Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: MaryTheFangirl01    14/01/2016    4 recensioni
Salve gente, un saluto da MarykoLove!
Immaginate, nei nostri tempi, la cara Elsa senza poteri, ma con una passione, l'unica cosa che ha in comune con sua madre: il pattinaggio sul ghiaccio. Ricca, con una sorella e delle amiche che le vogliono bene, è una stella nel suo campo ma non sorride mai. Però, chissà: forse c'è qualcuno che potrà farla sorridere di nuovo. Come ci riuscirà?
A voi il piacere di scoprirlo.
Jelsa nel cuore e nelle fanfiction
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna, Elsa
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Elsa si alzò, sentendo chiamare il suo nome. Entrò nell'enorme sala, venendo accolta da un fragoroso applauso e dalle note della canzone che cominciavano a suonare. 
Si era preparata all'esibizione per mesi. Mentre danzava, si ricordò di tutti gli insegnamenti della sua allenatrice, sua madre, che la guadava severa dagli spalti. 
Ad ogni acrobazia, la vedeva sussultare, come se avesse potuto sbagliare e farsi male. O addirittura perdere la gara. A volte, le sembrava che tenesse più al successo nello sport che a sua figlia. Sentiva di non assomigliarle per nulla, infatti l'unico punto che trovava in comune con lei era la passione per il pattinaggio sul ghiaccio.
Era rigida, sua madre, la regina dei pattini. Da giovane aveva vinto tutte le competizioni nazionali e ora riponeva le sue speranze nella figlia, Elsa, appunto. La principessa del ghiaccio. La ragazza era sicura che nessuno avrebbe mai smesso di paragonarla alla donna, perciò preferiva non deludere le aspettative che tutti, compresa sé stessa, avevano in lei e dava sempre il meglio di sé, anche nelle gare più semplici. 
Ecco, una giravolta. Volo dell'angelo, poi un altro giro e la canzone era finita. Ancora applausi, più forti di prima. Un breve inchino e poi uscita. Sentiva il commentatore che la elogiava: 
- Magnifica, non un errore! Perfetta, come solo la figlia della regina poteva essere! - Fece una smorfia sentendo quella frase, ma doveva aspettarselo. Sentiva come se nessuno potesse capire le sue capacità, ma solo quelle di sua madre. 
Fu raggiunta dalla suddetta in pochi minuti. Al solito, la guardava severamente, ma era rilassata. Aveva passato il suo esame. 
- Ti sei piegata troppo all'inizio e hai eseguito un Angelo mediocre. Ma per il resto è andata bene. - 
Elsa non sorrideva mai, perciò chinò il capo e disse semplicemente: - Grazie, mamma. - Detto ciò si chiuse in bagno e si cambiò. Osservò per un attimo il suo vestito: non era niente di speciale, ma a sua sorella Anna piaceva, perciò l'aveva messo. Non era neanche tanto male, ma era di un tremendo rosa shocking luccicante che faceva male agli occhi. Anna diceva che si adattava perfettamente al suo corpo, quindi aveva deciso di non contraddirla. 
Appena uscì dal bagno, la vide che parlava con la loro madre. 
- Te l'avevo detto che sarebbe stata bravissima, ma tu non ci ascolti mai! - Si lamentava scherzosamente la rossa. 
- Non è vero e tu lo sai. E poi lo sapevo che se la sarebbe cavata anche stavolta. - Rispondeva tranquilla la madre. 
Anna era una ragazza molto vivace, che amava stare all'aria aperta e stravedeva per la sorella. Lo stesso valeva al contrario, naturalmente: se qualcuno avesse chiesto ad Elsa qual era la sua persona preferita in assoluto, avrebbe risposto Anna senza esitare. Avevano un legame molto forte e avrebbero fatto qualsiasi cosa l'una per l'altra. 
- Ciao sorellina. - Di nuovo, Elsa non sorrise ma dal cambiamento nei suoi occhi si capiva che era molto felice del saluto di Anna. Ricambiò meno freddamente di come aveva fatto con sua madre. 
- Pronta per scoprire i risultati? - Non fu necessario rispondere. 
Si avviarono al tabellone: con trepidante attesa di tutte le concorrenti, finalmente uscì la classifica. 
Primo posto: Elsa Arendelle 
Secondo posto: Rapunzel Corona 
Terzo posto: Merida Dunbroch
Bene. Non c'era da scherzare, con le altre due, erano degli ossi duri esperti quanto lei. Tra quelle tre la competizione era sempre molto forte, ma le legava anche una profonda amicizia, perciò nessuna se la prendeva troppo se veniva superata. Solo un pochino. 
- Signorina Elsa, le nostre più vive congratulazioni! - Ricevette i fiori e la targa, poi fu raggiunta dalle sue amiche. 
- Ehi, Elsa! Vedi di non esagerare o non avrai più spazio per metterle! - Scherzò la riccia. Elsa aveva sempre pensato che usasse qualche prodotto strano, per rendere i suoi capelli così ricci e rossi. Non ne aveva mai visti di simili, prima di conoscerla. Rispecchiavano perfettamente la sua personalità: ribelle e indomabile, uno spirito libero. Curioso che una focosa come lei fosse finita a pattinare sul ghiaccio. 
- Andiamo, comprerà un altro garage apposta, la conosciamo ormai! - Questa era Rapunzel. La dolce, tenera e intelligente Rapunzel. Anche lei aveva dei capelli molto particolari: il colore era un semplice biondo cenere, ma erano lunghissimi. Si era sempre chiesta come facesse a pettinarsi per bene, la mattina. E si domandava spesso se li avesse mai tagliati. 
Rapunzel era una ragazza semplice, di natura curiosa, che non si fermava mai alle apparenze: doveva sempre approfondire. Quando era stata a casa sua la prima volta, era rimasta sorpresa dalla quantità industriale di libri che aveva, tutti raccolti in un'enorme stanza adibita a biblioteca. 
Le tre rimasero a chiacchierare e in seguito si aggiunse anche Anna, a cui si erano molto affezionate. 
Le due sorelle furono poi richiamate dalla madre, per tornare a casa. Salutarono tutte le persone venute a congratularsi e si misero in macchina. 
Il viaggio fu silenzioso, il che fu strano perché di solito Anna non stava mai zitta. 
Arrivate a casa, la donna si chiuse nel suo studio, dove lavorava come architetto. Si era dedicata alla sua seconda passione dopo aver lasciato il pattinaggio, quando era incinta di Elsa. La ragazza si sentiva un po' in colpa per questo, ma d'altronde non l'aveva deciso lei. 
Erano loro tre in casa, più i domestici. Il loro padre, manager di successo, era morto quando Anna aveva solo dieci anni ed Elsa tredici. Ora che ne aveva ventitré, si sentiva come se fosse passato solo un mese. Era con suo padre che giocava da piccola, era lui che le raccontava le favole quando la mamma lavorava fino a tardi, era lui che le preparava al mattino i pancakes con lo sciroppo d'acero messo in modo da formare una faccia sorridente. La bionda non sorrideva più dal giorno in cui un pazzo l'aveva preso in pieno andando ad alta velocità. Ormai il dolore si era attenuato, ma la ferita era ancora aperta e lo stesso valeva per Anna. 
Decise di andare a fare una passeggiata, prima di cena. 
Indossò un paio di scarponcini bianchi, un cappotto di lana, la sua sciarpa preferita, prese la borsa ed uscì. L'aria era frizzante in quel pomeriggio di dicembre. Non era ancora inverno, ma si sentiva già aria di neve. Lei era brava a capire queste cose. Si avviò in direzione del parco, che a quell'ora era ancora aperto ma deserto. Era ormai il tramonto e i bambini dovevano tornare a casa per evitare i rimproveri delle mamme. 
Strano. Si aspettava di non trovare un'anima in quel luogo bagnato dalla luce del sole rosso, invece notò un ragazzo che ad occhio e croce doveva avere la sua età. Nella penombra non si notava bene, ma le parve di vedere uno sguardo molto triste in quegli occhi azzurri come i suoi. Ma non poteva essere certa nemmeno del colore, non si vedeva granché. 
- A quest'ora non c'è nessuno, di solito. Come mai sei qui? - Gli chiese con cortesia e un pizzico di sincera curiosità. 
- Avevo bisogno di schiarirmi le idee. E tu? - La guardò fissa. Ora era certa che avesse gli occhi azzurro ghiaccio. Indossava una felpa blu con il cappuccio calato, quindi non capiva di che colore fossero i capelli, ma sembravano molto chiari. 
Riflettendo, non c'era un motivo preciso. Voleva solo prendere un po' d'aria andando in uno dei posti che preferiva in città. 
- Idem. - Rispose infine. 
- Mi chiamo Jack. - Si tolse il cappuccio e le tese una mano. I capelli erano di un biondo chiarissimo, quasi bianco. Perfino più chiaro del suo biondo platino. Quel ragazzo le ispirava fiducia, in qualche modo, ma visto che lui non l'aveva fatto non voleva rivelargli il cognome. Probabilmente avrebbe cominciato a balbettare e a chiedere autografi a destra e a manca, altrimenti. Le era già successo diverse volte. 
- Elsa, piacere. - Strinse la mano che il ragazzo le porgeva. Aveva una bella stretta, ma non fu questo che la colpì. La mano era freddissima, ma era un freddo che sapeva di casa, anche se non capiva come fosse possibile. 
- Che bel nome! - Lui sorrise... E lei si sciolse. Era così luminoso e contagioso, che non poté fare a meno di accennare un sorriso anche lei. Era la prima volta che succedeva da diversi anni a quella parte. 
- Grazie. Anche il tuo. - Lo pensava davvero. Lo trovava proprio adatto a lui, anche se lo conosceva da soli due minuti. 
- Allora, Elsa, ti va se ci prendiamo un gelato? - Non poteva crederci. Aveva trovato l'unica persona oltre lei che avesse voglia di un gelato a dicembre. Questa volta sorrise sul serio, divertita e curiosa. 
- Non farà troppo freddo per te? - Scherzò, tranquilla. 
- Figurati, il freddo non mi ha mai dato nessun fastidio. - La guardò con aria di sfida, come se volesse vedere se aveva il coraggio di comprare un gelato la sera del diciannove dicembre, e di mangiarlo senza finire col cervello ghiacciato. Non sapeva con chi aveva a che fare. 
- Nemmeno a me. Allora, andiamo? - Fu sorpreso, per un attimo, ma poi sorrise di nuovo e così fece lei. 
Si avviarono verso il bar più vicino chiacchierando del più e del meno, e ridacchiando quando videro la faccia del barista alla loro richiesta.  Erano decisamente le uniche due persone sulla faccia della terra in grado di mangiare un gelato a dicembre. 












Note dell'autrice: Salute popolo di Arendelle! Questa è la prima volta che scrivo nel fandom del meraviglioso e mitico Frozen, ma non è la mia prima Jelsa. Dovete sapere che io AMO follemente questa coppia, quindi aspettatevi diverse fanfic. Anche se, conoscendomi, le pubblicherò a distanza di anni l'una dall'altra. Che ci posso fare, con le scadenze faccio pena. 
Tornando alla storia, all'inizio pensavo di scrivere una long, ma non ne sono convinta e vorrei sentire il vostro parere. Per ora, questa rimarrà una one-shot. 
Per il gelato: non ho idea di come mi sia venuto in mente, né se a qualcuno di voi piaccia mangiare il gelato in inverno, ma fa niente. Un'altra cosa, non mi intendo per niente di pattinaggio sul ghiaccio, perciò se c'è qualcuno tra voi che pensa che sia stata troppo generica o che abbia scritto cavolate me lo dica, vedrò di rimediare o comunque apprezzerò i consigli :-)
Bene, mi piacerebbe moltissimo sapere cosa ne pensate, quindi recensite! 
Un bacio 
Mary <3
   
 
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