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Autore: La ragazza arrabiata    16/01/2016    0 recensioni
"Dottore,per te,chi era?"
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clara Oswin Oswald, Doctor - 12, Nuovo personaggio, River Song, Rory Williams
Note: Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Dottore" lo richiamò la mora,inseguendolo nei meandri del TARDIS mentre l'altro cercava di scappare,il quel momento non voleva darle spiegazioni di nessun tipo"tanto non mi semini,lo sai Dottore" gli disse ancora,silenzio,la ragazza sbuffò,esausta perché con questa rigenerazione era tutto così difficile ? Certo aveva i suoi lati positivi ma alle volte si chiedeva,se era ancora capace di provare qualcosa,aveva imparato a conoscere quel dottore sempre brusco e arrabbiato, che faveva batutte che non facevano ridere,ora però,dopo tutte le loro avventure,era capace di guardarlo e di capire,anche se in minima parte,ciò che pensava. Aveva scoperto che quella rigenerazione portava così tanto dolore,per le perdite, rimpianti,per i momenti non vissuti,gli amici e le persone non salvate era il dottore vedevo,come aveva scoperto tempo fa,forse lo era sempre stato,addolorato ma la rigenerazione precedente sembrava ancora in grado di sorprendersi,ridere e divertirsi,lui no. Una zazzera di capelli bianchi voltò l'angolo,inseguito subito della piccola mora"Dottore" lo richiamò di nuovo mentre lui voltava un altro angolo,cercando,invano,di seminarla,avendo un preciso obbietivo da raggiungere,ma per allora voleva essere solo,solo con il suo dolore e quella stanza che non accoglierà nessun altro corpo oltre al suo"non puoi scappare per sempre dalle mie domande lo sai" cercò di convincerlo la ragazza,continuava ad ignorarla,incurante ormai della sua presenza, voleva solo nascondersi in un angolo e ripensare a quei momenti,persi per sempre. Entrò in una stanza,che ormai conosceva a memoria,odiava se stesso e lei per questo, accese la luce in un gesto meccanico e la stanza si illuminò,con una luce tenue,come piaceva a lei,sorrise quando vide l'enorme libreria che ricopriva quasi tutta la camera,si fermava solo per il letto,a due piazze,diceva che quella stanza era un po' come il suo cuore,e nel suo cuore ci sarebbe sempre stato un posto per lui,aveva un comodino dove teneva una loro foto,non si soffermò troppo su di essa,gli avrebbe fatto troppo male, la libreria in alcuni punti aveva delle teche,lì teneva le cose importanti per lei , tantissime foto di famiglia costellavano un intera teca,un'altra era piena di oggetti antichi ,gli piacevano così tanto ,molti li aveva rubati,altri li aveva rubati apposta per lei,lui,il moralista quello che odiava questo tipo di cose ma che per lei lo avrebbe fatto altre mille volte,la sedia a dondolo in un angolo della camera,costruita dal nonno apposta pere lei,stava li quando era triste o stanca,sopra ancora il kit medico che gli aveva dato suo padre,un 'altra lunga storia. La mora stava per entrare in quel stanza,si era quasi dimenticato che lei gli correva ancora dietro"dottore,per favore"lo stava implorando la mora mentre quasi attraversava la soglia di quella camera,senza neanche prestarci attenzione,voleva sapere "NON OSARE ATTRAVERSARE QUELLA PORTA,CLARA" le urlò contro il dottore,la ragazza rimase pietrificata da quel cambiamento di umore inprovisso,prima la evitava e ora? Ora le urlava contro,lunatico,fu la prima parola che le vanne in mente,si avvicinò,lei indietreggiò sotto il suo sguardo furioso pronta per un altra ondate di urla ma se voleva litigare lei gli avrebbe dato filo da torcere,invece si avvicinò al interutore della luce,ma invece si premere quel interruttore ne premette uno vicino e Clara vide delle porte in acciaio grigio chiudersi sul suo sguardo, stupito,l'aveva veramente chiusa fuori? Era uno dei suoi pessimi scherzi? Rimase li per un po' incerta ,prendere a pugni quella porta o andarsene,scelse la seconda,con questo dottore sapeva che ci voleva pazienza,in un modo o in un altro doveva sempre avere ragione,con lui insistere era inutile,forse sperava che se ne dimenticasse,sapeva già che non sarebbe accaduto,al momento opportuno gli avrebbe fatto quella domanda al quale non voleva rispondere in nessun modo,dalla quale scappava e si rintanata in una stanzetta per sfuggirle. 
Clara non capiva,non poteva capire,aveva sofferto anche lei per amore,lo sapeva,con Danny ma la sua situazione era completamente diversa,più complicata e infinitamente più dolorosa,non finiva mai,non avrebbe potuto ne voluto,si sedette nella sua parte del letto sporgendosi verso l'altra mentre la sua mano ormai rugosa passava una mano dove prima si stendeva lei,ora che dimostrava gli anni che aveva,ora che sembrava il vecchio a pezzi,lei non c'era,sapeva come avrebbe reagito quella donna,avrebbe fatto un sorrisetto per prendere in giro quei capelli bianchi e le rughe,avrebbe detto qualche battuta,pensare a lei era come farsi a pezzi da soli,soffrire ma il dottore ne aveva bisogno,alle volte,per ricordare a se stesso che non dimentica, che lei ha ancora un posto nei suoi cuori,c'è l'ha.

Ore dopo 

Una tazza di tè ancora caldo riscalda le mani fredde di Clara, è in sala comando, i rumori del TARDIS la tranquillizzano,si stupisce di come ormai il dottore e quella sua pazza cabina blu siano entrate nel suo quotidiano,cerca di riorganizzare le idee e di capire il dottore,sa che non ci riuscirà mai,lo sa,sa che è come un cubo di rubic alieno,un mistero che tutti provano decifrare e mai nessun ci riesce perché non importa quanto sei importante per lui,lui non ti dirà mai tutto,terrá i suoi segreti più oscuri per se e non gli importerà se sei sua moglie, sua suocera o la sua miglior amica,lo farà perché ti vede così fragile e flebile,giovane,tanto giovane e pensa che non puoi sopportarlo, è troppo,pensa a quanto pare i suoi sagreti pesano come il celo,forse l'intero universo.
Lo sente ancora prima di vederlo,Clara stringe più forte la tazza,era stanca,doveva ammetterlo, tutto quel correre da una parte all'altra,sopratutto dopo la morte di Danny,si sette dall'altra parte della console,era difficile vederlo bene da lì,intelligente pensò Clara ma non alzò il volto dalla tazza mentre il liquido scuro,gli piaceva molto forte,si muoveva tra le sue mani,fu allora che si accorse che tremavano ,impercettibilmente, lo sentì sedersi,la testa tra le mani"mi dispiace,scusa" le disse solo,era raro che quella rigenerazione lo dicesse, quel dottore arrogante anche se sbagliava non l'avrebbe ammesso neanche sotto tortura ma ora c'era qualcosa di diverso in lui, Clara non sapeva dirlo,non trovava le parole giuste,triste,depresso,arrabiato,nessuno di quelle sembrava descriverlo o forse erano tutte insieme,non doveva sottovalutare quelle scuse e non lo fece,sospirò più tranquilla di prima,si massaggiò le tempie,un gesto che ripeteva sempre quando era stanca e cercava di capire qualcosa che alle volte era fuori dalla sua portata,questa,secondo il dottore,lo era "di chi era?" le domamdò,come aveva fatto tempo prima,quando aveva trovato a terra  una specie di libro blu,blu TARDIS,lo sembrava davvero con quelle rimarcature quasi si poteva immaginare l'esterno del TARDIS,era rovinato e sgualcito,la copertina era quasi tutta rotta e si stava staccando,nessuno dovrebbe ridurre un libro così fu il primo pensiero di Clara,lo sollevò e chiese al dottore se era suo,lui glielo tolse di mano con quel fare brusco del solito,pensava lei,senza notare lo strano scintillio di dolore negli occhi "no,non è mio" rispose in tono brusco stringendo a se quel libro come se ne dipendesse la sua vita,come un bambino tiene il suo giocattolo preferito,fu allora che Clara capì che c'era qualcosa di strano "allora,di chi era?" le chiese Clara a quel punto,non sapeva perché aveva usato l'imperfetto ma scoprì con piacere che ci aveva azzecato,il dottore a quel punto sbarrò gli occhi e allora iniziò l'inseguimemto con la successiva porta in faccia. "Era di una persona molto importante per me,lo è ancora" disse il dottore dopo istanti di duro e ostinato silenzio, alla fine aveva ceduto,fece uno sorriso triste, era allora che vedevi quanto soffriva,quanto le perdite delle persone a cui voleva bene pesassero,quando il numero di quei bambini lo uccidesse,lei lo sa,quel numero,distrugge anche lei come le tante cose che lo fanno , se viaggi con il dottore,prima o poi capita,capita nelle vostre avventure che ci sia qualcosa dal quale non può difenderti e allora capisci quanto può far male viaggiare con lui,fai finta di niente perché in fondo è fantastico, nascondi i danni,perché dopo il primo c'è ne un altro e un altro ancora finché non scoppi,se sei fortunata lo lasci prima che tu muoia per lui,perché sì sei disposto a farlo ma Clara vuole sapere,sapere di più di quello che dice,delle sue risposte enigmatiche "di chi,dottore? Rispondi" le urlò contro lei,perché era stanca,stanca che lui fugga da tutto quello che lo spaventa di più,trovava sempre un modo per evitare le domande scomade,fece cadere un po di te sul pavimento del TARDIS, già gocciolava attraverso, il dottore si alzò anch'esso in piedi e la fisso,stupito,guardando prima lei e poi il pavimento "hai fatto cadere del tè" gli disse lui ovvio cercando di sviare il discorso,credeva di riuscirci in fondo Clara era un umana come un altra,è facile ibrogliarli,quei sempliciotti,credevano alla sua prima bugia come se il dottore non mentisse,è una brava persona, pensano tutti,questa non è la realtà, lui non lo è,non è un uomo buono,ha troppe cicatrici per esserlo. Dopo tanto silenzio in cui Clara lo guardava stupita,aveva più di mille anni,giusto? Perché una frase così stupida non poteva essere veramente uscita dalla sua bocca, il dottore era stato molte tra le quali incomprensibile,furbo,strano ma mai,mai stupido,forse una demenza senile istantanea lo aveva colpito? Doveva essere l'unica soluzione "grazie ,non l'avevo notato" gli rispose ironica con un tono di voce che trasudava  amarezza,il dottore contento di essere riuscito nel suo scopo,iniziò a premere bottoni ed abbasare leve tutto intorno alla console,gridando intorno ad essa,Clara capì tutto,quel infido inbroglione, aveva cercato di ingannarla ,senza successo,ora era ancora più decisa di prima a sapere a chi apparteneva quel libro ma aveva capito che la rabbia non funzionava,doveva trovare un altro modo"dottore,di chi era quel libro?"le chiese dolcemente la mora mentre lo inseguiva per tutto il suo continuo girare cose strane e aliene e premere pulsanti di mille colori diversi ma sempre su una tonalità scura,a questo dottore piaceva così , il dottore si fermò e rimase lì,in assoluto silenzio con lo sguardo assolutamente perso,verso posti e ricordi lontani,ormai dimenticati "non è un libro" rispose enigmatico lui,Clara sbuffo dall'esasperazione,un'altra risposta che non portava da nessuna parte,un'altra cosa non  detta,questa volta però non avrebbe lasciato correre,non sarebbe stata zitta come le altre volte a bere il suo te mentre il dottore la portava in una nuova avventure,questa volta era diversa,l'aveva percepito toccando quel diario,era qualcosa di tremendamente importante, ma di perso,morto,finito,il dottore tempo fa le aveva spiegato che quello che sentiva,che avvertiva non era che un rimasuglio di quello che era accaduto a Trenzelor,per questo,forse aveva usato l'imperfetto,ma su questo genere di cose non era sicura,mai realmente ma che fosse importate per lui,era più che ovvio,per una volta quella che aveva ragione era lei. Doveva ragionare,in fondo neanche il dottore poteva tanto contro la logica,sopratutto quando faceva così,si chiudeva,si arrabbiava e sapeva benissimo di avere torto "okay,quindi se non è un libro,cos'è? Un diario? " di nuovo quel tono stanco,notò il dottore con dispiacere,gli dispiaceva,sempre quando feriva e urlava alle persone,ma gli aveva chiesto scusa,giusto? Cos'altro poteva fare,non voleva parlargli di.....non riusciva neanche a pensare il suo nome figurarsi dirlo,nella precedente trasformazione si era sbottonato un po' di più su di lei ,questa non ci sarebbe mai riuscita,di nuovo quel espressione pensò il dottore,cercava di capirlo,di scoprire con lo sguardo che riservava ai suoi alunni particolarmente indisciplinati per capire cosa gli passasse per la testa quando facevano delle cavolate . Clara capì dal suo silenzio,ci aveva azzeccato , ora però non doveva rovinare tutto,era un passo avanti quello che aveva trovato non era un libro ma un diario,un diario blu TARDIS che non era del dottore,per il momento,era tutto quello che sapeva,doveva scoprire di più,era chiaro che no  gli avrebbe mai detto di chi era,direttamente ma forse con la domanda giusta,gli occhi di Clara si illuminarono,aveva la domanda perfetta "è ovvio che non vuoi dirmi di chi era quel diario....." la frase non finita, all'ultimo aveva esitato,forse non era davvero il momento adatto per parlarne,per porgli quella domanda,forse,il dolore troppo forte,troppo presto per parlarne  al passato? Clara,non lo sapeva,non poteva,ma la persona del quale parlavano la conosceva,non bene e neanche tanto. Il dottore non rispose continuò a guardare un pulsante più chiarito degli altri,di un rosso,rosso accesso,oh dolcezza l'hai fatto anche a lei ,fu il primo pensiero quando vide quel unico ed enorme pulsante di un rosso accesso,poi ci aveva fatto l'abitudine,col tempo diventava anche rassicurante che c'era ancora qualcosa di lei,che non era l'unico a soffrire per sua mancanza,anche a Sexy mancava, Clara accorgendosi che non la stava ascoltando, trovò il coraggio per continuare la frase"chi era per te?"le domandò infine Clara con fare esitante,aveva paura che sarebbe crollato,lì,a piangere perché stupida umana qual era aveva fatto la domanda sbagliata.
Se lo ricordava cosa era stata quella donna per lui,lo ricordava benissimo fin troppo ,questi erano sempre stati gli svantaggi di essere lui,lui ricordava ,per quanto non volesse farlo in realtà lo faceva in continuazione,lei era stata qualcosa di importante,fondamentale per lui,lo era ancora ma lui era stato altrettanto per lei? No,ma per i rimpianti ci sarebbe stato tempo dopo quando Clara avrebbe chiuso le porte del TARDIS dietro di se,sorrise,un sorriso amaro di chi ha amato e ferito tanto,quasi ironico"è state tante cose per me,per prima in assoluto era il mio enigma,cha anche se svelato era fantastico,una professoressa,un'archeologa,mia moglie,la donna che ho amato,ed amo tutt'ora nell'universo sì è esatto è River,River Song"fu allora che Clara capì quanto soffrisse per la sua perdita,quanto l'amasse e il perché indossase quei vestiti da mago,per nascodere quel diario pieno di pagine scritte,storie già vissute. L'amava a tal punto da portarsi una parte di lei sempre il più vicino possibile ai suoi due cuori. 

Angolo Autrice

Tengo a precisare che questo capitolo è un'omaggio,non una scopiazatura,non lo mai incontrata ne credo che mai lo farò ma questo è il mio modo di ringraziarla per il suo fantastico libro di ben 52  capitoli (cosa che io,personalmente, non riuscirsi a fare) e per delle parole che mi fanno ancora emozionare ogni volta che rileggo Un diario blu TARDIS

grazie gateship
   
 
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