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Autore: BIlL_y    23/01/2016    0 recensioni
Ci sono tanti momenti, nel corso della vita, in cui pensi di non potercela fare. Se sei una spia, quei momenti sono praticamente la quotidianità. Ma per quanto la situazione sia disperata, sai che c’è sempre una speranza, sai che il tuo nemico prima o poi potrebbe commettere un passo falso di cui tu potrai approfittare… A meno che il tuo nemico non abbia già fatto la sua mossa. A meno che il tuo nemico non abbia commesso nemmeno un passo falso da più di cinquant’anni.
A meno che il tuo nemico non sia tuo amico.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Maria Hill, Natasha Romanoff, Nick Fury, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'S.H.I.E.L.D. Tales'
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Prequel


 
Ci sono tanti momenti, nel corso della vita, in cui pensi di non potercela fare. Se sei una spia, quei momenti sono praticamente la quotidianità. Ma per quanto la situazione sia disperata, sai che c’è sempre una speranza, sai che il tuo nemico prima o poi potrebbe commettere un passo falso di cui tu potrai approfittare… A meno che il tuo nemico non abbia già fatto la sua mossa. A meno che il tuo nemico non abbia commesso nemmeno un passo falso da più di cinquant’anni.
A meno che il tuo nemico non sia tuo amico.
*
L’agente Blasty si trovava in missione quando il Soldato d’Inverno attaccò. Era da sola, sotto copertura, senza contatti con nessuno: una questione di routine, per lei. Per questo motivo fu probabilmente una delle ultime persone a sapere ciò che stava accadendo.
Deve avere un gran senso dell’ironia, il destino: proprio lei, per cui lo S.H.I.E.L.D. non era solo un lavoro, ma anche casa e famiglia, seppe di ciò che stava succedendo solo quando tutto precipitò.
Fu Natasha a chiamarla, per dirle cosa era successo al Direttore. Lei non ci credette nemmeno per un momento – non poteva crederci – ma abbandonò comunque la missione per raggiungere la Vedova in ospedale.
Arrivò giusto in tempo per vedere Steve che veniva scortato via, ed ebbe il buon senso di nascondersi: erano ancora in pochi a conoscere il vero legame tra lei e il Direttore, ma se qualcuno aveva la presunzione di voler interrogare Capitan America poteva anche conoscere la verità.
Natasha, invece, era ancora dentro, e Blasty notò che aveva uno sguardo così sinceramente triste che forse mai aveva letto nei suoi occhi. Le chiese notizie, e la Vedova le ripeté tutto ciò che Maria Hill e Steve le avevano raccontato, e anche le sue teorie: Blasty ascoltò attentamente, scuotendo appena il capo.
-Dov’è la Hill? – chiese infine.
-Si sta occupando dei documenti del decesso.
-Grazie. Buona fortuna.
Natasha annuì, e si separarono: sapevano entrambe che ci sarebbe stato un bel po’ di lavoro da fare, da lì in poi.
Blasty trovò Maria Hill qualche corridoio più in là, intenta a discutere con un medico. La ragazza aspettò, ma rimase in silenzio anche quando Maria si accorse di lei; si fissarono per lunghi istanti, poi la Hill si avvicinò: sembrava non sapesse trovare le parole.
-Non ho intenzione di restare fuori. – la precedette la giovane, seria – Perciò risparmiati le finte condoglianze, tutte le balle che rifilerai al resto del mondo e dimmi cosa c’è da fare.
-Blasty, capisco che non sia facile per te da accettare, ma…
-Oh, Maria, ti prego, puoi fare meglio di così. – la interruppe, alzando gli occhi al cielo – Sarai anche il suo braccio destro e una delle migliori spie in circolazione, ma io ho il suo fottuto DNA. – le ricordò, quasi con amarezza – So come pensa, e so esattamente cosa avrebbe fatto in una situazione critica come questa. Perciò lascia perdere i convenevoli, e dimmi cosa c’è da fare.
-Non dipende da me. – fu la secca risposta della Hill, che in un attimo aveva perso qualsiasi maschera di compassione ed aveva assunto un’espressione perfettamente fredda e professionale.
-E allora fammi il favore di dire a mio padre che se davvero crede che gli permetterò di tenermi fuori dai giochi in un’altra situazione di merda, allora sta davvero invecchiando. – le sibilò addosso, irata ma in modo che solo l’altra donna potesse sentirla – Sai come trovarmi. – aggiunse poi, voltandole le spalle.
-Lo fa solo per proteggerti, e lo sai.
Amanda non si fermò nemmeno.
-Anch’io.
*
Cosa fai della tua vita, quando hai perso ogni scopo e ogni punto di riferimento?
Questa, per Amanda, era un’esperienza del tutto nuova: lo S.H.I.E.L.D. era stata la sua casa fin dalla nascita, e sembrava incrollabile, come suo padre. Ma niente è davvero indistruttibile, e questo – si rimproverò Blasty – avrebbe dovuto saperlo.
Ma come era stato possibile? Come potevano esserci stati così tanti traditori in mezzo a loro senza che nessuno se ne rendesse conto? Senza che nessuno avesse anche solo il minimo sospetto? Possibile che nessuno, in tutti quegli anni, avesse commesso anche un solo passo falso? O forse era successo, ed erano stati uccisi. Forse, non tutti i morti in missione erano caduti per mano nemica.
Di certo, si erano fatti fregare sotto il naso, ragionò tra sé Blasty, mentre Maria Hill la aggiornava sulle ultime, poco piacevoli scoperte.
La vicedirettrice si era messa in contatto con lei dopo circa dodici ore, e mentre ogni sua certezza crollava sotto le parole della Hill, Amanda si preparava mentalmente ad incontrare il padre.
Per quel che ricordava, le volte in cui lei e suo padre avevano avuto una vera e propria discussione erano state davvero minime. Erano entrambi di poche parole, e per comunicare gesti e sguardi erano quasi sempre sufficienti; i discorsi più lunghi avevano riguardato solo la spiegazione delle missioni, e… Il progetto Vendicatori.
Ne era stata tenuta completamente all’oscuro, persino quando la sua attuazione era stata inevitabile: non appena il Tesseract era stato rubato, il Direttore l’aveva spedita in una fantomatica caccia all’uomo dall’altra parte del pianeta. Ne era stata onorata, lì per lì, perché il suo incarico sembrava di vitale importanza… Finchè non erano arrivate le notizie dalla Germania e poi della battaglia di New York. E lei si era ritrovata bloccata nelle steppe della Mongolia, senza possibilità di raggiungere il luogo dello scontro né da civile né da Agente.
Aveva creduto di impazzire. Mai, in tutta la sua vita, si era sentita così impotente… E così tradita.
La sua ira, una volta tornata al Triskelion, aveva rischiato di mandare in cortocircuito l’intera base (Amanda sospettava che fosse quello il motivo per cui il padre non aveva voluto incontrarla sull’Elivelivolo): in quell’occasione, dopo molto tempo, Blasty aveva davvero perso il controllo, e c’erano state urla e parole pesanti. Era stata una strana sensazione, poiché aveva imparato da bambina ad avere il controllo delle proprie emozioni, eppure quel giorno qualcosa si era spezzato, tra lei e il Direttore.
Aveva scelto, dopo tutto ciò, di rimanere volontariamente fuori dai giochi importanti: nonostante le insistenze di Phil, aveva rifiutato l’offerta di unirsi alla sua squadra, e aveva svolto solo missioni in solitaria, quasi tagliando i ponti con ciò che avveniva nello S.H.I.E.L.D..
Doveva essere stato quello il motivo per cui non aveva sospettato nulla, si disse, scuotendo appena il capo, mentre raggiungeva la stanza in cui Nick Fury stava trascorrendo la convalescenza.
La prima impressione fu pessima: vedere un uomo d’azione come il Direttore costretto in un letto d’ospedale, con tanto di flebo e macchinari attaccati, rese Amanda improvvisamente consapevole della mortalità del padre. Sapeva che non era immortale, ovviamente, eppure vederlo così… Rendeva la possibilità della sua morte molto più reale.
La seconda fu quasi peggiore: lo sguardo che il padre le rivolse fu duro ed impenetrabile, e la colse di sorpresa: insomma, non che si aspettasse abbracci e lacrime di commozione, ma… Credeva che rischiare la morte fosse abbastanza per addolcire un po’ anche il più gelido degli uomini.
-Non dovresti essere qui. – furono le prime parole che il padre le rivolse, mentre si metteva a sedere.
-È bello anche per me saperti sano e salvo. – ribatté Amanda, con un sorriso sarcastico. – Ora che ci siamo scambiati i convenevoli, perché non mi dici cosa c’è da fare?
-Non ti voglio coinvolta in questa operazione.
-Oh, mi sembra logico, visto che hai un’intera squadra a tua disposizione, puoi proprio permetterti di rifiutare a priori degli agenti di cui ti puoi fidare.
-Ho forze necessarie.
-Chi, Steve e Natasha? Beh, certo, in fondo sono i Vendicatori, come potrebbero non bastare? Mi stupisce che tu non sia già andato a piangere da Stark, o a tirare fuori Banner dal suo bunker.
-Agente, si sta prendendo un po’ troppe libertà.
-Agente?? E di cosa, Direttore? Forse non te ne sei accorto ma lo S.H.I.E.L.D. è caduto. E per quanti danni tu possa pensare di riuscire a riparare, non riporterai mai tutto com’era prima.
-E forse è un bene, non credi? Evidentemente, eravamo diventati troppo sicuri di noi stessi. – fece notare Nick, guardandola.
Amanda sospirò, sedendosi accanto a lui: - Siamo due disoccupati, a quanto pare.
Fury scoppiò a ridere, passandole un braccio attorno alle spalle: - Parla per te, ragazzina… Io ho ancora del lavoro da fare.
-E hai davvero intenzione di escludermi? Nonostante tu abbia appena rischiato di morire?
L’uomo sospirò, e per una volta sembrò davvero non sapere cosa dire.
-Hai bisogno di tutto l’aiuto che puoi, papà. Non puoi lasciarmi fuori un’altra volta.
I due si guardarono, e qualcosa, nello sguardo di Nick, sembrò sciogliersi appena.
-D’accordo, allora. Ma non sarai in prima linea, e non sarai al Triskelion. Ci sono fin troppe basi di cui bisognerà riprendere il controllo, quando tutto sarà finito. Voglio che sia tu a coordinare le poche forze che ci restano.
Blasty restò in silenzio, e annuì, seria.
-Buona fortuna. E vedi di non esplodere un’altra volta.
Il Direttore ridacchiò, annuendo.
-Buona fortuna anche a te. Ah, e… Amanda?
La ragazza si voltò, già sulla soglia.
-È strano vederti senza divisa. – ammise Nick, con un mezzo sorriso dolce. – Assomigli molto di più a tua madre, così. Non era un’amante delle tutine.
Amanda scoppiò a ridere, scuotendo il capo e lanciando al padre un ultimo sorriso, prima di voltargli le spalle e lasciarlo solo nella stanza.
*
Un mazzo di gigli rossi colora la grigia lapide di Nicholas J. Fury.
In piedi innanzi a essa, una ragazza mulatta in jeans, felpa e occhiali da sole è raccolta in preghiera, le mani nelle tasche.
-Ce ne hai messo di tempo.
Un uomo la raggiunge, in una tenuta molto simile alla sua.
-Sai, non tutti erano impegnati a fare entrate sceniche… C’è gente che lavora davvero.
Nick ridacchia, chinandosi a terra per estrarre uno dei gigli dal mazzo.
-E a proposito… Lo sai che sei stato terribilmente teatrale, al Triskelion, vero? Se me l’avessi chiesto, avrei potuto mandare in cortocircuito l’intero sistema, e i tuoi preziosi elivelivoli non si sarebbero mai mossi da lì.
-Avevamo reso la struttura in grado di resistere ai tuoi poteri, dopo l’ultimo… Incidente.
-Avrei almeno potuto provare… Ma d’altronde, avresti anche potuto semplicemente far saltare in aria tutto il sotterraneo. – fa notare Amanda, scuotendo il capo – Hai rischiato la morte di migliaia di persone soltanto per far fare brutta figura all’Hydra, spero che tu te ne renda conto.
-Il mondo doveva rendersi conto di essere in pericolo. E doveva vedere chi l’avrebbe salvato.
-Oh, quindi era solo un modo per far sì che i Vendicatori continuassero ad agire anche senza il supporto dello S.H.I.E.L.D.? Forse è anche più grave di quanto pensassi.
Nick sorride, scuotendo il capo.
-Questo mondo ha bisogno di supereroi, Amanda… Solo che  a volte non se ne rende conto.
Il silenzio cala per un momento tra i due, mentre una lieve brezza gioca con i petali del giglio che l’uomo tiene in mano.
-Quindi… Immagino che questo sia quanto meno un arrivederci.
Un altro silenzio.
-Sono sicura che, se avrai bisogno di me, saprai trovarmi. – ridacchia Amanda – Ma fa’ che sia un buon motivo; per ora, voglio solo prendermi una pausa.
-Non ti ci vedo.
-Nemmeno io. È proprio per questo che voglio provare.
Il silenzio si protrae un po’ più a lungo, questa volta, poi Nick si volta verso la figlia e con un sorrisetto le appunta il giglio tra i capelli.
Amanda sorride, lasciandolo fare.
-Fa’ il bravo, mi raccomando.
-Anche tu.
I due voltano le spalle alla lapide, incamminandosi verso l’uscita del cimitero.
-Sai, potrei sempre buttare questo fiore nella spazzatura, e il tuo brillante posizionamento del localizzatore andrebbe in fumo.
Nick scoppia a ridere, alzandosi il cappuccio della felpa.
-Ho fiducia nel tuo sentimentalismo.
La risata di entrambi si perde nel vento, mentre i due spariscono all’orizzonte
 
  
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