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Autore: Lisachan93    18/01/2016    1 recensioni
Rose Smith è ritornata a Gellert Wood.
Ogni anno attende con trepidazione l'arrivo dell'inverno per poter tornare alle sue lezioni di snowboard, ma soprattutto per ritornare dal suo adorato istruttore: Josh Campbell, bello come il sole ma freddo come il ghiaccio. Rose aveva da sempre una cotta per lui.
Una notte, Rose è di ritorno ubriaca dal party di un amico. Non riesce a trovare la strada di casa e nel bosco si imbatte in un perfetto sconosciuto dall'aria misteriosa e anche un po' maleducato che tutto sommato sembra volerla aiutare.
Dal testo:
"«Hey tu, ma da piccolo non ti hanno insegnato a camminare?», sbottò al malcapitato. Nella foga, fece qualche passo in avanti e inciampò in un ramo. Si versò la birra sugli stivali da neve appena comprati ed emise un ringhio di rabbia. Dal buio totale, una mano la afferrò saldamente per un braccio, sorreggendola e aiutandola a non creare più casini del necessario.
La voce profonda di un ragazzo le giunse alle orecchie: «Chi sei e che diavolo combini?»"
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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EPILOGO


Il sole fece capolino tra le fitte nuvole del Nevada, inondando la stanza di luce attraverso i vetri delle finestre. Fuori nevicava. Josh era sveglio già da un po’ e osservava con attenzione la piccola ospite accanto a lui. Rose si era addormentata tra le sue braccia, nuda e fragile. Aveva la bocca leggermente schiusa e i lunghi capelli corvini inondavano il cuscino. Le carezzò delicatamente il viso. Non aveva il coraggio di svegliarla; avrebbe potuto passare il resto della mattina ad osservarla mentre dormiva beatamente nel suo letto, ma si era ripromesso di portarla a casa quanto prima e così avrebbe fatto.
‘A quest’ora gli Smith staranno ancora dormendo, dobbiamo fare in fretta’, pensò. Erano quasi le 6. Le posò un bacio sulla guancia e la chiamò:

«Rose», sussurrò.
Rose corrugò la fronte e stropicciò il naso, ma non aprì gli occhi. Josh ridacchiò alla smorfia della ragazza.
«Sveglia, testolina», disse.
Rose aprì gli occhi e sbatté ripetutamente le palpebre. Lo fissò, confusa.
«Josh», disse, flebile.
Si guardò intorno: prima la stanza, poi fuori dalla finestra e infine posò di nuovo il suo sguardo sul volto di Josh. Stava lentamente realizzando tutto quello che era successo la notte precedente.
«Hey, dolcezza. Riposato bene?», chiese lui con un sorriso.
«Sì, grazie», rispose lei.
Lui la baciò a fior di labbra.
«Devo tornare a casa», disse lei, lanciando uno sguardo allarmato fuori dalla finestra.
Josh annuì.
«Ma certo, ora recupero i tuoi vestiti. Nel frattempo fai colazione e prendi un’aspirina, puoi trovare tutto nella credenza. Ne hai bisogno», disse, mentre scendeva dal letto.
Rose fissò ammaliata il corpo statuario del suo istruttore di snowboard mentre si rivestiva. ‘Allora non è stato un sogno’, pensò. Poi vide il ragazzo avviarsi fuori dal rifugio.


‘Dannazione, che mal di testa!’, pensò Rose stizzita mentre mandava giù l’aspirina. Diede uno sguardo all’orologio appeso alla parete. Erano passate da poco le 6:30. Non aveva molto appetito, quindi si limitò a mangiare uno snack proteico giusto per mettere qualcosa nello stomaco. Josh tornò poco dopo coi suoi abiti, che erano letteralmente ghiacciati, e li mise appesi al camino per riscaldarli. Perlomeno l’odore cattivo sembrava passato.
​Rose andò in bagno e si fece velocemente una doccia. Quando uscì, Josh era già pronto per andare e le passò i vestiti, che ora erano decisamente più caldi, poi uscì dal rifugio con un mazzo di chiavi tra le mani.
«Ti aspetto fuori», disse, facendole un occhiolino.
Rose non pensava che Josh avesse un’auto, anche perché la sera prima non ne aveva viste parcheggiate di fuori. Ma quando uscì dal rifugio, dopo essersi accuratamente coperta, quella che si ritrovò davanti era una bellissima motoslitta. La fissò con occhi sgranati.
«E questa da dove salta fuori?», chiese Rose, sbigottita.
«Ce l’avevo sul retro», disse Josh, divertito di fronte allo stupore della ragazza. «Su, monta!», esclamò, porgendole un casco.
Rose non se lo fece ripetere due volte e salì in sella, assicurando stretto il cinturino del casco.
«Tieniti forte», la avvertì Josh poco prima di accelerare e partire.
Rose si divertì un mondo, senza contare che stare abbracciata a Josh era una sensazione bellissima. Lui guidava in modo spericolato, accelerando bruscamente e scansando gli alberi all’ultimo secondo, e lei avvertì tutta l’adrenalina che cresceva. Quel ragazzo si dimostrò una vera e propria scoperta e Rose non poté che esserne felice; tutto quello che era accaduto la sera prima e che stava accadendo in quel momento era un sogno meraviglioso che si era avverato.
Giunsero al cottage di Rose in pochi minuti. Rose smontò e si tolse il casco. Dalle finestre non si intravedevano luci accese, né si udivano rumori sospetti all’interno. Gli Smith dormivano ancora.
‘Grazie al cielo’, pregò Rose mentalmente.
«Grazie di tutto, Josh», disse al ragazzo, abbassando lo sguardo a terra. Nonostante la bellissima notte appena passata con lui, Josh la metteva ancora stranamente a disagio.
Lui le prese il mento e la costrinse ad alzare gli occhi nei suoi.
«Era il minimo che potessi fare, Rosalyn», le disse con un sorriso e si sporse a darle un bacio. Rose assaporò la sua bocca, che aveva un fresco profumo di dentifricio alla menta. Poi, continuando a guardarla negli occhi, Josh si raddrizzò in sella e accese il motore.
«Ci vediamo alle 12 in pista», urlò per sovrastarne il rombo, poi le fece un ultimo cenno e partì.

  
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