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Autore: EnderScribble    22/01/2016    0 recensioni
Aetius Miles è un vincitore... viene dal Distretto 9 ed è il primo del suo Distretto dopo anni che vince ai sessantaquattresimi Hunger Games, ma lui non si ritiene tale.
La morte della madre e l'Arena gli hanno lasciato un vuoto nella sua anima che solo la vendetta può colmare... deciso più che mai a ribellarsi a Capitol City, Aetius è ormai ridotto ad un uomo che non ha più niente da perdere, l'uomo più pericoloso di tutti... e sarà con gli Assassini, che scoprirà le sue radici e il suo destino: eliminare la minaccia Templare che dopo i Giorni Bui, si è impadronita di Panem ed ora governata da Coriolanus Snow, gran maestro Templare. Ma chi ci dice... che sia Snow a muovere i fili?
Nulla è reale... tutto è lecito... benvenuti, ai settantaseiesimi Hunger Games!
Genere: Azione, Fantasy, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Presidente Coin, Presidente Snow
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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E così il mio addestramento ebbe inizio. Iniziammo dalla teoria, la storia della Confraternita nel corso della storia e di come l’abbia cambiata, le sue tradizioni e , soprattutto, il Credo: -Gli Assassini- iniziò Yoskeha –hanno da sempre agito nell’ombra così come i Templari. Non troverai mai traccia degli Assassini nei libri di storia, e neppure dei Templari… a differenza loro però, che comandano il popolo, noi non miriamo a guidare, noi mettiamo il destino dell’umanità nelle mani del popolo…- prese un grosso libro rilegato in pelle scura con il simbolo degli Assassini sopra -…questa è la nostra storia…- Vedendo quel libro, all’inizio mi preparai psicologicamente ad ore di noia seduto sul tavolo di cucina a prendere appunti, invece scoprii che la storia era appassionante… il mondo, millenni e millenni prima era davvero bello. Yoskeha inoltre, prendeva anche altri libri con dentro immagini di siti storici collocati fuori da Panem. La storia degli Assassini si univa alla storia dell’umanità in modo impressionante… nel libro spiccavano diversi nomi: Altair Ibn la ahad, Ezio Auditore da Firenze, la famiglia Kenway, i gemelli Frye e… Desmond Miles. –Maestro…- dissi leggendo quel nome -…questo Desmond, era un mio antenato?- -Non proprio… quando mi hai detto il tuo nome, ho fatto delle ricerche, ho trovato un libro con l’albero genealogico di tutta la tua famiglia…- prese un altro libro -…ho scoperto che tu discendi dal fratello di William Miles, padre di Desmond… siete cugini alla lontana, si può dire!- richiuse il libro e lo rimise a posto –Qui dice che… Desmond ha dato la sua vita per salvare il mondo… è vero?- -Oh, certo… 2012, il mondo era ormai sull’orlo dell’apocalisse, come successe ottantamila anni fa a Coloro-che-vennero-prima, solo che, questa volta eravamo pronti! I Precursori ci avevano lasciato una macchina, custodita in antico tempio, capace di difendere la Terra dalla tempesta solare imminente… c’era un problema: serviva il dna dei Precursori per attivare la macchina. Desmond era l’unico ad averne sufficiente quantità nel suo sangue e lo attivò… purtroppo, era anche troppo umano, e la potenza del macchinario lo uccise. Sacrificò se stesso, per salvare questo mondo…- si guardò intorno -…e noi siamo stati così sciocchi da ridurlo così… mmph… ma ora avanti, riprendiamo! Dobbiamo iniziare la storia di questo… oh si! Dario Hiddenblade…- Tempo dopo, quando imparai bene la storia, passammo al Credo: -Ricordati Aetius, un Assassino segue sempre il Credo… è il Credo a renderci quel che siamo, il Credo guida la nostra lama e il Credo ci unisce noi Assassini nel mondo… il Credo è il seguente: Trattenere la lama dalla carne innocente, il significato immagino ti sia ovvio, no?-. Annuii. –Molto bene, poi… agire sempre nascosti in piena vista. Un Assassino deve saper uccidere restando nascosto e saper nascondersi tra la folla e infine, il più importante: non compromettere mai la Confraternita.- ripresi a scrivere quando Yoskeha mi mise una mano sulla spalla –E di questo te ne prego, Aetius… non dire al nemico di questo posto… Snow non sa’ dell’esistenza di questa comunità…- guardò oltre la finestra e feci lo stesso. Sotto la collina su cui sorge la casa, c’era una piccola città di case in legno, botteghe, negozi… di tutto! -Gli abitanti, sono innocenti… molti sono fuggiti da Panem in cerca di una vita tranquilla, hanno rischiato molto…- -Io ve lo prometto maestro… mai rivelerò l’esistenza di Davenport…!- -Bene… ora, pensiamo alle cose serie: armi e combattimento- Scendemmo nell’armeria sotto le scale. -Vediamo…- disse il maestro guardandosi attorno nella stanza -…si, questo può andare bene…- prese una spessa corda di nylon terminante in un piccolo coltello –Dardo da corda! Veniva usato dalle nostre forze, sia come arma silenziosa, se miri bene e lanci con abbastanza forza puoi uccidere un pacificatore armato silenziosamente e a distanza, ma anche come rampino, dovrebbe esserci un lanciatore qui da qualche parte, mi dai una mano?- iniziammo a cercare tra le casse nella stanza e sulle mensole. Lo trovai sotto ad uno scatolone rovesciato: una pistola con canna larga e un cilindro sopra l’impugnatura –L’ho trovato!- -Bene! Bene…- osservò l’arma -…non bene… si è danneggiato, e il tempo gli ha dato il colpo di grazia… ma forse Josh può ripararlo…- -Chi?- -Josh Beckendork, è il fabbro della città, è molto bravo, si occupa di molte cose: armi, pistole, oggetti ornamentali in metallo e anche di robotica, è lui che ti ha costruito quelle protesi…- -Vado subito allora…- -No aspetta! Prima pensiamo a quali armi usare. Dimmi… c’è un’arma con cui ti trovi a tuo agio?- ci riflettei –Be’… so usare bene la falce…- -Una falce? Be’, non è facile da nascondere, ma Beckendork è sempre pieno di idee, sono certo che s’inventerà qualcosa…- -Molto bene…- -Ah, Aetius, un’ultima cosa… quando vai da lui, digli di darti “l’arma nascosta”, lui capirà…- confuso feci cenno di si e salii le scale diretto alla porta. Fuori era una bella giornata estiva. La città sorgeva lungo il fiume e in mezzo alla foresta, fuori i ragazzi giocavano tra di loro e tutti erano indaffarati nei propri lavori: lungo il fiume c’era una piccola segheria dove lavoravano il legno, poco più avanti una specie di locanda dove un gruppo di uomini stava bevendo boccali di sidro appoggiati alla staccionata, mi avvicinai a chiedere informazioni. -Scusate…- -Cosa c’è ragazzo?- disse un omone con un grembiule verde e una folta barba nera riccioluta -…sto cercando un certo Josh Beckendork, sa dov’è casa tua?- -Ah… cerchi mio fratello maggiore! Abita laggiù- indicò una casa in fondo alla strada con un grosso camino di metallo da cui usciva una colonna di fumo –Ehm… grazie- -Non c’è di che! Tu… sei quello che hanno ritrovato nel fiume, giusto?- -Si…- -Dicono che hai fatto incazzare parecchio qualcuno di importante a Capitol City, se sei finito in quelle condizioni, e credimi… ti abbiamo visto parecchio male!- -Ti abbiamo salvato noi, dopotutto!- gridò un altro tipo –Già… Drake Beckendork, capo carpentiere giù al porto, piacere di conoscerti!- mi strinse la mano artificiale –Be’, immagino di dovervi qualcosa allora…- dissi –Nah, non serve…- -Si invece…- insistei -…sentite, ora sono a corto di soldi, ma vi prometto, che la prossima volta che v’incontro vi offro da bere! Che ne dite?- -Direi che a noi va benissimo, straniero! Qual è il tuo nome?- -Aetius Mile…- -Piacere di averti conosciuto Aetius- ci stringemmo ancora la mano e mi congedai da loro alla casa. Arrivato davanti alla porta, mi aspettavo un gigante! Dopo aver visto il fratello minore, credevo che Josh fosse una specie di Efesto, grosso, brutto, con la barba bruciata e il sudore sulla fronte… le mie aspettative vennero puntualmente deluse. Mi venne ad aprire questo tipo magro, i capelli marroni erano scompigliati e il viso sottile –Si?- indossava un paio di occhialetti protettivi da saldatore e due guanti da lavoro, stivali di gomma sopra pantaloni marroni e un grembiule da meccanico –Ehm, Josh Beckendork?- -In persona! Piacere di conoscerti… Aetius, Aetius Miles, vero?- -Come…- -Lo so? Riconosco le tue protesi… le ho costruite io stesso! Un lavoro sublime! Come ti ci trovi?- -Bene… ma, mi manda Yoskeha, vuole che mi prepari delle armi e aggiusti delle cose…- -Ah! Quel caro, vecchio irochese… cos’ha di bello per me?- -Diche che puoi costruirmi un’arma…- -Certo, certo… parliamone nella mia officina… ehm, puoi aspettare un attimo nel salotto di casa? Do una risistemata e poi torno!-. Mi sedetti sul divano guardandomi attorno. La casa era carina. Semplice e arredata con gusto. Le pareti erano piene di quadri e progetti dall’aria antica, davanti al divano c’era un televisore e sul muro alla mia destra un caminetto di mattoni su cui c’erano diversi libri e foto di Josh insieme ad una donna, alta e con i capelli biondi corti, gli occhi azzurri e il viso un po’ squadrato e molto chiaro; era il giorno del loro matrimonio a giudicare dagli abiti. La porta alla mia sinistra si aprì ed entrò la donna con in mano un vassoio di biscotti –Salve!- mi salutò –Mio marito la sta facendo aspettare?- -Oh, no no no! Sono appena arrivato…- -Non l’ho mai vista da queste parti… è nuovo per caso?- -Si, io… vengo da Panem…- -Ah… Distretto 12?- -9… perché?- -Ehm, niente… è che, ho dei parenti in quel distretto… mia sorella con i suoi tre figli… hanno una panetteria che ci tramandiamo di famiglia… oh, dove ho lasciato le buone maniere, mi chiamo Sally Mellark, piacere- -Piacere mio… scusi la domanda, ma, lei è in contatto con la sua famiglia?- -Be’, ogni tanto qualche corriere è così coraggioso da consegnare messaggi ai distretti più vicini… il dodici è il secondo più vicino a Davenport… io sono fuggita quand’ero giovane… è stata una fortuna che nessuno a parte la mia famiglia se ne sia accorto in tempo…- si asciugò una lacrima –Non era mia intenzione farvi piangere…- dissi –Non dispiacerti… a volte fa bene scaricare un po’ lo stress… e piangere è il modo migliore secondo me…!- poi si guardò intorno e scattò in piedi –Ma dov’è finito quel confusionario di mio marito? Ti sta facendo aspettare! Prendi pure qualche biscotto intanto…- indicò il vassoio e uscì dalla stanza. Poco dopo Josh entrò di corsa seguito da Sally –Allora… se vuoi seguirmi, l’officina è pronta!- guardò ansioso la moglie –Dai vieni!- mi condusse in un edificio di ferro dietro la casa e vidi che il fumo usciva da quella struttura. -In realtà non è pronta un cavolo… ma mia moglie ha insistito per non farti aspettare. Allora…- si sedette accanto al forno -…cosa ti serve?- -Una falce…- -Una falce?- -Si… Yoskeha dice che tu puoi farne una che possa nascondersi… che ne pensi?- -Josh si grattò il mento –Mmh… potrei creare una lama retrattile che fuoriesce da… ci sono!- si mise a rovistare in un mucchio di ciarpame metalli e tirò fuori un lungo bastone da passeggio con un pomello di metallo sopra –Un bastone da passeggio?- -Si! Posso creare un meccanismo che, premendo sul pomello, faccia fuoriuscire la lama retrattile dal fondo!- appoggiò l’attrezzo sul banco da lavoro e cominciò a disegnare il progetto –C’è altro? Prima avevi accennato a qualcosa da riparare…- -Oh, si…- tirai fuori la pistola spara dardi -…questo- -Oooh…- Josh distolse lo sguardo dal progetto -…interessante… un lancia rampino, ho indovinato?- -Si, lo puoi aggiustare?- osservò l’oggetto e improvvisamente gli venne lo stesso tremolio di quando mi aveva mostrato il bastone –Idea! Perché non te lo attacco al braccio?- -Cosa?- -Ma si! Due lanciatori… uno che va dietro e l’altro davanti, per esempio, se devi salire in verticale o lanciare un dardo contro un nemico usi quello principale, se invece devi spostarti in orizzontale li usi entrambi in modo da formare una teleferica e il dispositivo attaccato al braccio fungerà da carrucola retrattile! Semplice! E il tutto controllato dalla tua mente!- -Puoi farlo davvero?- -Ma certo! Che inventore sarei se non mi spingessi al limite!? C’è però un lato negativo…- -E ti pareva… quale?- -Mi devi lasciare il tuo braccio per lavorare al rampino…-. Così aspettai per circa tre ore sul divano dei Beckendork a mangiare biscotti e ad ascoltare le storie del Distretto 12 da Sally, il tutto con il braccio destro mezzo meccanizzato. Infatti le protesi si dividono in due parti: l’attacco e l’arto. L’attacco è un componente attaccato all’osso e al sistema nervoso dell’arto mozzato, è la parte più delicata che serve a connettere il cervello alla protesi, l’arto, che viene poi semplicemente collegato all’attacco in modo da poter essere sostituito in caso di bisogno… come adesso. Alla fine mi addormentai sul divano e venni svegliato da Josh. -Hey!- mi batté il pomello del bastone sulle gambe –E’ tutto pronto!- riattaccò la protesi al mio braccio e mi passò il bastone –Provalo!- presi il bastone al contrario, era nero con un impugnatura dorata sotto al pomello e una punta d’oro alla fine, premetti il pomello sulla mia coscia e dalla punta fuoriuscì una lama ricurva che si allungò in varie placche sottili in una robusta lama lunga venticinque centimetri –Wow!- notai un pulsante sull’impugnatura –A cosa serve?- lo indicai –E’ una mia piccola aggiunta! Se lo premi, quella piccola puntina sopra il pomello si elettrificherà, lo puoi usare per stordire gli avversari… ora, seguimi fuori, ho allestito dei manichini per allenarti con il dardo da corda!-. Nel giardino sul retro c’era un manichino con indosso una rozza armatura bianca e dei finti caschi con visiera nera –Hai davvero fatto un manichino di un pacificatore?- -Lo uso per testare le mie armi… ora avanti!- mi prese il braccio e lo puntò verso il manichino –concentrati… è tutta questione di mente! Questa non è più un’arma Aetius, ma una tua appendice! Controllala come controlli le dita della protesi…!-. Mi concentrai su quella parte del corpo. Subito una piccola macchinetta esagonale con i lati paralleli allungati uscì dal braccio e il dardo partì colpendo la testa del manichino –Bravissimo! Ora richiamalo!- mi concentrai e la corda si tese rientrando velocemente nel meccanismo, il quale si richiuse nel braccio. -Molto bene… prova a salire sulla casa, fai come hai fatto adesso, spara e poi raccogli la corda! Ricorda, decidi tu la forza che vuoi imprimere al dardo!- Sparai al tetto con tutta la forza (mentale) che potei e cominciai a richiamare la corda, solo che questa volta venni trascinato io dalla corda. Purtroppo non avevo pensato a come atterrare. -Usa le gambe Aetius! Portati in avanti con le gambe- -Si, certo… così me le rompo di nuovo!- purtroppo il mio subconscio aveva ascoltato l’inventore e le gambe, a quanto pare, attutirono completamente l’impatto –Ti ho modificato gli ammortizzatori delle gambe mentre dormivi! Ora dovresti essere capace di resistere a qualsiasi tipo di caduta… sempre che tu atterri sulle gambe! Dai prova!-. Mi lanciai dalla casa e atterrai senza farmi niente, a parte un gran fiatone… -Tu…- mi appoggiai alla sua spalla -…sei un grande inventore! Però dimmelo se fai qualche altra modifica… promesso?- -Promesso!-. Poco dopo presi la mia roba e me ne andai –Ah! Yoskeha mi ha detto di dirti di dargli “l’arma nascosta”… sai cosa vuol dire?- -Ehm… certo…!- prese una grossa scatola di legno lavorata a mano e me la consegnò –Mi raccomando…- disse serio -…quando quel vecchio mi ha consegnato questa scatola… mia ha dato istruzioni che solo lui la possa aprire, se ci provi… non ricordo più cosa succede però non aprire!- -Va bene… lo prometto…- -Bene… buona fortuna Aetius Miles… Yoskeha ha visto qualcosa in te se ha deciso di istruirti… buona fortuna!- -E porta questi biscotti a quel vecchio!- Sally mi mise in mano un cestino di biscotti –Grazie!- feci un leggero inchino di ringraziamento e tornai alla tenuta. -Sei tornato!- mi salutò il vecchio leggendo il giornale –Già… quel tipo è davvero strano! Simpatico però…- -Com’è andata?- presi il bastone e attivai la lama –Bella… ooh! Vedo che Sally ti ha dato anche qualche biscotto! La pistola invece?- sparai un dardo contro la ringhiera in legno della scala –Ah… inaspettato…- commentò guardando il braccio –Ora avanti! Torniamo al lavoro!-. Il mio addestramento durò molto tempo. Mi allenai nella corsa e nell’arrampicata. Ogni giorno correvo tra gli alberi del bosco e salivo sopra di essi per poi saltare da un ramo all’altro. Feci anche pratica con il rampino imparando a sapermi bilanciare, ad usarlo per raggiungere sporgenze lontane mentre correvo e ad atterrare sempre in piedi Il combattimento prevedeva il corpo a corpo tramite l’uso di guanti con nocche rinforzate e la pratica con la falce. Imparai ad alternare colpi di lama con deviate, blocchi e contrattacchi con il resto del bastone come il pomello elettrificato. Feci pratica anche nelle pratiche dettate dal Credo. A sapermi nascondere velocemente e in qualunque posto, feci modificare a Josh le suole delle mie scarpe in modo da non essere udite quando cammino e feci pratica con i manichini a come uccidere restando nascosto. -Concentrati Aetius!- un giorno Yoskeha mi portò in riva alla scogliera dietro alla casa –Ci sto provando!- ero seduto con le gambe incrociate e gli occhi chiusi sul bordo della scogliera –Il sangue dei Precursori, ti rende diverso da qualunque altro essere umano! E’ questa l’eredità della tua famiglia… l’occhio dell’aquila! Devi sentire il mondo attorno a te! Unire tutti i tuoi sensi!- mi concentrai il più possibile. Gli occhi bruciavano. La testa mi faceva male. Ma continuai. La sensazione che ebbi dopo… non riesco ancora a descriverla… so solo che gli occhi mi si spalancarono e vidi il mondo. Il mondo delle ombre. Il mondo della luce. Tutto in un unico mondo… gli alberi, la terra, il mare e le case erano grigi e immobili. Io invece brillavo di luce argentea. Yoskeha invece era di un blu luminoso, non so perché ma quel colore mi diede una sensazione di sicurezza e conforto –L’occhio dell’aquila è un dono degli antichi, Aetius… pochi sono coloro che lo sanno usare, ti permette di vedere la vera essenza del mondo, è il tuo migliore alleato per trovare i tuoi bersagli! Ti dice di chi fidarti e di chi non fidarti…-. E così gli anni passarono. Dieci anni di addestramento, di meditazione e di apprendistato! Alla fine, le cose cambiarono con la fine dei settantaquattresimi Hunger Games. -Entrambi…- disse Yoskeha spegnendo la tv -…mai successo, Aetius, mai successo! E hai visto in che modo hanno fatto?- -Morsi della notte… o loro due o nessuno…- -Questo è il momento che aspettavamo Aetius!- Yoskeha provò ad alzarsi, lo aiutai a mettersi in piedi sul suo bastone –Grazie… sto diventando vecchio ormai! Eh…- -Dove andate maestro?- -E’ giunto il momento, figliolo… sei pronto ormai… quei due, agli Hunger Games hanno appena acceso la scintilla… ho visto guerre scatenarsi per molto meno! Un nuovo capitolo della storia sta per essere scritto! E la lama degli Assassini, guiderà la penna…!-
   
 
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