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Autore: Himeno    17/01/2016    4 recensioni
Due ragazzi che non conoscono ancora l'amore e che sono uno il contrario dell'altro, possono innamorarsi? Angelo e Diavolo. Il loro amore potrebbe nascere a causa di un gioco? la mia prima ff su questo cartone favoloso! Leggete e ditemi che ne pensate^^ kiss
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Raf/Sulfus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Love Game'
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EPILOGO



Ancora non riuscivo a credere di aspettare un bambino. Quando il medico me lo comunicò, sbiancai letteralmente e quasi svenni. Io che non sono mai stata una ragazza delicata e fragile. Non me lo aspettavo proprio. Sapevo che la pillola, come qualsiasi contraccettivo, non era infallibile, ma fu veramente uno shock. Non ero nemmeno maggiorenne e sarei già diventata mamma. Magari più mi ripetevo la parola “mamma” in testa e più mi rendevo conto della situazione. Sulfus ha avuto una reazione abbastanza tranquilla. Pensavo peggio e invece, nonostante la paura che condividevamo, siamo felici dell'arrivo di questo bambino. Avevo pensato che un giorno avrei avuto figli e il destino mi ha fatto venire la cicogna prima del previsto. E' presto ma di certo voglio tenerlo. L'aborto non l'ho nemmeno contemplata come opzione. I bambini sono delle benedizioni e Sulfus ed io non la rifiutiamo la nostra.

Lo stesso giorno che gli rivelai la gravidanza, lo invitai a restare a cena. Lui accettò e quella sera affrontò subito mio padre e Lorena. Certo, non erano per niente felici di sapere che la loro bambina fosse diventata donna e per giunta una futura madre. Ma dopo varie discussioni e urli, accettarono la situazione. In fondo sarebbero stati felici di avere un nipotino ma immagino che non manderanno mai giù il fatto che Sulfus mi abbia toccata e messa incinta prima del matrimonio. Il mio amato diavoletto accettò tutti gli insulti e si ingoiò tutte le rispostacce che voleva dire a mio padre. Sapevamo entrambi che a mio padre non era per niente simpatico – Lorena ne è affascinata ma allo stesso tempo lo disapprova - e con questo imprevisto la sua opinione su Sulfus era peggiorata. A lui non importava. Non gli interessava proprio piacere a mio padre ma sapeva che la sua benedizione e quella di Lorena erano importanti per me e sopportava. Lo amavo ancora di più per questo. Non mentiva quando mi diceva che per il suo angioletto farebbe qualsiasi cosa.

David e Cat erano tornati a casa propria ma Sulfus mi accompagnò a fargli visita e in quell'occasione rivelammo anche a loro e ai miei zii del piccolo fagiolino che stava crescendo dentro di me. Sono rimasti tutti sconcertanti ovviamente ma dopo vari timori, rassicurazioni e le frecciatine maliziose di Cat, siamo sopravvissuti anche a loro.

Dopo la mia famiglia, fu il turno di Marcus e i nostri amici. Abbiamo ricevuto complimenti e raccomandazioni: le mie carissime Uriè e Dolce mi abbracciarono dalla gioia mentre i Devil davano pacche sulla spalla a Sulfus congratulandosi per la futura paternità. Ci fu una breve guerra tra loro per decidere chi sarebbe stato il padrino e la madrina del bambino ma riuscii a rimandare la scelta a dopo la nascita. Marcus pianse dalla commozione e giuro che sarebbe stato il bisnonno migliore del mondo.

Dopo questi giorni così intensi, ci meritammo il giusto riposo. Era sabato e stavo comodamente sdraiata sul divano a casa di Sulfus – quella sostitutiva, per l'altra stavano già facendo i lavori per ricostruirla. Stavo leggendo un libro bellissimo finché lui non entrò in soggiorno e mi diede un bacio veloce per salutarmi.

-Come stai, amore mio? Vuoi un succo di frutta? Delle frittelle? Oppure una fetta di torta?-

Le sue premure mi riempivano il cuore di tenerezza. Da quando gliel'ho confessato, non faceva che chiedermi se stavo bene. Se stavamo bene. Aveva temuto che a causa dell'incendio e le ferite poteva essere successo qualcosa di sbagliato al fagiolino ma io lo rassicuravo in continuazione.

-Sulfus, ancora non ho le voglie. E' presto per diventare il mio servo- ridacchiai divertita immaginandomi il mio ragazzo in tenuta da cameriere con il vassoio in mano.

-Lo so ma voglio cominciare da subito a prendermi cura di te. Non devi assolutamente sforzarti- mi guardò serio.

-Ok, come vuoi tu- alzai gli occhi al cielo. A quel punto lo vidi prendere un bel respiro profondo.

-Raf-

-Sulfus- lo guardai dritto negli occhi.

-Ecco... stavo pensando... lo so che è presto ma date le circostanze... insomma...-

Era chiaramente agitato. Era strano vederlo così impacciato ma era anche così carino.

-Cosa?- lo incoraggiai con un sorriso.

-Quello che voglio dirti è... o meglio, chiederti...- si inginocchiò vicino a me ed io mi misi a sedere sul divano con lo sguardo confuso e trepidante di attesa.

-Sì?-

Tirò fuori dalla tasca dei pantaloni, un cofanetto blu e lo aprì di fronte ai miei occhi. Al suo interno c'era l'anello più bello che avessi mai visto. Era semplice senza troppe decorazioni ma con un piccolo diamante a forma di cuore al centro. Trattenni il respiro.

-Sia chiaro stavo pensando a questo anche prima del bambino. La gravidanza ha solo anticipato di qualche anno. Già da qualche mese sogno una vita completa insieme a te. A te che sei la mia luce e la mia salvezza. Senza di te non sarei nulla quindi per favore, mi faresti l'onore di diventare mia moglie?- disse con un tono talmente serio e solenne da farmi battere il cuore ancora più all'impazzata.

Queste parole non le avrei mai dimenticate. Le avrei custodite nella memoria per l'eternità e non avrei mai potuto ringraziare abbastanza Sulfus per tutta la felicità che mi dava ogni giorno. Ma a lui non interessavano i ringraziamenti, voleva solo essere amato ed io lo avrei fatto sentire tale per sempre.

Lo abbracciai stretta a me con le lacrime di gioia che mi scendevano sul viso.

-Sì, Sulfus. Sì, mille volte sì- e in risposta, ricambiò l'abbraccio con altrettanto ardore.

-Grazie, Raf- disse per poi unire le sue labbra alle mie in un bacio meraviglioso.





Tutto il mio mondo è cambiato in pochi mesi ma a breve sarebbe cambiato ancora di più. Stavo correndo verso l'ospedale dove tra poco sarebbero nati i miei figli. Eh già, nei primi controlli periodici abbiamo scoperto che avremmo avuto non un bambino solo, ma ben due. Gemelli, un maschio e una femmina. Eravamo al settimo cielo anche se immaginavo che in quel momento Raf mi stava lanciando mille imprecazioni durante il parto. Non appena ricevetti la telefonata che le si erano rotte le acque, mollai la riunione e, senza aspettare Gas e la macchina, presi la moto. Al diavolo le multe che mi sarei beccato. Stavo per diventare padre ed era mio dovere stare vicino alla mia ragazza.

Dopo aver accettato di sposarmi, disse che avrebbe preferito che il matrimonio si fosse organizzato per dopo il parto e così aspettammo. Nel frattempo siamo stati indecisi sul nome da dare al maschietto visto che ormai per la femmina era sicuro sarebbe stato Angelie, o meglio Angelie Raffaella Lorena Zolfanelli. Raf insisteva per mettergli il nome di Claudius ma io non ne ero convinto. Mi immaginavo già un piccolo Raf al maschile che mi guardava con disapprovazione per avergli dato un nome da vecchio. Ma tanto alla fine l'avrebbe spuntata lei. Figliolo, prenditela con tua madre in futuro. Io volevo darti un nome più figo.

Parcheggiai la macchina proprio di fronte all'ingresso dell'ospedale e corsi per le scali come se avessi le ali ai piedi. Con il fiatone, chiesi qual'era la sala e l'infermiera non ebbe neanche il tempo di finire la risposta che raggiunsi la porta indicata. Non appena entrai vidi Raf in preda allo sforzo: il viso tutto paonazzo e sudato.

-Ci siamo quasi. Continua a spingere, dai- la incitava il dottore che stava in mezzo alle gambe in attesa di veder spuntare la prima testolina.

Era meglio che non fissavo in quel punto, mi sentivo già la testa che mi girava. Non sia mai che il grande Sulfus Zolfanelli svenga in sala parto come qualsiasi novello padre. Mi misi al fianco di Raf e le presi la mano. Lei urlò per una forte contrazione e mi stritolò la mano offerta. Strinsi le labbra sopportando la fitta al mio povero arto e a quel punto lei si girò verso di me giusto per farmi un sorriso rassicurante. In teoria ero io che dovevo rassicurare lei visto che era colei che stava soffrendo da cani. Mi sarei aspettato più qualche insulto tipo “Stronzo, sei stato tu a farmi questo!” oppure “Te lo taglio il tuo coso, maledetto bastardo”. Sì, bè, ho visto parecchi film con parti. Invece mi stava sorridendo ed io cercai di ricambiare anche se immagino potesse leggermi la preoccupazione che avevo. Mi sentivo veramente un verme. Stava soffrendo a causa mia e anche se ero strafelice delle creature che stavano nascendo, non potevo fare a meno di preoccuparmi. Se solo potessi almeno condividere il suo dolore. Quello che stavo provando alla mano non era niente paragonato al suo.

-Bravissima, Raf. Sta uscendo. Spingi. ORA- disse il medico e la mia fidanzata obbedì. Con un urlo spaccatimpani, spinse con tutte le sue forze. Dopo un istante, per la sala riecheggiò il pianto di un neonato. Il medico prese la piccola creaturina e la porse ad un'infermiera per lavarlo poi si rivolse a noi.

-E il maschietto è nato, congratulazioni. Ora è il turno della sorellina-

Raf annuì prendendo un bel respiro profondo. Pochi minuti dopo, fu il turno della piccola Angelie di urlare a pieni polmoni tutto il suo disappunto per essere uscita dal caldo grembo materno.

Sentii le lacrime uscire e guardai commosso i nostri figli rumorosi. Dopo averli puliti entrambi, ce li porsero tra le braccia. Raf prese il bambino ed io in maniera impacciata presi mia figlia. Erano bellissimi ed entrambi avevano ciuffi di capelli neri nelle loro testoline. Cullai la mia piccolina e in poco tempo smise di piangere. Piano piano aprì gli occhietti fissandomi con curiosità e in quell'istante sentii un calore al petto. Detestavo piangere e nell'ultimo periodo mi sembrava di essere diventato un vero piagnucolone ma non riuscii a trattenere le lacrime di gioia e commozione nel vedere questi esserini che erano parte di me e di Raf.

-Ciao piccola. Sono il tuo bellissimo papà-

Raf ridacchiò. -Volevi dire modesto papà-

Le diedi un'occhiata maliziosa per poi baciarle la fronte.

-Ti amo, Raf. Grazie. Grazie davvero di esistere-

Non rispose ma sorrise guardando con occhi pieni d'amore la nostra famiglia appena creata.

-Sono identici a te- mi disse mentre il piccolo stringeva il suo dito con la manina.

In effetti, entrambi avevano i miei capelli ma mentre Angelie aveva anche i miei occhi ambrati, suo fratello aveva gli occhi azzurri di Raf. Peccato, nessun angioletto biondo.

-Hanno preso anche qualcosa di tuo. Fagiolino numero 1 ha preso i tuoi occhi-

-Il colore degli occhi può cambiare nel primo anno di vita e per favore, non chiamarlo Fagiolino numero 1- sbuffò.

-Perchè? Così l'abbiamo chiamato in questi mesi- ridacchiai.

-Se fosse stato per me avrebbe già un nome vero-

-Se Claudius può considerarsi un nome vero- Di nuovo scusa, papà.

-Fanculo, Zolfanelli-

-Oh finalmente! Mi sembrava strano che durante il travaglio non mi avessi insultato. Sei a scoppio ritardato- scherzai

-Insomma! Che ci sarebbe di male nel mettere il nome di tuo padre?- mi guardò con il broncio ma io in risposta mi irrigidii.

-Ne abbiamo già discusso, Raf. Mio figlio non porterà il nome di una persona che non ho mai conosciuto e per giunta che rimpiango. Voglio che il passato rimanga tale, nel mio caso-

Mi guardò a lungo come per valutare le mie parole o la mia espressione per vedere se poteva riuscire a farmi cambiare idea ma a giudicare dal suo sospiro finale, la risposta era no, non ce l'avrebbe fatta.

-D'accordo. Ma almeno come secondo nome potrebbe andare. Tuo padre ti avrebbe amato se fosse stato vivo e sarebbe giusto che anche se nel piccolo faccia parte della vita di suo nipote-

Aveva ragione. E poi per quanto avrei voluto, il passato non si sarebbe mai cancellato dalla mia memoria. Sarebbe tornato a tormentarmi ancora qualche volta nei miei incubi ma con la mia famiglia supererò anche questo.

-Ok, vada per il secondo nome-

-Bene, allora... come si chiamerà, signor Zolfanelli? A te la scelta. Sono talmente stanca adesso da non riuscire a ragionare lucidamente- disse guardando il piccolo che ancora li guardava curioso.

Feci un ghigno e mi avvicinai a lei per scambiarci i bambini in braccio. Le diedi Angelie e presi con delicatezza nostro figlio.

Lo cullai e gli accarezzai la testolina. C'era solo un nome che gli sarebbe stato bene e che si fotta l'originalità.

-Rafe. Raphael Claudius Marcus Zolfanelli-



Non dimenticherò mai il giorno del nostro matrimonio. Avevamo deciso di farlo circa tre mesi dopo la nascita dei gemelli così da fare anche il battesimo insieme alle nozze. Come si dice, per fare due piccioni con una fava.

Rafe era addormentato tra le braccia del mio testimone, Gas, vestito di tutto punto per l'occasione ovviamente. Sarebbe stato anche il padrino di mio figlio dopo con Uriè a fargli madrina mentre per Angelie abbiamo deciso che sarebbero stati i suoi cugini David e Cat. David si era da poco fidanzato con Dolce e si scambiavano occhiate maliziose dai lati della navata. Mia figlia a differenza del fratello, era una vera scalmanata. Non faceva che calciare e brontolare tra le braccia di Cat che non faceva che lanciarmi occhiatacce con il chiaro significato “Tale padre tale figlia”. Sogghignai e presi un attimo la mia piccola in braccio per calmarla. Solo io riuscivo nell'intento con gli altri era una vera peste.

C'erano veramente tutti con Marcus, Lorena e Tilda in prima fila insieme ai nostri amici. Nell'aria permeava l'intenso odore delle rose bianche e rosse che adornavano la chiesa facendomi sentire sempre più nervoso. L'attesa mi stava davvero uccidendo.

Poi, si udì la marcia nuziale e fu aperto il portone mostrandomi Raf in tutto il suo splendore. Indossava un bellissimo vestito bianco senza maniche ma con le spalline di fronzoli che passavano per il centro fino alla cintura. La gonna partiva sopra le ginocchia per poi ricadere a strascico dietro. Il velo non le copriva il volto ma solo il dietro senza alcun ornamento extra. Mi scappò un sorriso divertito nel vedere che portava i tacchi bianchi. Lei li detestava ma immaginavo lo sforzo che stava facendo per tenerli in quell'occasione così importante. Io indossavo un semplice smoking blu notte con panciotto viola scuro e il cravattino dello stesso colore. Dallo sguardo adorante che mi stava rivolgendo dovevo dedurre che le piacevo vestito elegante. Chissà che faccia da pesce lesso avevo io nell'ammirarla.

Procedette piano verso di me accompagnata da suo padre. Gli era stato difficile accettare che la sua bambina si sposasse così presto come per la gravidanza ma aver visto i suoi nipotini e la felicità di sua figlia non ebbe nessun motivo per lamentarsi ancora.

Arkan mi porse la mano di Raf che accettai con gioia e così iniziò la cerimonia.

Ci scambiammo i voti senza mai staccare gli occhi l'una dall'altra e mi costo parecchio aspettare la fine per poterla baciare. Morivo dalla voglia di darle un bacio mozzafiato fregandomene dei presenti ma alla fine giunsero le paroline magiche che ci unirono indissolubilmente davanti a Dio.

-Io vi dichiaro marito e moglie. Può baciare la sposa-

Non me lo feci ripetere due volte e catturai le sue labbra in un bacio famelico. Quando mi staccai, la mia cara mogliettina aveva il fiato corto ed era evidentemente imbarazzata. Le rivolsi un sorriso malizioso. Stanotte l'avrei fatta impazzire di piacere, parola di Sulfus Zolfanelli.

Dopo ciò passammo al battesimo dei gemelli. Al contatto con l'acqua, Rafe aveva brontolato solo un pochino per averlo svegliato ma poi tornò tranquillo. Quando fu il turno della nostra bambina, fu come se si fosse risvegliato Satana. Non appena il prete le bagnò la testolina, iniziò a urlare tutto il suo malcontento. Avevano davvero ragione. Angelie era tale e quale a me. Sicuro ci avrebbe dato parecchi grattacapi in futuro.

La ripresi in braccio zittendola con addosso lo sguardo ammirato di Raf e di tutti i presenti. Che ci volete fare? Tra diavoli ci si intende alla grande e credo proprio che alla fine il nome che le avevamo dato non le si addiceva. Ma ormai il danno era stato fatto.

Si concluse anche quel rito e mi guardai intorno. Avevo Raf al mio fianco, i nostri figli tra le braccia ed eravamo circondati dai nostri amici e famigliari. Ora potevo dire con sicurezza che era quella la felicità assoluta. Non era vero che angeli e diavoli non possono stare insieme. E cosa più incredibile, tutto è partito da un gioco. Chi l'avrebbe detto, eh?



FINE



E con gioia e tristezza insieme che metto la spunta sull'opzione COMPLETA della fanfiction. Non ringrazierò mai abbastanza tutti voi, miei cari lettori, per avermi sopportato per tutti questi anni. Speravo di finirla molto prima, è stata una sorpresa anche per me che siano passati cinque anni dall'inizio di questa folle storia ma è giunta finalmente la conclusione. In futuro, quando avrò un attimo di tempo e ispirazione potrei fare dei capitoli extra su determinate scene che vorreste fossero approfondite. Ditemi a quale siete interessate che prenderò in considerazione i suggerimenti ^_^

Ancora grazie di cuore a tutti coloro che hanno seguito le vicende di Raf e Sulfus insieme a me. A chi ha messo tra le preferite, le seguite e le ricordate Love Game e un grazie enorme anche a Engydragon e Eleanor Devil per i disegni favolosi che mi hanno fatto.

Grazie e tanti bacioni!

Himeno

   
 
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