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Autore: FollediScrittura    10/01/2016    2 recensioni
" E ora cosa credi di fare?"
"Me ne vado, ecco cosa faccio." ma Richard per tutta risposta la prese per il braccio e la trascinò verso il divano facendola poi ricadere con poca gentilezza.
Era furioso. Non solo l' aveva trovata li, con le sue gambe nude ad aspettarlo e a rovinargli quello che si era prefissato di fare con Rutina....ora era anche arrabbiata e gli urlava che voleva andarsene.
No,non glielo avrebbe permesso.
Se voleva andarsene l'avrebbe fatto solo con il suo permesso.
Cacciandola.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Richard Armitage
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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6.Capitolo

 

La radio urlava a squarciagola nel chiassoso silenzio della lucida berlina nera di Richard che li avrebbe portati tutti e Quattro nel Ranch di sua proprietà che si trovava a poche ore di distanza dalla città.

Rutina e Will avevano cercato in tutti i modi di avviare una conversazione nel pesante veicolo ma sia Richard che Rebecca non ne avevano voluto sapere di rispondere.

Rutina sbuffò appoggiando poi la fronte al vetro e chiudendo gli occhi. Pensò che Richard e Rebecca erano più simili di quanto pensasse e che erano talmente orgogliosi nel volersi chiedere scusa che preferivano stare giorni interi senza parlare.

Osservò meglio Rebecca che seduta accanto a lei dormiva. Provava una sincera simpatia per lei e non voleva a nessun costo ferirla partecipando al piano diabolico del suo ragazzo,ma da una parte capiva il perchè Richard si preoccupasse tanto per lei. Le voleva bene e conosceva quello che sarebbe stato meglio per lei,anche se questo lo avrebbe portato a mettere fine alla loro amicizia.

Dal canto suo,Rebecca,faceva finta di dormire. Non aveva voglia di sentire chiacchiere inutili e fingere di apprezzare la compagnia.

Tornò al momento in cui Richard le aveva proposto di andare un fine settimana al ranch,di quanto fosse stata felice nell’apprendere che aveva comprato una proprietà che gli ricordasse i momenti vissuti quando erano giovani e felici.

Pensò ingenuamente che lo avesse comprato per lei,sapendo quanto questo l’avrebbe resa felice e che magari un giorno,li,avrebbero messo su famiglia.

Lo aveva abbracciato ringranziandolo di regalargli quel splendido fine settimana fino a quando lui non gli aveva detto che sarebbe venuta anche Rutina e che era un modo di vedere come stava il ranch e fare amicizia con il vicinato.

Rebecca sentì ancora la delusione scorrergli nell’apprendere quelle parole. Se la portava solo perchè non voleva che restasse a casa,sola,a combinare chissà quale guaio.

Sbuffò pensando a quanto fosse difficile amare un uomo che faceva di tutto per farsi odiare,eppure ancora pensava alle sue labbra così ben assortite nelle sue. Le mani grandi di Richard che l’accarezzavano con dolcezza ma allo stesso tempo con rude possesività.

La voleva.

Di questo ormai ne era certa.

Ma c’era la parte razionale di lui che lo frenava e cercava di umiliarla con le parole e dicendole che era uno stimolo normale che qualsiasi uomo avrebbe con una donna che gli si offre senza riserve.

 

Era questo lei?

Una donna che lo amava mettendo da parte la proprio dignità e che per questo veniva scambiata persino per una poco di buono?

No,non glielo avrebbe permesso.

Ed era per questo che aveva ideato il piano per cui Will era in macchina con loro.

 

“Bhè,non c’è niente di meglio che una gita tra amici per spaccare la routine del lavoro,non siete d’accordo?”Will cercò di nuovo di smorzare l’aria pesante che tirava nella macchina. Non riusciva a capire il perchè fossero tutti così seri,come se fossero diretti ad un funerale invece che ad una bella uscita tra amici.

“Oh si,è stata davvero una bella idea,vero Richard?” ribattè Rutina spostandosi verso il sedile del guidatore dando poi un bacio sulla guancia all’uomo che ancora non aveva perso la sua compatezza. Rebecca aprì gli occhi proprio in quel momento e alzò gli occhi al cielo per quelle smancerie a cui doveva sottostare.

“Decisamente una bella idea e anche una bella sorpresa nell’apprendere che ci sarebbe stato un ospite in più.” Richard iniziò a scalare energicamente le marce quando vide l’uscita che li avrebbe condotti al ranch. Se ancora pensava al messaggio di Will che lo ringraziava per l’invito gli saliva la rabbia.

Rebecca lo aveva invitato senza chiedergli il permesso,se lo era ritrovato senza poter dire o fare nulla per impedirgli di venire. Non riusciva più a sopportarlo dal giorno in cui li aveva visti ridere e scherzare come se fossero amici di vecchia data,come se fossero due persone destinate a stare insieme.

Rebecca non sarebbe mai stata sua. Will era troppo grande per lei e non l’avrebbe resa felice.

Ma una domanda gli si faceva sempre strada nella mente mentre piano piano prendeva la strada per il ranch.

Chi mai avrebbe potuto farla felice?

A chi mai avrebbe permesso di renderla felice?

A chi mai avrebbe permesso di portarla lontano da lui?

Stava organizzando quella uscita per farle fare nuove conoscenze…..ma dentro di se si sentiva infiammare fino alle budella se pensava che qualcun altro avrebbe assaggiato quelle labbra e accarezzato quel corpo.

Strinse il volante per far sì che la rabbia lenisse ma non riusciva a togliersi dalla testa che Rebecca doveva essere sua e di nessun altro…a costo di tenerla dentro una gabbia e non permetterle mai di uscire dalla sua vista.

“Come ci sistemeremo?”chiese alla fine Will facendolo tornare alla realtà.

“Bhè,Will,sinceramente sei stato una sorpresa…quindi le stanze sono solo due. Qualcuno dovrà dormire sul divano.” Si spostò leggermente per guardarlo negli occhi e sorridere e Will riconobbe che in quel sorriso c’era una sorta di sfida e capì che non era propriamento desiderato.

“Dai Richard,non ti permetterei mai di farti dormire sul divano. Mi sacrificherò volentieri e andrò io.” Fece l’occhiolino e Rebecca scoppiò a ridere di gusto facendo di nuovo salire la rabbia a Richard.

Quella gita si era rivelata un disastro e suibito capì che non avrebbe fatto altro che peggiorare.

“Ma come,Rich?Un uomo come te avrà di certo provveduto a dei letti molto grandi quindi Will può dormire tranquillamente con me.”

La macchina per poco non finì fuori strada se Richard non avesse ripreso il controllo della situazione. I tre passeggeri rimasero per un secondo impietriti anche se Rebecca iniziò a gongolare per la sua reazione. Sapeva benissimo come portarlo al limite.

“Richard tutto bene?” chiese Rutina notando che l’uomo stringeva con troppa forza il volante. Non riusciva a capire perchè Richard fosse cambiato così tanto da quando Rebecca era piombata nella sua vita. Pensava ancora a quella promessa e su come si preoccupasse per lei, come se fosse una padre iper-ansioso. Eppure,dentro di lei,sentiva che c’era qualcosa di più sotto e soprattutto non concepiva il fatto che Rebecca facesse uscire la parte peggiore di lui e lo portasse al limite della sopportazione. La stimava e pensava che quello che le stava facendo Richard fosse ingiusto però,a volte,avrebbe volute zittirla come fa una madre con la propria figlia ribelle.

“Non dirlo mai più.” Rebecca sbiancò quando lo vide accostare e girarsi verso di lei per dirle quelle semplici parole. Sentì il cuore fermarsi quando vide quegli occhi farsi piccolo e seri e si chiese se fosse impazzito. Era come se si fosse scordato che in quella macchina ci fossero altre persone e di cui,una di  questi era proprio la sua fidanzata che guardava smarrita i loro visi.

“Preferisci che dorma con te e Rutina?” non comprendeva da dove le venisse quella forza di rispondergli. Lo aveva di nuovo sfidato e per l’ennesima volta aveva avuto la meglio.

Richard per tutta risposta si sentì come sprofondare,la Rebecca che aveva davanti gli era del tutto sconosciuta. Non era in grado di conoscerla,non era in grado di capirla e per di più ne aveva paura.

L’unica cosa che riuscì a fare era riprendere il comando della macchina e far sì che quel viaggio finesse il prima possibile.

 

 

***

Rebecca guardava emozionata il panorama che la sua finestra spalancata le offriva. Quella casa,quel posto,quei cavalli…quello splendido ranch,era come quello di casa sua. La sua stanza aveva il classico arredamento in legno e il grande letto di ottone faceva da sovrano in tutta la stanza. Ma la parte che Rebecca aveva più apprezzato era il tetto. Il tetto di latta che  quando veniva colpito dalla pioggia,emetteva un suono capace di far addomentare persino chi soffriva di insonnia.

Quella casa era il suo sogno. Quella casa era stata fatta per lei.

Come poteva rinunciare alla persona che aveva studiato quella casa pensando a lei e a quello che aveva vissuto tanti anni fa?

Rebecca lasciò che il vento entrasse a sfiorarle i capelli e chiuse gli occhi quando sentì dietro di se la presenza di Richard.

Così vicino a lei fisicamente ma così lontano mentalmente.

“Ti piace?”la sua voce non aveva più nessuna sfumatura di rabbia o delusione. Era solo una domanda piena di dolcezza e curiosità.

“Si,tanto. E’ come quella che avevamo.” Si lasciò andare quel tanto che le bastava per avere il petto di Richard come cuscino per la sua nuca e le spalle. Potè sentirne il calore e si lasciò andare ad un sospiro di sollievo quando le braccia dell’uomo la circondarono come se nulla fosse successo prima di quel momento. Come se fosse normale comportarsi così in quel luogo che sembrava esser fatto solo per loro.

“Perchè devi sempre farmi perdere le staffe?” Quelle parole le vennero soffiate vicino all’orecchio tanto che Rebecca ringraziò di aver le braccia di Richard a tenerle caldo per quel brivido che le aveva fatto provare.

“Potrei dire la stessa cosa di te.”

“E’ diverso,Rebb,è diverso.” Ora poteva sentire le labbra di Richard sul suo collo,come se fosse pronto a baciarla o a succhiarle fino all’ultima goccia di sangue per eliminarla.

“Non lo è,Richard. Noi ci desideriamo eppure tu non fai altro che rinnegare questa cosa. Come se fosse sbagliato….ma io non capisco,è così sbagliato poterci amare?”

Ma come risposta ebbe solo il suo allontanamento. Sentì quel calore spezzarsi e le grandi braccia dell’uomo lasciarla andare come se quelle parole lo avessero fatto tornare in se.

“Mi dispiace,Rebb. Non posso. Meriti qualcosa di meglio.”

I suoi passi si allontanarono e lei non ebbe nemmeno la forza di girarsi. La pioggia iniziò a cadere fitta e il rumore che si sparse per la stanza non aveva nulla di melodioso ma sapeva solo di una grande e dolorosa e malinconica mancanza.

 

***

“Quindi siete andati nella stessa scuola? Questa è davvero una straordinaria coincidenza.”

Le voci si mescolavano nell’allegra tavolata del loro ranch. Richard aveva organizzato la cena con il vicinato perchè sapeva che la coppia aveva due figli della stessa età di Rebecca e non avrebbe potuto sperare in meglio quando venne a sapere che già si conoscevano. Osservava Rebecca mentre cinguettava come una donna di mondo con gli aspiranti giovanotti. Si chiedeva se gli piacessero oppure gli dava corda solo per educazione. Eppure non gli era mai sembrata così bella,il semplice vestito rosso le metteva in risalto la bella carnagione olivastra,i capelli erano tirati su in una stretta coda di cavallo e gli occhi neri e grandi erano messi in risalto solo con un pò di mascara.

Sembrava a suo agio,come lo erano Rutina e Will nel parlare con gli ospiti.

Per un attimo pensò che fosse lui quello che non c’entrava nulla con loro,come se fosse quello che avrebbe messo i bastoni fra le ruote a tutti.

“Sai Rich,ho come l’impressione che vuoi trovare un bravo giovane per la tua Rebecca.”

Le voci erano ancora alte e nessuno si era accorto del messaggio che Will aveva rivolto a Richard.

“Non capisco di cosa stai parlando,Will.” Bevve un sorso di vino mentre la madre degli aspiranti mariti per Rebecca offriva una seconda portata di carne.

“Bhè,faremo finta di essere ubriachi allora. Ma permettimi di dirti una cosa,Richard.”

Richard lo guardò e fece un cenno con il capo per dargli il consenso di andare avanti.

“Credo che qualsiasi cosa tu faccia per lei,te ne pentirai.”

Si guardarono e in quello sguardo che si rivolsero era come se avessero capito l’uno i sentimenti dell’altro.

 

“Se permettete vorrei portare Rebecca a vedere il lago. Di notte le stelle riflesse sull’acqua sono meravigliose.” Il pretendente numero uno si alzò e spostò la sedia a Rebecca per permetterle di alzarsi e quando vide il sorriso gioioso e sensuale che rivolse al ragazzo come ringraziamento,Richard non ci vide più e si alzò anche lui come se fosse una calamita legato a lei.

Rebecca lo guardò confusa mentre prendeva la mano del ragazzo per farsi guidare e lui imbarazzato cambiò strada e si scusò dicendo che serviva altro vino.

“Aspetta Tesoro,vengo con te.” Rutina si alzò scusandosi anche lei per poi correre verso Richard.

Rebecca si mise sottobraccio al ragazzo mentre Will la guardava con estrema tenerezza,come se,anche lui,capisse quello che stesse provando.

 

***

Rebecca si strofinava con forza le braccia per scrollarsi un pò dell’umidità del posto. Nella fretta di abbandonare la cena si era dimenticata il giacchetto sulla sedia e ora si trovava a battere i denti per il freddo e soprattutto per la noia di trovarsi nel posto più bello che avesse mai visto con il ragazzo sbagliato.

“Vieni,Rebby,guarda che bello da qui.” Vide Luke ripresentarle la mano per aiutarla a scendere e godersi quel paradiso di posto. Si trovavano l’uno a fianco all’altra mentre ammiravano come le stelle si specchiassero sul manto acquatico. Trattenne a stento un sospiro quando vide Luke avvicinarsi sempre di più fino a quando le loro spalle non si toccarono. Si chiese se avrebbe fatto qualche altro passo per provarci ma per tutta risposta il ragazzo iniziò a parlare facendola subito sospirare di sollievo.

“Ti ricordi il ballo della scuola?Sinceramente non attiravi molto l’attenzione,portavi l’apparecchio a quel tempo,vero?”

Rebecca spalancò gli occhi per lo stupore e per poco non scoppiò a ridere per la dichiarazione del ragazzo. Se pensava ci stesse provando,lo stava facendo nel modo sbagliato.

“Si,portavo l’apparecchio,Luke. Sono commossa nel sapere che hai un così dolce ricordo di me.”

“Oh no,Rebby,davvero…non è solo per quello che ti ricordo,cioè,adesso saresti davvero da ricordare ma anche prima,oddio…sto davvero facendo la figura dello scemo.”

Scoppiarono a ridere all’unisono mentre la luna si faceva sempre più alta e lasciava il suo riflesso nell’acqua.

“Tranquillo Luke,ammetto che un paio di anni fa non ero certamente da ricordare.” E per smorzare un pò la tensione gli diede un colpetto affettuoso sulla spalla. Stava per dire altro quando sentirono dei passi in lontananza e preoccupati si misero sull’attenti.

“Ragazzi…” all’improvviso sbucò Richard che ansimava un pò per la fatica tanto che Rebecca pensò che avesse corso per stare in quello stato.

“Sig. Armitage.” Rispose Luke agitato e Rebecca trattenne a stento una risata.

“Luke,cercavo proprio te. Tua madre mi manda a dirti che ti sono venuti a prendere i tuoi amici per quella festa. Dovresti sbrigarti se ti interessa la cosa.”

“Oh,si,mi interessa signore. Grazie per la premura.”

Luke guardò prima Rebecca e poi Richard come se non riuscisse a capire cosa dovesse ben fare. Fece alcuni passi all’indietro guardando ancora Rebecca per poi inciampare,scusarsi e correre come chi si era appena reso ridicolo.

“E’ davvero un idiota.” Disse alla fine Richard non sentendo più i suoi passi e avvicinandosi a Rebecca che lo guardava insospettita e ancora con le mani sulle braccia per darsi calore.

“Hai freddo.” e si tolse la giacca per appoggiarla dolcemente sulle spalle di Rebecca. Rimasero per un pò di tempo a guardarsi e a studiarsi come se fosse la prima volta che si vedessero.

“Puzzi di alcol,quanto hai bevuto?”gli mise le mani sul petto per allontanarlo da se ma lui premette la mani sulla sua schiena andando così a forzare la presa e incanstrarla così sul suo petto.

“E quindi? Cosa vuoi fare? Qualcos altro di cui poi domani mi farai sentire in colpa?”

Richard per tutta risposta non smise mai di guardare i suoi occhi. Rebecca aveva qualcosa di magnetico,un qualcosa a cui non riusciva a stare lontano.

Ammetteva di essere anche brillo ma in quel momento pensava solo a riprendere quelle labbra e divorarle come se fosse il suo ultimo pasto.

Sorrise sbalordendo Rebecca che ormai credeva che fosse del tutto impazzito.

Si sentiva come Hannibal in quel momento.

Aveva fame.

Fame di lei.

“Rich,credo davvero che tu debba riposare.”

Ma Richard non la sentì più e la mise a tacere con un bacio che tolse il fiato a tutte e due. Rebecca sentì le gambe mancare e se non fosse stato per Richard che in quel momento la teneva stretta a se sarebbe di certo caduta a terra.

Si staccarono per il tempo di riprendere fiato e Richard di nuovo attaccò le sue labbra facendola gemere e mugolare di piacere.

Era così diverso in quel momento. Non era il Richard attento e meticoloso a non fare nessuno sbaglio e Rebecca sperò che quel momento sarebbe durato per sempre.

La spinse a terra e Rebecca tremò per l’erba fredda a contatto con le gambe nude e per il corpo di Richard addosso a lei.

Richard si staccò e la guardò come se gli stesse promettendo il mondo. Ri-posò gli occhi sulle sue labbra e poi riprese a baciarle mentre sentiva il bacino dell’uomo accarezzare il suo. Rebecca iniziò ad impanicarsi pensando che la sua prima volta sarebbe stata li,sull’erba e con l’uomo che amava.

Rabbrividì quando Richard le baciò il collo e lei si aggrappò alle sue spalle pensando che era pronta,pronta per lui.

Al diavolo le paure e le incertezze. Era con Richard e il resto del mondo poteva benissimo sparire.

“Oh Richard…” disse tra un bacio e l’altro fino a quando la bocca dell’uomo si fermò tra il collo e la spalla e non si mosse più.

Rebecca gli accarezzò la nuca come incoraggiamento nel proseguire ma non ebbe nessuna risposta.

Iniziò a chiamarlo.

Ma lui non rispose.

Iniziò ad avere paura di averlo ucciso.

“Rich,oddio,ti ho fatto venire un infarto perchè sei troppo vecchio per stare con una più giovane?” e così dicendo cercò di spostarlo per vederlo ma il corpo era troppo pesante per lei.

“Rich…”piagnucolò pensando davvero che avesse fatto la stessa fine del padre fino a quando un rumore a lei familiare iniziò ad arrivarle nelle orecchie.

“Oddio….”

E buttò lo sguardo verso il cielo rassegnata.

“Ti sei addormentato….brutto imbecille.”

 

 

 

Angolo autrice:

 

Piano piano.

In punta di piedi e con sguardo di implorante pietà.

Chiede scusa per il MOSTRUOSO RITARDO.

Avevo promesso che per natale avrei pubblicato ma io mi ritengo un marinaio…le mie promesse non valgono un caciucco!xD

Spero come sempre di riuscire a farmi perdonare con questo capitolino. Ringrazio ancora tutti nel continuare a seguirmi e commentare.

A presto…spero! :D

  
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