrare e tendergli la mano.

Così Louis gliela prende, ed Harry senza dir nulla la tira contro sé, finendo col portarsi metà del peso di Lou addosso.

Louis inizia a piangere, respirando dopobarba per chi ancora non ha neanche iniziato a rasarsi ma ha fretta di crescere – e qui Lou sorride, di cappuccino avuto a colazione e di cioccolata. Quella cioccolata.

Le mani strette a pugni sulla maglietta dell'altro e lacrime sul petto solido e ancora glabro di un ragazzino che è diventato una casa. Che è riuscito a riempire la mancanza di quattro sorelle e una mamma solo con un viso circondato da riccioli bruni ed un paio di fossette sulle guance.

 

I respiri smorzati dal pianto diventano meno frequenti fino a che non va a calmarsi, ma Harry lo stringe ancora con la stessa intensità. Gli picchietta la spalla, costringendo Louis a sollevare lo sguardo e guardarlo negli occhi: sono color giada pura. Limpidi, lucidi di una patina di lacrime che non ha versato, che lo guardano con un'intensità tale e un'iride così oscurata dalla pupilla dilatata che – Louis giura che vi sia del fuoco al centro.

 

E ora il debole è lui, a lasciarsi abbracciare, a lasciarsi trasportare dalle onde di un maremoto di emozioni.

 

Harry lascia che indice e medio della sua mano gli carezzino una guancia, prima di abbassare lo sguardo su quelle labbra sottili e pronunciare, ora a bassa voce, un solo sussurro.

 

“E ora baciami, razza di stupido.”

  
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