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Autore: GabrielleWinchester    11/01/2016    3 recensioni
[Spin-off della storia d'amore tra Esthery e Nythiel] In questa storia ci sono i pensieri dell'angelo barista, la versione maschile de "I pensieri di Esthery"...Buona lettura :-)
Dal testo "Siamo fuoco e ghiaccio, l’ossimoro che stuzzica e ammalia. Sei la mia calma, sei il calore ardente del sole, sono la falena che sbatte le ali, incosciente e desideroso che il tuo fascino possa uccidere e incatenare "
Genere: Sentimentale, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Essenza di Paradiso e Graffio dell'Inferno'
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Buongiorno a tutti,
ecco a voi "I pensieri di Nythiel", i pensieri dell'angelo barista rivolti alla sua amata e odiata demone Esthery :-) Spero che vi piaccia e vi auguro una buona lettura, chiedendo scusa per eventuali errori presenti nel racconto :-) Ringrazio tutti coloro che la leggono e la recensiscono, tutti coloro che mettono e metteranno le mie storie tra le seguite, preferite, ricordate e da recensire e tutti coloro che mi hanno messo e mi metteranno come propria autrice preferita :-) Buona lettura :-) Gabrielle :-)

                                                                           I pensieri di Nythiel

Desidero te e solo te. Desidero la tua essenza, il tuo essere ribelle, quell’essere deliziosamente cattiva, la figlia dell’Inferno che non è così infernale, occhi castani come l’abisso profondo e che aspirano al Paradiso.
Tu che sei ascesa al Regno Celeste per bere un thè, pur sapendo che eri malvoluta, che saresti stata rigettata tra le fiamme,  la figlia del rinnegato nel luogo dove la bontà viene usata per dipingere le case delle anime, una bontà ottenuta troppo spesso grazie all’ intercessione di altri, sacrifici che, spesso, non vengono ripagati con la giusta misura.
Da quando ti ho conosciuta, hai saputo scatenare quel brivido di piacere, quel piacere che scivola tra la voluttà e la ribellione, io che ho servito e tu mi hai servito la tua bellezza strafottente, i tuoi capelli ricci come viticci, come edera che si arrampica tra le corde del cuore e infiamma l’anima.
Mirtillo, frutto nero e dal succo viola, come quel colore indefinito tra il giorno e la notte, laddove gli amanti si incontrano e i loro baci diventano pennellate d’artista e mondi utopistici.
Viola come il colore degli acrobati che danzano tra l’oscurità che incombe e la luce che rifulge.
Insieme al ghiaccio tritato, thè dal colore notturno, thè per coloro che sono paladini dell’oscurità ma dentro di sé hanno l’anima di luce.
Come il tuo nome, come il suo significato, stella come viandante che indica il mattino, una stella che mi ha indicato un diverso cammino, un cammino fatto non solo di scelte giuste e di sorrisi dati per convenienza ma di stracci buttati per terra e dal nervosismo, di porte sbattute e di una ribellione giusta e corretta.
Siamo fuoco e ghiaccio, l’ossimoro che stuzzica e ammalia. Sei la mia calma, sei il calore ardente del sole, sono la falena che sbatte le ali, incosciente e desideroso che il tuo fascino possa uccidere e incatenare.
Tu che sei la figlia dell’Inferno, la figlia del Grande Ribelle, di colui che ha fatto della superbia e della cattiveria il baluardo, lo stendardo della sua campagna di conquista, in un luogo dove il calore del fuoco è freddo che attanaglia il cuore, poiché uccide più l’indifferenza del fuoco, come due persone troppo testarde che non trovano il coraggio di parlarsi e lasciano trascorrere momenti che sono troppo importanti per essere sprecati.
Meglio morire di troppo affetto, di quell’affetto che ti avvolge come una calda coperta, piuttosto che cercare di agognare lo sguardo della persona amata.
Difatti io ho paura di un tempo che trascorre inesorabilmente senza di te, di essere il protagonista di una favola e di non avere la strega cattiva che lo controlla, che sconvolge tutto e rende tutto estremamente intrigante e suggestivo…che qualcuno mi inietti un po’ di bontà, per favore!
Io che sono il figlio del Signore dei Cieli, di colui che è immensità sublime, di colui che è il poeta primordiale, l’artista che, talvolta, sa usare il pugno di ferro, in un luogo dove la bontà degli angeli può essere spietata e si può misurare con il coltello, con un colpo ben assestato, con un fendente che può essere considerato giustizia divina o vendetta crudele.
La nostra divisa, rossa e nera la mia, camicia come il rosso del sole morente, quel rosso scuro che verte inesorabilmente verso l’oscurità, quel rosso come il cuore che batte, i pantaloni neri simbolo della notte, di quel lasso di tempo che è dolcezza e lussuria nello stesso tempo, per me tempo di abbracci e di teneri baci, per te tempo di lotte acre e violente, di combattimenti all’ultimo sangue, il ridere sguaiatamente di fronte alla supplica dei nemici moribondi, quell’infilzare la lama invece di tendere la mano e cercare di aiutarli.
La tua, nera e blu, blu come il Cielo di mezzanotte, quel Cielo che tu hai rubato perché il Paradiso ha rubato le fiamme, una volta di stelle che ha avvolto i tuoi seni, come un’anima luminosa che si scurisce, nera come le tenebre, come i cattivi pensieri.
Apprezzo il tuo sguardo sornione, quel tenere testa che è arroganza mascherata da affetto, le battute sarcastiche che sono frustate e sublimi carezze, il tuo essere ghiaccio bollente, il tuo essere controcorrente.
Diffida da chi ti sorride e ti tende la mano, perché il sorriso in prima vista è pugnalata dietro le quinte, meglio avere l’anima sporca e coerente piuttosto di un’anima pulita e i pregiudizi a portata di mano, come fiori di campo in un prato spoglio.
Diffida di me, del mio sguardo e del mio sorriso purificatore, poiché non è mio desiderio modificarti, in quanto sei un’anima talmente complessa da risultare purificamente impura.
E chissà se esiste una persona come te da qualche parte.
La mia sublime Esthery.
Desidero che tu mi serva un’altra cioccolata al peperoncino in modo tale da far ardere le mie ali.
Sperare che tu possa essere come me, non è una cosa che mi auguro, in quanto la luce per risplendere ha bisogno del buio, di quel buio che l’avvolge e la fa manifestare in tutta la sua magnificenza, in quella potenza incomprensibile agli occhi ma tangibile alle anime.
Tu sei il graffio profondo che guarisce e ferisce nello stesso tempo, ali nere come la mezzanotte, ali nere come gli incubi più radicati, incubi che sono meccanismo di attacco e difesa.
Ti voglio svelare di cosa sa il tuo bacio…sa di peperoncino con cioccolato voluttuoso con un retrogusto di mirtillo, quel bosco dove vorrei perdermi e creare il mio lasso di tempo con te.
Ti amo tanto da odiarti profondamente,
il tuo Nythiel.
 
 
  
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