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Autore: Lady_Pendragon    14/01/2016    0 recensioni
|| F a r g o || Y o u n g ! L e s t e r N y g a a r d ||
« Avanti, alzati, faccia da ratto! » Continuava ad urlare il più grande in quel momento, mentre il biondo continuava a sputare sangue cremisi che contrastava perfettamente con il manto di neve bianca ormai ghiacciata sul quale era caduto.
« Ti prego Sam . . . basta. » Supplicò la flebile voce di Lester, che effettivamente poteva sembrare il lieve squittio di un piccolo topolino di campagna.
« Oh Nygaard. . . non devi supplicarmi, devi reagire. E' proprio per questo che io continuo a farti tutto ciò. Ti va di fare un altro giro nel barile fino a casa, mh? » Propose Hess, provocando un sonoro clamore fra i suoi seguaci, i quali lo incoraggiarono con urla e schiamazzi.
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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|| F a r g o || Y o u n g ! L e s t e r N y g a a r d ||

▬What if your're right and they're wrong.

Song: https://www.youtube.com/watch?v=S3ldqG92chI



Sangue.
Ghiaccio.
Dolore.
Ecco ciò che stava provando il piccolo Lester Nygaard in quel momento, poco dopo aver ricevuto l'ennesimo pugno nello stomaco da parte di Sam Hess, il bullo di Bemidji.
Tutti a scuola lo temevano, e lo spalleggiavano per non essere una sua vittima.
Ma Lester . . . lui era così basso e minuto che sembrava quasi perfetto per ricevere quei maltrattamenti, o così almeno si giustificava Hess.

« Avanti, alzati, faccia da ratto! » Continuava ad urlare il più grande in quel momento, mentre il biondo continuava a sputare sangue cremisi che contrastava perfettamente con il manto di neve bianca ormai ghiacciata sul quale era caduto.
« Ti prego Sam . . . basta. » Supplicò la flebile voce di Lester, che effettivamente poteva sembrare il lieve squittio di un piccolo topolino di campagna.
« Oh Nygaard. . . non devi supplicarmi, devi reagire. E' proprio per questo che io continuo a farti tutto ciò. Ti va di fare un altro giro nel barile fino a casa, mh? » Propose Hess, provocando un sonoro clamore fra i suoi seguaci, i quali lo incoraggiarono con urla e schiamazzi.
Lester si ritrovò a scuotere il capo contro il ghiaccio freddo in segno di negazione, chiudendosi ancor di più a riccio su se stesso.
« No Sam ti prego--- no! » Squittì il ragazzino biondo, quasi piangendo dalla disperazione.
Ma le lacrime non servirono a nulla, e andarono solo a diventare un tutt'uno con la lastra di ghiaccio sotto il suo viso.

Lo presero di forza, Sam gli afferrò le braccia e il suo amico lo prese per i piedi.
Pesava poco, per cui non fu uno sforzo, e Lester - detto in tutta onestà - non aveva una forza fisica in grado da costituire per loro una minaccia.
Buttarono la vittima dentro al barile di legno che l'aveva già ospitata la settimana scorsa, e lo misero in orizzontale sulla punta della salita dello stradone ghiacciato di una delle vie di Bemidji.
Lester si mise a piangere, stringendosi le ginocchia al petto come se stesse andando incontro alla morte.
Hess teneva il barile fermo con un piede, e prima di spingerlo dalla discesa si guardò intorno, come a voler richiamare l'incoraggiamento dei suoi seguaci.
« Buon viaggio, ratto di merda. » Urlò il carnefice, prima di spingere con un calcio il barile contenente la piccola vittima.

Lester urlò.
Urlò così tanto da pensare che le proprie tonsille gli stessero per uscire dalla bocca.
Tutto vorticò così velocemente da fargli girare la testa e la nausea che già aveva si tramutò in conati di vomito.
Sbattè ovunque, e infine il barile si ruppe contro un palo della luce.
Il legno si frantumò facendo schizzare mille schegge ovunque, anche nella pelle di Lester, e la vittima fu momentaneamente libera.
Tremante, con il maglione sporco di sangue e vomito, il ragazzino biondo si guardò intorno.
Sentiva in lontananza le urla di Hess e dei suoi amici, li giudicò comunque troppo lievi per essere dietro l'angolo.
Così, ne approfittò per alzarsi e correre verso casa.
Perché era questo che faceva una vittima, scappava.

« Oh Lester, di nuovo? Ma quando imparerai a difenderti? Sei un coglione. » Disse il fratello minore, Chaz, l'unico a casa in quel momento.
Il biondo si limitò a scuotere il capo e a negare ogni cosa.
« E' stato un incidente! Solo un incidente! » Ripeté con una voce acuta e stranamente alta, come qualcuno che vuole convincere più sé stesso che gli altri.
Chaz lo insultò ancora, e Lester andò in camera sua.
Si chiuse la porta alle spalle, e si lasciò cadere lì, sul freddo pavimento.
Voleva urlare, voleva piangere e rompere ogni cosa, ma non fece esattamente nulla.
Guardò dinnanzi a sé e lasciò che una piccola lacrima gli solcasse il viso, mentre ripeteva la frase riportata sul poster appeso sul muro dinnanzi a sé.

❝ E se tu avessi ragione, e loro torto? ❞

Si ripeteva quelle parole ogni giorno, per farsi coraggio, e aveva promesso a sé stesso di portare quel poster con sé ovunque, sempre.
Anche quando avrebbe traslocato, andando a vivere con la ragazza dei suoi sogni, Pearl.
Quel poster sarebbe stato sempre lì, a ricordargli che lui aveva ragione, e gli altro torto.

 

 

 
   
 
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