~~Mio Dio fammi vivere
 

Ecco, era fatta. Il flacone era vuoto accanto al letto. Era strano ma non provavo più niente, neppure paura. Perché l’avevo fatto?

A 21 anni e a due mesi dalle nozze col mio ragazzo, col mio amore. Il perché c’era, ma lui non c’entrava per niente, era una faccenda fra me e la mia famiglia e così mi lasciavo andare, senza reagire, buttando via tutti gli anni che sarebbero venuti, egoisticamente, senza pensare a lui. Mi sentivo solo stanca, volevo solo dormire e quelle gocce mi aiutavano a dimenticare tutto per sempre.

Mi trovò addormentata a mezzogiorno quando tornò a casa. Capì subito e mi svegliò. Mi tirò su di forza dal letto, e con i suoi occhi azzurri mi pregò: “Non morire”, e intanto mi diceva:

“Cammina, non lasciarti andare, non è niente, usciamo, andiamo a mangiare… ti prego, non addormentarti…”

Cammina! Oh, Dio, che fatica stare svegli, entrare nel ristorante, mangiare… e a un tratto… “Voglio vivere, ti prego mio Dio fammi vivere, voglio uscire, amore mio  aiutami, perdonami!”.

Questo succedeva un giorno di dodici anni fa: un giorno da dimenticare.

A pensarci adesso mi viene da ridere: ero in quella stupida bambina che voleva risolvere tutto con un suicidio e rinunciare alla vita: a questi dodici anni di amore, di figli, di dolore, di gioie, di giorni sempre nuovi, che, comunque siano, col sole o con la pioggia, meritano sempre di essere vissuti ora per ora, minuto per minuto, qualunque cosa succeda.

Ho ancora nelle orecchie il responso del mio medico: con un cuore così non ce la farà ancora per molto… Già, lo dice lui, ma io lo so dove arrivano le mie forze. Io quel giorno da dimenticare, sono resuscitata da un abisso per due occhi azzurri che mi dicevano di non morire, e adesso che ho due pulcini che hanno bisogno di me e hanno gli occhi neri, prego.

Mio Dio, te lo chiedo per la seconda volta nella mia vita: fammi vivere! Mi ascolterai ancora?