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Autore: Tactolien    07/01/2016    1 recensioni
Questa storia è ambientata dopo L'Ultimo Guardiano. Inizia con un matrimonio particolare e spero di portarla avanti fino in fondo. Dopo Una pagina di Diario e Il Sigillo di Scilla ecco questa nuova storia, magari un po' assurda, che spero possa piacervi
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Wow!!”. Esclamò entusiasta Gemma Twist, mentre sfrecciava in cielo più veloce che mai.
Avvitamenti, giri della morte, picciate. Non aveva mai volato così prima.
“Argh!! Ti prego Gemma, rallenta! Rallenta!”. Si coprì gli occhi arancioni un disperato N°1, costretto a simili evoluzioni.
“Incredibile, la carica di magia che mi hai trasmesso è eccezionale”.
“Che cosa ho fatto!?”. Ribatté il diavoletto, pentitosi di quell’atto di generosità.
L’aveva fatto pochi minuti prima. Dopo essersi risvegliato con un terribile mal di testa, aveva notato che il livello di magia della giovane fata era sceso ulteriormente.
“Sì, è vero –aveva risposto lei- Ho dovuto curarmi un ginocchio. Ma dovrebbe essermi rimasta magia sufficiente per tornare indietro”.
Era stato solo per ringraziarla se le aveva fatto una trasfusione della sua miscela speciale, per riempirle il serbatoio. E ora era costretto lì in volo, a subire giravolte aeree, mentre cercava di non vomitare.
“Sicura che andrà tutto bene con quelli là? -chiese poi- Non sarebbe stato meglio tenerli d’occhio?”.
“Fidati, li ho affascinati per bene. E poi ho già avvisato la Centrale”.
 
 
Pochi minuti prima.
 
 
“Che ne facciamo di loro? Li portiamo con noi?”.
Gemma scosse la testa: “Sarebbe impossibile portarli tutti. La mia cintoluna può alleggerire i pesi, sì, ma fino a un certo limite. E fare più viaggi… no, ci vorrebbe troppo tempo”.
“Allora chiamiamo rinforzi”.
La fata guardò i quattro manigoldi svenuti. Strinse i denti. Doveva pur esserci un modo per portarli via da lì tutti quanti.
Il suo sguardo si spostò sugli ultimi due che aveva affrontato. Pecto e Pata, se aveva ben capito. Le venne un’idea.
Prese la sua boccetta d’acqua e la schizzò in faccia ad entrambi: “Sveglia!”.
“Ma che stai facendo!?”. Sobbalzò il diavoletto.
Quella non lo ascoltò. Appena i due energumeni tornarono coscienti, si piazzò davanti a loro con voce soave: “State tranquilli. Non ricordate? Voi lavorate per me”. Li affascinò.
Con gli occhi meravigliati di un bambino, Pata diede una gomitata all’amico: “Ehi, Pecto. Hai visto? E’ quella per cui lavoriamo”.
L’altro la guardò battendo le palpebre, stranito: “Sì, mi sembra familiare. L’abbiamo già incontrata”.
Gemma non poté fare a meno di inarcare la fronte. Molti Fangosi diventavano quasi apatici quando erano sotto fascino. Questi invece sembravano quasi lucidi.
“Bene, ehmm…-riprese- Vedete quei due laggiù? Il vostro compito sarà quello di portarli verso la Centrale della Guardia. Continuate a camminare verso est e non fermatevi per nessuna ragione al mondo- consegnò loro la pistola a dardi- Se dovessero svegliarsi usate questa e rimetteteli a nanna”.
 
 
Adesso.
 
 
“Non ci saranno problemi. Il sentiero che gli ho fatto prendere li porterà dritti a destinazione. Ed ho già avvisato i miei colleghi affinché gli vadano incontro”.
“Be’, intanto la squadra del sud ha già completato la missione. Il Comandante Legnetto non avrà di che lamentarsi, e Spinella sarà contenta. Speriamo che vada tutto bene”.
Gemma annuì silenziosamente. Per Spinella Tappo aveva sempre provato un’ammirazione sconfinata; se mai fosse diventata anche solo la metà di lei si sarebbe ritenuta più che soddisfatta.
Per Cyrus Legnetto, invece… provava emozioni contrastanti. Contrariamente ad altri cadetti dell’Accademia, lei non era stata ammessa col massimo dei voti. Anzi era passata per il rotto della cuffia e questo la diceva lunga su di lei.
Tra gli esaminatori c’era chi suggeriva di farle ripetere l’addestramento, altri di scartarla completamente, altri ancora pensavano di metterla alle dogane o a lavoro d’ufficio per pura scarsità di personale.
Se era stata messa alla sorveglianza dell’isola era stato solo grazie a Spinella Tappo. L’aveva vista durante gli esami la simulatore, ed era rimasta molto colpita dal suo modo di muoversi in volo e dal suo modo di interagire con gli animali di Avalon, qualunque essi fossero: un’ottima tecnica per calmarli quand’erano sconvolti, soprattutto se volavano.
Così era stato deciso un periodo di prova, direttamente sotto la sua supervisione.
Mi hanno concesso una grossa opportunità, e io non ho intenzione di sprecarla.
 Dopo quella prova al Distorsore… finalmente cominciava a credere che il suo posto nella squadra non fosse del tutto campato in aria. E tutto questo perché una singola elfa aveva creduto in lei.
 
 
Ciò che segue è un secondo Break musicale per ridere ancora insieme. Dedicato a Gemma Twist che mentre vola ripenserà ai flashback con la sua famiglia e col suo lavoro, sotto le note di Ci Sono Anch’io, tratto dal film Il Pianeta del Tesoro. Mi è bastato solo cambiare due parole in tutto il testo.
Vi prego un po’ di clemenza e immaginazione.
 
Parte la musica.
 
 
Gemma ripensa a se stessa da bambina, nel sentirsi così inadeguata agli occhi del padre.
 

 
Io, di risposte non ne ho. Mai avute e mai ne avrò.
Di domande ne ho quante ne vuoi.
E tu, neanche tu mi fermerai. Neanche tu ci riuscirai.
Io non sono quel tipo di fata e non lo sarò mai.
 
La piccola fata corre incontro al padre per fargli vedere i suoi disegni da modaiola, in cerca di complimenti, ma lui la scosta poco interessato.
 

 
Non so se la rotta è giusta o se mi son perduta ed è troppo tardi per tornare indietro, così meglio che io vada via.
Non pesarci è colpa mia.
Questo mondo non sarà mio!.
 
Gemma e i suoi studi poco fruttuosi per diventare una Guardia di Avalon.
 

 
Non so, se soltanto fantasia, o se solo è una follia, quella stella lontana laggiù.
Però io la seguo e anche se so che non la raggiungerò, potrò dire…
Ci sono anch’io.
 
Gemma diventa parte della squadra e viene istruita da Spinella Tappo in persona.
 

 
Non è stato facile perché, nessun altro a parte me, ha creduto.
Però ora so che tu vedi quel che vedo io.
Il tuo mondo è come il mio, e hai guardato… in quella che sono e sarò.
 
Elfa e fata si allenano con le Neutrino ai bersagli. Un colpo di Gemma va a vuoto e lei s’intristisce pensando di aver chiuso. Poi Spinella la incoraggia a riprovare.
 

 
Ti potranno dire che…
Non può esistere…
Niente che non si tocca, o si conta, o si compra perché…
Chi è deserto non vuole che qualcosa fiorisca in te!.
E so! Non è solo fantasia.
Non è stata una follia.
Quella stella la vedi anche tu.
Perciò, io la segue e adesso so che io la raggiungerò, perché al mondo
Ci sono anch’io.
Perché al mondo ci sono anch’io.
Ci sono anch’io. Ci sono anch’io.
 
 
 
 
Alla scogliera est.
 
 
 
Argh Sgrunt friggeva dalla rabbia: “Maledizione. Stupido Billy Kong. Ha rovinato tutto. Non toccate il Distorsore finché non siamo tutti in posizione, avevo detto. E lui che cosa fa? Manda all’aria i piani prima del tempo. Avrei dovuto affascinarlo meglio”.
Si costrinse alla calma. Doveva riflettere e ragionare con calma. In fondo non tutto era perduto, quella sciocchezza non cambiava granché i suoi piani: Avalon era senza copertura e non ci sarebbe voluto molto prima chi i satelliti umani si accorgessero di essa. E poi c’era anche la questione vendetta.
“Di sicuro Fowl e i suoi si sono mobilitati. Spero vada tutto bene”.
Aveva dato ai suoi uomini tutto il necessario per affrontare un membro del Popolo, perfino un paio di occhiali a specchio per contrastare il fascino.
“Anche se alcuni saranno stati così stupidi da farne a meno. Come quegli idioti di Pecto e Pata”.
Per un momento si preoccupò per Tozz. Appena era stato segnalato che il Distorsore dell’ovest era partito anzitempo, l’aveva immediatamente richiamato lasciando che fosse il suo gruppo ad occuparsi di tutto.
Uno armadio a due ante del genere non passa inosservato. Speriamo che torni senza troppi problemi.
Dei rumori attirarono la sua attenzione.
Voci.
Voci familiari.
Sgrunt si schermò e si nascose in mezzo alle fronde.
“Ormai ci siamo quasi, la scogliera non è lontana”.
Lo gnomo digrignò i denti. Impossibile non riconoscere la voce di quell’odioso Artemis Fowl.
Lo vide sbucare fuori dalla vegetazione, accompagnato da Leale. Si nascose ancor di più: pregò che il gigante non avesse addosso i suoi famosi occhiali modificati, antischermo.
Quell’ultimo si fermò.
“Che c’è, Leale?”.
Non rispose. Si guardò intorno e fiutò l’aria: “C’è qualcosa che non va. Credo ci sia qualcuno”.
Sgrunt si scoprì a sudare freddo. Possibile che quel Fangoso l’avesse già scoperto?.
Fu un attimo. La gigantesca guardia del corpo estrasse la Sig. Sauer e la puntò nella direzione opposta alla loro.
Una figura era già lì: “Calma, signor Leale, sono io”. Alzò le mani il Baltus Ferroso, mostrando che non era armato.
 
 
Lo gnomo sospirò di sollievo. Grazie al cielo. Così quello era il famoso Baltus Ferroso, il Sindaco di Avalon. Anche se più che un sindaco… poteva essere un vero e proprio re o un custode. Si prese un momento per squadrarlo meglio. Uno Stregone Immortale. Altrimenti conosciuto come Vampiro. Era da secoli che non ne vedeva uno. D’altronde quella non era una razza del Popolo che aveva accettato di ritirarsi in superficie.
Ma che diavolo è venuto a fare fin qui?.
 
 
“Sindaco, che ci fa qui?”. Si fece avanti Artemis Fowl.
Leale rinfoderò la mitraglietta e fissò il Vampiro. Incredibile. A quanto pare non tutte le cose che sappiamo sono inventate di sana pianta.
Il Sindaco era riuscito a raggiungerli e ad avvicinarsi a loro senza un fruscio, come uno spettro privo di consistenza. Se fosse stato un nemico… anche uno come Leale avrebbe potuto vedersela brutta.
“Sono venuto a sapere della situazione in cui si trova Avalon, mi hanno detto che voi due eravate diretti qui”.
“Sì, stiamo cercando il Distorsore dell’est”.
“Lasciate perdere, voi non potete andare in giro per Avalon senza scorta, senza sapere con chi avete a che fare”.
“E voi lo sapete, invece?”. Ribatté Leale.
“No, lo ammetto. Ma temo che la situazione sia molto più grave di quel che sembra”.
Artemis comprese immediatamente: “Teme che questo sia un diversivo per arrivare alla teca di cristallo?”.
“Già. Sarò paranoico ma temo che l’isola non sia in pericolo solo perché rischia di venire scoperta dai Fangosi. Temo per la sua distruzione totale”.
 
 
Dal suo nascondiglio, Argh Sgrunt non ci capì nulla. Distruzione totale? Teca di cristallo? Ma di che cavolo stavano parlando quei dementi?.
 
 
“Immagino quindi che abbiate già richiamato tutti i Guardiani affinché proteggano il castello di cristallo”.
“Sì, mi dispiace per i Distorsori, ma ora essere scoperti è l’ultimo dei miei problemi. L’ho già comunicato al Comandante Legnetto”.
“Sarà rimasto molto perplesso da quest’ordine. In fondo non gliel’avrà mica detto che se le ali della regina Mab venissero distrutte, anche’isola sprofonderebbe”.
Il Vampiro scosse la testa: “No, non l’ho fatto. Anche se una grossa parte di me avrebbe voluto. Ho trovato un’altra scusa, ma…”.
Un movimento in alto attirò la loro attenzione, e per poco Leale non estrasse nuovamente la pistola. Si tranquillizzarono quando videro che si trattavano di Gemma e N°1.
“Ehi, amici!”. Si entusiasmò quell’ultimo, appena atterrarono.
“Sindaco Baltus”. Accennò rispettosamente la fata.
Artemis li guardò entrambi: “Problemi?”.
“Oh, niente che non fossi in grado di affrontare”. Rispose la fata, con un pizzico di baldanza.
“Gemma ha affrontato quattro Fangosi tutta da sola! –raccontò N°1- Io ero svenuto, e lei mi ha salvato”.
Vampiro e umani la guardarono sorpresi: “Lei, ha salvato te?”.
Che cosa strana. A prima vista Gemma Twist sembrava una fanciulla indifesa, e invece era stata in grado di prendere le difese del più grande stregone del mondo.
“Ehi, aspettate, non perdiamo di vista la situazione! –cambiò tono il diavoletto, diventando molto più allarmato- Artemis, Leale, c’è Billy Kong sull’isola!”.
Per un momento fu il gelo. Perfino Artemis Fowl dovette prendersi un minuto di troppo per recepire quelle poche parole.
“Billy Kong? –fece eco Leale- Sei sicuro? L’hai visto?”.
“No, ma gli umani che abbiamo incontrato hanno detto di lavorare per lui”.
“Chi è Billy Kong? Una vostra conoscenza?”. Chiese Gemma.
Il giovane irlandese preferì porsi domande più sensate: “Come fa ad essere qui? –scosse la testa- Ma certo, che domanda stupida. Ce l’ha portato la mente di tutto questo. Dove sono i suoi scagnozzi?”.
“Per strada, diretti qui. Ho affascinato i due scimmioni, li terranno buoni per tutto il tempo. Due idioti di nome Pecto e Pata”.
Di nuovo il gruppo si raggelò. Un’altra coppia di nomi conosciuti.
Leale si scoprì a sudare. Pecto e Pata erano due vecchi dipendenti di Jon Spiro, ma di certo non erano pericolosi.
Non possono essere qui da soli. C’è anche Arno Tozz, ne sono sicuro.
Arno Tozz. Il tizio che gli aveva sparato a Londra anni fa. Aveva sperato di non rivederlo mai più, soprattutto da quando si era finto morto ai suoi occhi.
Lui era sicuramente un avversario temibile, e se di mezzo c’era anche Billy Kong… allora la questione diventava molto più complicata del previsto.
“A che stai pensando, giovane Fowl?”. Lo guardò serio Baltus.
“Al momento ho solo la conferma di ciò che pensavo prima: a tirare i fili c’è un membro del Popolo che ci conosce abbastanza bene da assoldare i nostri vecchi nemici per vendicarsi”.
“Ma abbiamo già sconfitto Opal Koboi. Hai idea di chi sia?”. Ribatté l’enorme eurasiatico.
“In tutta sincerità no. E questo mi disturba molto: lui sa tutto di noi, mentre io non so nulla di lui. E’ seccante”.
Esibì il suo miglior sorriso da vampiro. L’accettò come una sfida. Un ottimo esercizio per sua mente dopo mesi di inoperosità.
Si riscosse, preso da un terribile presentimento.
“Dov’è Spinella?!”.
Gemma lo guardò perplessa: “Lo sai dov’è, è al Distorsore dell’ovest”.
“Si è più fatta sentire? L’avete chiamata?”.
“Artemis, che ti prede?”. Aggrottò la fronte Leale. Era strano vedere tanto allarme nel suo datore di lavoro. Non gli piacque per niente.
Il ragazzo non fornì spiegazioni. Non c’era tempo da perdere: “Gemma, prova a chiamarla, ti prego”.
“D’accordo”. Borbottò la fata perplessa, armeggiando col suo computer da polso.
Tic-tic-tic… fece la tastiera.
Attivò l’altoparlante: “Caposquadra Tappo?”.
Attese qualche secondo. Nessuna risposta. Solo elettricità statica.
“Caposquadra Tappo?”. Ancora niente.
Gemma picchiettò il computer con le dita: “Bho, potrebbe essere danneggiato”.
Il cuore di Artemis accelerò i battiti, preso da un terribile presentimento: “Non c’è altro modo per comunicare con lei?”.
“Sì, dalla Centrale”.
“Allora andiamo”. E cominciò a correre, ripercorrendo la strada a ritroso.
 
 
Una volta rimasto solo, Argh Sgrunt uscì dal suo nascondiglio. Non ebbe più bisogno della schermatura.
Che interessante conversazione aveva assistito. Se una parte di lui friggeva di rabbia all’idea che non lo considerassero nemmeno come un nemico del passato da ricordare, l’altra gli fece piegare le labbra in un sorriso malvagio.
Le ali della Regina Mab, all’interno del castello reale.
Distruggerle significava distruggere l’isola di Avalon.
La trovò una preziosa informazione da usare a suo vantaggio.
 
 
 
 
 
 
  
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